Press review

22 October 2018

La Nuova Sardegna

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 ottobre / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
LO STUDIOSO. Antonio Funedda, docente di geologia dell'Università di Cagliari
C’è molta difficoltà a capire che certe opere non si possono fare
«Si deve conoscere il territorio per fare prevenzione»
«Sa qual è il dato che mi preme sottolineare? Quello culturale, dell'approccio verso il problema. Esiste una diffusa difficoltà a capire che ci sono cose che non possiamo fare, punto». Antonio Funedda, docente di geologia dell'Università di Cagliari, avvisa che «la conoscenza del territorio, prima di tutto da un punto di vista geologico, è il miglior strumento di prevenzione. Eppure oggi, nella progettazione delle opere e delle procedure di pianificazione del territorio, la componente geologica viene di fatto quasi ignorata. Non colpisce tanto il vuoto normativo, ma l'assenza di consapevolezza diffusa in tutta la cittadinanza che poi si riflette nel corpo tecnico dello Stato». È un'evidenza preoccupante. «In Italia si ignora che il geologo è l'unico professionista preparato per leggere il territorio per quello che c'è e per quello che è stato. È l'unico che può dire prima quello che potrà esserci nell'imminente se si va a interagire con quel territorio - sottolinea il professor Funedda -. Si ignora che è possibile fare prevenzione grazie all'intervento del geologo. È chiaro che vuol dire impegnare tempo e risorse, ma non se ne può prescindere». Nella progettazione delle opere e nella pianificazione del territorio, «la componente geologica non è certo l'unica, ma è quella che viene per prima. Non la si può minimizzare o ignorare». ( p.s.)

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Emanuela Marrocu, economista dell'Università di Cagliari e direttrice del Crenos
«È una Finanziaria iniqua: genera deficit e non crea nuovo lavoro»

