Press review

19 October 2018

L'Unione Sarda

1 – L’UNIONE SARDA di venerdì 19 ottobre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 38 - Edizione CA)
SASSARI. Un'alternativa all'apparecchio ai denti
START CUP, L'IDEA VINCENTE DI 2 STUDENTI

Un'alternativa comoda e precisa all'apparecchio ortodontico col filo o alla mascherina, basato sui magneti. Si chiama "Maga" l'idea innovativa degli studenti cagliaritani Claudio Bellu e Daniele Marras che ha vinto l'XI Start Cup Sardegna, la Business Competition organizzata dagli Uffici di Trasferimento Tecnologico delle Università di Sassari e di Cagliari. La startup si è aggiudicata i 4.000 euro messi in palio dal Banco di Sardegna. Invece i 2.500 euro della Lega Coop per il secondo premio sono andati a "Eablock", software che riduce quasi allo 0% le probabilità di subire attacchi hacker. Terzo posto per "Hiveguard", un dispositivo, basato su algoritmi di deep learning e una app dedicata, che aiuta gli apicoltori nel monitoraggio degli alveari. Alla neo impresa sono andati i 2.000 euro messi in palio da Abinsula. (g. m.)

 

2 – L’UNIONE SARDA di venerdì 19 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
THOTEL
Autismo e disturbi: ecco i nuovi modelli clinici

La valutazione di nuovi approcci e modelli clinici per affrontare l'autismo, o meglio lo “spettro autistico”, una molteplicità di disturbi complessi e “sfuggenti”: questo l'obiettivo del convegno “Pensare oltre: i disturbi dello spettro autistico in una prospettiva psicodinamica”, promosso dalla Scuola di psicoterapia comparata in programma oggi, alle 17, al THotel. Nel corso del convegno, aperto a tutti, verrà presentato il documento sull'autismo predisposto dal Cnop, Consiglio nazionale ordine degli psicologi. I lavori, coordinati da Paolo Follesa, membro ordinario della Società psicoanalitica italiana, prevedono le relazioni di Cinzia Morselli, Bologna, psicologa-psicoterapeuta, componente del gruppo di lavoro nazionale sui disturbi dello spettro autistico del Cnpop; Anna Molli, psicologa-psicoterapeuta, Centro studi Marta Harris-Firenze e di Alessandro Zuddas, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile Università di Cagliari.

 

3 – L’UNIONE SARDA di venerdì 19 ottobre 2018 / Sulcis Iglesiente (Pagina 31 - Edizione CA)
CARBONIA. L'ultima in ordine di tempo è Lidia Serrau, ex operaia e madre di dieci figli
BENVENUTI NELLA CITTÀ DEI CENTENARI
Record di longevità: 17 pensionati hanno superato il secolo di vita 

