Press review

20 June 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 giugno 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Deriu (Pd): grazie al lavoro del Consiglio sono arrivati altri 17 milioni di euro
«UNIVERSITÀ, PIÙ FONDI PER FAR STUDIARE PIÙ GIOVANI»

Se in Sardegna due persone su dieci lasciano la scuola precocemente e se 50mila ragazzi tra 15 e 24 anni non studiano, non lavorano e non si formano, le istituzioni devono interrogarsi sul fallimento delle loro politiche. Ciò non toglie che ci siano azioni virtuose che hanno prodotto risultati verificabili. Sul diritto allo studio universitario, ad esempio, c'è qualche ragione per essere ottimisti: nel 2018 sono raddoppiate le borse di studio, è aumentata la no tax area, dunque più famiglie avranno la possibilità di iscrivere i loro figli all'università, ci sono più soldi per contribuire a pagare un affitto e per le borse di specializzazione dei giovani medici.
Ciò è potuto accadere grazie all'azione del Consiglio regionale che ha stanziato in bilancio 17 milioni in più rispetto ai fondi previsti dalla Giunta portando i finanziamenti regionali a 22 milioni. E siccome le leggi prevedono che lo Stato si faccia carico del 60% dei costi del diritto allo studio e le Regioni il 40% ma anche che ci siano dei premi per le Regioni che raggiungono o superano questa soglia, è accaduto la Sardegna abbia avuto più fondi dallo Stato.
L'AZIONE DEL PD A insistere per inserire questo processo nell'agenda del Consiglio regionale è stato Roberto Deriu (Pd): «Abbiamo salvato l'Università di Sassari che nel 2015 era a rischio sopravvivenza e oggi ha risanato i bilanci, aumentato gli immatricolati e incrementato la ricerca, come l'ateneo di Cagliari», racconta con orgoglio Deriu.
LAVORO COLLETTIVO Certo, si sarebbe dovuto agire prima e Deriu lo riconosce. «Nei primi anni ho faticato: non c'era un raccordo tra politica e mondo dell'università, gli atenei erano così abituati a subìre tagli che non chiedevano più. Noi abbiamo studiato i problemi, abbiamo stimolato il sistema politico e quello accademico, abbiamo lavorato con le associazioni studentesche, coi docenti. Abbiamo ricreato un clima di fiducia e grazie a un lavoro collettivo abbiamo raggiunto risultati tangibili e verificabili dei quali vedremo i maggiori effetti nei prossimi anni. Questo dimostra che la Sardegna ce la può fare a far studiare i ragazzi e che non dobbiamo pensare che siao spacciati».
GARANZIA GIOVANI Intanto è terminata la prima fase del programma Garanzia Giovani e l'Aspal non potrà più attivare i tirocini di tipologia A, quelli rivolti ai giovani Neet tra i 18 e i 29 anni. È in corso la predisposizione della fase 2, che per la Sardegna prevede per i tirocini 13 milioni di euro, con la novità che un asse sarà dedicato a tutti i giovani sino ai 35 anni, anche non Neet. In un anno in Sardegna sono stati attivati 7.120 tirocini. I cui risultati dovranno essere verificati.
(f. ma.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 giugno 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
ZONA FRANCA
Lunedì alle 20 nella Sala degli specchi dell'Università, facoltà di Lettere, “Riprendiamoci la Sardegna” ospita Giovanni Razzu, capo del dipartimento di Economia all'università di Reading a Londra e consulente economico di Tony Blair, Gordon Brown e Theresa May. Parlerà di zona franca in Sardegna.

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 giugno 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 40 - Edizione CA)
Alghero
ARRIVA IL TOP DELLA RICERCA

Tra i relatori più attesi c'è pure Hal Varian, capo economista di Google, che venerdì parlerà di economia dei media: “Intelligenza artificiale, economia e organizzazione industriale”. Ma al workshop iniziato ieri e organizzato dal Crenos al Dipartimento di Architettura di Alghero, sono già arrivati una novantina di ricercatori da tutto il mondo per confrontarsi su temi economici e su nuove idee di ricerca non ancora arrivate alla pubblicazione. Lavori inediti che potranno essere condivisi tra gli addetti ai lavori. Il nono seminario promosso dal Centro di ricerche degli atenei sardi in collaborazione con i Dipartimenti di scienze economiche e aziendali delle università di Cagliari e Sassari, l'Università di Chicago e il Banco de Espana, affronta quattro argomenti in altrettante intense giornate: credito, economia sanitaria, economia della politica e dei media.
(c. fi.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 giugno 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 40 - Edizione CA)
SASSARI. Numeri incoraggianti nella Giornata di studio sul reinserimento
L'UNIVERSITÀ ALLA CONQUISTA DELLE CARCERI SARDE

