Press review

31 May 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 31 maggio 2018 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Parla il costituzionalista Pietro Ciarlo. «Savona è in cerca di un nuovo ruolo»
«LO STALLO? CREATO AD ARTE
Mattarella è stato corretto»

Sono stati in molti, in questi giorni difficili, a ragionare sui motivi della rigidità, ieri attenuata, di Salvini e Di Maio sul nome di Paolo Savona al ministero dell'Economia. E a concludere che tutto ciò che è accaduto potrebbe essere stato previsto, anzi pianificato, dal leader della Lega per tornare alle urne e ottenere un consenso ben più ampio. Il no di Mattarella, le polemiche che ne sono seguite, il dibattito acceso tra i 60 milioni di costituzionalisti italiani sarebbero figli di una sofisticata manovra politica.
Tra i sostenitori di questa tesi, al di là degli sviluppi delle ultime ore, c'è Pietro Ciarlo, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Cagliari, consigliere regionale del Pd in Campania per cinque anni e uno degli esponenti della “Commissione dei saggi” Letta-Napolitano che nel 2013 venne incaricata di riformare la Carta.
«Nelle ultime settimane è apparso chiaro che il partito maggiormente in ascesa sia la Lega che avrebbe un grande giovamento da elezioni ravvicinate. Devo aggiungere altro?».
Aggiunga, professore.
«In quest'ottica la rigidità sul nome di Savona è apparsa strumentale a caricare sul Capo dello Stato l'onere dello scioglimento anticipato del Parlamento».
Ma secondo lei il presidente Mattarella ha agito correttamente? Molti suoi colleghi si sono divisi.
«Dal punto di vista giuridico, nessun dubbio. La Costituzione ha previsto che le nomine dei ministri siano concordate da presidente del Consiglio incaricato e presidente della Repubblica che devono cofirmare il decreto di nomina».
Molti sostengono che la proposta del presidente incaricato sia vincolante.
«No, l'atto deve essere condiviso e se manca il consenso di una parte non si può fare».
Qual è la ratio?
«Il Legislatore ha immaginato che in un momento di particolare tensione o difficoltà politiche ci dovesse essere una corresponsabilità tra presidente della Repubblica e presidente del Consiglio incaricato».
Molti tra coloro che concordano con lei sostengono, però, che pur essendo corretta la decisione del presidente della Repubblica sia stata inopportuna.
«Qui ci spostiamo su un terreno politico e vale il discorso che ho fatto sul vero obiettivo della Lega».
Inizialmente il Movimento Cinquestelle aveva ipotizzato una richiesta di impeachment. Poi c'è stata una marcia indietro.
«Era solo una questione politica senza basi giuridiche. Infatti pochi sono rimasti su questa posizione. Anche perché è palese che il presidente Mattarella non abbia commesso alcun illecito».
Tra l'altro è una procedura complicata.
«Le ragioni per chiedere di mettere in stato d'accusa il Capo dello Stato - alto tradimento e attentato alla Costituzione - non sussistono. E poi la procedura complessa e prevede, tra l'altro che a deliberare siano le Camere riunite in seduta Comune con maggioranza assoluta».
Che cosa pensa di Paolo Savona?
«È il classico personaggio in cerca d'autore».
Si spieghi.
«È un uomo che aveva grandissime ambizioni, poi si sono spenti i riflettori. Si aspettava moltissimo da Ciampi presidente della Repubblica e quando non ha ottenuto nulla, a un certo punto ha deciso di riciclarsi altrove perché in quegli ambienti non aveva più grandi chance. Quando i tuoi maestri escono di scena, il tessuto relazionale si indebolisce, cambiano le fasi politiche, i soggetti e i partiti, c'è chi si preoccupa di trovare un autore che gli assegni di nuovo una parte nella commedia della vita. Ma c'è un limite a tutto, come diceva mia madre. A 82 anni non ci si mette a fare il pomo della discordia».
L'euro è un valore costituzionale?
«Nella Costituzione c'è scritto che dobbiamo osservare i trattati internazionali, dunque anche quelli che stabiliscono che la moneta sia l'euro. Ma voglio dire un'altra cosa».
La dica.
«Si dice che non ci siano istituzioni politiche europee all'altezza dell'euro. Questa affermazione era vera sino a sette-otto anni fa ma non ora. La Banca centrale europea è un'istituzione dotata di ampi poteri in grado di governare la monete, come si può vedere dalle mosse di Draghi. Aggiungo che Draghi presidente della Bce significa anche Italia al governo dell'Unione europea».
Fabio Manca