Il club si allarga e diventa sempre meno esclusivo: con la new entry di Elvira Serrau (nota Lidia), la città più giovane d'Italia incrementa un record difficile da battere: conta 17 centenari tra cui diversi “ultra”. Anche l'Università di Cagliari, Dipartimento Scienze mediche, sta cercando di capire dove stia il segreto di questo elisir di lunga vita. A renderlo ancora più affascinante, non solo il tenace attaccamento alla vita di chi i 100 li ha già raggiunti e se li tiene stretti, ma pure l'orgoglio dei nuovi arrivati.
LA PIÙ GIOVANE  Ai sedici primatisti di longevità, si aggiunge ora nonna Lidia. Arzilla, racconta dei suoi dieci figli, delle origini a Medau Is Serafinis (Flumentepido) e i suoi trascorsi di semplicità e felicità: «Mi sono sposata a Sirai in una povera baracca dei primi minatori», ricorda. Poi è diventata lei stessa operaia del settore pulizia alla direzione mineraria di Cortoghiana e Carbonia: «Nella vita - dice con lucidità - ho lavorato duro». Domani alle 16.30 nella chiesa di piazza Iglesias la famiglia le ha organizzato una festa, che vale simbolicamente per tutti gli altri sedici centenari testimoni di un lungo scorcio di storia di Carbonia che l'assessore alle Politiche sociali Loredana La Barbera definisce «più unico che raro: cercheremo di istituire la Banca della Memoria». Progetto cui sta lavorando la Giunta «per raccontare la storia di una realtà nata dall'apporto di genti diverse».
LA SQUADRA  Eccoli allora i fantastici 17 (in totale 1.734 anni) coi loro acciacchi e virtù. Molti vivevano già nei “medaus” e Comuni vicini alla futura città, alcuni sono arrivati con i rispettivi coniugi per la Fondazione nel '38 o a guerra iniziata. Oltre a Lidia Serrau (prima a sinistra nelle foto), all'appello rispondono ancora a Cortoghiana Bice Cherchi (seconda a sinistra, 100 anni, di Nebida), Maria Antonietta Boccone (seconda a destra, 104, Buenos Aires), Adelina Orrù (102, Serbariu), Giovanni Antonio Serra (101, Paulilatino), Efisio Caria (quarto a destra, 103, Fluminimaggiore). A Carbonia c'è la più anziana, Emilia Diana (Fluminimaggiore) coi suoi 105 anni e poi Raffaela Canneddu (quinta a destra,103, Mamoiada, moglie del primo grossista della città), Giuseppina Pau (sesta a destra,102, nata in Tunisia), Luigi Zara (ottavo a destra, 101, Iglesias, assiduo frequentatore del parco Rosmarino), Maria Caterina Stefana Mura (terza a destra, 104, Nebida), Evelina Meloni (ottava a destra, 101, Gonnesa, prima cernitrice, poi prima bidella delle elementari di Carbonia). E ancora Lidia Gambula (prima a destra,104, Gonnesa), Adelina Ortu (quarta a sinistra, 101, Barumini) e Grazia Esu (quinta a sinistra, 100, Barbusi).
AMICI DA UN SECOLO  Curioso l'aneddoto che riguarda Emanuele Basciu (nelle foto il terzo a sinistra, 100 anni, nato a Cannas di Sopra, reduce di guerra a Tobruk) e Maria Luigia Cossu (settima a destra, 102 anni, Serbariu): giocavano insieme da bambini. Ed Emanuele, cui non manca l'allegria, ci scherza su: «In effetti, non ci vediamo da un secolo».
Andrea Scano

 

4 – L’UNIONE SARDA di venerdì 19 ottobre 2018 / Cronaca (Pagina 6 - Edizione CA)
Le ordinanze diventano una beffa per i dipendenti
Allerta meteo: uffici chiusi, lavoratori in cig
L'alternativa sono le ferie  o il recupero della giornata 

