Press review

03 July 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 luglio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
VILLA DEVOTO. La presentazione della app e del progetto
Premio urbanistica 2018 alla Rete ciclabile sarda

Verrà presentata oggi la “Rete ciclabile della Sardegna” il progetto della Regione e dal Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità delle Università di Cagliari e Sassari) che si è aggiudicato il Premio urbanistica 2018. Il concorso, indetto dalla rivista scientifica dell'Istituto nazionale di urbanistica, dal 2006 seleziona i progetti preferiti dai visitatori di Urbanpromo, l'evento nazionale di riferimento per la rigenerazione urbana organizzato dall'Inu e da Urbit.
L'INCONTRO Nel corso della manifestazione dello scorso anno alla Triennale di Milano il pubblico ha scelto con un referendum nove progetti tra quelli esposti nella gallery del sito www.urbanpromo.it. Oggi alle 10.30 a Villa Devoto, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori Raffaele Paci e Edoardo Balzarini e l'amministratore delegato dell'Arst, Chicco Porcu, presenteranno il portale e la app del progetto Reti ciclabili della Sardegna.
LA SELEZIONE A Milano la Rete ciclabile della Sardegna ha prevalso nella categoria “Innovazioni tecnologiche per la gestione urbana”. Ovvero «un complesso di interventi e azioni tese a promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di spostamento, di svago, sport e turismo».
A MILANO La premiazione si terrà nell'ambito della quindicesima edizione di Urbanpromo, “Progetti per il Paese”, in programma alla Triennale di Milano dal 20 al 23 novembre. «Il progetto è frutto anche dell'attività di collaborazione istituzionale tra i nostri ricercatori e l'Arst per conto della Regione. Il Cirem - spiega Italo Meloni, coordinatore del progetto - ha messo a disposizione conoscenze e competenze nella pianificazione delle reti e dello sviluppo economico per la costruzione e la realizzazione di un progetto di territorio».

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 luglio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
VIA TRENTINO. L'Ersu riceve nuovi fondi, ora i progetti, l'anno prossimo via al cantiere
Casa dello studente, i ragazzi: «Lavori urgentissimi»

Non erano due gocce, quelle cadute su Cagliari qualche giorno fa, ma da qui ad allagare mensa e vani ascensori alla Casa dello studente in via Trentino è troppo. Le infiltrazioni hanno bloccato in camera per tutta la domenica uno studente disabile, alloggiato al secondo piano. È stato liberato lunedì mattina, quando i tecnici hanno riattivato l'ascensore. Stesso discorso per la mensa sottostante che era chiusa - anche quella - per infiltrazioni.
Che sia necessario mettere mano alla Casa dello studente in via Trentino non è un mistero per nessuno: neanche per Michele Camoglio, presidente dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario, del tutto consapevole del fatto che la situazione sia al limite. «Ma ora che la Regione ha stanziato nuovi finanziamenti dal Fondo di solidarietà e coesione», respira Camoglio, «solo per via Trentino sono disponibili due milioni e mezzo». Significa nuovi lavori, dopo i quali entrambi gli ascensori funzioneranno (uno è fermo da mesi), e poi gli allagamenti non saranno un appuntamento fisso a ogni pioggia.
«L'Ersu ci copia le idee», ironizza Filippo Careddu, 22 anni, di Terralba, iscritto in Economia e rappresentante degli studenti nella Casa di via Trentino: «Per tenere chiuse le finestre ormai da sostituire utilizziamo manici di scopa: ora lo fanno anche gli operai della manutenzione».
Camoglio non si nasconde: «Gli studenti hanno ragione ma finalmente i soldi ci sono: gli infissi saranno sostituiti, arriveranno molte manutenzioni straordinarie, entro l'anno la progettazione sarà pronta e nel 2019 arriveranno gli operai».
Contestato anche l'aumento delle tariffe, finanziate con borse di studio: la stanza per undici mesi costa ora 1.824 euro (+549), i pasti 600 (+119), però passano da 240 a 275 l'anno. Ma aumentano le borse di studio per pagare i servizi, fissate a 5.174 euro l'anno (+1.396), ed è cresciuto il reddito minimo per usufruirne, allargando quindi il numero degli aventi diritto. «È molto meglio, ora», conclude Camoglio.
Luigi Almiento

