Press review

02 October 2018

L'Unione Sarda

1 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
LA CAMPAGNA
Meglio curarsi dal medico: di fake news si può morire

Trecento manifesti con immagini choc da esporre nei luoghi pubblici. Parte da Cagliari la battaglia contro le fake news in ambito sanitario, un problema che nell'era di “dottor Google” e dei social è letteralmente esploso. I medici sardi, in contemporanea con quelli delle altre principali città italiane, lanciano una massiccia campagna d'informazione. Nei manifesti si vede una lapide con relativo epitaffio: «Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio», «Non mi hanno vaccinato per paura dell'autismo». Sotto, il messaggio anti-fake: «Diffidate delle bufale sul web, chiedete sempre al medico».  M. LEDDA A PAGINA 20

Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
L'ordine dei medici e la campagna d'informazione per arginare il pericoloso fenomeno
Di fake news si può morire
Manifesti choc: epitaffi sulle lapidi contro le bufale sanitarie 

«Ho curato il cancro col bicarbonato», «avevo letto che una dieta di 6 uova al giorno faceva dimagrire», «non mi hanno vaccinato per paura dell'autismo». Gli epitaffi sulle lapidi sono accompagnati da un messaggio semplice ma molto efficace: «Diffidate delle bufale sul web. Chiedete sempre a un medico».
LOTTA ALLE BUFALE C'è anche Cagliari tra le città italiane in prima linea nella battaglia contro le fake news in ambito sanitario, un problema devastante che nell'era di “dottor Google” e dell'informazione via social è letteralmente esploso. Per contrastare il diffondersi di notizie false che su internet hanno trovato il luogo ideale in cui proliferare, l'ordine dei medici del capoluogo, in contemporanea con quelli del resto del Paese, ha varato da ieri una massiccia campagna d'informazione e sensibilizzazione. Trecento manifesti con immagini di forte impatto saranno esposti nei luoghi pubblici più trafficati della città, lungo le strade, nei supermercati, nelle scuole, nelle stazioni e in aeroporto. In ognuno sarà raffigurata una lapide con relativo epitaffio, perché di fake news si può davvero morire come dimostrano i tanti casi saliti alla ribalta della cronaca in questi anni.
LA CAMPAGNA La campagna anti fake è stata presentata ieri dal presidente dell'ordine provinciale dei medici Raimondo Ibba, dai direttori sanitari Giorgio Sorrentino (Azienda ospedaliera universitaria) e Luigi Minerba (Assl di Cagliari) e dal Prorettore delegato per le attività sanitarie Francesco Marongiu. «Di fronte al proliferare delle fake news dobbiamo fare qualcosa - ha sottolineato Ibba - perché le conseguenze possono essere fatali. Per questo assieme agli altri 105 ordini provinciali italiani abbiamo varato questa campagna con cui sollecitiamo i cittadini a diffidare di ciarlatani e complottisti, fidandosi invece della scienza e della medicina riconosciuta». Un problema che ha anche costi sociali enormi: «Spesso - ha aggiunto Massimo Dessena, oncologo del Brotzu - quando il paziente si rivolge finalmente a un medico la situazione è ormai compromessa». «Un problema enorme», secondo Sorrentino, che ha ricordato come «sino a pochi anni fa, cercando su Google la parola vaccini, i primi siti che comparivano erano tutti no vax, ben fatti e piuttosto convincenti». Per Minerba nei prossimi anni «sarà fondamentale insistere sulla sanità d'iniziativa, coinvolgendo i cittadini e le associazioni con azioni sui territori e in quelle zone dove è più forte l'analfabetismo sanitario».
LA PARTITA SUL WEB Manifesti e pubblicità tradizionale, senza però dimenticarsi del web e dei social dove le fake news trovano terreno fertile e la sanità pubblica sembra ancora molto indietro. «Con l'hastag #dottoremaeveroche (https://dottoremaeveroche.it/) i medici italiani hanno già risposto alle principali bufale che circolano sul web - ha concluso Ibba -, dobbiamo però fare in modo che l'informazione sia più capillare anche sulla rete: è un problema di sanità pubblica, non possiamo fallire».  M. Le.