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 31 maggio 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Cambiare le regole
MA LA CASA È L'EURO

Antonio Sassu
Con altri Paesi europei anni fa abbiamo fondato il Mercato Comune. Si è avuta, allora, una splendida idea che veniva da lontano. Abbiamo goduto di settant'anni di pace, si è realizzata una crescita economica mai avuta prima di allora, raggiungendo grandi vantaggi reciproci, soprattutto con gli scambi internazionali, in particolare, europei. Quanta saggezza nei nostri governanti di allora!
Insieme abbiamo creato, seppure più tardi, l'Unione Europea e l'Unione Monetaria, che ci hanno dato gli indubbi vantaggi dell'internazionalità, della conoscenza delle lingue, dell'aumento dell'istruzione, dell'avanzamento dei modi di fare, del miglioramento della trasparenza, dell'emulazione della ricerca, dell'utilizzo di una moneta e della facilitazione del commercio internazionale.
Molte cose ancora rimangono da fare e completare: la rappresentanza e la sussidiarietà, la protezione dei risparmi e la sicurezza dei nostri depositi bancari, la mobilità delle persone e l'occupazione ci lasciano sgomenti. Le cose a cui assistiamo e che ci toccano quotidianamente ci creano forti delusioni e ci fanno soffrire, si va troppo piano e nella direzione non sempre desiderata. A queste insoddisfazioni, però, dobbiamo e vogliamo porre rimedio insieme (...)  SEGUE A PAGINA 4

Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA) SEGUE DALLA PRIMA.
L'opinione dell'ex presidente del Banco di Sardegna
«LASCIARE L'EURO? Un disastro per i redditi»

(...) Dobbiamo, perché non siamo sufficientemente e adeguatamente rappresentati , perché, in particolare per cose fondamentali come l'occupazione e le disuguaglianze, non siamo tutelati allo stesso modo. Vogliamo perché i vantaggi per tutti si possono ottenere solo stando insieme. Forza paris non è mai tanto indicato come in questo momento. Lo scambio, la tutela, la rappresentanza, la crescita sono più vantaggiose se perseguite e ottenute insieme. L'esperienza passata ci insegna proprio questo. Grazie agli stimoli dell'area dell'Euro e, ancora di più, grazie agli stimoli dell'Unione Europea, abbiamo progredito molto. Stando fuori da quest'area non abbiamo spazio.
Certamente non spazio economico. La nostra lira sarebbe svalutata, per via dell'enorme debito, con la conseguenza che dovremmo pagare di più le merci importate e assisteremmo al depauperamento progressivo dei ceti più poveri. Ricordiamoci che l'Italia è un paese importatore che ha bisogno di molte merci che non conviene produrre, ad iniziare dai beni di prima necessità. La svalutazione potrebbe determinare, come avveniva negli anni Settanta e Ottanta, un aumento temporaneo della competitività, ma non un aumento della produttività di cui l'Italia, invece, ha bisogno. Infatti, da circa 20 anni il nostro paese ha una produttività di gran lunga inferiore rispetto ai paesi concorrenti a causa della bassissima spesa per la ricerca e l'innovazione. Anche per questo motivo noi avremmo bisogno proprio di una politica di medio e lungo periodo. Ma con la svalutazione non si ottengono questi effetti e nel lungo periodo, come diceva un grande economista, saremmo tutti… morti.
Gli effetti conseguenti sono ben noti. La svalutazione porta in tempi brevissimi ad un aumento dell'inflazione, quindi dei prezzi, con la perdita di valore delle pensioni e dei redditi, soprattutto fissi. L'inflazione, a sua volta, determina l'aumento degli interessi, dei mutui e del debito pubblico.
Si potrebbe, comunque, fare una politica economica e fiscale nazionale autonoma. Certamente, questo vuol dire aumentare la quantità di moneta in circolazione che, a questo punto, potremmo stampare. In queste condizioni, come è possibile capire, in mancanza di un incremento della produttività (che richiede politiche di lungo periodo), cadremmo ancora nell'inflazione con i risultati che abbiamo descritto.
Questo vuol dire che dobbiamo rimanere nell'Euro in queste condizioni? No! Bisogna però lavorare per modificarlo insieme, analogamente a quanto hanno fatto i nostri predecessori che avevano compiti più duri. Molti si trovano in queste condizioni disagiate, non sarà difficile convincerli. La via d'uscita, certamente difficile, è quella di lavorare dall'interno perché non solo uno degli Stati abbia particolari privilegi, ma tutti abbiano vantaggi. È la forza della logica e della conoscenza che manca ai nostri governanti. Insieme in ogni caso, è più convincente e più proficuo. Ci dobbiamo dar dentro.
Antonio Sassu
Docente di Economia