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 luglio 2018 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
ARTE
Curato da Rita Pamela Ladogana il volume di Ilisso svela un uomo meticoloso
Luigi Piloni, collezionista per amore della Sardegna

Di lui si sa che era un uomo meticoloso e schivo, al contrario di altri più sfacciati collezionisti, che dalla madre eredita “l'amore per le cose belle” e dal padre il desiderio di possederle. Della sua collezione, custodita a palazzo Belgrano a Cagliari (Rettorato di via Università), si dice che è un paesaggio variegato di simboli, storie e rappresentazioni della Sardegna. Luigi Piloni, del resto, amava in egual modo la fotografia e la pittura, i tessuti e i gioielli, i libri e la cartografia e nelle sue peregrinazioni da un luogo all'altro dell'isola, e fuori per il continente, accumulò una grande varietà di oggetti, guidato dal desiderio di conoscere meglio il luogo in cui era nato.
SAGGIO Come si legge nell'elegante volume “La collezione Luigi Piloni dell'Università degli studi di Cagliari”, curato da Rita Pamela Ladogana, pubblicato dalla casa editrice Ilisso, il collezionista, nato a Cagliari nel 1907 da nobile famiglia veneta trasferitasi in Sardegna sul principio del secolo, era un erudito sistematico, mosso, più che dalla curiosità, dall'aspirazione a ricostruire la propria identità familiare e sociale. Il catalogo presenta i pezzi più significativi della ricerca, che inizia con le carte geografiche della Sardegna, il nucleo più rilevante della raccolta, prosegue con i dipinti, soprattutto a soggetto religioso, di Età moderna, per concludersi con i tessuti, i gioielli tradizionali, le stampe.
Nel complesso, nove saggi (oltre la curatrice, Simona Campus, Sebastiana Nocco, Marco Cadinu, Anna Saiu Deidda, Mauro Salis, Marzia Marino, Susanna Paulis, Franca Rosa Contu), per presentare le sezioni in cui si articola la collezione, donata all'Università di Cagliari nel 1980, aperta al pubblico quattro anni dopo, allestita al piano terra del Rettorato, nel palazzo settecentesco costruito da Saverio Belgrano.
MANUFATTI Nella grande casa campidanese di Serdiana, dove Piloni visse fino alla sua morte, avvenuta nel 1991, il funzionario statale ai Lavori Pubblici, anche docente dell'Istituto “Eleonora d'Arborea”, raccolse una gran quantità di manufatti. Tuttavia, forse anche in virtù della sua formazione (era laureato in Giurisprudenza e Filosofia) e della sua felice condizione di celibe, non si limitò ad ammucchiare oggetti preziosi. Al contrario, racconta Simona Campus, direttrice artistica dell'Exma, nel saggio che apre il volume (con la presentazione della rettrice Maria Del Zompo), Piloni segue una «progettualità precisa», «guidato da una responsabilità più ampia nei confronti della comunità». Si comporta da scienziato, insomma, Luigi Piloni, che attraversa in lungo e in largo l'Italia e l'Europa «per rintracciare i segni iconografici della sua terra», frequenta assiduamente gallerie d'arte, mostre e mercati antiquari allo stesso modo delle biblioteche e degli archivi.
SCHIVO Riservato e contrario a ogni forma di sensazionalismo, lo studioso, per usare ancora le parole di Campus, è «una tipica espressione del piccolo e medio collezionismo», quale si diffonde tra Ottocento e Novecento, non più volto alla ricerca dell'opera rara, piuttosto a coltivare la passione per l'arte e a divulgarne la conoscenza. L'ingente corpus di carte geografiche e piante di città, frutto di ricerche durate oltre cinquant'anni, offre un suggestivo percorso nell'iconografia dell'isola, dall'antichità ai primi del Novecento. I dipinti, 32 raffigurazioni a tempera, sia pure ingenue, secondo Campus, dal punti di vista pittorico, sono importanti dal punto di vista della documentazione (le ha realizzate Philippine, nipote del generale Alberto Della Marmora, autore del celebre “Viaggio in Sardegna” del 1926, le cui cartine della Sardegna sono tra gli oggetti più preziosi in collezione). Ancora, molto interessante è la selezione di opere dei maestri sardi del XX secolo: da Giuseppe Biasi a Carmelo Fois, Foiso Fois e Mauro Manca.
È uno sguardo peculiare e appassionato quello di Luigi Piloni, che tuttavia, restituisce un saldo senso di appartenenza e attaccamento alle proprie origini.
Franca Rita Porcu

