Press review

30 July 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 30 luglio 2018 / Prima pagina
CAGLIARI
MAESTRI, È GUERRA TRA I LAUREATI E I DIPLOMATI

C. RAGGIO A PAGINA 8

Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
SCUOLA. Una folta rappresentanza sarda alla manifestazione di questa mattina a Roma
IL SIT-IN DEI MAESTRI IN GINOCCHIO
Concorso, laureati contro diplomati: la protesta a Montecitorio

Se l'obiettivo era quello di mettere gli uni contro gli altri, il Governo c'è pienamente riuscito. Laureati contro diplomati, o se preferite, diplomati contro laureati. In guerra per contendersi il posto da maestro nella scuola dell'infanzia e alle elementari. All'orizzonte un concorso contestato dai giovani laureati in Scienze della formazione primaria che, non avendo ancora maturato due anni di servizio, verrebbero esclusi non potendo parteciparvi.
PRESIDIO A ROMA Sono queste le ragioni della protesta che sta montando in tutta Italia e che oggi sfocerà in un sit-in a Montecitorio, dove tra i tanti studenti e laureati ci saranno anche i sardi in rappresentanza dell'Università di Cagliari, unica sede nell'Isola del corso di laurea quinquiennale, attivo dal 2011. Lo scopo è bloccare l'emendamento al “Decreto dignità”, in discussione in Parlamento e con il quale si vorrebbero introdurre i nuovi criteri di accesso all'insegnamento per i maestri d'asilo e della scuola primaria. «Chiediamo», dice Anna Dessì, 24enne neo laureata cagliaritana, rappresentante degli studenti e firmataria del documento inviato all'Università, «che la nostra formazione sul campo valga almeno quanto i 24 mesi di servizio riconosciuti ai diplomati nell'arco di otto anni. Nessuna guerra tra poveri ma io non sono senza esperienza, ho fatto ben 600 ore di tirocinio, la metà delle quali nelle scuole, eppure vengo considerata come una che non ha fatto pratica. Come me tanti altri colleghi, visto che a Cagliari siamo noi i primi laureati di Scienze della formazione primaria».
LA MOBILITAZIONE Il tam-tam della protesta corre sul web, rimbalzando anche sulle cattedre dei docenti, alcuni coinvolti in prima persona. «Gli studenti hanno tutto il nostro appoggio», conferma Olivetta Schena, docente di Storia medievale e didattica della Storia, nonché coordinatrice del corso di laurea di Scienze della formazione primaria nell'Ateneo cagliaritano. «Un blitz ministeriale che ci coglie in piena estate nella speranza che passi inosservato. Quel che mi preme sottolineare è che non si può buttare a mare la preparazione di alto livello dei nostri laureati, pronti a insegnare dopo 5 anni di studio comprensivi di 600 ore di tirocinio fatti in aula, con tanto di lezione. Alla scuola primaria servono docenti qualificati che preparino gli studenti: all'Università poi ne vediamo di tutti i colori e si paga il conto».
GLI STUDENTI Il timore di aver preso una laurea per niente e di veder vanificati anni di studio e sacrifici spinge i ragazzi a chiedere aiuto all'Università e ai professori. «Non abbiamo paura del concorso», scrive Sabrina Cossu in una lettera alla coordinatrice del corso, «lo chiediamo da mesi ma vogliamo che il trattamento sia lo stesso per tutti ed essere valutati nel merito: una laurea altamente professionalizzante come la nostra non può essere trattata come carta straccia e valere meno di un diploma, in qualche caso preso e messo in un cassetto per 20 anni».
IL SIT-IN Studenti e laureati si ritroveranno oggi a Montecitorio dalle 10 alle 13. Hanno scelto di protestare in un modo particolare, in ginocchio davanti al Parlamento, con un libro in mano, per far arrivare un messaggio molto chiaro a chi deve decidere le sorti della prima fase dell'istruzione, quella rivolta all'educazione dei bambini, la risorsa più preziosa per il futuro del Paese. «Non mettete la scuola in ginocchio - scrive il coordinamento degli studenti in corso e dei laureati - una sanatoria come il concorso proposto non può garantire una selezione adeguata: noi chiediamo al Governo di bandire e assicurare concorsi a cadenza biennale, aperti a tutti gli abilitati e che possano selezionare le eccellenze tra gli aspiranti docenti, siano essi diplomati magistrali o laureati in Scienze della formazione primaria».
Carla Raggio

Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
La rettrice Del Zompo appoggia i docenti di Scienze della Formazione
«STUDENTI PREPARATI, PALESE INGIUSTIZIA»

«È giusto e doveroso che i sacrifici dei nostri studenti e laureati vengano rispettati». Così la rettrice Maria Del Zompo manifesta il suo appoggio ai ragazzi di Scienze della formazione primaria, impegnati nella protesta romana con i colleghi di tutta Italia. «Il livello di preparazione di questi laureati è altissimo: è una delle lauree più importanti in assoluto - dice Del Zompo - per figure professionali che andranno a incidere sull'inizio della crescita della nostra gioventù. Competenze e conoscenze elevate sono figlie di un corso di laurea che ha ottenuto l'accreditamento nazionale».
L'appoggio arriva anche dai docenti della formazione primaria. «L'unica colpa di questi studenti è essersi imbarcati in un percorso formativo di 5 anni, comprensivo di tirocinio quadriennale». Le preoccupazioni riguardano anche gli studenti attualmente iscritti al corso di laurea e quelli che verranno in futuro. «Si vedranno preclusi per molti anni tutti gli sbocchi all'insegnamento», scrivono in un documento a supporto della protesta i docenti del corso di Sfp, coordinato da Olivetta Schena, «a causa della massiccia immissione in ruolo di diplomati magistrali che spesso, in questi 20 anni, si sono dedicati a percorsi professionali completamenti diversi e, in ogni caso, non hanno seguito il lungo e faticoso iter formativo intrapreso dai loro colleghi che adesso rischiano di venire scavalcati». Le nuove regole introdotte con l'emendamento al Decreto Dignità, riservando il concorso ai candidati in possesso di diploma magistrale abilitante e ai laureati in Scienze della Formazione primaria con almeno due anni di servizio nella scuola, penalizza di fatto proprio chi ha conseguito il titolo più alto. «Questa formulazione dei criteri di accesso è solo in apparenza equilibrata: pochissimi laureati hanno maturato i due anni necessari. L'ennesimo insulto a chi cerca di prepararsi al lavoro senza ricorrere a scorciatoie e sanatorie». Nessuno, sia chiaro, osa disconoscere i diritti e le legittime aspirazioni di chi è in possesso di un titolo abilitante conseguito in modo diverso dalla laurea ma quel che si chiede è il riconoscimento ai laureati di «pari opportunità» per l'accesso all'insegnamento.
Da qui la richiesta: «Che venga ritirato e ridiscusso l'emendamento al Decreto Dignità attualmente in fase di approvazione o che, quantomeno, lo svolgimento di un tirocinio quadriennale nelle scuole venga equiparato ai due anni di servizio richiesti per la partecipazione al concorso».
C. Ra.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 30 luglio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
SEMINARIO ALLA MEM
Domani dalle 17 nello Spazio Eventi al primo piano della Mem Mediateca del Mediterraneo, si terrà il seminario “Exchange Students: Past, present, future” organizzato dalla Education First, organizzazione internazionale in ambito di formazione.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 30 luglio 2018 / Cronaca di Olbia (Pagina 26 - Edizione CA)
Architettura in Costa
Architettura e paesaggio al centro dell'incontro di stasera con la rassegna Porto Cervo Libri organizzata dal Consorzio Costa Smeralda. L'appuntamento è alle 19,30 nella chiesa di Stella Maris per la presentazione del volume di Maria Luisa Neri e Alessandra Muntoni “Michele Busiri Vici, architetto e paesaggista 1894-1981”. A parlare di paesaggio e di uno dei padri di Porto Cervo Gerardo Doti, Carmen Carbone, Elisa Giannoni e moderatore d'eccezione Giovanni Maciocco, per anni preside della facoltà di Architettura di Alghero.