Dipendenti pubblici costretti alle ferie, privati in cassa integrazione, professionisti alla mercé dell'allerta meteo. Ieri scuole e uffici pubblici della Città metropolitana sono rimasti chiusi. Dopo l'ordinanza del sindaco Massimo Zedda, l'assessorato regionale al Personale ha disposto la chiusura degli uffici. «Tutti i dipendenti dovranno astenersi dal recarsi al lavoro, a eccezione di coloro che svolgono servizi essenziali».
Soluzione beffarda
FERIE FORZATE. E, solo a ottobre, sono già due i giorni bruciati. Una beffa, è la reazione comune. «Per i dipendenti statali l'allerta meteo è prevista nel contratto», spiega Priamo Foddis, della Uil-Funzione pubblica. «Per i dipendenti delle autonomie locali è diverso, perché ci sono servizi essenziali e di reperibilità e, in caso di allerta, per non far perdere la giornata, ci mettono tutti in ferie».
LE REGOLE DEL COMUNE  Spiega come funziona per i 1.230 dipendenti del Comune di Cagliari l'assessore al Personale, Danilo Fadda. «In caso di eventi straordinari ci comportiamo come quando chiudiamo per i ponti festivi. Gli enti sovracomunali tendono a chiudere, ma noi dobbiamo garantire servizi essenziali: atti di nascita o di morte, il ricevimento di salme o inumazioni nei cimiteri. Gli altri dipendenti», spiega Fadda, «possono scegliere se usufruire di ferie o utilizzare le ore lavorate in più il mese precedente, o recuperare in seguito lavorando più ore». Comunque la si giri, non è una scelta, ma un'imposizione per il lavoratore.
LE AREE INDUSTRIALI
Seguono un'altra strada le aziende nelle aree industriali di Sarroch e Macchiareddu. «La settimana scorsa diverse aziende hanno puntato sulla cosiddetta Cig per piogge, cioè la cassa integrazione per condizioni meteorologiche avverse», spiega il segretario provinciale della Fiom di Cagliari, Sandro Banchero. «Se poi non si registrano precipitazioni straordinarie, non viene pagata la cassa integrazione alle aziende». Un'altra beffa. Al punto che in tanti, visto il clima di paura imposto dall'allerta rossa, presenteranno all'azienda, come giustificativo, le ordinanze del sindaco metropolitano e della Protezione civile: c'è stato un legittimo impedimento.
ATENEO E TRIBUNALE  Tutto fermo anche all'Università. Ai docenti e al personale tecnico-amministrativo è stato comunicato di non presentarsi al lavoro, scegliendo poi se «usufruire di ferie o recupero orario». Anche il Tribunale ha dovuto tener conto della massima allerta. Agli avvocati è stato comunicato che i giudici avrebbero rinviato le udienze, considerando «legittimo impedimento la mancata comparizione di avvocati, parti, testimoni, consulenti, etc. alle udienze».
I COMMERCIANTI  Per evitare il traffico nelle zone e nelle strade più a rischio sono stati chiusi uffici e scuole. Ma c'è chi quelle strade le deve percorrere per andare al lavoro. «La sicurezza prima di tutto, ma le chiusure degli uffici creano un forte danno al commercio a prescindere dalle reali condizioni del tempo», commenta Roberto Bolognese, Confesercenti. «Alla Regione servirebbe un fondo speciale per i piccoli commercianti: in caso di calamità naturali si aiuta il produttore di carciofi ma non il venditore di carciofi. Per limitare i danni», aggiunge Bolognese, «servirebbe una detassazione per i tributi locali nei giorni di allerta meteo».
Marcello Zasso

 

5 – L’UNIONE SARDA di venerdì 19 ottobre 2018 / Provincia di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
BITTI. Tanti esperti a confronto al Meetforum
Il turismo nelle piccole comunità

Ha fatto tappa a Bitti il Meetforum Mediterranean European Economic Tourism, approdato nei Comuni del parco di Tepilora. Oggi giornata conclusiva a Torpè e Posada. Tra i relatori ieri Massimiliano Cossu di Portale Sardegna, il sindaco di Bitti Giuseppe Ciccolini e l'assessore regionale al Turismo Barbara Argiolas. Le società di trasporto aereo, marittimo e su strada hanno preso parte ai tavoli tematici insieme a docenti delle università sarde e della Penisola e operatori per discutere sulle strategie per veicolare nell'Isola un flusso turistico costante, allargando il periodo delle vacanze. «In Sardegna il turismo è un'occasione mancata», dice Cossu. Per Barbara Argiolas «la sfida sarà il coinvolgimento delle piccole comunità, le loro peculiarità rappresentano per il turismo un valore aggiunto in grado di regalare al viaggiatore esperienze diverse».
(m. d.)

 

6 – L’UNIONE SARDA di venerdì 19 ottobre 2018 / Prima Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Echi Lontani
Si è spento Ferruccio Garau

