Press review

05 June 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 5 giugno 2018 / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
Si sviluppa il nuovo progetto di Sardegna Ricerche sulle rinnovabili
Energia, obiettivo autonomia

L'idea, alla fine del 2007, era quella di creare uno spazio fisico in grado di aggregare competenze nel settore dell'energia in Sardegna, e offrire così un importante supporto alle aziende. Oltre dieci anni dopo, la piattaforma per le energie rinnovabili di Sardegna Ricerche (sede a Macchiareddu) è «una realtà aperta che opera con tre laboratori», biomasse, energia elettrica e idrogeno, «con una funzione di supporto scientifico per la Regione sull'efficientamento energetico», spiega Luca Contini, responsabile della piattaforma. «Non si tratta di un'inaugurazione ma della prima uscita pubblica», sottolinea. «In materia di rinnovabili, problema non è più la produzione ma la gestione della produzione» sbilanciata da tanti piccoli impianti. «Il nostro obiettivo è l'autoconsumo, cioè diventare autonomi dalla rete elettrica, nel senso di essere in grado di poterci staccare e riattaccare in piena libertà», spiega ancora il responsabile.
«In questi anni, la piattaforma ha sviluppato diversi progetti», spiega Alfonso Damiano, docente di ingegneria elettrica all'università di Cagliari, come smart grid e smart mobility per la Regione Sardegna. «Tra i nuovi obiettivi c'è il “progetto complesso” che, partendo dalle esperienze maturate, sviluppi un mercato di reti intelligenti in maniera sistematica». «Questa piattaforma rappresenta il presupposto affinché le energie rinnovabili siano sempre fruibili», spiega Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche. (ma. mad.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 5 giugno 2018 / Lettere e opinioni  (Pagina 43 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
A proposito di Europa e religione
LA CROCE CRISTIANA NON È UN’ETICHETTA

Periodicamente, nel dibattito pubblico europeo, si impongono temi di natura religiosa che, inevitabilmente, diventano preminenti anche nello scenario politico. Tuttavia quasi inosservata nel circuito dei media nazionali è stata la notizia dell’approvazione di una legge del Parlamento regionale della Baviera, che dal 1° giugno invita tutti i comuni, distretti e circondari rurali della regione ad appendere la croce negli uffici pubblici, come visibile riconoscimento dei valori fondamentali dell’ordinamento sociale e giuridico bavarese e tedesco. L’iniziativa di estendere a tutti i luoghi pubblici l’esposizione della croce, obbligatoria finora solo nelle scuole e nelle aule di tribunale, è stata fortemente voluta dal presidente Markus Söder, che l’ha così motivata: «ci sono simboli che riassumono quello che siamo e uno di questi è la croce: è per prima cosa un simbolo religioso, ma nella croce sono condensati anche i valori di una società libera: amore per il prossimo, rispetto, accoglienza dell’altra persona, tolleranza. Vorrei che noi in Baviera ci riconoscessimo nei nostri simboli. Vorrei che noi non staccassimo le croci, vorrei che le appendessimo. Questo è la Baviera». Salutata positivamente da parte della gerarchia (l’ex prefetto della Congregazione della fede, cardinal Müller, ha affermato di preferire i politici che appendono le croci a quelli che le staccano) e del laicato (il Presidente del Forum dei cattolici tedeschi Gindert ha sottolineato come la croce non minacci nessuno, anzi protegga anche credenti di altre religioni e non credenti), la legge offre, in realtà, un’interpretazione diversa. Data la prossimità della scadenza elettorale in Baviera, l’iniziativa alimenta il diffuso sospetto che possa nascondere meno nobili intenzioni e obiettivi dichiaratamente politici, come la riaffermazione della CSU, quale difensore dei valori cristiani, per arginare l’ascesa elettorale di Alternative für Deutschland. Il diffuso disorientamento che sempre più spesso si palesa nei paesi dell’Unione è stato infatti visto con paura dai partiti, spaventati dalla crescita del consenso di movimenti politici che evocano il ritorno alla sovranità nazionale rivendicando con orgoglio l’appartenenza identitaria quale difesa dall’altro, che siano l’economia internazionale, i musulmani o la globalizzazione. In tale contesto si comprende il pericolo denunciato dall’arcivescovo di Bamberga dell’“abuso della croce”, che ha palesato il dissenso in ambito ecclesiale. La strumentalizzazione in campagna elettorale è stata criticata dal presidente della Conferenza episcopale tedesca e arcivescovo di Monaco, cardinal Reinhard Marx, perché foriera di conflitto e divisione: «Non si comprende la croce se la si interpreta solo in senso culturale. In questo modo lo Stato esproprierebbe le prerogative della croce. La croce è un simbolo di opposizione alla violenza, all’ingiustizia, al peccato e alla morte, ma non un simbolo contro altre persone. Appendere una croce significa: io mi oriento secondo le parole di colui che è morto in croce per il mondo intero. Questa è una provocazione per ogni cristiano, per la Chiesa e per lo Stato che vorrebbe ispirarsi a questo segno». Parole forti che denunciano senza ipocrisia l’ennesimo abuso del cristianesimo e dei suoi simboli come presunto baluardo contro l’Islam e la riduzione della croce a folclore bavarese, quasi un mero distintivo di appartenenza. Come ricordato anche di recente da papa Francesco, a una semplice e riduttiva ostentazione del simbolo, sarebbe più opportuno che un vero credente si interrogasse sul significato profondo della croce, che non è un’etichetta o una carta d’identità, ma memoria della vita di Gesù e della sua chiara presa di posizione a favore degli esclusi e proprio per questo culminata nella croce.
Luca Lecis
Docente di storia contemporanea
Università di Cagliari