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 luglio 2018 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
Sardomeryx Oschiriensis è il ruminante più antico, la rivelazione su National Geographic
Scoperti nell'Isola i resti dell'antenato delle giraffe

È il più antico ruminante insulare di cui si ha conoscenza ed è stato scoperto in Sardegna. Sardomerix oschiriensis è un “giraffomorfo” endemico vissuto sull'Isola nel Miocene inferiore e che si estinse, a quanto risulta al mondo scientifico, senza lasciare discendenti. La notizia, pubblicata dal National Geographic Italia, prende spunto da una recente pubblicazione sulla prestigiosa rivista inglese Journal of Systematic Palaeontology.
Il suo ascendente diretto rappresenta il progenitore di una linea evolutiva da cui probabilmente derivano le attuali giraffe e gli okapi. Tali risultanze, sono state recentemente pubblicate sulla prestigiosa rivista inglese “Journal of Systematic Palaeontology”, in uno studio che descrive ed analizza i resti di Sardomeryx oschiriensis.
La ricerca - riferisce il servizio firmato per National Geographic Italia da Simone Repetto - è stata compiuta da Bastien Mennecart e Loïc Costeur (rispettivamente dei Musei di storia naturale di Basilea e Vienna), Daniel Zoboli e Gian Luigi Pillola (Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell'Università di Cagliari), che hanno esaminato nuovi resti fossili, provenienti dalla Sardegna settentrionale, di una specie istituita nel 2008 da Jan Van Der Made.
Recentemente, nuovi fossili di questa specie, rappresentati da resti della dentatura superiore e inferiore, sono stati rinvenuti in depositi lacustri risalenti al Miocene inferiore, tra i 18 e i 19 milioni di anni fa, e affioranti in una vasta area del nord Sardegna. “Lo studio dei nuovi resti fossili, ritrovati vicino al piccolo paese di Laerru, ha permesso non solo di reinterpretare la posizione filogenetica di questa specie insulare, classificando Sardomeryx come un membro basale del gruppo Palaeomerycoidea, ma anche di fare il punto sulle fasi più antiche della storia evolutiva dei giraffomorfi, gruppo di ruminanti oggi rappresentato dalla sola famiglia dei giraffidi”, ha spiegato il paleontologo Daniel Zoboli, come viene riportato dettagliatamente su National Geographic Italia.
Ciò che di nuovo è emerso dallo studio scientifico, è pertanto l'individuazione dell'antenato continentale comune alla specie insulare della Sardegna estinta e alle giraffe, ovvero un membro del genere Bedenomeryx, ruminante assai poco conosciuto, vissuto nel sud della Francia e in Spagna tra l'Oligocene e l'inizio del Miocene e che ha popolato l'area sardo-corsa prima del distacco di questa dalle coste europee, avvenuto nel Miocene inferiore.
Secondo quanto affermato dagli studiosi e riferito nell'articolo, Bedenomeryx risulterebbe essere il membro più antico del gruppo dei giraffomorfi, collocando così la loro origine nell'Oligocene.

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 luglio 2018 / TV e Radio (Pagina 55 - Edizione CA)
VIDEOLINA
L'uomo di Arbus a 40° Parallelo

Alle 21 40° Parallelo, indaga l'ultima fase del Paleolitico e al Mesolitico in Sardegna. Tra i luoghi protagonisti, la valle di Lanaittu, la grotta di Cordeddu e quella di su Coloru a Laerru. Imperdibile l'affascinante storia dell'uomo di Arbus: scavi, ritrovamenti e sepolture hanno testimoniato la sua stanzialità. L'uomo di Arbus era cacciatore, raccoglitore e pescatore. Tra gli ospiti: Pino Fenu consulente Soprintendenza Beni Archeologici di Sassari e Nuoro e Rita Melis, docente di Geoarcheologia all'Università.