Fare di Cagliari - coi suoi scenari, il suo clima ideale, la sua storia - un'accademia della musica antica a cielo aperto. Questo era il sogno cullato da Ferruccio Garau, presidente dell'associazione culturale Echi Lontani, scomparso mercoledì nella sua casa di Selargius. Innamorato delle sette note sin dalla giovinezza (dopo gli studi in Organo e Composizione organistica al Conservatorio di Cagliari, negli anni Settanta fu tra gli animatori del Collettivo musicale del movimento studentesco), affiancato dalla moglie Giuliana dedicò l'esistenza alla divulgazione della musica antica, a partire dagli Incontri internazionali di Musica, Danza e Didattica organizzati a Selargius dal 1984 al 1994. L'anno dopo Garau varò il festival Echi lontani -Musiche d'epoca in luoghi storici, cui seguì, nel 2001, la creazione dell'Associazione culturale Echi Lontani, con l'obiettivo di promuovere la conoscenza della musica medievale, rinascimentale, barocca e del periodo classico attraverso concerti, conferenze, spettacoli e incontri con gli artisti. Ferruccio Garau collaborò anche col Conservatorio e l'università di Cagliari, segnalandosi per la dedizione al lavoro, il carattere schietto e bonario e, più di tutto, la dimestichezza con tutti i generi musicali.
Fabio Marcello


 

RASSEGNA STAMPA DI GIOVEDÌ 18 OTTOBRE 2018

 

7 – L’UNIONE SARDA di giovedì 18 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. L'ipotesi dell'abolizione delle prove d'ingresso si scontra con una situazione già difficile
Il numero chiuso a Medicina? «Male necessario»
La rettrice avverte: per aprire a tutti servirebbero più aule, docenti e risorse

I TEST  Gabriele Finco: Ai test d'ingresso di quest'anno c'erano 206 posti disponibili e hanno partecipato 1550 studenti, dove li mettiamo gli altri?
L’ALLARME  I più bravi scappano all’estero Il presidente dell’ordine dei medici Raimondo Ibba smentisce che in Italia ci sia carenza di medici: «Ciò che manca in realtà è il lavoro: ogni anno solo a Cagliari circa 30-40 tra i migliori giovani medici vanno all’estero perché qui non riescono a trovare occupazione. Negli ospedali, dove gli organici sono ridotti al 50%, non si fanno più assunzioni».
La ventilata (e per ora rimandata) abolizione dei test d'ingresso alla facoltà di Medicina? Tutti d'accordo sul principio, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Che in questo caso è fatto di aule universitarie non adeguate, docenti insufficienti e poche borse di specializzazione.
IL PRESIDE  «Tutto molto bello e giusto ma anche irrealizzabile». Il professor Gabriele Finco, preside di Medicina a Cagliari, è stupito che il Governo abbia potuto anche solo pensare di abolire il numero chiuso. «Nessuna università d'Italia è pronta a fronteggiare una situazione del genere - spiega dati alla mano -. Quest'anno a Cagliari c'erano 206 posti disponibili e hanno partecipato 1550 studenti. Dove li mettiamo gli altri? Non ci sono le aule e non ci sono docenti sufficienti: attualmente tra ordinari, associati e ricercatori siamo in 142 e secondo i parametri ministeriali ci deve essere un docente ogni 80 studenti, se li avessimo accolti tutti avremmo dovuto assumere decine di altri professori. Inoltre quando si laureano cosa vanno a fare? Se non si ha una specialità non si può fare il medico, quest'anno in tutta Italia le borse sono state 7.500 e si sono presentati in 16.000: quelli che non sono entrati possono fare solo guardia medica o sostituzioni di medicina generale. Se si pensa di portare a 30mila i laureati bisognerebbe creare almeno 25mila posti di specialità ognuno dei quali costa allo Stato 1800 euro, sarebbe come una mini manovra finanziaria. L'unica strada percorribile l'ha proposta la Conferenza dei rettori: un aumento graduale ma sempre passando dai test d'accesso».
LA RETTRICE  Sulla stessa lunghezza d'onda la rettrice Maria Del Zompo: «Il numero chiuso è una limitazione al diritto allo studio e alla possibilità per i giovani di scegliere il loro futuro - dice -. Allo stesso tempo però non abbiamo né i docenti né le strutture per sostenere le migliaia di studenti che si iscriverebbero. È una cosa che va pensata, ma senza le ingenti risorse che servirebbero è impensabile. È imprescindibile aumentare il numero programmato di accessi, che invece negli ultimi anni è diminuito: la nostra potenzialità è superiore al numero di iscritti programmato dal Ministero. Ed è fondamentale aumentare le borse di specializzazione».
I MEDICI  Duro il presidente dell'ordine dei medici, Raimondo Ibba, che bolla l'ipotesi come «un'idiozia». «Servono medici qualificati non università che sfornano laureati - sono le sue parole -, ipotizzare che si possa fare di più di quello che si fa con le strutture attuali è una stupidaggine e abbassare gli standard di qualità è un danno per la salute delle persone». Ibba smonta poi la teoria che in Italia ci sia carenza di camici bianchi: «Non è assolutamente vero - conclude -, ogni anno solo a Cagliari circa 30-40 tra i migliori giovani medici se ne vanno all'estero perché qui non riescono a trovare lavoro: al nostro sistema di formazione costano 500mila euro e alla fine li regaliamo agli altri Paesi. Quello che manca in realtà è il lavoro perché negli ospedali, dove gli organici sono ridotti al 50%, non assumono più».
Massimo Ledda

