Press review

02 July 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 2 luglio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Oggi incontro con Giampiero Griffo (Dpi Italia)
Convegno su disabilità e diritto allo studio
Sarà Giampiero Griffo, presidente della Rete italiana disabilità e sviluppo e membro Dpi Italia (Disabled peoples' international) ad aprire oggi, alle 10,30, nell'aula Maria Lai (via Nicolodi, parte alta di viale Sant'Ignazio) la Summer school dal titolo “Human Rights and Social Inclusion: il diritto allo studio in una prospettiva inclusiva”, organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Cagliari in collaborazione con la Facultad de Derecho de la Universidad Nacional de Mar del Plata (Argentina) e il Centro servizi per l'inclusione e l'apprendimento dell'Ateneo cagliaritano.
LA RETE Griffo presiede una rete di organizzazioni non governative e di persone con disabilità che ha contribuito a promuovere l'inclusione in contesti di emergenza e sviluppo sociale. Parlerà dei diritti umani come paradigma della libertà, un tema che conosce particolarmente bene: con la sua sedia a rotelle ha raggiunto oltre 60 paesi in tutto il mondo, lavorando assiduamente nella cooperazione internazionale per i diritti delle persone con disabilità. A seguire ci sarà l'intervento di Eduardo Pablo Jimenez, docente della Universidad Nacional Mar Del Plata.
LA SUMMER SCHOOL Per questo le sessioni della Summer school affrontano il tema da numerosi punti di vista: i diritti umani a scuola (oggi), l'evoluzione storica e gli assetti giuridici (domani), i profili normativi e psicologici per gli alunni con Dsa (mercoledì), l'accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati (giovedì) e le strategie educative e di inclusione sociale per gli alunni adottati e fuori dalla famiglia di origine (venerdì). A una parte teorica del mattino, si affiancheranno i venti laboratori che saranno realizzati da esperti del settore nel pomeriggio di ogni giornata.

La Nuova Sardegna

2 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 2 luglio 2018 / Prima pagina
IL COMMENTO
SERVE IL PATTO TRA ATENEI ED ECONOMIA
di ANTONIETTA MAZZETTE
Sono tanti i giovani sardi che decidono di frequentare università situate per lo più nel centro-nord, il secondo passo sarà quello di andare fuori dall’Italia. Questo tipo di emigrazione non è nuovo e lo potremmo considerare fisiologico, oltre che positivo. E allora, perché oggi ci dovremmo allarmare? In passato studiare in “Continente” e, talvolta all’estero, era un privilegio, ma anche una necessità se in sede mancavano i corsi di laurea a cui iscriversi. Conseguito il titolo di dottore, quasi sempre, anche se con qualche eccezione, si rientrava in Sardegna per svolgere la professione per cui ci si era formati. Oggi la possibilità di studiare fuori per poi rientrare è quasi impossibile.  ? CONTINUA A PAGINA 6