Piene di detenuti in regime di 41 bis, con il 33% di immigrati, ma anche pronte ad offrire la possibilità di studiare ai detenuti, come raramente accade nel Sud. È composita la fotografia scattata alle carceri sarde attraverso le relazioni nella giornata di studio dal titolo "Pena detentiva e reinserimento sociale: il contributo dello studio universitario". L'appuntamento è stato organizzato nell'Aula Magna dal Polo Universitario Penitenziario dell'Ateneo di Sassari.
Alcuni dati erano già noti: l'isola ha il primato per i condannati al carcere duro (41 bis) vale a dire terroristi, appartenenti alla criminalità organizzata e altri reati gravi. Secondo Daniele Pulino, dell'Osservatorio dell'associazione Antigone, «al 31 maggio di quest'anno gli istituti isolani hanno 745 stranieri sui 2.258 detenuti totali, circa 33% che è in linea con una media nazionale del 34,3%».
Complesso il discorso del recupero. Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, ha evidenziato: «È importante la responsabilizzazione dei detenuti. Non basta fare teatro o ceramica, sarebbero più utili attività che consentono al detenuto di rimanere collegato e quindi, in prospettiva, di reinserirsi più facilmente. Per esempio l'uso delle nuove tecnologie, che nella realtà carceraria di Sassari non è ammesso».
Positivo il lavoro svolto dall'ateneo sassarese con il Polo Universitario Penitenziario: 35 studenti detenuti seguono 14 corsi di laurea differenti in quattro dei dieci istituti sardi, Tempio-Nuchis, Alghero, Sassari e Nuoro. In tutto il Sud fanno altrettanto solo Taranto, Catanzaro e Pozzuoli femminile. Emmanuele Farris, Delegato del Rettore, ha poi ricordato che il ministero (Miur) ha stanziato 220 mila euro per l'implementazione delle attività del Polo Universitario Penitenziario.
Giampiero Marras

 

L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 giugno 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 40 - Edizione CA)
SASSARI. Vertici sotto accusa
Psichiatria: chiede i danni dopo il concorso

Primo atto per il processo che vede imputati medici della clinica psichiatrica di Sassari. Ieri i giudici sassaresi si sono occupati del fascicolo aperto a carico della direttrice della Scuola di psichiatria dell'Università di Sassari, Liliana Lorettu, di Giancarlo Nivoli, ex direttore della Scuola di specializzazione della clinica di San Camillo, Noemi Sanna, docente e ricercatrice (moglie di Nivoli), la figlia Alessandra Nivoli, anche lei docente e lo psichiatra Paolo Milia. Sotto processo anche Donato Posadinu, direttore del Servizio di psichiatria dell'ospedale civile di Sassari.
I reati contestati dal pm Carlo Scalas vanno dall'abuso d'ufficio al falso. La vicenda giudiziaria parte da un esposto presentato da una specializzanda, che ha denunciato di essere stata allontanata dalla Scuola di Psichiatria, dopo avere segnalato alcune presunte anomalie nella gestione dei corsi e nelle stesse modalità delle visite ai pazienti.
La presunta vittima si è costituita parte civile nel processo, assistita dall'avvocato Antonio Cosseddu. Ieri è stato nominato un consulente che dovrà occuparsi della trascrizione delle intercettazioni telefoniche disposte ed effettuate nel corso delle indagini. I difensori (Giovanni Campus, Marcello Bazzoni, Stefano Porcu, Edoardo Morette e Speranza Benenati) hanno dalla loro, un provvedimento del Tribunale del Riesame e una sentenza del Tar che esclude un trattamento vessatorio nei confronti della specializzanda.
( a. b. )


 

La Nuova Sardegna

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 giugno 2018 / Oristano - Pagina 18
Incontro tra il presidente della Regione e gli studenti al Consorzio Uno
PIGLIARU AGLI UNIVERSITARI: «COSTRUITE QUI IL FUTURO»
Presentazione degli incentivi proposti dal progetto Resto al sud