 

2 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
Siglato un protocollo di intesa con la Regione. Accordi anche con l'università di Cagliari
Accenture, altre cento assunzioni
Tirocinanti e apprendisti: il 75% sarà stabilizzato entro 18 mesi

Stabilizzazione con contratti di apprendistato o a tempo indeterminato per il 75% dei tirocinanti (per tirocini attivati dal primo settembre al 31 luglio 2019), il che significa assunzione per circa 100 giovani laureati e diplomati sardi nei prossimi 18 mesi. Inoltre, trasformazione a tempo indeterminato per il 75% degli apprendisti già in forza che completeranno l'apprendistato tra il primo settembre 2018 e il 31 agosto 2019. È questo il cuore del protocollo d'intesa firmato dalla Regione con Accenture e Avanade, aziende leader nel campo della Ict, che nel capoluogo hanno il quartier generale nel complesso multifunzionale di Santa Gilla.
LA DEROGA Con questo accordo la Regione autorizza le due società ad attivare nei prossimi 12 mesi un numero di tirocini in deroga alla legislazione nazionale (comunque non superiore al 20% dell'organico) con l'impegno a fare le assunzioni. «Il protocollo è un nuovo passo nella direzione giusta», dice il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. «Creiamo le condizioni migliori perché i nostri giovani accedano al mondo del lavoro e lo facciano seguendo percorsi in grado di portarli a ottenere un'occupazione tendenzialmente a tempo indeterminato».
COMPETENZE DI QUALITÀ L'apertura delle imprese li indirizza ad acquisire competenze di qualità realmente richieste dal mercato, complementari a quelle scolastiche e universitarie, così che possano accedere a opportunità che altrimenti sarebbero negate. Il fatto poi che si tratti di imprese d'eccellenza nell'ambito delle nuove tecnologie», sottolinea il governatore, «costituisce un valore aggiunto, perché l'esportazione del digitale non soffre le limitazioni geografiche date dalla condizione di insularità».
POLO ICT DI ECCELLENZA Il gruppo Accenture (che ha chiuso l'anno fiscale 2018 con ricavi pari a 39,6 miliardi di dollari e un incremento del 14% rispetto all'anno precedente) è in costante crescita anche nell'Isola. «L'advanced technology center di Cagliari è l'esempio di come si possa sviluppare un ecosistema virtuoso in grado di riunire intorno a un progetto comune aziende e istituzioni locali. Sono impiegate 433 persone e contiamo di continuare a crescere», afferma Fabio Benasso, presidente e ad di Accenture Italia. «È grazie alla cooperazione tra pubblico e privato che si contribuisce a far crescere i territori, a favorirne l'innovazione. Dal lancio del centro, a settembre del 2015, abbiamo voluto puntare sulla valorizzazione dei talenti locali. Il centro ha respiro internazionale, è inserito all'interno delle più grande rete di centri di competenze al mondo, l'Accenture global delivery network con 50 hub nel mondo - di cui 6 in Italia - che servono più di 2.100 aziende».
INCONTRO IN RETTORATO «I tirocini in partenza, grazie all'accordo, consentono ai nostri giovani, la realizzazione di occasioni di lavoro stabile e di qualità», spiega l'assessora regionale al Lavoro, Virginia Mura. Nel pomeriggio l'ad di Accenture ha incontrato il rettore dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo, e Gianni Fenu, delegato per l'Ict: «Abbiamo rafforzato i rapporti esistenti e gettato le basi», ha spiegato Fenu, «per nuovi accordi di ricerca nei settori di comune interesse con particolare attenzione al coinvolgimento delle altre sedi europee di Accenture». (ma. mad.)

 

3 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 36 - Edizione CA)
Oristano,
convegno sui grandi eventi

Dalla Sartiglia alla festa di Sant'Efisio, dal rally alle Cortes apertas. Grandi eventi che dovrebbero incidere sull'economia e sulla crescita turistica dell'Isola. Un argomento attuale di cui si parlerà nella tavola rotonda “Aperiturismo”, in programma giovedì nella sala convegni del Museo diocesano arborense. Intervengono Francesco Obino, direttore della Fondazione Sa Sartiglia, Agostino Cicalò, presidente della Camera di commercio di Nuoro, Mario Passetti, direttore generale del Cagliari calcio, Giulio Pes, presidente di Aci Sassari, Tore Cubeddu, direttore di Sardegna Eventi 24 ed Ejatv, Barbara Argiolas, assessora al Turismo della Regione e Ombretta Pirisinu, assessora al Turismo di Pula.
L'iniziativa è organizzata dal Consorzio Uno in collaborazione con il dipartimento di Economia dell'università di Cagliari. L'evento potrà essere seguito in diretta live sulla pagina Facebook del Consorzio Uno. ( v. p.)