Sardegna - Pagina 6   segue dalla prima
SERVE IL PATTO TRA ATENEI ED ECONOMIA
di Antonietta Mazzette
Ovvero, chi si iscrive in altri atenei lo fa in buona misura perché ritiene che in Sardegna non ci siano prospettive e, dunque, tanto vale andar via al più presto. In altri termini, questi giovani sono "in fuga" dalla Sardegna, non dalle università di Cagliari e Sassari.
LA FUGA DALL’ISOLA
Il sistema produttivo sardo dà lavoro di basso profilo e tradisce le aspettative di donne e giovani laureati
Questa fuga si accompagna ad un'altra fuga: molti laureati in Sardegna vanno via, magari dopo vani tentativi di inventarsi un lavoro di qualunque tipo, anche non qualificato. La Sardegna, così, subisce due perdite: perde la popolazione più produttiva senza la quale un territorio non può avere futuro; perde il denaro investito dalla società e dalle famiglie per formare questi giovani. Naturalmente ciò va ad aggravare la vulnerabilità delle comunità a rischio di spopolamento, cioè di scomparsa.
INTESA CON LE UNIVERSITÀ
I settori economici devono poter selezionare gli studenti migliori ma senza sfruttarli
I giovani si iscrivono altrove perché le università sarde hanno un'offerta formativa inadeguata? Prevalentemente no. Se andiamo a vedere i settori produttivi presenti in Sardegna, continuiamo a constatare che permangono debolezze strutturali, compresa quella che non si investe in innovazione, e ciò va a scapito anzitutto dei laureati. Nel settore agricolo sono poche le aziende leader, mentre prevale una frammentazione di piccolissime aziende a conduzione familiare. L'industria si è impoverita progressivamente e ormai ha perso anche l'occupazione manifatturiera di qualità. Il terziario è il settore che registra il più elevato numero di occupati, ma prevale quello tradizionale che non investe in professioni ad elevata specializzazione. Il turismo in gran parte continua ad essere pensato in modo spontaneistico del "fai da te". Insomma, prevale un sistema produttivo che richiede poche professionalità, dà poco lavoro e di basso profilo, non utilizza i giovani, soprattutto le donne laureate che continuano ad essere le più penalizzate. In altre parole, il sistema produttivo sardo continua a "tradire le aspettative dei più istruiti", come aveva scritto nel 2012 la sociologa del lavoro Pruna. Allora che fare? Anzitutto, si saldi un concreto legame tra formazione e sistema produttivo locale. Al di là delle dichiarazioni rituali, si stipuli un vero e proprio patto tra università ed economia. Tutti i settori dovrebbero essere interessati ad avere lavoro qualificato. Così come avviene nei Paesi più avanzati, si accolgano gli studenti non da usare come manovalanza spicciola, impegnandosi a selezionare quelli migliori. Così questi sarebbero incoraggiati a studiare di più e le imprese guadagnerebbero in termini di innovazione e di creatività che solo dei giovani preparati potrebbero portare. In secondo luogo, i diversi settori della macchina pubblica (dalla sanità all'università) avviino un confronto con il governo centrale perché si attui effettivamente il turn-over: nell'arco di pochi anni la nostra società sarà priva delle competenze necessarie per vivere decorosamente (dal chirurgo al professore al funzionario pubblico). La Regione ha deciso di aumentare i finanziamenti destinati al cosiddetto diritto allo studio, questa è una buona cosa, ma se ne frattempo non si affrontano questi nodi e non si riducono le debolezze strutturali dell'economia locale, è facile prevedere che anche le borse di studio erogate dalla Regione per aiutare i nostri giovani, saranno utili ad altri territori, ma non alla società sarda.
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 2 luglio 2018 / Nuoro - Pagina 13
Pigliaru inaugura il programma
di formazione Talent Up

NUORO Sarà il presidente Pigliaru oggi alle 9.30 nella sede del Consorzio universitario UniNuoro, in via Salaris, insieme con il direttore generale dell'Aspal Massimo Temussi, il sindaco Soddu e il commissario di UniNuoro Fabrizio Mureddu, a inaugurare la prima fase di formazione del programma Talent Up, pensato per creare una nuova generazione di imprenditori capace di confrontarsi sui mercati internazionali. Pigliaru saluterà i cinquanta partecipanti che cominciano la prima fase di formazione del programma che poi li porterà per altri tre mesi all'estero in uno dei primi venti ecosistemi imprenditoriali innovativi a livello internazionale. Terminata la selezione, la scorsa settimana l'Aspal, che coordina il progetto, ha pubblicato la graduatoria dei cinquanta partecipanti, scelti sul totale delle 110 domande arrivate per il bando.La prima fase di formazione (il pre-treatment) comincerà proprio oggi , durerà un mese e sarà gestita da una Rti composta dalla Fondazione Giacomo Brodolini di Roma, dalla Luiss (Libera Università internazionali di studi sociali Guido Carlo) e da Iefca, istituto di formazione di Cagliari.
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 2 luglio 2018 / Nuoro - Pagina 13
URBANISTICA >> IL CAMPUS UNIVERSITARIO
Il passaggio delle chiavi dall'Esercito al sindaco è fissata per la fine di agosto
L'EX ARTIGLIERIA AL COMUNE «APRIREMO L'AREA ALLA CITTÀ»
L'assessore Belloi: «In attesa della riconversione, ospiterà mostre ed eventi»