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 31 maggio 2018 / Sport (Pagina 53 - Edizione CA)
VELA. L'annuncio ieri nel corso del convegno “La città del vento”. Arrivano le regate dei Melges
LA “VERA” LUNA ROSSA NASCERÀ A CAGLIARI

Sarà varato a Cagliari, il primo AC75 di Luna Rossa. E sempre nel capoluogo, potrebbe tenersi uno, tra i due eventi di avvicinamento alla Prada Cup e Coppa America, nel 2019. Queste, alcune novità sul team emerse ieri nel corso del seminario “La città del Vento”, organizzato da Atena Sardegna e Dicar (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura) dell'Università di Cagliari all'ex Terminal Crociere del Molo Ichnusa. Proprio a poche vetrate di distanza dalla base del sodalizio italiano, dove già lavorano designer, figure amministrative e velisti. «Parte della base è già operativa, abbiamo anche una stanza con un simulatore, utile a replicare in maniera molto realistica le performance della nuova barca, che sarà varata qui nel 2019», ha ribadito il team director e skipper Max Sirena, «nel frattempo, continueremo a formare l'equipaggio in circuiti internazionali, per farci trovare pronti all'appuntamento con le regate di avvicinamento: due nel 2019, altrettante o tre nel 2020. Sappiamo già che le prime due saranno nel Mediterraneo, almeno una in Italia. E facciamo il tifo perché sia Cagliari, a ospitarla».
Le rivelazioni sul futuro velico della città, non si fermano a Luna Rossa. «Dal mese di agosto, ospiteremo diverse competizioni della classe Melges 20 e 32», ha annunciato il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, Massimo Deiana, «potremmo anche avere una presenza stabile in città della federazione nazionale». E l'amministrazione comunale, presente con gli assessori Ghirra (Urbanistica), Marcialis (Sport) e consiglieri, ha confermato la volontà di sostenere il progetto del polo velico di Marina Piccola, ideato per la candidatura di Cagliari a ospitare le regate veliche delle Olimpiadi 2024.
Un segno tangibile di come lo sport possa indirizzare le scelte di chi realizza le strutture sportive pubbliche. «Che sia professionistico o amatoriale, è spesso lo sport a disegnare e modificare il paesaggio urbano», ha confermato Ginevra Balletto, docente di Pianificazione territoriale all'Università di Cagliari e in prima linea nella ricerca Sport in the City, presentata durante il seminario, «mentre i processi di riconversione urbana più tradizionale sono difficili da realizzare in tempi brevi, le funzioni sportive diventano il punto di partenza per nuove e più agili modalità di reinterpretazione dei luoghi e dei contesti urbani».
Clara Mulas

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 31 maggio 2018 / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
AGENDA. Stasera incontro alla Cittadella dei Musei Gennaio 1564, Sant'Efisio
affronta la prima processione

SANT'EFISIO NEL 1564 La prima processione di Sant'Efisio a Cagliari: 15 gennaio 1564 è il tema della conferenza che Roberto Porrà terrà oggi alle 17,30 nella Sala didattica del Museo, in piazza Arsenale, 1 della Cittadella dei Musei, a Cagliari. L'incontro con l'ex reggente della Soprintendenza Archivistica per la Sardegna è inserito tra le iniziative legate alla mostra “Efisio. Martirizzato dai romani, santificato dai cristiani, venerato dai contemporanei”.
FRANCESCO BACHIS “Sull'orlo del pregiudizio. Razzismo e islamofobia in una prospettiva antropologica” è il titolo del libro dello studioso Francesco Bachis, che sarà presentato oggi pomeriggio alle 17,30 nella Sala Search (Largo Carlo Felice, 2 a Cagliari). Il volume, edito da Aipsa, è frutto di un percorso pluriennale di ricerca e affronta con gli strumenti dell'antropologia culturale alcuni discorsi “sull'orlo del pregiudizio. Presenta e coordina l'iniziativa l'antropologo Felice Tiragallo (Università di Cagliari). Dialogheranno con l'autore Massimo Aresu, storico dell'Università di Leeds, l'antropologa Gabriella Da Re, le storiche Valeria Deplano ed Eva Garau (Università di Cagliari).