 

La Nuova Sardegna

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 30 luglio 2018 / Provincia di Sassari - Pagina 15
Lo ha stabilito la nuova legge regionale sulla tutela della lingua sarda
CERTIFICATO UNIVERSITARIO PER INSEGNARE L’ALGHERESE
Bocciata invece la proposta di fare gli annunci in limba negli aeroporti isolani

di Gianni Olandi
ALGHERO L’approvazione della nuova legge regionale sulla lingua sarda e quella catalana di Alghero, ha riscosso particolare gradimento in città, soprattutto da parte delle associazioni culturali che della lingua, della difesa della parlata locale, dell’algherese catalano, per decenni hanno fatto uno straordinario cavallo di battaglia. L’Omnium Cultural è tra queste e nei giorni scorsi ha organizzato un incontro per entrare nel merito del provvedimento legislativo che apre indubbiamente nuovi orizzonti. Va subito detto che questa legge, che sostituisce quella precedente del 1997, definisce i principi stabiliti dalla legge statale del 1999 che introduceva importanti novità in merito alla tutela e promozione del catalano di Alghero all’interno delle istituzioni pubbliche e di quelle scolastiche, ed evidenzia inoltre l’interesse del legislatore regionale nei confronti del sardo, algherese e delle altre lingue minoritarie della Sardegna. L’Òmnium Cultural de l’Alguer, ha introdotto già dal 1999 l’algherese nelle scuole cittadine, da quelle dell’infanzia, alle primarie sino a quelle secondarie di primo grado, realizzando per oltre 10 anni il “Progetto Joan Palomba” che ancora oggi è un esempio di modello di insegnamento della lingua madre in ambito scolastico. Con la nuova legge si definiscono i principi stabiliti dalla legge statale, e grazie ai numerosi emendamenti (inizialmente 47) presentati dal consigliere regionale algherese Marco Tedde e al quale si è unito l'altro consigliere Raimondo Cacciotto, entrato nell’assemblea sarda soltanto da qualche mese, sono stati introdotti principi di tutela e valorizzazione importanti per il catalano di Alghero, non presenti nella proposta di legge originaria. Nel corso dell’incontro tenutosi nella sala del consiglio comunale è stato evidenziato un altro aspetto importante della nuova legge: l’attestazione di conoscenza della lingua di livello C1 (secondo il quadro Comune Europeo di Riferimento, Qcer), che devono avere i docenti scolastici e gli operatori di Sportello Linguistico, rilasciata da riconosciuti e qualificati istituti di lingua e cultura catalana attraverso l’università di Sassari. Da anni l’ateneo sassarese, attraverso l’Istituto Ramon Llull, rilascia il Certificat Internacional de Català e il livello C1 è già in possesso di alcuni docenti algheresi. Per la toponomastica, ha evidenziato il presidente dellOmnium Cultural Stefano Campus,viene confermata la competenza dell’amministrazione comunale di Alghero nella definizione della toponomastica storica, per la quale esiste lo studio scientifico dello studioso algherese Rafael Caria, che può essere adottato come testo di riferimento. Infine, all’ampia condivisione della nuova legge, è stata sottolineata la bocciatura di uno dei 47 emendamenti presentati dal consigliere Marco Tedde, che prevedeva negli aeroporti sardi che gli annunci dei voli venissero fatti anche in lingua sarda e, in quello di Alghero, in algherese. La questione riporta alla memoria la clamorosa iniziativa di Rafael Caria, battagliero catalanista e dipendente Alitalia, che negli anni Novanta annunciò in catalano algherese le partenze dei voli. Venne censurato dalla compagnia aerea e subì diversi procedimenti disciplinari. Anche da quella iniziativa è partito il seme che oggi ha prodotto la nuova legge sulla lingua sarda e l’algherese.