di Valeria Gianoglio
NUORO La consegna delle chiavi dall'Esercito al Comune - come ha annunciato nei giorni scorsi il comandante della Brigata Sassari Andrea Di Stasio durante un incontro con il sindaco Andrea Soddu - è fissata per il prossimo 31 agosto. Ma già dalle ultime settimane, all'ex Artiglieria di viale Sardegna - destinata a diventare un parco urbano, un centro servizi e alloggi per studenti universitari e un centro sportivo aperto a tutta la città - sono cominciate le grandi manovre legate al trasloco: ovvero l'inventario degli arredi e degli immobili e il programma per pianificare, nel dettaglio, lo spostamento dei circa trenta dipendenti ancora in forze nella struttura. E tra un programma e un annuncio, emergono le intenzioni del Comune per i prossimi mesi. «Non appena avremo le chiavi - spiega l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Antonio Belloi - e in attesa che si avvi e si porti a conclusione il concorso di progettazione europeo per riconvertire l'Artiglieria, vogliamo che in qualche modo, anche in questa fase di passaggio, la città si riappropri dell'area dell'Artiglieria. Pensiamo, quindi, di aprire la struttura e di dare occasione di conoscerla a tanti nuoresi che magari non sono mai stati al suo interno. Stiamo ancora valutando come raggiungere questo obiettivo, ma una delle strade possibili è quella di organizzare mostri o eventi culturali che possano essere ospitati al suo interno. Gli spazi giusti, del resto, non mancano. L'Esercito ci sta restituendo un insieme di immobili, spazi e aree, che sono in buono stato e che necessitano solo di un programma di restauro conservativo».L'area dell'ex Artiglieria che sta per entrare in possesso del Comune, è dunque un'area dove non mancano gli immobili e gli spazi che hanno un grande valore storico e architettonico. I 14 milioni di euro che il ministero ha stanziato nell'ambito del bando periferie e nel piano di rilancio del Nuorese sul quale ha puntato tanto il Comune, serviranno per restaurare e riconvertire questi spazi alle nuove destinazioni d'uso. I pur pregevoli, e tutto sommato in buono stato, officine, hangar, palazzina comando, sale per riunione, alloggi per i militari e per i loro familiari, verranno riconvertiti grazie a un concorso europeo di progettazione, in spazi di tutt'altro genere. «L'area diventerà un parco urbano, ospiterà diversi alloggi per studenti universitari, ma sarà anche l'area dove sorgerà un centro sportivo aperto a tutta la città - spiega ancora l'assessore Belloi - sarà, insomma, un'area a disposizione dei nuoresi sotto vari aspetti. È un progetto, del resto, sul quale come giunta abbiamo puntato sin dall'inizio e che rientra a pieno nella nostra filosofia, nel nostro piano per ripensare la città e i suoi servizi». «In questi ultimi giorni ho fatto un nuovo sopralluogo nella struttura e l'ho trovata in buono stato. - aggiunge l'assessore ai Lavori pubblici - ma stiamo ultimando gli accorgimenti finali legati all'iter per il concorso di progettazione europeo per la riconversione dell'area. Ma non appena, alla fine di agosto, l'Esercito ci consegnerà le chiavi, e in attesa che si concluda la fase della riconversione, apriremo l'area alla città attraverso mostre, iniziative ed eventi».

Non solo parco urbano, o campus per studenti universitari: nel mega-progetto per riconvertire l'area dell'Artiglieria di viale Sardegna, tra gli obiettivi del Comune, c'è anche quello di creare il primo "Cus Nuoro", ovvero un centro universitario sportivo che esiste già in tante città universitarie ma che finora, evidentemente, a Nuoro mancava nonostante una discreta presenza di studenti. Il primo Cus Nuoro, tuttavia, secondo gli obiettivi del Comune, non sarà a disposizione solo degli studenti iscritti nei diversi corsi universitari cittadini, ma anche un servizio che sarà a disposizione di tutti i cittadini per svolgere diverse discipline e sport. L'area dell'ormai ex Artiglieria, del resto, è molto vasta e in grado di ospitare diverse attività e presenze al suo interno. (v.g.)

Questionnaire and social

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