Press review

04 June 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 giugno 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
ANATOMIA ARTISTICA
Si svolgerà giovedì dalle 9.30 nella sala Maria Carta dell'Ersu in via Trentino il seminario di Anatomia artistica dedicato agli studenti dell'ateneo cagliaritano ma aperto a tutti. Tre le fasi del seminario: la prima conferenza dedicata agli “Elementi di Osteologia”, la seconda ha come titolo “Elementi di miologia” e infine, il seminario verrà concluso dalla visita al Museo delle cere anatomiche di Clemente Susini di Cagliari, nella Cittadella dei Musei di piazza Arsenale.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 giugno 2018 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
L'assessore Paci: il Pil dell'Isola calato già nel 2013. E Locci (FI) rilancia la vertenza entrate
Dall'Ue un assegno da 600 milioni
Il rientro nell'Obiettivo 1 darà alla Sardegna molti fondi in più

È solo un effetto ritardato: il rientro della Sardegna tra le regioni europee in ritardo di sviluppo (l'ex Obiettivo 1) era deciso di fatto già cinque anni fa. Ma solo dal 2021 si sentiranno i benefici per l'Isola, fino al 30 per cento in più di contributi dall'Ue. Il calcolo, con le osservazioni sui dati economici, è di Raffaele Paci, vicepresidente della Regione e assessore alla Programmazione, che commenta l'ormai imminente “retrocessione”: «La Sardegna è scesa sotto il 75 per cento del Pil pro capite rispetto alla media europea già dal 2013, perché l'Unione, specie con i Paesi dell'Est, è cresciuta più di quanto cresce l'Italia».
STATISTICHE I riflettori sul tema dei fondi europei sono stati riaccesi nei giorni scorsi dalle notizie sulla proposta di distribuzione degli aiuti comunitari 2021-2027, presentata dalla Commissione europea. Si conferma quanto era già noto da mesi, ossia che il Pil della Sardegna è ora attorno al 71% della media delle regioni dell'Ue. E Bruxelles concede il sostegno più forte alle aree che si collocano sotto la soglia del 75% (prima si parlava di Obiettivo 1, ora di regioni in ritardo di sviluppo).
Anche se quei fondi inizieranno ad arrivare tra tre anni, i dati del Pil che contano sono quelli attuali: è probabile che il futuro regolamento della Commissione prenda come riferimento la media delle annualità 2015, 2016 e 2017. In ogni caso, un anno prima o un anno dopo cambia poco, per la Sardegna, che ai fini della programmazione 2014-2020 figurava tra le regioni «in transizione» (l'ex Obiettivo 2), destinatarie di aiuti meno consistenti. Ma era più che altro un effetto statistico, dovuto al calo della media generale per effetto dell'ingresso dei nuovi Stati membri dell'Est.
Con l'Isola avevano fatto il “salto” anche Abruzzo e Molise: la prima regione resterà tra quelle in transizione, la seconda invece, come la Sardegna, si unirà di nuovo al resto del Mezzogiorno nell'ex Obiettivo 1.
GLI EFFETTI Lo sfasamento tra gli anni utili per il calcolo del Pil e quelli in cui arrivano i fondi è all'origine, secondo Paci, di una situazione paradossale: «La Sardegna sta passando il ciclo 2014-2020 come se fosse una regione in fase di transizione, mentre sin dall'inizio aveva tutti i parametri di regione in via di sviluppo: nel 2014, quando è iniziato il nuovo ciclo, eravamo in piena crisi internazionale e nazionale, una crisi che ha colpito in modo molto grave la nostra Isola. Come Regione abbiamo fatto presente in tutti i modi questa situazione per cercare di ottenere fondi compensativi, più soldi quando ne avevamo bisogno».
Ora, conclude Paci, Bruxelles «ha finalmente preso atto della situazione e quindi ci verrà garantito un ammontare di risorse equiparato all'effettivo livello del disagio». Insomma, un riconoscimento che «sarebbe dovuto avvenire molto prima». Perciò, secondo l'assessore, la Regione potrà contare su «circa il 30% in più rispetto alle cifre attuali». Che viaggiano attorno ai due miliardi di euro: quindi l'incremento potrebbe essere di circa 600 milioni. Anche se qualcosa potrebbe cambiare in relazione alle contrattazioni dei prossimi mesi tra gli Stati membri.
ENTRATE Nel frattempo però, sul fronte regionale, si riparla della vertenza entrate con lo Stato. Chiusa secondo la Giunta, ma non secondo il sindaco di Sant'Antioco (ed ex consigliere regionale di Forza Italia) Ignazio Locci, che la definisce «ancora aperta». Lo dimostrerebbe «l'ultima relazione di parifica della Corte dei Conti sul bilancio della Regione. Al netto degli accantonamenti sanitari, lo Stato ci deve 1,2 miliardi, e se aggiungiamo gli accantonamenti si arriva a 1,8. Fondi che a cascata potrebbero riversarsi sulle casse dei Comuni, dando respiro agli enti locali».
Pigliaru e Paci, attacca Locci, non sono riusciti a chiudere la partita «nonostante dall'altra parte ci fossero i governi amici: è arrivato il momento che, indipendentemente dai colori politici di appartenenza, i parlamentari sardi si intestino una sacrosanta battaglia unitaria e la affrontino una volta per tutte, approfittando anche della presenza del professor Savona, della Lega e del legame con il fronte del Partito sardo d'Azione».