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 31 maggio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Colpa del calo delle nascite. Ma l'assessore Dessena assicura: «Non ci saranno tagli tra i docenti»
Scuola sarda, emorragia senza fine: a settembre oltre 2600 alunni in meno

Meno alunni, quindi meno classi e, di conseguenza, meno cattedre e meno docenti. Di fronte all'ennesima perdita di studenti, lo scenario in vista della prima campanella del nuovo anno scolastico, fissata in Sardegna per il 17 settembre 2018, dovrebbe essere proprio questo. Ma il condizionale è comunque d'obbligo, perché se da un lato l'assessore regionale all'Istruzione Giuseppe Dessena rassicura che «il numero degli organici si manterrà in equilibrio rispetto a quello dello scorso anno», dall'altra i Cobas denunciano «la forte preoccupazione per la perdita di altre cattedre dopo quelle dello scorso anno», ben 100, spiega Andrea De Giorgi, Cobas Sardegna. «Già sull'organico di fatto», l'esercito “ballerino” che, tra deroghe, trasferimenti e assegnazioni provvisorie rende complicata la programmazione didattica, «le cattedre assegnate scendono da 1.032 a 391», spiega De Giorgi. Di sicuro, invece, per il momento c'è che anche quest'anno la scuola sarda perde un numero consistente di alunni: -2.601 riportano le tabelle del Miur. Non è una novità, purtroppo. La colpa è del decremento demografico che la Sardegna subisce da diverso tempo e che lo scorso anno (2017-2018) ha fatto registrare 2.704 studenti in meno sui banchi delle scuole sarde.
LA GEOGRAFIA La mappa dei “tagli” dovuti al continuo crollo delle nascite coinvolge soprattutto scuole dell'infanzia e della primaria e non risparmia nessun territorio nell'Isola. La provincia più colpita è quella di Nuoro dove alla fine dell'estate si presenteranno sui banchi 930 alunni in meno su oltre 28mila complessivi, vale a dire quasi il 3,1%. A Sassari saranno 652 in meno su poco più di 63mila, circa l'1%, mentre a Cagliari “appena” 572 su quasi 93mila (lo 0,6%). Calo consistente anche nella provincia di Oristano dove rispetto ai 17mila studenti, il 17 settembre prossimo se ne presenteranno 447 in meno, che significa una perdita del 2,46%. «Che in Sardegna non si facciano più figli non è una novità, quindi era lecito attendersi anche per il prossimo anno questo andamento», dice De Giorgi. «Quello che non ci aspettavamo, invece, era una sensibile diminuzione dei posti previsti nell'organico di fatto. Si tratta di una pessima notizia», aggiunge, «perché non aumentano i posti nell'organico di diritto e si riducono quelli in organico di fatto». La differenza tra organico di fatto e organico di diritto è una prassi del sistema scolastico italiano: il primo è quello che indica sulla carta le necessità della scuola, e che viene considerato fisso e coperto con personale a tempo indeterminato (organico di diritto appunto). Il secondo, l'organico di fatto, è quello che viene determinato sulla base di nuove iscrizioni, ragazzi disabili bisognosi di sostegno, e così via.
GUERRA DI CIFRE L'assessore Giuseppe Dessena, però, ribadisce che per quest'anno non ci saranno problemi per i docenti. «Questo perché ci saranno 110 posti in più disponibili in Sardegna per trasferimenti e assunzioni dal momento che alcuni posti passano dall'organico di fatto a quello di diritto». Spiegare il metodo utilizzato dal ministero per calcolare le cattedre in conseguenza del calo della popolazione scolastica rischia di essere eccessivamente tecnico. Il fatto certo, continua l'assessore «è che a fronte del decremento degli iscritti, l'organico dell'anno scolastico prossimo sostanzialmente non subirà modifiche». Una buona notizia, certo. Se ci limitiamo, però, a prendere in considerazione il caso di Carloforte, dove il prossimo settembre spariranno quattro classi quinte a fronte di due sole nuove prime (con tre docenti che saranno dichiarati sovranumerari), le perplessità restano.
Mauro Madeddu

 

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 31 maggio 2018 / Sport (Pagina 52 - Edizione CA)
Diamond League: a Roma ci sono Coleman, Baker e Jacobs
IL GOLDEN GALA DI TORTU
Stasera sfida sui 100 all'Olimpico