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 luglio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
La prima giornata sull'inclusione alla facoltà di Scienze economiche
Disabili, studio e diritti:
il progetto dell'Università

La disabilità come concetto in evoluzione: questa la tematica centrale dell'intervento del presidente della Rete italiana disabilità e sviluppo e membro DPI Italia (Disabled Peoples' International) Giampiero Griffo, ieri nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche in occasione della prima giornata della summer school Human rights and social inclusion: il diritto allo studio in una prospettiva inclusiva, organizzata dall'Università.
«La disabilità dovrebbe essere un tema centrale in tutte le politiche», ha detto Griffo. «Siamo cittadini a tempo pieno, studenti, viaggiatori e lavoratori. Siamo considerati vulnerabili ma siamo solo persone che ricevono poche attenzioni. Mi sento più un ricevitore di handicap che un portatore: è la società che non mi viene incontro». Il presidente della Rete gira il mondo in sedia a rotelle per difendere i diritti umani, sfidando ogni giorno barriere e stereotipi.
Il problema inizia nelle scuole, dove alla cultura dell'inclusione è stata per molti anni preferita quella della segregazione. Secondo l'Ocse la scuola italiana è la più inclusiva d'Europa, con 233mila studenti disabili. Ma la strada verso l'uguaglianza è ancora lunga: il numero di ragazze disabili che studiano è molto inferiore a quello dei ragazzi, e le donne con disabilità sono in generale meno tutelate delle altre. Inoltre sono tanti i Paesi in cui la dispersione scolastica è alta e dove scuole e classi speciali sono ancora considerate la soluzione. «La scuola è il primo momento in cui una persona viene inclusa o esclusa», ha spiegato Griffo. «L'inclusività porta benefici sia alle famiglie di persone con disabilità che agli altri alunni. Ognuno deve avere la possibilità di sviluppare il proprio potenziale, attraverso obiettivi personalizzati che si inseriscano nella vita di classe. Le insegnanti di sostegno devono essere specializzate, e in grado di motivare, mediare e valorizzare le capacità degli alunni».
«Le persone con disabilità possono fare cose che non ci si potrebbe nemmeno immaginare: viaggiare senza poter camminare, leggere a occhi chiusi, comunicare senza parlare e laurearsi con disabilità intellettive», ha concluso. «Siamo resilienti ma abbiamo bisogno che la società ci fornisca gli strumenti per adattare le nostre capacità al mondo in cui viviamo. L'Università, organizzando questa iniziativa, dimostra di muoversi in questa direzione».
Sara Piras

 

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 luglio 2018 / Cronaca di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
Il presidente Pigliaru e il sindaco Soddu incontrano i 50 del progetto Talent up
Da Nuoro alla Silicon Valley: giovani imprenditori crescono