di Stefano Sulis
ORISTANO «Scommettete sul vostro futuro in Sardegna». Questo il messaggio che arriva dalla presentazione del bando "Resto al Sud" agli studenti dell'università di Oristano, ieri mattina nella sede del Consorzio Uno.In cattedra, con l'obiettivo di dare tutte le informazioni in merito, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru: «Questi appuntamenti sono molto importanti, perché avere le giuste informazioni è il primo, essenziale passo per un giovane che ha bisogno di essere incoraggiato ad ascoltare il proprio talento. Conosciuti gli strumenti, che in questo particolare momento ci sono e sono tanti - ha proseguito Pigliaru -, è più facile decidere di mettersi in gioco».Il presidente della Regione ha ricordato i motivi storici e geografici che danno allisola una "densità imprenditoriale" inferiore rispetto a quella di altri territori dove è più semplice creare impresa.Con il progetto Resto al Sud «il Governo dà una risposta importante - ha aggiunto Pigliaru -. In Sardegna può funzionare ancora meglio perché si affianca alle iniziative concrete che portiamo avanti noi su questo fronte. Noi mettiamo a disposizione strumenti, risorse, assistenza tecnica che funziona. A voi chiediamo un'idea e la voglia di trasformarla in realtà."Resto al sud" è l'incentivo che sostiene la nascita di nuove imprese in otto regioni del meridione, tra cui la Sardegna. Si tratta di una misura varata dal Ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, le cui agevolazioni sono rivolte ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L'intervento finanzia nuovi progetti relativi alla produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura e quelli relativi alla fornitura di servizi alle imprese e alle persone.Ogni giovane può ricevere fino a un massimo di 50.000 euro. Il finanziamento consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35 per cento dell'investimento complessivo e un finanziamento bancario pari al restante 65, garantito dal Fondo di Garanzia per le Piccole e medie imprese.«Possiamo fare di più - ha concluso Pigliaru -. Siamo al 6,3 per cento delle domande presentate se consideriamo tutto il sud Italia, dove ne sono state presentate 3.170. In Sardegna ne sono state presentate 200».Il confronto con altre zone dela penisola è spesso impietoso, ma secondo il presidente della Regione «È improbabile concorrere con Sicilia e Campania che hanno molti più abitanti, ma facendo dei calcoli da economista, in rapporto alla nostra popolazione mancano quelle 44 domande che ci porterebbero al 7,7 per cento. Un valore consono alla nostra popolazione. Dove sono quelle domande? Stiamo facendo uno sforzo per l'orgoglio della Sardegna. Possiamo farlo, facciamolo».

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 giugno 2018 / Economia - Pagina 14
Si è aperto l'evento internazionale organizzato da Crenos e dagli atenei sardi
L'INSICUREZZA ECONOMICA ALLA BASE DEI POPULISMI
Morelli, Bocconi: «La ribellione degli elettori non deriva da fattori culturali»

di Gian Mario Sias
ALGHERO «Il populismo non è paragonabile a un mal di pancia, è un fenomeno razionale e ha motivazioni economiche, conoscerle aiuta a gestirne le conseguenze politiche». Secondo Massimo Morelli, ordinario di Scienze politiche ed economia all'Università Bocconi di Milano, l'Italia non sta poi così male. «Con il governo del cambiamento si è entrati in un territorio mai attraversato, perché si tratta di un governo composto da due populismi diversi», osserva il docente. «È probabile che grazie a questa anomalia si riesca meglio a scindere l'aspetto più strettamente economico del populismo, al quale va comunque data una risposta - è il parere di Morelli - da quello politico, che invece va bloccato per evitare che accada come in passato, quando ha prodotto il fascismo». Ecco perché, secondo lui, «il caso italiano è il meno grave, perché con un governo populista di una sola bandiera il rischio di populismo politico tout court sarebbe più alto». Nella prima giornata di lavori del nono workshop internazionale di economia promosso dal Crenos e dai dipartimenti di Economia delle Università di Cagliari e Sassari in partnership con numerosi protagonisti della comunità scientifica-economica internazionale si è parlato anche di questo. Da ieri a venerdì oltre novanta studiosi sono radunati nel complesso di Santa Chiara, sede di Architettura ad Alghero, per confrontarsi su credito, politica economica, media economics e health economics. «Da anni le scienze politiche e l'economia si sono concentrate sul populismo, analizzandone cause e conseguenze», precisa Massimo Morelli. «Il dubbio se le origini del fenomeno siano culturali o economiche tende sempre più frequentemente a essere risolto dalla convinzione che sia l'insicurezza economica il vero motore - rivela - non avere un lavoro, non percepire un salario adeguato, la robotizzazione dei processi produttivi, la globalizzazione causano paura». Ed è da quella che poi deriva «una maggiore indisponibilità ad accettare l'altro - aggiunge il prof - la chiusura è una conseguenza secondaria della insicurezza economica, non è un fattore culturale». Morelli e altri studiosi hanno analizzato il populismo in Europa e in America, verificando che «i fattori economici influenzano l'insorgere del populismo in due modi», spiega ancora Morelli. «Quando una persona si sente meno sicura a causa delle politiche attuate dai governi precedenti, che sono fallite, opta senz'altro per chi gli propone qualcosa di più tangibile, come per esempio il reddito di cittadinanza», è la constatazione su cui oggi discute la comunità internazionale. «È riflesso anche il fenomeno per cui la disaffezione verso la politica provoca disimpegno, mancanza di partecipazione, sfiducia nelle istituzioni - continua Morelli - e questo crea l'habitat ideale per l'entrata in scena di movimenti nuovi, ai quali guardano tutti quelli che avevano deciso di astenersi e avevano accumulato livelli di sfiducia notevoli». Come spiega per gli organizzatori il prorettore dell'università di Sassari, Luca Deidda, «il workshop di Alghero è una occasione di interazione, un modo per proporre in anteprima ad altri studiosi i lavori non ancora pubblicati». Domani parlerà di economia dei media Hal Varian, capo economista di Google. Ma ai lavori parteciperanno ricercatori delle più importanti università del mondo, da Harvard a Stanford, dalla London school of economics alla Bocconi, da Bologna a Padova, oltre quelli di Cagliari e Sassari.