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 5 giugno 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Conferenza su Dante
“Dante e la musica, note di sala” è il tema trattato da Aldo Onorati giovedì alle 17 nella sala della Biblioteca di Ateneo

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 5 giugno 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 41 - Edizione CA)
SASSARI. Nuova nomina. Collaborerà al Parco della Salute
Il manager D'Urso vola a Torino

Il dg Antonio D'Urso lascia Sassari per Torino. La Giunta regionale del Piemonte infatti ha approvato due delibere presentate dall'assessore alla Sanità riguardanti l'azienda ospedaliera universitaria San Luigi di Orbassano e il progetto del Parco della Salute di Torino. D'intesa con l'Università degli Studi di Torino, D'Urso è stato nominato quale nuovo direttore generale del San Luigi di Orbassano. Di origine siciliane, 56 anni, D'Urso lascia l'azienda ospedaliera universitaria di Sassari. Il commissario uscente della Città della Salute di Torino Gian Paolo Zanetta collaborerà a supporto della direzione regionale Sanità con il ruolo di coordinatore della Cabina di Regia per la realizzazione del nuovo Parco della Salute piemontese, con l'obiettivo di garantire la continuità dei percorsi progettuali e dei procedimenti già avviati e in virtù della conoscenza e dell'esperienza maturate in questi anni. L'incarico, a titolo gratuito, durerà fino al 31 dicembre 2018.

 

La Nuova Sardegna

5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 5 giugno 2018 / Sassari - Pagina 21
Presentato lo spot dell'Ente universitario che ha coinvolto decine di giovani
A realizzarlo Michele Gagliani, già vincitore del festival del cinema di Taormina
I SERVIZI ERSU RACCONTATI DA UNO STUDENTE IMPACCIATO
Studente-attore recita nello spot per promuovere i servizi Ersu
di Antonio Meloni
SASSARI Andrea arriva alla stazione ferroviaria, sale a bordo di una macchina che lo lascia poco lontano, nella palazzina di Corte Santa Maria, in via Coppino. Qui viene ricevuto dal personale dell'Ersu e introdotto nell'ambiente sassarese. L'Ente universitario diventa così una sorta di interfaccia tra il giovane studente, il contesto universitario e quello cittadino. Sono solo pochi cenni del nuovo spot pubblicitario realizzato dall'Ente universitario di via Coppino per presentare i tanti servizi offerti agli studenti che decidono di iscriversi a Sassari. Il corto, realizzato dal flimmaker Michele Gagliani, è stato presentato ieri, nella sala conferenze dell'Ersu, dal direttore generale Antonello Arghittu, affiancato dall'autore e da Andrea Tola, studente iscritto al corso di Beni culturali, protagonista del video girato interamente in ambiente universitario, che interpreta magistralmente lo studente tipo, esaltandone i lati spesso più goffi ed impacciati per un risultato davvero esilarante.In un minuto e mezzo, Michele Gagliani presenta la storia di Andrea che dopo avere deciso di iscriversi nell'ateneo turritano arriva in città accolto da colleghi e scopre il mondo dei servizi offerti agli studenti fuori sede. Dall'alloggio in una delle strutture ricettive Ersu alla mensa, dagli impianti sportivi alle iniziative di carattere sociale e culturale. Un paio di settimane di lavoro, una ventina di attori, tra studenti, cuochi e personale dello stesso ente promotore. Alla presentazione del video, ieri mattina nella sala conferenze dell'Ersu, hanno partecipato, non a caso, alcune classi del liceo Azuni di Sassari e del liceo scientifico di Castelsardo. Michele Gagliani, regista noto nel panorama cinematografico sardo e non solo, è uno degli autori del recente spot realizzato dalla Regione per i settant'anni dell'autonomia nonché primo premio nella sezione web series al Taormina Film Festival. Per realizzare il nuovo spot dell'Ersu si è avvalso della collaborazione di una squadra di professionisti: la troupe è composta da Daniele Diana, fonico e assistente alla regia, Ivan Caddeo e Giovanni Saturno, assistenti di produzione e Adriana Perra, addetta al backstage.Già da oggi, lo spot sarà visibile in tutti i canali di comunicazione dell'Ente universitario sassarese, e sarà anche scaricabile, e sarà usato per promuovere i servizi dell'università di Sassari negli eventi di orientamento.

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