«In Sardegna ci sono tanti giovani di talento. Molti sono già stati all'estero. Adesso, abbiamo l'opportunità di riportare nell'Isola questo enorme capitale di competenze: d'altronde, ci servono più imprese, soprattutto innovative». Il governatore Francesco Pigliaru è raggiante, accanto al sindaco Andrea Soddu, mentre illustra Talent up, progetto destinato a creare gli imprenditori del futuro. In cinquanta si sono dati appuntamento a Nuoro, ieri mattina, per l'avvio di un'avventura che parte dalla Barbagia (un mese) e si concretizzerà all'estero (dodici settimane). Tutto reso possibile da sette milioni di euro.
INNOVATORI Imprenditori e “startupper”. La Regione, in collaborazione con l'Aspal (Agenzia sarda politiche attive del lavoro), ha deciso di investire su queste figure. Misura ideata sulla scia dell'esperienza più che decennale maturata con il programma Master and Back, il bando Talent up nasce per aiutare i giovani sardi a formarsi e ad avviare un'impresa in Sardegna. «Vogliamo compensare le difficoltà della nostra regione, derivanti da una bassa intensità imprenditoriale, creando sinergie, formazione e contaminazione», spiega Pigliaru. «È certo che dove ci sono poche imprese ci sono molte opportunità e spazi non sfruttati: noi facilitiamo la possibilità di coglierli».
I PARTECIPANTI Alcuni vivono all'estero, dove si sono laureati, altri nei principali capoluoghi della Penisola. La maggior parte in Sardegna. Ieri mattina i cinquanta allievi di Talent up (selezionati tra 110) hanno iniziato le lezioni, negli spazi del Consorzio universitario nuorese, in via Salaris. «La mia idea di impresa nasce dopo un viaggio in Italia, per accompagnare diversi presidenti delle Camere di commercio dell'America latina», spiega Paola Locci, intraprendente desulese con trascorsi lavorativi in Colombia. «Ho scoperto diverse realtà artigianali e agroalimentari, dal grande potenziale. Vorrei mettere a disposizione le mie competenze, per aiutare queste eccellenze a farsi conoscere e a creare un futuro che definisco di firma artigiana ». Sabina Elias, giovane sassarese, aggiunge: «Voglio realizzare un progetto di innovazione sociale. Ha l'obiettivo di promuovere inclusione e coesione, sia a livello locale che regionale».
LE FASI Dopo un mese di formazione a Nuoro, il cuore di Talent up prenderà il ritmo all'estero: dodici settimane in aree ad alta densità d'impresa, come la Silicon Valley. Così, dall'apprendimento sul campo si passerà alla trasformazione dell'idea in attività imprenditoriale. Per il direttore di Aspal, Massimo Temussi, «questi progetti ci traghetteranno nel futuro».
Gianfranco Locci

La Nuova Sardegna

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 luglio 2018 / La mia isola estate - Pagina VI
L'ANTENATO SARDO DELLA GIRAFFA
Il Sardomeryx oschiriensis era un giraffoide endemico
della Sardegna che si estinse senza lasciare discendenti

di Simone Repetto
Si trovano in Sardegna i resti del più antico ruminante insulare al mondo, vissuto tra i 18 e i 19 milioni di anni fa, in un contesto evolutivo da cui discendono le attuali giraffe e gli okapi. A dare la sorprendente notizia, è stato un team di ricercatori italo-svizzero, composto dai paleontologi Daniel Zoboli e Gian Luigi Pillola, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell'università di Cagliari, e da Bastien Mennecart e Loïc Costeur, ricercatori dei musei di storia naturale di Basilea e Vienna, in una recente pubblicazione sulla prestigiosa rivista inglese "Journal of Systematic Palaeontology". Protagonista della ricerca è la specie Sardomeryx oschiriensis, un giraffoide endemico della Sardegna nel Miocene inferiore, che si estinse senza lasciare discendenti. Il territorio da cui provengono i resti dell'animale, limitati a frammenti di cranio e dentatura, è quello della Sardegna settentrionale, fra Oschiri e Laerru. Come spesso accade nel mondo della paleontologia, determinate risultanze emergono molto tempo dopo il ritrovamento dei primi resti ossei, perché gli stessi sono stati analizzati compiutamente in seguito e comparati con gli ultimi aggiornamenti provenienti dal mondo scientifico.Così è accaduto nel caso di Sardomeryx, i cui primi resti vennero ritrovati nei dintorni di Oschiri da un privato, nel lontano 1903, e in seguito trasportati fino a Londra, per essere conservati nel Natural History Museum. Circa dieci anni fa il paleontologo olandese Jan Van Der Made decise di analizzarli attentamente, scoprendo di trovarsi di fronte ad una nuova specie, da qui l'istituzione. Nella sua analisi, considerava affine a Sardomeryx anche Umbrotherium azzarolii, altro giraffoide vissuto nel Miocene superiore fra Sardegna e Toscana, la cui origine non è stata chiarita. Lo studio recente, invece, ipotizza che Umbrotherium, avente una dentatura più evoluta, derivi da nuovi consimili immigrati in territorio insulare, giunti in territorio sardo circa 10 milioni di anni dopo Sardomeryx. Valutando gli ultimi rinvenimenti, affioranti in depositi lacustri miocenici nella zona di Laerru, si avanza inoltre la possibilità di un antenato continentale comune alla specie insulare sarda estinta e alle giraffe. Sarebbe un membro del genere Bedenomeryx, ruminante attualmente assai poco conosciuto, vissuto nel sud della Francia e in Spagna tra l'Oligocene e l'inizio del Miocene, che raggiunse l'area sardo-corsa prima del distacco di questa dal continente, avvenuto nel Miocene inferiore. Secondo quanto espresso dagli studiosi, «Bedenomeryx risulterebbe essere il membro più antico del gruppo dei giraffomorfi, collocando così la loro origine nell'Oligocene». A sorprendere, per i non addetti ai lavori, è anche la forma che avevano tali creature primitive, non certamente somigliante ai giraffidi attuali. Come sostenuto da Zoboli e Pillola, «probabilmente, avevano le dimensioni di una pecora o di un piccolo cervo, ed erano sprovvisti di corna. L'unica cosa certa che possiamo affermare, in base ai resti craniali ritrovati, è che i maschi erano muniti di canini superiori robusti, elemento comune ad alcuni ruminanti contemporanei e preistorici». Niente collo e arti allungati, dunque, prerogativa degli ultimi stadi evolutivi delle specie che possiamo osservare attualmente in Africa. «Una discendenza che, nel corso di milioni di anni - ricordano gli studiosi - ha generato giraffomorfi dalla forme curiose e spesso bizzarre, come quelli della famiglia dei paleomericidi, aventi crani muniti di tre corna».