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 giugno 2018 / Sassari - Pagina 25
Il garante nazionale Palma cita l'esempio dei papà reclusi che fanno i compiti con i figli grazie a Skype
Carcere 2.0: il reinserimento è anche tecnologia

di Antonio Meloni
SASSARI Recupero del detenuto e tecnologia vanno di pari passo, è impensabile programmare la riabilitazione sociale vietando l'accesso alle opportunità offerte dall'era digitale per conoscere il mondo. Ne è convinto Mauro Palma, garante nazionale dei detenuti, intervenuto ieri al convegno organizzato dall'ateneo turritano nell'aula magna del rettorato. Un evento importante, pensato per fare il punto sul ruolo centrale dello studio nel momento delicato del reinserimento sociale. Durante i lavori del convegno, aperto con i saluti del rettore Massimo Carpinelli e del sindaco Nicola Sanna, è emerso che a Bancali, come in altri istituti, i carcerati non hanno accesso alle nuove tecnologie: «Mi chiedo - ha detto Palma - come si possa pensare al reinserimento quando il detenuto perde il collegamento con la realtà». Il problema si pone in particolare per quei casi in qui la pena prevede lunghi periodi detentivi durante i quali il carcerato perde completamente il collegamento con l'esterno.Il recupero. «Il pieno recupero di un individuo privato della libertà personale - ha proseguito infatti il garante nazionale per i detenuti - passa attraverso il rispetto del diritto alla comprensione che non è solo quello di carattere linguistico, quando si tratta di reclusi stranieri, ma in senso più lato la capacità di saper interpretare una realtà che cambia a ritmi vertiginosi». I figli. Nel carcere di Venezia, per esempio, uomini e donne, grazie a Skype, possono fare i compiti con i loro figli collegati da casa. Un sistema semplice, ma straordinario, per continuare a partecipare alla vita familiare e stabilire, al contempo, un collegamento con il mondo esterno in cui, prima o poi, si deve tornare. «Dovremmo declinare meglio il termine rieducazione - ha proseguito Mauro Palma - perché se non si danno strumenti capaci di diminuire la distanza si rischia di offrire l'idea di una realtà falsificata compensata da un insieme di attività che non preparano al ritorno alla vita reale».Sovraffollamento. A margine dei lavori, il garante nazionale dei detenuti, reduce da una intensa settimana di incontri istituzionali, ha trattato anche il tema del sovraffollamento. In Italia, su circa 59 mila detenuti, sono 5400 quelli con sentenze inferiori a un anno di detenzione che salgono a novemila se sommati a quelli con pena residua inferiore ai dodici mesi. «Per questa e altre ragioni - ha concluso Palma - è opportuno pensare a pene alternative che permettano di ridurre quei numeri e preparino al ritorno alla normalità». Al riguardo l'Università di Sassari, da 14 anni impegnata sul versante dell'inclusione, ha attivato da tempo un programma destinato agli studenti detenuti. Durante la mattinata, Emanuele Farris, delegato del rettore per il polo penitenziario, ha presentato i dati relativi a questa attività che consente a una quarantina di detenuti, ogni anno accademico, di studiare in 14 differenti corsi di laurea. Università e carcere. Per questo progetto, che nell'ultima sessione ha visto arrivare alla laurea 4 studenti, l'ateneo ha destinato 220 mila euro e nell'ultima seduta il senato accademico ha approvato il nuovo regolamento che ha un titolo specifico dedicato all'integrazione degli studenti con esigenze speciali.Che le esigenze siano speciali per i detenuti che decidono di cominciare o proseguire gli studi, non ci sono dubbi. Nell'ultimo periodo, infatti, le carceri sono luoghi sempre più internazionali, basta considerare il fatto che solo a Sassari circa il 35 per cento dei 470 detenuti reclusi a Bancali, è rappresentato da stranieri tra nigeriani, marocchini, tunisini e qualche senegalese. Poi ci sono gli europei tra i quali albanesi e rumeni costituiscono la componente più numerosa.«"Il carcere - spiega infatti Mario Dossoni, garante per i detenuti del Comune di Sassari - ripropone la composizione della realtà esterna sempre più multietnica e questo è un fatto non più episodico, ma ormai sistemico, specchio ulteriore della realtà circostante». Diversi gli interventi nel corso della mattinata, da Ilenia Troffa, funzionario giuridico-pedagogico del carcere di Bancali a Paola Sechi, docente di diritto penitenziario nell'università di Sassari. Ancora, Daniele Pulino dell'Osservatorio sociale sulla criminalità, Zena Orunesu, dell'Ordine forense, Francesco Sini del dipartimento di giurisprudenza e Franco Prina, delegato per il polo penitenziario nell'università di Torino.