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 30 luglio 2018 / Provincia di Sassari - Pagina 15
ITTIRI
Tirocini formativi in Comune per cinque giovani laureati

ITTIRI Deliberati, per il terzo anno consecutivo, i tirocini formativi post laurea, rivolti ai giovani laureati del Comune di Ittiri. Un progetto perseguito e voluto dall'amministrazione comunale - spiega l’assessorato alle Risorse Umane, guidato da Giovanna Scanu - che, dal 2016, promuove e sceglie di investire sui giovani, destinando somme del bilancio comunale per avviare i percorsi. Il Comune ha da tempo, stipulato una convenzione con l'Università di Sassari, attivando cinque tirocini di inserimento e/o reinserimento lavorativo della durata di sei mesi ciascuno, prorogabili fino a dodici mesi con un compenso di 400 euro mensili. Sono cinque gli ambiti formativi che si terranno all'interno della struttura presso i settori: tecnico- manutentivo; segreteria - affari generali ed economico-finanziario (due tirocini); polizia municipale-demografico (due tirocini). Tali percorsi sono stati avviati grazie alla collaborazione di tutti gli uffici, in primis dai responsabili di settore che hanno sposato l'idea e ci hanno aiutato a realizzarla. «Crediamo che – sottolineano dall’assessorato – aprire gli spazi del nostro Comune e far toccar con mano anche le diverse esigenze e le difficoltà che comporta la gestione del quotidiano, possiamo preparare le ragazze e i ragazzi a confrontarsi meglio con le professionalità che sceglieranno». Il bando di selezione è disponibile sul sito internet del Comune di Ittiri www.comune.ittiri.ss.it. Le domande dovranno pervenire entro il 20 agosto 2018. (vi.ma.)

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 30 luglio 2018 / Sardegna - Pagina 7
PERSONE. Il racconto di una vita
Prima ingegnere alla Saras e Tiscali, poi l'addio al posto fisso per la sua passione
DA MANAGER A PASTICCERE LA METAMORFOSI DI STEFANO
«La lievitazione della pasta madre mi ha stregato e ho deciso di licenziarmi»