Giuseppe Deiana
Iniquità, incertezza e instabilità. Tre parole che stigmatizzano il Documento di economia e finanza varato dal Governo dell'alleanza Lega-M5S. La manovra «è iniqua, lo dico da cittadina, seppure io sia influenzata dal mestiere che faccio». Emanuela Marrocu, docente di Econometria, dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell'Università di Cagliari, direttrice del Crenos, il Centro ricerche Nord e Sud che ogni anno esamina l'economia dell'Isola, è abituata ad analizzare dati e spulciare i provvedimenti economici.
LA PAROLA CHIAVE Non si parla mai di scuola, istruzione e ricerca: senza non si possono mettere in campo politiche di crescita di lungo periodo che facciano aumentare la produttività
Il suo giudizio da economista?
«Come economista il giudizio peggiora. Genera iniquità e gli effetti di questa iniquità saranno rafforzati perché crea incertezza, instabilità. La manovra viene finanziata in parte in deficit, ma non per promuovere investimenti, quanto spese correnti. Lo spread è già schizzato a 340 punti base e non ci si rende conto che, visto che i Btp sono a dieci anni, stiamo già pagando maggiori spese dovute all'incertezza».
Partiamo dai numeri: il deficit al 2,4% è sostenibile?
«Il famoso 2,4% è una stima che potrebbe salire a seconda di quello che succede non solo in Italia ma nel contesto internazionale. Ci discostiamo molto, ed è la prima volta, nonostante la flessibilità di circa 30 miliardi concessa negli anni passati, dalle raccomandazioni di luglio della Commissione europea, accettate dal Governo Conte. Inoltre, non bisogna dimenticare che si avvicinano le elezioni europee. Questi fattori destabilizzano».
Si sapeva che Lega e M5S puntavano a un cambio di passo nei rapporti con la Ue.
«Ma noi facciamo parte di un'unione che ci vincola e in ogni caso mi preoccupa la delegittimazione di istituti terzi come l'Inps, la Banca d'Italia o l'Ufficio parlamentare di bilancio soltanto perché fanno il loro dovere. Quest'ultimo ha posto l'accento sulle previsioni eccessivamente ottimistiche formulate dal Governo sul Pil per i prossimi tre anni, basate su stime da parte dei tecnici di Palazzo Chigi di circa il 2,2% per gli investimenti e 2,7% per l'export, che non sono giustificate dalle politiche messe in campo né dal cambio euro/dollaro».
Entriamo nel vivo: perché ritiene iniqua la manovra?
«Quando si crea debito, lo pagano le generazioni future. Non solo. Il reddito di cittadinanza tende a favorire le fasce più anziane della popolazione come una pensione di cittadinanza. Ma i dati più recenti dicono che la povertà oggi colpisce di più i giovani».
I sostenitori del reddito di cittadinanza affermano che i disoccupati troveranno lavoro.
«Il punto è proprio questo: la misura è troppo legata al mercato del lavoro. La povertà va affrontata slegandola dalle politiche del lavoro, altrimenti gli effetti vengano annacquati. Ben vengano le misure contro la povertà (reddito di inclusione, di cittadinanza) ma pensate bene».
Capitolo pensioni: l'Inps sostiene che i conti non reggono.
«Abbiamo una popolazione che invecchia molto in fretta e quella sarda ancora di più. “Quota cento” non è altro che l'ammissione di un fallimento. Mi spiego: riusciamo a dare posti di lavoro solo se “spengo” quelli esistenti. Quindi così non aumentiamo gli occupati con nuovi posti di lavoro ma c'è solo una sostituzione. Anche il reddito di cittadinanza non si discosta da questo: non ci sono speranze e allora vi do un po' di soldi».
Salvini e Di Maio a dire il vero dicono che sarà una manovra espansiva, con investimenti.
«Se il testo rimane quello annunciato gli investimenti in infrastrutture saranno piuttosto ridotti, circa 3 miliardi, con uno snellimento delle procedure per liberare risorse degli enti locali. Ma parliamo di cifre molto basse, anche perché noi abbiamo infrastrutture vecchie e non bastano questi investimenti a creare nuovo capitale e lavoro. Peraltro, la tendenza a investire poco non è solo di questo Governo, ma va avanti da anni».
La Flat tax servirà?
«Intanto bisogna dire che non si finanzia da sola, anche perché la stima del costo è di 52 miliardi. Per giunta, quando le misure non sono percepite come permanenti dai cittadini non producono gli effetti attesi rappresentati principalmente da un aumento dei consumi. Quindi ci saranno minori entrate e inoltre interesserà una platea abbastanza ridotta. Risultato: aumenterà il deficit».
Per finire, cosa avrebbe messo nella manovra?
«Non compaiono mai le parole scuola, istruzione, ricerca se non limitatamente alle start up. Non si parla di ricerca. Così non si fanno politiche di crescita di lungo periodo che possano aumentare la produttività dell'economia italiana attraverso il capitale umano. La produttività negli ultimi anni è cresciuta del 5% in Italia, del 40% negli Usa e del 15% in Portogallo. Se lo Stato assumesse un migliaio di insegnanti di sostegno, creerebbe nuova occupazione, farebbe crescere il capitale umano e invertirebbe quella tendenza secondo cui la povertà educativa genera nuova povertà».

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 /
IL CASO. Il gettito potrebbe essere più basso «Stime diverse dai numeri reali»
Se il Documento di economia e finanza messo a punto dal Governo Conte viene definito “iniquo” da Emanuela Marrocu, direttrice del Crenos, il suo giudizio è ancora più duro sul fronte del condono, che secondo le notizie di ieri potrebbe però saltare. «Il condono è veramente iniquo sia per gli effetti economici che per il clima di sfiducia che crea», spiega la docente cagliaritana. «In questo modo si mettono risorse su spese che potrebbero essere evitate. Inoltre, chi paga le tasse si sente più “sciocco” perché ogni tanto arriva un condono che favorisce invece chi non è in regola». Se poi si guardano le cifre, si stima di ottenere da questa misura appena 180 milioni nel primo anno e circa 1,3 miliardi di euro nel triennio. «Se si tiene conto però del costo della sfiducia e di ulteriori parametri queste entrate non basteranno certo a coprire altre misure». (g.d.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
SANITÀ. Lo studio sul Gynecological Surgery
SCOPERTO AL BUSINCO IL FALSO TUMORE CHE INGANNA I MEDICI
Individuata una nuova patologia «Così si eviteranno interventi inutili»