 

8 – L’UNIONE SARDA di giovedì 18 ottobre 2018 / Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
IL DIBATTITO. Dagli aiuti alle famiglie ai servizi
Spopolamento, idee e strategie
per salvare l'Isola A Bauladu riuniti sindaci e studiosi

Se perdono i paesi dell'interno, perde tutta la Sardegna. «Nel 2080 l'Isola scenderà a un milione di abitanti, parola degli esperti», riferisce Claudio Atzori, presidente Legacoop, nell'incontro sullo spopolamento organizzato a Bauladu dal Consiglio regionale Unipol formato da Lega Coop, Cgil, Cisl, Uil, Cna, Confesercenti. Anche gli esperti qualche volta possono sbagliare e il mondo può girare in meglio, anche se, dopo essersi scottati, nelle zone interne con l'acqua calda anche quella fredda fa paura. Meglio quindi attrezzarsi. Quel che è successo si è capito (di studi sono pieni gli scantinati), ma come passare velocemente all'azione è ancora un rebus.
Le strategie
I tre tavoli di amministratori, sindacalisti, esperti e operatori economici, coordinati da Giuseppe Meloni dell'Unione Sarda, non sono stati avari di proposte con appunti allegati indirizzati al presidente Francesco Pigliaru e all'assessore Cristiano Erriu. Emiliano Deiana, presidente Anci, suggerisce per i 31 Comuni a rischio spopolamento veloce la defiscalizzazione, un sostegno familiare straordinario tipo quello messo in campo «con successo» a Sadali, che sta recuperando abitanti, e un piano regionale per acquistare le case abbandonate nei paesi.
L'ospitalità
«Sulla famiglia perfettamente d'accordo, sulla zona franca urbana si può ragionare, anche se non penso porti a grandi risultati. Sulla case sfitte, attenzione a non svuotare le comunità, meglio che le case restino ai sardi attraverso i B&B diffusi», è il pensiero di Francesco Pigliaru. Michele Carrus, segretario Cgil, sfonda una porta aperta: «I paesi si spopolano perché manca il lavoro e non ci sono i servizi». Sui servizi come antidoto contro lo spopolamento è un coro: trasporti, scuole, sicurezza, infrastrutture. Il presidente Pigliaru ricorda i cantieri aperti col progetto Iscol@ , la lotta per debellare la peste suina, un tavolo unico per un unico progetto». Antonello Cabras, presidente della Fondazione Sardegna, mette l'accento sulla «necessità di trovare altre vie di finanziamento che non siano quelli pubblici perché da quella parte ne arriveranno sempre meno».
La globalizzazione
Claudio Atzori fa sintesi: «Aggregare, coprogettare, fare rete, allargare i confini, non fermarsi al piccolo e bello, cavalcare il mercato e non subirlo. Sburocratizzare». Roberto Bolognese, Confesercenti, punta il dito sulla grande distribuzione che ha fatto tabula rasa dei piccoli negozi: «E un negozio nei paesi dell'interno è un punto di riferimento prezioso». Pronta la risposta di Pigliaru: «Occhio però al commercio elettronico che può mettere a rischio grandi e piccoli». Maria Del Zompo, rettore dell'Università di Cagliari: «Per andare oltre prima di tutto il metodo, il gioco di squadra. L'Università può mettere a disposizione i migliori ricercatori». Fari accesi sull'agroalimentare, il cibo. Pigliaru, Erriu, Antonello Cabras, Federica Tilocca (Cisl), Angelo Sini, Unione logudoro, Mario Tendas, consigliere regionale, insistono sulle «specialità dei territori» e la difesa dell'Unione dei Comuni. In passerella le buone pratiche che fanno sperare, quelle che il presidente Pigliaru battezza «le qualità sarde, da difendere e lanciare. Non toccherà a noi ma quella è la strada da percorrere».
Antonio Masala