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 giugno 2018 / Sassari - Pagina 25
IL CONVEGNO
Come cambiano le istituzioni: incontro oggi all'Università

SASSARI "Le istituzioni politiche e giudiziarie in Italia. Continuità e cambiamento nel decennio della 'grande crisi globale'". Così è intitolato il convegno che si svolgerà oggi e domani nell'aula magna dell'Università di Sassari. Tra i relatori, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, e Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato interverranno nella giornata di giovedì.L'incontro, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università con l'associazione Elsa e finanziato della Regione, riunisce i massimi esperti della materia provenienti da numerose Università italiane per illustrare quali trasformazioni siano intervenute nelle istituzioni italiane alla luce delle crisi economiche e politiche dell'ultimo decennio.Si parte questa mattina alle 9 con i saluti di Massimo Carpinelli, rettore dell'Università di Sassari, Gian Paolo Demuro, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale.Il programma è suddiviso in cinque sessioni, da "Presidenti e processi di presidenzializzazione" a "Sistemi elettorali" e "Assemblee elettive". Nella seconda giornata, dalle 9 alle 16, saranno affrontati i temi "Magistratura", "Governo e pubblica amministrazione" e "Autonomie territoriali".

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 giugno 2018 / Porto Torres - Pagina 22
Workshop dell'Ente Parco a Cala Reale in collaborazione col Politecnico di Milano
IL FUTURO DELL'ASINARA "OLTRE IL CARCERE"
PORTO TORRES Si intitola "Oltre il Carcere" il workshop promosso dall'Ente Parco dell'Asinara domani alle 10 nel palazzo di Cala Reale. Un evento nato in collaborazione con il gruppo di ricerca Aimac del dipartimento di Architettura e studi urbani del Politecnico di Milano e sotto la responsabilità scientifica dei docenti universitari Francesca Lanz e Marco Vannini. Il workshop è aperto a tutti gli enti, le istituzioni e i soggetti privati che vorranno dare un contributo di idee e proposte sul tema della valorizzazione dell'area di Fornelli. Obiettivo dell'incontro è infatti quello di raccogliere idee e proposte utili all'elaborazione di un programma di riuso e valorizzazione dell'ex carcere. Ed è prevista la partecipazione di un selezionato gruppo di stakeholders e soggetti istituzionali con cui saranno discussi e valutati scenari di riuso e valorizzazione del complesso di Fornelli. Sono previsti tre tavoli di discussione: uno sul "riuso temporaneo", l'altro sulla "musealizzazione" e l'ultimo sul "riuso adattivo". I risultati emersi durante la giornata saranno rielaborati e discussi dall'Ente Parco interagendo con un pool di esperti nel campo del restauro, della museografia, dell'architettura degli interni e dell'allestimento, della valutazione economica e della pianificazione territoriale e urbana. «L'idea - dice il vicepresidente del Parco Antonio Diana - è quella di dare all'ex diramazione carceraria di Fornelli una nuova vita: nella sua trasformazione non perderebbe di contenuto storico ma si arricchirebbe di una serie di caratteristiche e servizi che potrebbero rendere il centro sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale e culturale. In grado, quindi, di supportare un turismo lento e consapevole». (g.m.)

Questionnaire and social

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