È la prima volta che viene descritta e studiata. Una rara patologia che imita il tumore e che sinora era sconosciuta alla medicina - battezzata granuloma della vernice caseosa - è stata individuata dall'équipe della Ginecologica oncologica dell'ospedale Businco durante le cure a una donna di 37 anni che aveva subito un taglio cesareo il mese prima. Nei giorni scorsi i risultati dell'importante scoperta sono stati pubblicati, dopo un'attenta verifica, sul Gynecological Surgery, una delle più prestigiose riviste internazionali di chirurgia ginecologica. «Si tratta di una patologia proliferativa della parete addominale mai descritta prima di oggi», spiega il primario Antonio Macciò, autore della pubblicazione insieme ai colleghi medici Paraskevas Kotsonis, Fabrizio Lavra, Giacomo Chiappe, Ester Mura, Luca Melis e Clelia Madeddu.
NUOVA MALATTIA  Lo studio ha in sostanza individuato quello che può essere definito un falso tumore addominale, in grado di ingannare i medici portandoli a intervenire pesantemente dal punto di vista chirurgico quando non sarebbe invece necessario. «La diagnosi differenziale iniziale comprendeva il tumore desmoide, raro tumore fibroso della parete addominale a malignità locale, o un sarcoma dei tessuti molli», spiega Macciò. In realtà si è scoperto poi che si era di fronte a un insolito processo infiammatorio a rapida crescita, «un granuloma da corpo estraneo insorto su residui di vernice caseosa, tipico materiale che avvolge il feto durante la sua vita in utero, che imita un processo neoplastico in una donna che aveva recentemente avuto un parto cesareo».
LAVORO DI SQUADRA  «La scoperta - sottolinea Macciò - è frutto della collaborazione degli specialisti dell'UOC di Ginecologia oncologica, di Anatomia patologica e di Medicina nucleare del Businco che hanno lavorato in sinergia coi medici della cattedra di oncologia medica dell'Università». Dal canto loro i revisori del Gynecological Surgery hanno riconosciuto come gli esami diagnostici effettuati, la gestione chirurgica e clinica complessive hanno evidenziato una ricerca molto accurata e una valutazione completa del caso. «La spiegazione delle varie valutazione scelte, gli studi radiologici pre operatori e le micro fotografie istopatologiche sono rappresentazioni molto chiare del lavoro svolto e della rigorosa inaspettata diagnosi», hanno scritto. E sebbene la patologia finale non fosse un tumore desmoide o un sarcoma come era stato ipotizzato, «la discussione sulla patologia e la genetica di questi tumori rari sono state descritte molto bene».
SCOPERTA IMPORTANTE  A contare però è soprattutto il fatto che la medicina ha fatto un altro passo in avanti, e stavolta per merito delle capacità di un gruppo di studiosi sardi. «L'importanza di questo lavoro - conferma Macciò - sta nell'aver individuato una nuova patologia del tutto benigna che nel futuro permetterà di meglio valutare casi simili con differente natura e prognosi. Nel caso di tumori desmoidi e dei sarcomi, infatti, la complessità chirurgica deve essere molto più grande così come la gestione medica post intervento è assai più complessa, essendo questi tumori potenzialmente recidivanti e perciò richiedono negli anni degli stretti follow-up».
Massimo Ledda

COS'È
Si tratta di un granuloma che insorge su residui di vernice caseosa, tipico materiale che avvolge il feto durante la sua vita in utero, e che imita un processo neoplastico: per questo è facile scambiarlo per un tumore anche se in realtà si tratta di una patologia benigna

LA RIVISTA La bibbia della ricerca
Fondata nel 2004, Gynecoligical Surgery è la prima e più importante rivista scientifica peer-reviewed dedicata a tutti gli aspetti della ricerca, dello sviluppo e della formazione in chirurgia ginecologica. Il Journal pubblica ricerche originali, recensioni, punti di vista basati su evidenze su protocolli clinici e procedure, editoriali, prospettive, comunicazioni e rapporti sui casi.