 

9 – L’UNIONE SARDA di giovedì 18 ottobre 2018 / Sulcis Iglesiente (Pagina 33 - Edizione CA)
IGLESIAS. Superati i dissapori dei mesi scorsi
Torna il premio per le tesi sul Geoparco

Ritorna il concorso nazionale “Tesi di laurea, dottorato di ricerca e master Parco geominerario”. È pace fatta tra il Consorzio del Parco e l'associazione onlus Pozzo Sella. I dissapori dei mesi scorsi sono superati dalla firma di un protocollo d'intesa tra le due parti: accordo che ha permesso di programmare una nuova edizione del premio. L'organizzazione e la gestione del concorso saranno curate dal Consorzio del Parco Geominerario e dall'associazione Pozzo Sella che ha ideato e gestito il progetto per le prime 7 edizioni, prima di conferirlo gratuitamente al Consorzio.
Per i vincitori è prevista l'assegnazione di due borse di studio di 2000 euro ciascuna per tesi di Laurea triennale di primo livello, stessa cifra per altre due borse per tesi di laurea specialistica di primo livello e per quelle relative rispettivamente ai dottorati e ai master di ricerca. (c.s.)

La Nuova Sardegna

La Nuova Sardegna.it di venerdì 19 ottobre 2018
MINIERE DISMESSE, L'ELICRISO POTENTE ALLEATO PER LE BONIFICHE
Studio dell'università di Cagliari pubblicato sulla rivista internazionale Bulletin of Enviromental Contamination and Toxicology
CAGLIARI. L'elicriso come alleato per la bonifica dei siti minerari dismessi della Sardegna. È stato pubblicato sulla rivista internazionale «Bulletin of Enviromental Contamination and Toxicology» lo studio di un team di ricercatori dell'Università di Cagliari che dimostra la grande capacità della pianta di trattenere zinco, piombo e cadmio a livello radicale e limitarne la diffusione. Coinvolti nella scoperta tre dipartimenti, il centro Hbk (l'orto botanico dell'ateneo) e il centro di conservazione della biodiversità.
Le discariche minerarie dismesse presenti in Sardegna causano un forte impatto ambientale sul territorio e portano a una serie di problematiche che interessano l'aria, il suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, compromettendo fortemente la biodiversità e la salute umana. La ricerca, frutto di un lavoro sinergico fra i ricercatori dell'Università di Cagliari, mostra la grande capacità dell'elicriso tirrenico di tollerare elevatissime concentrazioni di zinco, piombo e cadmio, i tre più pericolosi metalli pesanti inquinanti presenti nella discarica mineraria di Campo Pisano, a Iglesias.
La pianta dimostra una grande capacità di trattenere questi metalli a livello radicale e limitare la loro traslocazione negli organi epigei come i fusti e le foglie. Queste capacità, unite alla sua grande adattabilità alle differenti condizioni climatiche e dei terreni, la rendono un'ottima candidata per interventi di fitostabilizzazione di aree minerarie dismesse. Lo studio dei ricercatori dell'Università di Cagliari, inoltre, permette di evidenziare l'importanza dell'utilizzo della flora autoctona come risorsa naturale in grado di mitigare gli impatti antropici pregressi.

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