 

 

4 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
LA RIVOLUZIONE DEI DATI Da domani a venerdì l'Università ospita Data (R)evolution: la conferenza GARR 2018 su open data, intelligenza artificiale, industria 4.0 e innovazione. I lavori si svolgeranno nell'aula magna Capitini della Facoltà di Studi umanistici a Sa Duchessa.

 

5 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Cronaca di Nuoro (Pagina 39 - Edizione CA)
NUORO. Ieri ricorreva il centenario della morte del grande giurista e deputato
Gian Pietro Chironi, innovatore un secolo fa

La sua fu una vita dedicata allo studio della dottrina giuridica, tanto che le sue opere rappresentano una pietra miliare sia per il risultato delle analisi che per l'approccio metodologico seguìto. Ma Gian Pietro Chironi alimentò pure la passione della docenza: insegnò diritto civile all'università di Siena e di Torino (rivestendo in quest'ultima la carica di rettore dal 1903 al 1906). Nutrendo altresì un grande ardore civile: fu deputato della Sinistra per il collegio di Nuoro nella XVIII legislatura (1892-95), poi consigliere comunale a Torino e infine senatore del Regno, nominato nel 1908. Dieci anni prima della morte, che lo colse a Torino il 1 ottobre 1918.
Nato a Nuoro il 5 ottobre 1855, Gian Pietro Chironi, conclusi gli studi secondari, s'iscrisse a Cagliari nella facoltà di giurisprudenza, laureandosi nel 1876. Qui divenne tre anni dopo professore aggregato di diritto romano e civile. Nel 1881 si trasferì all'università di Siena e nel 1885 a quella di Torino. Dove, scrive Giovanni Cazzetta (professore ordinario di Storia del diritto medievale e moderno nell'università di Ferrara) ne “Il contributo italiano alla storia del pensiero” (www.treccani.it), si rivelò «munito di una solida formazione romanistica, aperto alle innovazioni metodologiche e sensibile alle trasformazioni sociali».
La fama di valente giureconsulto è attestata dai suoi trattati. Fra i tanti campeggiano «La colpa nel diritto civile odierno» (2 voll. - 1884-87 -) che ottenne il premio dell'Accademia dei Lincei. E “Istituzioni di diritto civile italiano” (2 voll. - 1888-89): un manuale che costituisce il primo esempio di testo che offre agli studenti un quadro sistematizzato della scienza giuridica.
«Gian Pietro Chironi - dice Franca Maria Mele, docente di Storia del diritto medievale e moderno nell'università di Sassari - fu un pioniere. Nel 1904 (in occasione dei festeggiamenti per il centenario del Codice civile napoleonico) anticipò i temi che avrebbero dominato il dibattito giurisprudenziale nel terzo millennio. Ovverosia la crisi dell'unitario ordine codicistico e la sua incapacità di far fronte ai nuovi fenomeni collettivi». Antesignana fu poi la sua attenzione alle prospettive offerte dall'analisi della realtà. «Caposaldo della sua ispirazione - conclude Mele - fu l'esigenza che percepì, precorrendo i tempi, di arricchire la formulazione del dogma giuridico con l'esame del sociale».
Claudio Serpico

 

 

6 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Provincia Ogliastra (Pagina 42 - Edizione CA)
BAUNEI. I fossili possono svelare l'età geologica de Su Sterriggeddu
Il cuore nero di Golgo svela i suoi ultimi segreti