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Il commento
Zona franca in pensione

Aldo Berlinguer
Ha compiuto vent'anni la Zona franca in Sardegna, da quel 10 marzo 1998 in cui i Governi nazionale e regionale, con un accordo storico, decisero di dare attuazione all`art.12 dello Statuto sardo che prevede la istituzione, in Sardegna, di punti franchi. Col D.lgs n.75 del 1998 si vollero così istituire zone franche doganali nei porti dell'isola e nelle aree ad essi funzionalmente collegate e collegabili, partendo con una prima localizzazione a Cagliari. Mancava solo la proposta della Regione per consentire al Presidente del Consiglio, con DPCM, di istituire la zona franca, nel rispetto dell'autonomia speciale della Sardegna e del Codice doganale europeo. Ma quella proposta non è mai arrivata, e con essa il correlato piano di sviluppo economico della Sardegna. I vari governi regionali si sono cimentati in ogni adempimento immaginabile, meno quello previsto dal D.lgs 75/98: hanno tentato di attuare la zona franca con legge regionale, estendendola a tutti i consorzi industriali dell'isola; chiesto alla UE di modificare il codice doganale; avviato le procedure per emendare lo Statuto; fino a rimettere ogni decisione al Prefetto della Repubblica, salvo poi pentirsene tentando nuovamente di istituire zone franche locali (Olbia, Portovesme, Sant`Antioco eccetera). La politica ha così certificato la propria inidoneità ad esercitare il mandato attribuitole dallo Statuto sardo e dalla legge statale, rimettendo il futuro della Sardegna nelle mani dello stesso, incredulo, Stato italiano. (...) SEGUE A PAGINA 52

Commenti (Pagina 48 - Edizione CA)  Segue dalla prima
La zona franca va in pensione
ALDO BERLINGUER
ORDINARIO ALL'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

(...)  Si è quindi implicitamente ammesso ciò che, da anni, molti sospettano. Ricordiamocelo quando sentiamo i consueti lamenti per la sovranità tradita, l'arroganza capitolina, l'egemonia coloniale. Essi non esprimono un autentico sentimento autonomista. Esprimono -molto spesso- il vuoto pneumatico. E un malcelato inganno per i sardi che credendo nell'ennesimo esproprio romano finiscono nell`immobilismo retorico della politica isolana: dalla padella nella brace.
Oggi, col d.l.91/2017, arrivano le zone economiche speciali (ZES). La Sardegna può individuare 27 chilometri quadrati di aree portuali e retroportuali ove verrà creato un regime favorevole alle imprese. Anche per la ZES occorre un DPCM. Lo stesso col quale sarebbe possibile istituire la Zona franca doganale. Alcuni hanno dunque eccepito che la Sardegna (grazie al D.lgs 75/98) risulta così favorita: unica Regione in Italia a poter istituire all'unisono Zona franca doganale (ZFD) e ZES, magari con lo stesso piano strategico. Ma la Regione sarda ne è consapevole?
Anche sulla ZES sorgono dubbi. Pare che si limiti alle sole zone portuali con ben poca ricaduta sulle aree interne; un “effetto ciambella” antitetico alla filosofia delle ZES: promuovere l'integrazione tra porti e aree industriali retrostanti, favorendo le lavorazioni delle merci (non il solo transhipment), l'export e l'economia interna, debilitata -com`è- dalla flebile domanda e dagli ingenti costi, inclusi quelli di trasporto.
Così, territori come Ottana o Orosei rischiano di restare fuori dalla ZES, mentre in altre Regioni vengono incluse aree distanti anche 100 km dal porto di riferimento, come avviene in Campania (con 29 siti ZES), Puglia, Basilicata..ecc.
Insomma: non ZES e zona franca doganale ma una sola ZES con estensione portuale, o poco più; peccato perché gli indicatori economici della Sardegna non lasciano ben sperare. E il dato demografico è deprimente: 68 abitanti a chilometro quadrato. Terz'ultimi in Italia, sotto il Molise e sopra Basilicata e Val d'Aosta, quest'ultima però con 35.000 euro di pil/procapite annuo, a fronte dei 20.000 della Sardegna.
Peccato anche perché si destinano risorse economiche alle aree interne dimenticando di far convergere tra loro i vari strumenti di sviluppo e coesione, come appunto le ZES che, da sole, possono ben poco. Così le risorse non si sommano, si perdono in mille rivoli.
Trascurato anche il vero banco di prova per la Sardegna: un regime di fiscalità differenziata per tutta l'isola che possa competere con le Canarie e con tutti quegli “statuti fiscali speciali” che, dentro e fuori l'Unione Europea, dimostrano di attrarre investimenti e imprese. Lo chiede, da troppi anni, un vasto movimento di cittadini, al quale non può certo rimproverarsi di non aver -loro- individuato le misure normative adeguate.
In ogni caso, non c'è da illudersi: i partiti, vecchi e nuovi, hanno già ripreso a sciorinare, urlanti, la tiritera della zona franca, la quale, il giorno dopo le elezioni regionali, verrà invariabilmente messa in soffitta. Anzi, siamo quasi alla pensione. Sono passati settant'anni dall'art.12 dello Statuto sardo, presto arriveremo a “quota 100”.