ROMA Tra le stelle del prossimo Golden Gala Pietro Mennea di Roma brilleranno le frecce azzurre Filippo Tortu e Marcell Jacobs. Grande attesa per i 100 metri dello stadio Olimpico, arricchiti dai due giovani fenomeni dello sprint italiano. Tortu e Jacobs mercoledì scorsa a Savona sono diventati rispettivamente il secondo (10”03) e il quarto azzurro (10”08) della storia. Nel rettilineo sotto la tribuna Montemario, giovedì sera alle 21”35, sfideranno alcuni tra gli uomini più veloci del pianeta, dal primatista mondiale stagionale Ronnie Baker al campione del mondo indoor dei 60 Christian Coleman. Un parterre che presenterà anche il campione del mondo dei 200 Ramil Guliyev, il francese Jimmy Vicaut, gli altri statunitensi Mike Rodgers e Isiah Young e il sudafricano Akani Simbine.
Tra Tortu e Jacobs regna il fair play. «Marcell è un avversario non semplice, siamo uno a uno nella sfide dirette», afferma Pippo, «io però ho un'arma segreta: russo quando dormo. E visto che siamo in camera insieme...». La risposta di Jacobs: «Ognuno vuole essere il primo italiano sotto i 10 secondi ma speriamo un giorno di abbattere entrambi questa barriera, non conta chi lo farà prima». Insieme lanciano un appello al pubblico: «Dovete essere tantissimi, abbiamo bisogno di voi. Ci serve una spinta tutta italiana per avvicinarci più possibile agli americani». Nella conferenza di presentazione, in chiave azzurra, hanno partecipato anche il bronzo mondiale indoor dell'alto Alessia Trost e il bronzo paralimpico e argento mondiale dei 100 metri T42 Monica Contrafatto.
Ma il tempiese era il più atteso: «Il record italiano di Mennea? Sinceramente l'obiettivo in ogni gara è sempre lo stesso, quello di fare il personale. Mi accontenterei anche di migliorare di un centesimo. A Savona c'erano ottime condizioni, ho sbagliato poco. Sono molto carico per domani, sarà sicuramente una grande gara». Il 19enne tempiese di Carate Brianza prosegue: «Correrò il mio primo 100 metri contro grandi campioni e detentori di record del mondo. È stata un'emozione forte quando ho saputo di Coleman, non stavo più nella pelle, è davvero una gara che sento molto. La pista di Berruti, l'evento intitolato a Mennea. Due centesimi sembrano pochi ma sono tanti, non ci sto pensando. Sono tranquillo e concentrato per questa gara e per il futuro. Del grande Pietro, oltre ai risultati sportivi, mi affascinano quelli a livello universitario».
Ieri per il giovane azzurro l'emozione di incontrare Papa Francesco: «È stata un'emozione unica, ho potuto incontrare e stringere la mano alla persona che considero la più importante del mondo».


 

La Nuova Sardegna

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 31 maggio 2018 / Economia - Pagina 14
CONVEGNO
Chance di sviluppo
si parla delle Zes

SASSARI. Un convegno per parlare di "Zone economiche speciali: opportunità di sviluppo per il nostro territorio": è in programma questo pomeriggio alle 16,30 a Villa Mimosa, sede di Confindustria centro nord Sardegna, in via IV Novembre. Per l'occasione sarà presentato il libro "Porti, retroporti e zone economiche speciali" di Aldo Berlinguer (foto) edito da Giappichelli. A organizzare l'incontro è l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Sassari in collaborazione con Confindustria e con il Disea, il dipartimento di scienze economiche e aziendali dell'università di Sassari. Dopo i saluti di Nicola Sanna (sindaco di Sassari), Maria Grazia Piras (assessore regionale all'industria), Giuseppe Ruggiu (presidente di Confindustria centro nord Sardegna) e Giovanni Pinna Parpaglia (presidente dell'Ordine dei commercialisti), spazio alle relazioni di Aldo Berlinguer (ordinario di diritto comparato dell'università di Cagliari), Gianmario Demuro (ordinario di diritto costituzionale dell'università di Cagliari), Roberto Mazzei (associato di finanza aziendale dell'università di Sassari) e Pasquale Taula (presidente del consorzio industriale provinciale di Sassari).