di Enrico Gaviano
CAGLIARI Dallo studio delle particelle elettroniche ai segreti della lievitazione. Il passo non è certo breve, due universi lontani che però Stefano Pibi, 52 anni, ha percorso, saltando da uno all'altro con grande semplicità. Era ingegnere e manager di vertice a Tiscali, il posto sicuro, il futuro assicurato per la famiglia. Ha mollato tutto due anni fa e si è reinventato bakery chef, esperto nella panificazione. Non solo, anche pasticcere e pizzaiolo. Ha aperto un piccolo locale in viale Colombo a Cagliari, davanti al molo Ichnusa, dove Luna Rossa sta iniziando a preparare la nuova America's cup. Lo ha chiamato Pbread Natural Bakery, giocando con il suo cognome e la parola pane in inglese. Un punto d'arrivo? Macché, solo la partenza. Perché quando ci si gioca tutto per seguire la propria passione si è giustamente ambiziosi. «Il mio è un progetto internazionale - dice deciso - questo sarà il primo di tanti punti chiamati Pbread. Si parte da Cagliari, ma non voglio certo fermarmi qui. L'obiettivo è creare un'impresa in giro per il mondo, che poi sia qualcosa di solido e importante da lasciare ai miei figli».Stefano sin da bambino è stato appassionato di enogastronomia. Per fare qualche soldo in più per pagarsi gli studi all'università di Tor Vergata a Roma, ha lavorato come cameriere e in cucina in alcuni ristoranti di Frascati. Ma la passione per la panificazione era ancora lontana. Gli piaceva stare ai fornelli e preparare intingoli. «Ed ero anche abbastanza bravo», puntualizza. Poi la laurea in ingegneria elettronica con il massimo dei voti, subito assunto in una società della penisola, quindi il passaggio alla Saras, e nel 2007 il salto a Tiscali, dove diventa responsabile commerciale. Una brillante carriera. Ma nel 2013 l'incontro con la pasta madre. «Mi sono appassionato - confessa - , di quella che sembra una magia ma che in realtà dietro ha solo scienza. La lievitazione naturale mi ha catturato. Ho iniziato a comprare libri e libri sulla materia. Sono stato un autodidatta per un certo periodo. Dopo un anno il primo corso a Barcellona a cui ne sono seguiti tanti altri. Alla fine ho iniziato io a tenere corsi e fare anche qualche degustazione dei miei prodotti».Nel 2016 il gran salto. «Di giorno ero un manager a Tiscali, di sera e qualche volta anche di notte facevo pani, panettoni, paste. Ovviamente non poteva andare avanti per troppo tempo. Dovevo fare una scelta. E ho deciso di licenziarmi e dedicarmi solo alla mia passione, per farla diventare il mio vero lavoro. All'inizio in famiglia erano titubanti, poi però mi hanno assecondato. Perché seguire le passioni spesso è più importante dello stipendio fisso, anche se devo riconoscere che è anche più rischioso».Un altro anno e mezzo e ecco l'apertura del Pbread. «Ho scelto questo posto perché un po' defilato, centrale ma tranquillo. E poi questo è stato sempre uno spazio legato all'alimentazione: prima un magazzino per il sale, poi deposito di farine. Qui sto bene. Non mi sento un commerciante ma uno che accoglie la gente come se fossi a casa mia. Sto dietro al banco e servo tapas, panini, pizze. Qui si può mangiare a tutte le ore: dalla colazione alla cena». La preparazione dei prodotti è delegata ai collaboratori. Spiega Pibi: «Io faccio ricerca, sempre. Bello ideare qualcosa di nuovo. Quando voglio realizzare una novità entro in laboratorio per un giorno, alla fine salta fuori qualcosa di interessante che i miei collaboratori poi mettono in produzione».Si definisce dunque bakery chef o lievitista. Ed è orgoglioso dei risultati raggiunti. «In Sardegna - dice - ci sono bravi pizzaioli, bravi panettieri e bravi pasticceri. Ma riuscire ad avere qualità alta contemporaneamente in tutte e tre le specializzazioni non riesce a molti. La ricetta? È facile, in fondo. Utilizzo prodotti semplici ma di alto livello. Ovviamente a guadagnarci è la qualità del prodotto realizzato. Le materie prime non devono essere tantissime, ma tutte buone, anzi molto buone».Diversi i prodotti sardi che Pibi utilizza. In primo piano ovviamente ci sono le farine. «In questo campo la Sardegna ha mille tesori da dare - sottolinea Pibi -. Basti pensare al Grano Capelli di Tuili, o ai grani dimenticati sardi, circa 60 tipi, che arrivano dall'azienda Sa Laurera di Villanovaforru, condotta con amore e passione da Marianna Virdis e Francesco Mascia». Insieme un elenco di altre cose da far venire l'acquolina in bocca. «Salumi di Michelangelo Salis, di Ploaghe ad esempio. I formaggi dell'Agricola S'Ungrone di Bonarcado, l'olio di Escolca e Seneghe. La bottarga di Cabras. Ovviamente non mancano anche le materie prime italiane, come i salumi Levoni, la mortadella Palmieri, i pistacchi di Bronte e via dicendo».Stefano Pibi continua a sperimentare e intanto collabora con diversi chef in iniziative in giro per la Sardegna. L'ultima in ordine di tempo è la rassegna "Appetitosamente" a Siddi. Ha lavorato insieme a gente come Achille Pinna, Alberto Sanna, Andrea Pani, Davide Bonu, l'esperto di gelati Fabrizio Reni. «Sperimentazione e confronto sono fondamentali per crescere - conclude -. Siamo diventati, ad esempio, locale consigliato dall'accademia italiana del panino. Mentre i panettoni prodotti qui sono buoni e originali. Nel locale ci si può anche sbizzarrire nell'abbinamento delle bevande con i cibi proposti. Birre italiane e straniere, ma anche un'ampia selezione di vini sardi, italiani, francesi e anche vini naturali senza lieviti aggiunti. Presto farò un vero e proprio angolo per far scoprire al pubblico anche questo mondo segreto». Il viaggio dell'ingegnere che si fece panettiere e pasticcere è appena iniziato.