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 / Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
FESTIVAL. Seconda edizione
Il nuovo umanesimo e il futuro dei giovani a “Sulcis Scienza”

Convegni, laboratori, incontri con scienziati e docenti universitari. Tutto questo, da domani, sarà la seconda edizione del festival “Sulcis Scienza”, organizzato da S'Ischiglia-Università Popolare del Sulcis e dal Comune per divulgare la scienza in modo semplice e diretto. Una sorta di Super Quark aperto a tutti ma con il massimo coinvolgimento dei ragazzi che potranno prendere parte a conferenze, spettacoli, concerti fino al 20 novembre. «L'evento sarà incentrato sul ruolo dei giovani nel futuro - rimarca Nino Dejosso, Unisulky - tra tecnoscienza, intelligenza artificiale e nuovo umanesimo». L'incontro inaugurale, domani alle 11.30 al liceo Gramsci-Amaldi. Poi alle 16.30 la prima conferenza in biblioteca su “A ognuno la sua alimentazione. Verso una nutrizione personalizzata per ogni fase della vita”. Lunedì 29, alla stessa ora e sempre biblioteca, sarà affrontato il tema “Scienza tecnica fra 800 e 900”, mentre il 5 novembre si parlerà di “L'esercizio fisico come terapia”. Il Liceo Amaldi, l'istituto Angioy l'istituto Marconi di San Giovanni Suergiu ospiteranno diversi seminari, ma ci sarà spazio per spettacoli e musica nella chiesa di San Ponziano, in biblioteca e al teatro di Bacu Abis con l'omaggio alla storia dell'immigrazione. Il festival ha il patrocinio Ena, Università, Umanitaria, Agenzia spaziale italiana, Regione. (a.s.)

 

7 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 / Medio Campidano (Pagina 34 - Edizione CA)
Villamar
TESI DI LAUREA

La biblioteca comunale ha invitato i cittadini laureati a consegnare una copia della propria tesi di laurea: l'obiettivo è creare un'apposita sezione dedicata proprio alle tesi dei villamaresi. (an. pin.)

 

8 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 / Commenti (Pagina 48 - Edizione CA)
IL NUMERO CHIUSO
Facoltà di Medicina: premesso che per accedere alla facoltà non ci sono test, ma quiz degni di trasmissioni televisive di infimo ordine, mi chiedo perché non venga adottato il meno frustrante sbarramento al primo biennio come avviene in Francia. Inoltre non si può farne una questione economica di aule e docenti, si crerebbero posti di lavoro e, per le risorse, c'è l'Europa, lo Stato e la Regione.
Giorgio Chessa

 

9 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 ottobre 2018 / Prima Economia (Pagina 20 - Edizione CA)
L'INTESA. L'assessore Spanu ha siglato un patto di cooperazione con il vice premier Moses Ali
ACQUA E DESERTIFICAZIONE, la Sardegna aiuta l'Uganda a crescere