7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 31 maggio 2018 / Sassari - Pagina 29
DIRITTO ALLO STUDIO
Trovato l'accordo sull'ex preside dell'Azuni ed ex consigliere comunale del Pd
A giorni Pigliaru firmerà la nomina: l'incarico era vacante da nove mesi
MASSIMO SECHI VERSO LA PRESIDENZA DELL'ERSU

SASSARI È ormai questioni di giorni, forse anche di ore, la nomina alla presidenza dell'Ersu del sassarese Massimo Sechi, incarico vacante dallo scorso anno. L'attuale preside del liceo Siotto di Cagliari ed ex dirigente scolastico del liceo Azuni succederà a Giovanni Poggiu alla guida del consiglio di amministrazione dell'ente regionale per il diritto allo studio riempendo una casella rimasta vuota per nove mesi, poiché mancava l'accordo su un nome che potesse accontentare tutti, il rettore dell'Università Massimo Carpinelli compreso, al quale deve essere richiesto un parere seppur non vincolante.La nomina spetta per legge al presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru, il quale già due mesi fa aveva annunciato che a breve sarebbe stata risolta la situazione di stallo. Il ritardo della Regione nel trovare un sostituto di Poggiu, nominato dalla giunta di Ugo Cappellacci, ha influito sulla piena operatività dell'ente che deve garantire i diritti agli studenti: a partire dalle borse di studio per proseguire con la mensa e gli alloggi. Di conseguenza è stato necessario nominare in diverse occasioni un commissario ad acta per alcuni passaggi procedurali.La scelta di Massimo Sechi arriva dopo trattative sofferte, evidentemente, se ci sono voluti tanti mesi per t compierla. La partita si è svolta soprattutto all'interno del Partito Democratico, con una serie di candidati selezionati che però o erano incompatibili con altri incarichi che ricoprivano, oppure hanno ritirato la propria candidatura. Ora la quadra è stata trovata sul dirigente scolastico che per sette anni è stato preside del liceo Azuni, dando nuova linfa al glorioso istituto, e che quasi contemporaneamente è stato anche consigliere comunale, eletto per il Partito Democratico, dal 2010 al 2014. Due anni fa il trasferimento a Cagliari in un altro liceo famoso, il Siotto, per «motivi - aveva detto - personali e familiari» Persona di esperienza nel mondo della scuola (è preside dall'età di 31 anni), Massimo Sechi potrà sfruttare il bagaglio accumulato in tanti anni di carriera a fianco di studenti e insegnanti. L'Ersu sassarese potrà uscire dalle secche che la vacanza della presidenza comportava. E la nomina del preside, che però dovrà mettersi in aspettativa per la durata del mandato, mette un punto fermo sul fatto che l'ente di via Coppino non viene accorpato a Cagliari.


8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 31 maggio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 35
OGGI A CAGLIARI
Razzismo e islamofobia nel libro di Francesco Bachis

CAGLIARI Oggi alle 17,30 nella Sala Search verrà presentato il libro "Sull'orlo del pregiudizio. Razzismo e islamofobia in una prospettiva antropologica", dell'antropologo Francesco Bachis. Il volume, edito da Aipsa, è frutto di un percorso pluriennale di ricerca e affronta con gli strumenti dell'antropologia culturale alcuni discorsi "sull'orlo del pregiudizio": interventi parlamentari della Lega Nord sul tema del voto degli italiani all'estero, articoli sui migranti del quotidiano "La repubblica", video diffusi in rete sul "pericolo islamico". Dentro queste pratiche comunicative l'autore evidenzia le forme di costruzione dell'immagine dell'altro approfondendo le premesse storiche e le condizioni politiche e culturali in cui questi discorsi evolvono in forme concrete di discriminazione, razzismo e islamofobia. Dopo i saluti del direttore del dipartimento di Storia Francesco Atzeni, presenterà l'iniziativa l'antropologo Felice Tiragallo (Università di Cagliari). Dialogheranno con l'autore lo storico Massimo Aresu (Università di Leeds), l'antropologa Gabriella Da Re (Università di Cagliari) e le storiche Valeria Deplano ed Eva Garau (Università di Cagliari).