Non è imponente come Su Sterru, profondo quasi trecento metri, ma la voragine di Genna 'e Sarmentu, che arriva a 120 metri di profondità, esplorata domenica scorsa nell'altopiano di Golgo dagli speleologi del Cissa di Iglesias e dello Speleo Club di Oristano, ha riservato sorprese interessanti dal punto di vista geologico e faunistico.
DIECI ORE La spedizione scientifica, organizzata dagli stessi appassionati che lo scorso anno si sono calati dentro Su Sterru, ha visto impegnati otto speleologi, le cui attività, durate oltre dieci ore, sono state coordinate da una squadra esterna di appoggio. Francesco Ballocco, Vittorio Chessa, Adriano Urracci, Francesco Manca e Guido Targhetta del Cissa (Centro Iglesiente Studi Speleo Archeologici), Gianni De Falco e Salvatore Buschettu dello Speleo Club Oristano e l'ogliastrina Cinzia Mulas, di Lanusei, del Gruppo Grotte Ogliastra, hanno documentato con fotografie e strumenti vari le caratteristiche particolari de Su Sterriggeddu.
IL DOCENTE Ad attendere sul bordo dell'abisso gli speleologi, che risalivano a due a due, c'era Antonio Assorgia, ex docente di geologia all'Università di Cagliari, oggi in pensione e da qualche anno di casa a Baunei, che è solito rimarcare la particolarità geologica dell'altopiano di Golgo: «Un sito eccezionale per la presenza di calcare a contatto verticale con le rocce vulcaniche basaltiche. Gli elementi importanti emersi sono tre - ha spiegato Assorgia - in primis abbiamo avuto la conferma che milioni di anni fa questa voragine è stato un inghiottitoio che raccoglieva l'acqua dal Bacu Dolcolce; in secondo luogo i fossili di ammoniti documentati sulla parete a circa sessanta metri di profondità consentiranno di datare al meglio gli strati di calcare, e in terzo luogo la presenza del “Sardaphenos Supramontanus”, un coleottero che vive solamente in grotta, ci conferma che milioni di anni fa il calcare che ricopre gran parte del territorio di Baunei era molto più esteso, sino al territorio di Urzulei, perché questi coleotteri si spostano solamente all'interno delle fessure calcaree». Salvatore Buschettu, presidente della Federazione speleologica sarda, ha spiegato come l' esplorazione concluda il trittico delle voragini dell'altopiano di Golgo, Su Sterru, Dodovòrgia e Sa Nurra de Genna Sarmentu, che si aprono in luoghi dove il calcare viene a contatto con il basalto: «Presto daremo notizie su quanto scoperto in queste spedizioni».
Giampaolo Porcu

 

7 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Provincia Gallura (Pagina 44 - Edizione CA)
OLBIA. Nel centro storico
Una nuova sede per le aule dell'università

Per l'anno accademico 2018/2019 ormai è troppo tardi, ma per quello a venire, gli studenti che sceglieranno il corso di laurea di Economia del Turismo ad Olbia, non andranno più nella sede dell'Aeroporto Costa Smeralda, ma bensì nelle aule del palazzo ex UPIM e dell'Expò.  L'ufficialità arriva con la costituzione di un Consorzio Polo Universitario che vede la collaborazione tra il Comune di Olbia, la Geasar, l'Aspo e l'Ateneo di Sassari. Il consiglio comunale ha approvato ieri lo statuto costitutivo.  «Si tratta di un passaggio epocale per la nostra città - ha sottolineato il sindaco Settimo Nizzi - Arriviamo dopo anni di lavoro a questo traguardo e lo facciamo consapevoli di aver creato una rete di collaborazioni importanti. Portare poi la sede nel cuore di Olbia diventa fondamentale per far rivivere il centro storico, adesso, ancora più a misura di studente, grazie alla Ztl». Le aule saranno ospitate nei due edifici, a pochi metri tra loro. I lavori per l'adeguamento sono ancora in corso, motivo per cui gli iscritti al corso di laurea olbiese continuano a seguire le lezioni nella struttura aeroportuale. «La città di Olbia vorrebbe sempre più contribuire alla formazione culturale dei suoi giovani - ha spiegato l'ingegnere Gianna Masu, responsabile del progetto Agenda Urbana UE Città di Olbia - Se si vuole fare un salto qualità bisogna puntare ad essere competitivi non solo con l'offerta formativa, ma anche per quanto riguarda la sede logistica, così come si è scelto di fare portando l'Università nel centro cittadino».
Antonella Brianda

 

8 – L’UNIONE SARDA di martedì 2 ottobre 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Lega e Cinque Stelle
I GEMELLI DIVERSI