La Sardegna è vicina all'Uganda e trasferisce know how per far fronte alla battaglia per l'acqua e mitigare gli effetti della desertificazione. L'assessore degli Affari generali Filippo Spanu e il vice primo ministro ugandese Moses Ali hanno sottoscritto ad Adjumani, nel nord-ovest dell'Uganda, l'intesa tra Regione e la sub regione del Madi-West Nile per promuovere lo scambio di buone pratiche nel settore dell'approvvigionamento idrico, nella gestione delle risorse forestali e nella formazione tecnica e scientifica per le attività di rimboschimento. Alla cerimonia della firma, hanno preso parte anche l'ambasciatore d'Italia Federico Fornara, il ministro dell'Agricoltura ugandese Vincent Ssempijja e l'ambasciatrice in Italia Elizabeth Paula Napeyok. «Il rapporto di cooperazione appena nato tra i nostri due territori», ha detto Spanu, «è un esempio concreto di cooperazione territoriale decentrata, basata sulla diretta richiesta di intervento del Governo ugandese». La delegazione è composta da Luciano Gutierrez, prorettore per l'internazionalizzazione e ricercatore del Nucleo di ricerca sulla desertificazione dell'Università di Sassari, Laura Altea, che opera nello stesso nucleo di ricerca, dai tecnici dell'Enas Maria Antonietta Dessena e Andrea Virdis, e dai funzionari dell'Unità di Progetto della Regione sui flussi migratori guidata da Marco Sechi.

 

10 - L’UNIONE SARDA di sabato 20 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
VIA BIASI. La denuncia di Unica 2.0: «L'Ersu ha fatto finta di niente per tutti questi anni»
BALCONI PERICOLOSI, PROIBITO AFFACCIARSI DALLO STUDENTATO
Il divieto è in vigore dal 2014 ma nessuno ha avvisato i ragazzi

Hanno utilizzato senza problemi, e preoccupazioni, i balconi della casa dello studente di via Biasi per anni: non sapevano di trovarsi su strutture dichiarate inagibili dai vigili del fuoco nel 2014. Gli studenti universitari lo hanno scoperto giovedì quando la responsabile degli alloggi dell'Ersu ha sistemato negli spazi comuni della palazzina un cartello con il divieto di accesso, transito e sosta nei balconi dell'edificio per «motivi di sicurezza come disposto dai vigili del fuoco nell'ottobre del 2014 dopo il loro intervento di immediata messa in sicurezza delle parti pericolanti della facciata». Per gli studenti un fatto gravissimo: «Non c'è mai stato alcun divieto di accesso», evidenzia Stefano Carcangiu, rappresentante di Unica 2.0. «Il maltempo di queste ultime settimane ha fatto emergere tutte le criticità».
L'EMERGENZA  Mercoledì 10 ottobre il nubifragio che ha colpito la città non ha risparmiato la casa dello studente di via Biasi. «L'acqua piovana usciva dalle crepe ed è saltata fuori la pericolosità dei balconi», sottolinea Carcangiu. «Nei giorni scorsi c'è stato un sopralluogo dell'ufficio tecnico dell'ente. Giovedì è stato sistemato il cartello con l'ammissione di un'emergenza esistente dal 2014. In tutti questi anni non è stato fatto assolutamente nulla». Anche perché gli studenti (circa 120 per le 75 stanze della struttura) hanno utilizzato i balconi per stendere i panni, per poggiare i contenitori della spazzatura o per trascorrere qualche istante all'aperto. Nessuno sapeva però di trovarsi su strutture pericolanti. In un balcone al terzo piano è stato sistemato anche il nastro bianco e rosso per chiudere la parte pericolante.
LA PROTESTA  «Ci scusiamo per il disagio», viene spiegato nei cartelli a firma della responsabile Ersu dell'ufficio alloggi, «ma la presente disposizione è finalizzata a garantire la sicurezza e l'incolumità degli utenti e degli addetti». Per Unica 2.0 una situazione gravissima: «Si osanna il progetto del campus di viale La Plaia e ci si dimentica dei ragazzi che vivono i disagi delle attuali case dello studente. Strutture fatiscenti e pericolanti, come segnalato più volte all'Ersu». (m. v.)