9 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 31 maggio 2018 / Sardegna - Pagina 9
L'isola declassata da regione verso lo sviluppo a territorio ancora arretrato
SARDEGNA TROPPO POVERA
L'EUROPA LA RETROCEDE

Ma la bocciatura porterà nelle casse pubbliche il 30% di finanziamenti in più
CAGLIARI La Sardegna fa un passo indietro nella classifica europea, da «regione in transizione verso lo sviluppo» scende a «territorio non ancora sviluppato, ma proprio a causa di questa retrocessione fra quattro riceverà da Bruxelles il 30 per cento in più di finanziamenti. Dunque, è una doppia notizia: in parte ghiacciata, il passo indietro, ma allo stesso tempo calda, i milioni extra. È tutto scritto nella proposta di bilancio dell'Unione europea, presentata nei giorni scorsi dalla Commissione, e che ipotizza come potrebbero essere suddivisi i contributi fra i 28 Paesi dal 2021 fino al 2027. È ancora una bozza, mancano ancora diversi passaggi, ma la mappa è data per sicura.Cos'è acacduto? Questo: dopo ben cinque anni, Bruxelles ha preso atto che il prodotto interno lordo pro capite della Sardegna non era più all'interno della fascia che va dal 75 al 90 per cento della ricchezza media di un cittadino europeo. È almeno dal 2013 che i sardi vivono con molto meno (19mila euro l'anno) e quindi non possono più rientrare fra le «regioni in transizione», blocco in cui avevano fatto invece capolino all' inizio degli anni Duemila. Solo che l'Europa ha tempi lunghi e quello che era già evidente dal biennio 2012-2013, il calo del Pil, è stato ratificato solo l'altro giorno. Alla Regione sapevano da tempo del passo indietro, anzi più volte lo hanno segnalato a Bruxelles, ma per la stagione dei contributi che va dal 2014 al 2020, è quella in corso, il responso era stato questo: «Niente da fare, niente soldi in più, perché la Sardegna è ancora una regione in via di sviluppo». Ora è arrivata la correzione anche se gli effetti cominceranno a vedersi solo dal 2021 in poi.Situazione reale. La Sardegna da quando è una regione in transizione riceve in media dall'Europa 600 milioni dalla cassa del Fondo sociale, 900 milioni come quota del Fondo di coesione e un miliardo e 300 milioni per il Piano di sviluppo rurale. Con la discesa di un gradino, dovrebbe arrivare un extra intorno al 30 per cento. Calcolatrice alla mano, il risultato è questo: dal 2021 incasserà 840 milioni in più rispetto ai 2,8 miliardi attuali. Una sorta di bonus, perché è ritornata nel blocco delle regioni sottosviluppate, secondo la classifica Ue, visto che il suo prodotto intorno lordo è sceso sotto la soglia del 75 per rispetto a quello europeo. L'ultima conferma è arrivata è arrivata dal report di Bruxelles che ha riclassificato la Sardegna fra le 65 regioni più povere dell'Unione ed esattamente al 212esimo posto su 726. In altre parole, la vecchia classifica era gonfiata e finalmente è stata riallineata con la realtà. Certo, rimane la delusione per lo sviluppo mancato e una risalita che purtroppo non c'è stata visto che in cinque anni, dal 2011 al 2016, sotto il peso micidiale della grande crisi, ha perso ben cinque punti di ricchezza pro capite.Battaglia vinta. A sostenerlo, in un comunicato stampa, è l'europarlamentare Salvatore Cicu di Forza Italia. «È stato - scrive - il via libera, nel 2015, alla mia mozione sul riconoscimento dell'insularità e permettere così alla Sardegna di rientrare in una posizione più vantaggiosa rispetto a quella in cui, non erano presi invece in considerazione i costi economico e sociale dovuti al suo status di isola». Secondo Cicu, «vinta questa battaglia politica e di giustizia, ora serve una task force regionale per spende bene i fondi europei, cosa che finora l'attuale giunta di centrosinistra non è riuscita inece a fare». Accusa ovviamente rispedita al mittente dalla Regione. (ua)

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 31 maggio 2018 / Sassari - Pagina 17
gara internazionale
CHEF ERSU IN FINALE A NANCY

Un succo di frutta al profumo di Sardegna, con il finocchietto selvatico. La ricetta di Giovanni Mura, cuoco della mensa Ersu Sassari, è tra le sei selezionate tra centinaia per la competizione finale europea “dal vivo” in programma oggi a Nancy in Francia, del food organizzato dal Crous Lorraine nell’ambito dei servizi agli studenti universitari.