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 giugno 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Corso di formazione nella Facoltà teologica: «Serve una conoscenza mirata»
Il boom del turismo religioso, un master per guide specializzate

Fede, cultura, lavoro. Mancava una gamba al tavolo del turismo religioso in Sardegna, nuova frontiera di un'industria delle vacanze e del tempo libero che non ha più nel binomio “sole-mare” l'unico verbo da declinare. Si chiudono infatti alla fine del mese le iscrizioni al primo master sul turismo culturale e religioso, un primo modulo sperimentale di specializzazione organizzato e diretto dalla Pontificia facoltà teologica della Sardegna con il patrocinio della Regione Sardegna con il suo assessorato al Turismo. Rivolto a guide turistiche e orientato a strutturare e qualificare una specifica offerta di settore, nell'ottica di un nuovo modello di sviluppo sostenibile del territorio regionale, il corso si terrà dal 21 giugno al 6 luglio prossimi.
GLI OBIETTIVI «La procedura di selezione e la formazione degli iscritti saranno l'obiettivo primario del nostro ateneo», afferma padre Francesco Maceri, gesuita, preside della Facoltà teologica, «dal momento che l'obiettivo del corso è formare guide turistiche che possiedano, da un lato, conoscenze specifiche su storia della Chiesa e liturgia, Sacra scrittura e religiosità popolare, ma dall'altro siano in grado di trasmettere il senso spirituale e meditativo della fruizione dei cammini religiosi e di qualsiasi esperienza legata a fede e luoghi sacri e cristiani».
TURISMO DI FEDE Il turismo dei cammini sta registrando, anche in Sardegna, numeri sempre più consistenti: un'offerta di percorsi, santuari e luoghi religiosi che stanno conoscendo una continua e costante riscoperta. Il “cammino di Santa Barbara” del Sulcis Iglesiente è già iscritto all'Atlante nazionale dei Cammini, curato dal ministero dei Beni culturali, ma altri quattro compongono l'albo regionale: il “Cammino di San Giorgio”, vescovo di Suelli (dalla Trexenta alle Baronie), “Santu Jacu”, che unisce da nord a sud i centri della devozione a San Giacomo, il Cammino di Sant'Efisio, in attesa di un riconoscimento dall'Unesco legato allo scioglimento del voto e, quello più recente, una sorta di Via Francigena in chiave sarda che collega, al momento, 14 località, quasi una dorsale formata dai più importanti luoghi francescani della Sardegna.
ATTRAZIONI NELL'ISOLA «Chiese, santuari, itinerari e geografie spirituali custodiscono nell'Isola la memoria di eventi e narrazioni in cui pulsa, ora leggero ora vibrato, il vissuto cristiano di innumerevoli generazioni», aggiunge ancora il preside della Pontificia facoltà teologica della Sardegna. «Opere e figure che testimoniano di una Sardegna arcaica ma profondamente cristiana, antico deposito della predicazione apostolica che nei martiri del III secolo, da Saturno a Efisio e Gavino certifica i segni di una presenza non casuale ma penetrante del Vangelo e del magistero della Chiesa primitiva. Pietre e passiones che ancora parlano al cuore e alle menti dei visitatori della nostra terra. Ecco perché l'apporto di guide specializzate sarà decisivo per la valorizzazione di questo tesoro e la proposta ai visitatori».
LA REGIONE «Siamo ogni giorno di più convinti che il turismo della Sardegna - dice l'assessora regionale al Turismo Barbara Argiolas - debba essere sempre di più un turismo di qualità, che faccia conoscere e apprezzare non solo le risorse ambientali ma soprattutto il patrimonio culturale materiale e immateriale isolano. La formazione, pertanto, riveste un ruolo fondamentale nel processo di ampliamento dell'offerta. Ecco il motivo per cui abbiamo voluto con convinzione questo corso, primo esempio del genere in Sardegna».
FORMAZIONE Nelle due settimane verrà proposto un percorso di alta formazione, incentrato, oltre che su storia della Chiesa e antropologia religiosa, anche su cammini, pellegrinaggi, santuari, francescanesimo, architettura sacra e canto liturgico in Sardegna. A completamento dell'esperienza professionalizzante, saranno attivati laboratori, educational tour e simulazioni sul territorio.
«SENSIBILITÀ» «Un corso», conclude padre Maceri, «che vuole essere allora l'inizio di un programma formativo di guide che - al di là del momento meramente didascalico - sappiano accendere sensibilità e attenzione nel visitatore, favorendo il dialogo “cuore a cuore”, rendendo i cammini, i pellegrinaggi, le visite ai santuari esperienza culturale e spirituale, momento di conoscenza ma anche di ri-conoscenza per la portata della storia cristiana di una terra rocciosamente ancorata alla fede che, agli albori del cristianesimo, vi è stata predicata e dalla quale, col sangue dei martiri, è stata fecondata».
POCHI POSTI La partecipazione, a numero chiuso, è stata riservata a 20 persone iscritte all'albo delle guide turistiche della Sardegna (non ambientali o sportive). La frequenza, oltre al rilascio di un attestato di partecipazione, dà diritto all'inserimento in un albo delle “guide religiose turistiche” della Pontificia facoltà teologica della Sardegna.
Paolo Matta

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