 

11 - L’UNIONE SARDA di sabato 20 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
LA GIORNATA. I giovani più bravi piloteranno un aliante nella scuola dell'Aeronautica militare a Guidonia
STUDENTI IN VOLO PER UN FUTURO TRA LE NUVOLE
Duecento ragazzi delle Superiori hanno preso parte al progetto

Un futuro da pilota, ingegnere aeronautico o motorista. Per la prima volta gli studenti di dieci istituti superiori dell'area metropolitana hanno la possibilità di partecipare al corso di cultura aeronautica organizzato dall'Arma azzurra. I professionisti con le stellette stanno spiegando i rudimenti e i segreti del volo a 200 ragazzi che, chissà, un giorno potrebbero trovare lavoro in qualche compagnia aerea o nelle Forze armate.
LA FESTA DELL'ARIA  Nel Business Centre Sogaer dell'aeroporto di Elmas c'è gran fermento. Nella sala piccola studenti degli istituti Pacinotti, Michelangelo, Euclide, Bacaredda, Giua, Foiso Fois, Alberti, Martini, Azuni ed Eleonora D'Arborea concentrati cercano di risolvere i quiz: in palio c'è il posto in aereo. I migliori avranno la possibilità di sedersi a fianco del pilota e da lunedì, sotto la sua supervisione, impugnare la cloche e far volare uno dei quattro Siae Marchetti S 208M di base a Elmas. I due più bravi avranno un'occasione unica: pilotare un aliante ospiti della scuola di volo dell'Aeronautica a Guidonia.
Nella sala principale i vertici dell'aeronautica, il sindaco metropolitano Massimo Zedda, la prefetta Romilda Tafuri, il direttore dell'aeroporto Marco Di Giugno e l'ad di Sogaer Alberto Scanu, introdotti dal capitano Marco Bagnato, responsabile del corso, hanno parlato ai ragazzi, particolarmente attenti, e ai loro insegnanti.
LE OPPORTUNITÀ  Il mondo aeronautico, grazie anche al decollo delle compagnie low cost, è in piena espansione. L'aeroporto di Elmas, ora che l'ex area militare è a disposizione dell'aviazione civile, potrebbe diventare, con la collaborazione dell'Università, la base di una società aerea e di aziende aerospaziali. Per i ragazzi un'opportunità da non perdere. «È un'ottima iniziativa», commenta Alessandro Vacca, 18 anni, di Pula, studente all'Artistico. «Vorrei accedere all'Accademia aeronautica, questo corso mi offre la possibilità di guadagnare crediti spendibili in futuro». Sulla stessa linea Sara Pau, del Michelangelo (IV D). «Spero che i test siano andati bene. Un futuro da pilota? Perché no». Comunque vada, per Laura Melis terza I del Pacinotti è un'esperienza indimenticabile. «Non capita tutti i giorni di conoscere un mondo così affascinante». Francesco Meloni non esclude un futuro tra le nuvole. «Questo corso è certamente un'opportunità, la strada di partenza per trovare un lavoro».
IN VOLO  La mattinata è perfetta. Giornata primaverile, visibilità ottima e vento calmo. L'ideale per volare. I primi a effettuare il battesimo del volo sono il sindaco Zedda e l'ad di Sogaer Scanu. Messa in moto, rullaggio e decollo. I quattro aerei staccano il carrello dalla pista. Il rumore dell'elica e del motore sono assordanti. La cattedrale, il Poetto allagato, i raggi del sole riflessi dal mare sulla Sella del Diavolo, i campi verdi dell'hinterland. Dall'alto Cagliari è davvero splendida. Un circuito in formazione sino a Quartu poi il rientro. Lunedì toccherà ai ragazzi: sarà un'esperienza indimenticabile.
Andrea Artizzu

 