Marco Pignotti
Docente di storia della comunicazione politica

Per vincere è fondamentale unirsi? Sì. Forse è sufficiente un'unità apparente, dove non si condivide quasi niente e si accetta la possibilità di dividersi su ogni questione. Questa, in sintesi, è la ricetta che ha condotto alla nascita del singolare governo Lega-M5S. Al di là della logica, c'è un dato di fatto indiscutibile: un italiano su due ha votato per queste due formazioni, e almeno un italiano su due ancora le sostiene. È altrettanto evidente come M5S e Lega abbiano più punti di disaccordo che elementi di affinità. Li divide il tema dell'immigrazione, la gestione dell'ordine pubblico e il programma relativo alle Grandi Opere. Come se non bastasse, hanno ricette opposte soprattutto in materia economica: con Di Maio pronto a lanciare un gigantesco piano di assistenza per i cittadini che non hanno alcun reddito, mentre Salvini sostituisce il vecchio grido di battaglia di matrice liberista: “no tax” con il più moderno “flat tax”.
Non solo. Le due formazioni si dividono per poi riunirsi su vicende spicciole, tipiche della Prima Repubblica: la nomina del presidente della Rai e le alleanze regionali. In particolare, sulle future amministrative è grottesca l'assenza di una strategia condivisa, tanto che assisteremo a Lega e M5S in veste di avversari alle prossime consultazioni in Sardegna.  SEGUE A PAGINA 10

Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)  SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
La “strana” alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle
Annunci e smentite: quanto potrà durare?

(...) A febbraio, con estrema naturalezza, i due partner di governo si affronteranno per conquistare la guida dell'isola, senza avvertire il minimo imbarazzo di dover salvare neppure le apparenze di un'unità suggellata dal famoso contratto. Allora è legittimo chiedersi: uniti ma perché? L'arcano è presto svelato e non è così impenetrabile. Alla base della “strana” alleanza vi sono ragioni molto semplici. Se scendiamo dalla torre che separa l'ovattato mondo intellettuale dal paese reale ci accorgiamo che attualmente una parte consistente di popolazione non corrisponda più all'idea tradizionale di “popolo”: buono, tollerante, virtuoso. Quella descrizione ha lasciato ormai spazio ad una realtà più viscerale; il popolo è ormai una moltitudine scomposta, in cui dominano la paura e l'ansia. Una parte sempre crescente della società rifiuta i moniti dell'Unione europea, perché appaiono dettati da un'entità astratta e punitiva. Inoltre, sempre più diffusamente vengono contestate le politiche di sacrificio e rigore, perché si ha il timore - o la certezza? - che colpiranno soprattutto le categorie sociali più deboli. In conclusione, non convince più la consueta narrazione che si basa sull'adagio: «prima il dovere e poi il piacere». E non dobbiamo stupirci, quando l'Istituto Demopolis a fine giugno ci rivela come l'81% degli italiani tema l'aumento dell'Iva e il 65% voglia l'abolizione della legge Fornero. Va da sé, che tentare oggi di valutare la richiesta di mantenere il deficit sotto il 2% diventi un esercizio imbarazzante, perché da un lato prevale il desiderio di spendere senza controllo e dall'altro si avverte il rischio di indebitarsi in maniera incosciente. Alla base del rifiuto collettivo di responsabilità ci sono motivazioni difficili da scardinare, perciò le più scontate regole che disciplinano l'ordinata amministrazione di uno Stato vengono messe in discussione. D'altronde, la classe dirigente che ha gestito in questi decenni la nascita dell'euro e le successive crisi finanziarie non viene riconosciuta come credibile, neppure quando raccomanda misure senz'altro ragionevoli. Il vizio d'origine risiede dall'aver sottovalutato i costi sociali dei recenti dissesti e di aver operato il salvataggio di banche e soggetti compromessi, rimettendo sulla collettività i debiti di una gestione talvolta sconsiderata. Dunque, non resta da aggiungere un ultimo interrogativo a quello di partenza. Quanto può ancora durare una politica di contraddizioni e annunci, di minacce e retromarce? Poco, forse. Oppure tanto. Dipenderà da quanto tempo impiegherà un'alternativa, unita, ma credibile, ad affacciarsi all'orizzonte.
Marco Pignotti, Docente di storia della comunicazione politica

Questionnaire and social

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