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 luglio 2018 / Nuoro - Pagina 17
Arrivano da tutta la Sardegna, si formeranno a UniNuoro e poi all'estero per creare nuove startup
Obiettivo impresa per 50 giovani

di Stefania Vatieri
NUORO Da un lato cinquanta giovani: le beautiful mind dell'isola, con le loro idee geniali ed importanti esperienze lavorative all'estero. Dall'altro la Regione, che mette in campo 7 milioni di euro per creare una nuova generazione di imprenditori capace di confrontarsi con i mercati internazionali e con le tendenze economiche, con l'obiettivo di incentivare la creazione di nuove imprese con sede nell'isola. Sono questi gli obiettivi di Talent Up, l'innovativo programma regionale fortemente voluto dalla Giunta Pigliaru e attuato dall'Aspal che mira a formare i nuovi imprenditori del futuro. Ieri mattina nella sede di via Salaris dell'università nuorese sono stati presentati i 50 candidati selezionati e ammessi alla prima fase del programma. Ad accoglierli sono stati il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il direttore generale dell'Aspal Massimo Temussi, insieme con il sindaco di Nuoro Andrea Soddu e il commissario di UniNuoro Fabrizio Mureddu. «Sappiamo che serve talento, propensione al rischio e capacità ma siamo certi che il contesto fa la differenza - ricorda Pigliaru durante l'incontro -. Talent Up nasce per compensare le difficoltà della nostra regione, derivanti da una bassa intensità imprenditoriale, creando sinergie, formazione e contaminazione. Ai ragazzi selezionati dico: se siete qui è perché avete superato una difficile selezione e siamo contenti di vedervi così forti e motivati. Lo sviluppo e il lavoro lo creano soprattutto le imprese, siete la nostra grande speranza».Tra i cinquanta partecipanti che hanno superato la selezione sul totale delle 110 domande presentate, in cui uno dei requisiti fondamentali era la conoscenza della lingua inglese ma nessun limite di età, il 58 per cento ha tra i 30 e i 39 anni, il 28 per cento tra i 20 e i 29, il restante tra i 40 e i 49 anni. Mentre è alta la partecipazione femminile, rappresentata dalla metà dei partecipanti. «Progetti come questo servono per traghettarci nel futuro, per portarci al passo con quello che richiede il mercato del lavoro in particolare sul digitale - spiega Massimo Temussi, direttore generale dell'Aspal - oggi non è più possibile dire che l'alternativa alla disoccupazione è il lavoro dipendente, bisogna creare imprese innovative».Un percorso di formazione che per quattro settimane vedrà i giovani talenti selezionati e provenienti da ogni angolo dell'isola frequentare le lezioni nella sede del consorzio universitario nuorese. Una scelta, come ha sottolineato il primo cittadino nuorese, «che mira a portare tali opportunità anche nei territori in cui la densità imprenditoriale è più bassa - aggiunge Andrea Soddu -. Talent Up è una precisa scelta del presidente Pigliaru con l'obiettivo di riportare a casa i nostri talenti migliori e fargli costruire il futuro del territorio».Avranno successo? Forse non tutti, ma lo spirito è certamente quello giusto. Lo dimostra il team tutto nuorese selezionato tra le cinquanta migliori idee imprenditoriali, formato da Francesco Rusui, Salvatore Beccu, Lorenzo Murru e Pasquale Murru, che per la loro start up hanno puntato su un modello di turismo eco sostenibile ma sopratutto low cost, «in grado di sfruttare le strutture già esistenti nell'isola e creare una rete turistica a basso costo». Da Desulo arriva Paola Locci, 36enne che da due anni vive e lavora a Bogotà. La sua originale idea parla di sviluppo e innovazione. «La mia mission è lavorare con le aziende sarde per fornirgli gli strumenti giusti per crescere e allineare la loro offerta al mercato mondiale». Un esempio? «Produrre una linea di mobili Ikea con la gallinella sarda».