12 - L’UNIONE SARDA di sabato 20 ottobre 2018 / Politica (Pagina 15 - Edizione CA)
TENSIONE. Le imprese e i consumatori temono che la pressione dei mercati sull'Italia su ripercuota sull'economia reale
LO SPREAD SALE: A RISCHIO MUTUI E FINANZIAMENTI
Matzutzi (Confartigianato): «Basta allarmismi, il Governo saprà rimediare»

Lo spread sale? Se continua sino a fine anno attenti all'aumento della rata dei mutui e, in generale, a quello del costo del denato per famiglie e imprese.
A mettere in guardia sui rischi è Luca Piras, docente di Finanza aziendale all'università di Cagliari.
IL PICCO  La rincorsa dello spread, che ieri ha toccato il nuovo massimo da 5 anni, a 340 punti, è destinata inevitabilmente a presentare il conto anche alle famiglie e alle imprese quando vanno a batter cassa in banca per ottenere un finanziamento. Non c'è un effetto immediato ma, senza un'inversione di tendenza, l'effetto ci sarà. «I mercati reagiscono sulla base di come vengono date le informazioni», avverte Piras. Dunque, «senza creare allarmismi, la verità è che comunque stiamo attraversando un momento delicato», spiega l'economista. «Lo spread misura il livello di rischio del debito pubblico di un Paese. Se al debito è associato un livello di rischio elevato, non esiste banca o impresa all'interno di quel Paese che abbia un profilo di rischio inferiore», spiega. Questo per dire che, «quando cresce il rischio di un paese, cresce anche quello di imprese e famiglie che dovranno sostenere costi maggiori per finanziare le proprie attività».
LE REAZIONI  Dunque, come ci dobbiamo comportare in uno scenario di incertezza come quello attuale? «Intanto non bisogna farsi prendere dal panico, inseguendo la volatilità dei mercati», risponde il professor Piras. «Le famiglie che hanno una rata», di un mutuo casa, di un finanziamento per l'acquisto di un'auto, e via dicendo, «devono tenere sotto controllo le variazioni della rata e, in caso di mutuo, verificare la possibilità di rinegoziarlo a tassi meno onerosi».
LE IMPRESE  A pagare il conto dell'incertezza saranno anche le imprese. «Non dobbiamo creare allarmismi perché siamo fiduciosi sul fatto che il Governo saprà prendere le opportune contromisure per “raffreddare” lo spread, evitando così eventuali danni collaterali», afferma Antonio Matzutzi, presidente regionale di Confartigianato. «Se lo spread dovesse mantenersi sui livelli attuali, gli effetti potrebbero ripercuotersi anche sul credito, facendo crescere i tassi e limitando le erogazioni verso le imprese che già soffrono per i sempre più limitati finanziamenti. Non vorremmo tornare alla situazione di 10 anni fa, quando abbiamo dovuto fare i conti con tassi e mutui alle stelle, rubinetti dei finanziamenti chiusi e una crisi infinita. Queste sono le cose di cui abbiamo più paura».
EFFETTO DOMINO  Se lo spread dovesse aumentare ancora, o mantenersi elevato a lungo, «il rischio è di innescare un effetto domino che pagheranno i consumatori», dice Francesco Mattana, presidente regionale di Altroconsumo. «Non è da escludere che alcuni istituti siano costretti a chiedere nuovo capitale e, per far fronte ai nuovi oneri, potrebbero diminuire l'erogazione di prestiti oppure farli pagare più cari ai clienti».
Mauro Madeddu

La Nuova Sardegna

La Nuova Sardegna.it di sabato 20 ottobre 2018
VOLI LOW COST SU SITI FASULLI
Un biglietto per un volo intercontinentale a prezzi stracciati: un'occasione da non perdere. Peccato che il sito disposto a venderlo sia fittizio. «Usando algoritmi di intelligenza artificiale, abbiamo scovato siti fasulli. Anche di compagnie aeree, compreso quello di Alitalia. A occhio nudo appariva graficamente perfetto, se non fosse che abbiamo scoperto una lettera dell'alfabeto cirillico». Giacinto e il suo gruppo di ricerca si muovono su più fronti. La caccia ai pirati del cyberspazio ha sempre nuove frontiere.
(m. fr.)

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