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 31 maggio 2018 / Agenda di Sassari - Pagina 20
ALL’UNIVERSITÀ UN CONVEGNO E UNA INSTALLAZIONE
“Ri-trascrizioni”: la scrittura tra memoria, arte e neuroscienze

SASSARI  “Ri-trascrizioni: il gesto della scrittura fra memoria, arte e neuroscienze” è il titolo del convegno in programma domani alle 16, nell’aula magna dell’Università, in occasione dell’inaugurazione dell’installazione omonima di Antonello Fresu nella ex biblioteca universitaria, oggi vuota e temporaneamente sede della mostra “No Man’s Library / La biblioteca di tutti”. «L’installazione è costituita da una scrivania con una lampada ed un libro – si legge in una nota –. Accanto è posto un altro libro, sulle cui pagine bianche il pubblico è invitato a trascrivere a mano, fedelmente ed integralmente, in sequenza, i diversi paragrafi del libro originale. Un terzo libro raccoglie firme, commenti e impressioni di chi ha partecipato. L’opera finale è un libro scritto “a mano” dai tanti partecipanti che si sono alternati alla scrivania fino al completamento della ricopiatura del libro originale». Al convegno parteciperanno i professori di Neuropsicologia Gabriella Bottini (Università di Pavia) con una relazione dal titolo “Il sottile legame tra scrittura e memoria” ed Eraldo Paulesu (Università Milano Bicocca) con una relazione su “Lettura e scrittura nell’era dei robot”. Baingio Pinna, ordinario di Psicologia generale a Sassari e specialista dei fenomeni della percezione visiva, si soffermerà sugli questi aspetti relativi al ruolo di colore e contrasto nei processi di scrittura e lettura. Gli aspetti artistici relativi all’uso della parola e scrittura nell’arte contemporanea saranno raccontati invece dal critico d'arte e filosofo Marco Senaldi, mentre il lavoro e l’installazione di Fresu saranno infine presentati dal critico d’arte e direttore della Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano, Ivo Serafino Fenu. L’incontro sarà introdotto e coordinato da Stefano Sotgiu, direttore di Neuropsichiatria alla Aou dell’Università di Sassari. Il libro scelto per l’operazione di ri-trascrizione è il racconto “Mendel dei libri” di Stefan Zweig. Al ritmo di una pagina al giorno, si pensa di completare la copia a ridosso del finissage della mostra, il 28 giugno.


12 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 31 maggio 2018 / Il tuo lavoro - Pagina 25
Antonio Posadinu:
“Le professionalità sarde ci sono e lavorano con noi”

«Attenti a non creare alibi: le professionalità in Sardegna ci sono. Il problema dell'occupazione non è collegato alle competenze dei singoli ma dipende dalle variabili legate a domanda e offerta». Antonio Posadinu, direttore commerciale dell'azienda vinicola Sella & Mosca di Alghero, ha un approccio consapevole, figlio d'anni d'esperienza maturata fra i filari delle vigne di una realtà storica e sarda - 650 ettari e 200 dipendenti fra fissi (104) e stagionali - che dal maggio 2019 passerà al biologico con annessa preziosa certificazione. Le coordinate del ragionamento sono precise: «Parliamo del settore agricolo: diciamo che focalizzando l'attenzione su determinati temi è possibile creare occupazione. È però un processo lungo, differente da quello riferibile ad altri ambiti. Nel nostro settore se si riesce a creare qualcosa è qualcosa di duraturo. Attenzione però, perché come ho detto i processi sono lunghi e gli attori sono tanti: parliamo di prodotti della terra, servono strategie e visione capaci di anticipare quel che saranno consumo e mercato. Una dimensione complessa». Importante è poi ricostruire al di fuori dall'Isola un interesse verso ciò che si produce in Sardegna «sfruttando la comunicazione, stando sul pezzo e in linea alle esigenze del mondo senza mai tradire il consumatore». Guai ad arroccarsi su idee immutabili: «Occorre convincere con coraggio i giovani a riappropriarsi della campagna, valorizzandola grazie a tecnologia, competenze, valutazione della redditività. È un discorso completamente diverso da quello valido per l'industria: ma il lavoro duro ripaga degli sforzi». E qualora ci fosse bisogno di nuove professionalità «basta cercarle nelle scuole, negli istituti tecnici come l'Its, nelle Università sarde, che danno all'impresa ragazzi molto validi anche dal punto di vista umano. Noi a Sella & Mosca siamo al 100% sardi, e solo per alcune consulenze, pareri e esperienze particolarmente qualificati apriamo al confronto con l'esterno. Si può non essere in grado di non assorbire tutta questa manodopera, ma le eccellenze non mancano. I giovani sardi si fanno valere all'estero, compatibilmente con quel che è possibile spetta all'impresa aiutarli a formarsi. Resta poi purtroppo imprevedibile quale sarà il tasso di crescita dell'occupazione».
Giovanni Dessole

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