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 30 luglio 2018 / Oristano - Pagina 13
INNOVAZIONE. La storia
L'idea di Giampaolo Pilloni, un ingegnere oristanese che ha la propria azienda a Milano
LA PAGLIA PER LE CASE DEL FUTURO

di Roberto Petretto
ORISTANO Spesso le soluzioni migliori sono davanti ai nostri occhi: basta osservarle con la giusta curiosità. I muri spessi delle case campidanesi, i mattoni in fango e paglia delle case di ladiri sono espedienti costruttivi datati che portano con sé principi utili ancora oggi. Giampaolo Pilloni è un oristanese di 41 anni che dopo il diploma ha deciso di trasferirsi a Pavia per studiare ingegneria. Da allora non è più tornato (se non per frequenti contatti con amici, familiari e con l'ambiente della sua isola): laurea e poi tirocinio in importanti studi e poi un'impresa in proprio. Ora quell'impresa sta puntando su tecnologia e innovazione, ripensando e riproponendo gli esempi visti nelle case tradizionali della Sardegna.Dalla collaborazione con l'architetto Fabio Cova nel 2014 è nata l'idea di utilizzare un materiale apparentemente povero e trascurato come la paglia per realizzare dei pannelli che possono essere utilizzati per realizzare delle strutture di piccole e di grandi dimensioni. Il sistema si chiama Pablok: recentemente con questi pannelli sono state realizzate due scuole gemelle a Acqui Terme: un sistema pratico e dalle grandi prestazioni sia in termini di isolamento che di caratteristiche antisismiche. «Il sistema Pablok ha cambiato l'indirizzo della nostra azienda - racconta Giampaolo Pilloni, titolare della GpProject che ha sede a Milano -. L'esempio di Acqui Terme ha stupito anche molti costruttori. La prima scuola è stata completata in sette mesi».Il sistema Pablok prevede la realizzazione delle strutture tramite il montaggio di pannelli di varie dimensioni che fanno uso di materiali tradizionali: il legno per la struttura portante e per i pannelli, il gesso fibra per la finitura interna, la paglia compressa e trattata per l'isolamento interno.«Abbiamo puntato su materiali tradizionali - dice ancora Giampaolo Pilloni -. In Campidano argilla e paglia sono stati usati per tanto tempo nella costruzione delle case. Abbiamo rivisitato alcuni concetti in chiave moderna. La paglia è la protagonista principale».Soluzioni che consentono di ottenere una classe energetica A4, con costi di costruzione competitivi, certificazione contro il fuoco, potenza termica altissima: «Siamo la Tesla delle costruzioni», dice Pilloni con un certo orgoglio.Nei cantieri dove si usa il sistema dell'azienda di Giampaolo Pilloni si respira aria di natura: legno e paglia danno una sensazione di benessere e restituiscono un significato pieno al concetto di bioarchitettura. Così gli anni intensi di studio e lavoro lontano dalla Sardegna stanno diventando fruttuosi: «È stata una scelta fortemente voluta - racconta Giampaolo Pilloni -. Dopo il diploma un amico mi consigliò Pavia per gli studi di ingegneria. Avevo l'ansia di non pesare sulla famiglia: nostro padre è morto che noi eravamo ancora giovani e quindi c'era una voglia matta di riscatto dopo la perdita di papà che era un imprenditore edile».Inserirsi nel mondo del lavoro a Milano è stato per certi versi semplice: «Devi dimostrare di saper fare qualcosa, in tempi certi e a costi congrui. Se rispetti queste condizioni ti danno fiducia, anche se non ti conoscono».Nessun rimpianto per aver lasciato l'isola: «Lo consiglierei a mia figlia: se vedi solo l'ambiente in cui sei nato, ti autolimiti. Devi vedere e conoscere per apprezzare pregi e difetti». Però la Sardegna rimane nel cuore: Giampaolo, appena può torna da queste parti. Magari in sella alla sua Harley: «Qui la qualità della vita è eccezionale. E un paradiso dal punto di vista ambientale, ma il territorio è in difficoltà. Mi piacerebbe fare qualcosa nella mia terra, magari aprire una filiale della nostra azienda».

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