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 luglio 2018 / Lettere e commenti - Pagina 29
IO TI DIFENDO - La Nuova Sardegna a fianco dei cittadini
IL DIFENSORE CIVICO
Detrazioni per universitari, se lo Stato non dà risposte certe

di Paoletta Farina
Ho deciso di rivolgermi al difensore civico della rubrica "Io ti difendo" per avere chiarimenti e se il caso un aiuto su quanto segue. Da poco, tramite un Caf ho presentato la dichiarazione dei redditi per l'anno di imposta 2017. Per tale periodo, ritengo di aver diritto alla detrazione fiscale delle spese sostenute per l'affitto della casa di mio figlio studente universitario. Per l'anno di imposta cui mi riferisco (redditi 2017), mio figlio residente a Cuglieri ha fatto i suoi studi in due diverse Università: da gennaio a luglio 2017 a Sassari che dista circa 95 km dal paese di residenza e da settembre a dicembre a Cagliari, distante 1km. Ciò premesso, il Caf, anche a seguito di apposito quesito posto all'Agenzia delle Entrate, ha messo in detrazione solo le spese per l'affitto della casa di Cagliari distante Km 140 dal paese di residenza, escludendo le spese relative all'affitto della casa di Sassari (Km. 95), essendo quest'ultima secondo la vecchia normativa distante meno di 100 km. Ritengo invece di aver diritto alla detrazione anche per la casa di Sassari, in quanto la legge di stabilità 2018 dispone che il requisito della distanza per gli universitari residenti in zona montana e svantaggiata si intende rispettato anche entro i 50 km. Faccio poi presente che al Caf ho presentato una dichiarazione del Comune di residenza attestante che "il Comune è inserito in zona svantaggiata e montana in seguito a delimitazione ai sensi della direttiva Cee 75/268 del 28 aprile 1975 e inserito negli elenchi allegati alle Direttive n° 75/273 e n° 84/167 Cee". È scoraggiante constatare che pur in presenza di queste direttive, l'Agenzia delle Entrate sia in attesa che venga emanato un decreto per individuare i Comuni montani. 
Cosimo Mura (Cuglieri)
* * *
Il problema che ci propone il lettore interessa in questi tempi le famiglie con figli che studiano in Università diverse da quelle del luogo di residenza. Premesso che lo Stato, con le detrazioni previste per le spese d'affitto della casa occupata dallo studente, consente un risparmio al bilancio familiare, e per questo va quindi apprezzato, dall'altro trova sempre il modo di disorientare il cittadino, confonderlo, costringerlo ad affannarsi per verificare se un diritto che sembra chiaro gli spetti, in effetti lo è. Uno Stato che non si mette d'accordo con se stesso, che da una parte legifera per dare un beneficio, ma dall'altra mette il bastone tra le ruote perché questo beneficio venga accordato non provvedendo a compiere gli ulteriori passi necessari (e nei tempi necessari), è uno Stato che ha fallito il suo compito.

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