Press review

29 May 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 maggio aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
L'ECONOMISTA. Il parere di Paolo Mattana
«I soldi degli italiani non sono in pericolo RISCHI PER LE IMPRESE»

Paolo Mattana, direttore del dipartimento di Scienze economiche e aziendali all'Università di Cagliari, perché sale lo spread?
«Perché si diffonde l'idea che l'Italia non riesca a far fronte agli impegni finanziari. Dunque cala la domanda di titoli di Stato e se l'Italia vuole venderli deve promettere un rendimento maggiore».
Perché lo spread si misura sui Bund tedeschi?
«Perché è il Paese più stabile, uno dei pochi al mondo ad avere la tripla A di rating, il top dell'affidabilità».
Quanto c'è di speculazione nel rialzo dello spread?
«In questa fase credo nulla. Il rischio di inadempienza da parte dell'Italia è un fatto reale».
Ma questo rischio può essere alimentato ad arte?
«In teoria sì, ma in questi giorni ci sono vari elementi che giustificano la turbolenza dei mercati».
Quali?
«Innanzitutto il fatto che nel programma di governo siano state inserite una serie di spese senza indicarne la copertura e questa non è una fake news ma la realtà. I mercati hanno fatto queste valutazioni».
Le agenzia di rating condizionano i mercati, ma molti dubitano del fatto che siano davvero indipendenti.
«Possibile, ma non è mai stato dimostrato. Ripeto, in questo caso è plateale che i mercati finanziari reagiscano al fatto che l'Italia stia diventando più lassista sul debito».
I conti pubblici sono in pericolo?
«È da vedere. Certo è che nel programma è mancata l'idea di ciò che si voleva fare sul fronte del deficit e, a cascata, del debito».
E questo ha terrorizzato così tanto i mercati?
«Si può avere qualunque programma politico: si può decidere di abolire la Fornero, istituire il reddito di cittadinanza e la Flat tax ma bisogna trovare le coperture e informare i mercati. Non lo si è fatto e questa carenza ha fatto crescere l'idea che l'Italia potesse tornare il bambino discolo che spende allegramente in violazione dei trattati».
Sono in pericolo i risparmi degli italiani?
«No, ma i soldi potranno costare un po' di più. A essere in pericolo è il credito alle imprese».
Per quale ragione?
«Le banche italiane, che non a caso sono quelle che hanno perso di più in Borsa, hanno in pancia fra i 3 e i 400 miliardi di titoli di Stato. Se i titoli si deprezzano c'è un erosione di capitale e siccome le regole stabiliscono che il credito si eroga in relazione al capitale, calerà il credito e le piccole e medie imprese pagheranno un prezzo alto».
L'Italia rischia di fallire?
«Non credo che succederà mai. Ha 2400 miliardi di debito ma non è la Grecia. Nessuno ha interesse a farla fallire, scatterebbero azioni di sostegno. E poi l'Italia ha un grande debito ma anche un grande attivo».
A gennaio, se il governo non interverrà, scatterà l'aumento dell'Iva.
«È un problema grave e spero che almeno questo Carlo Cottarelli riesca a risolverlo. Un aumento dell'Iva di 15 miliardi avrebbe un effetto recessivo molto pesante che non ci possiamo permettere».
Fabio Manca

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 maggio aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
IL COSTITUZIONALISTA. Parla Gian Mario Demuro
«Mattarella agisce bene
Citare l'impeachment è solo un atto eversivo»

Chi ricorda le sparate in camicia verde e il folk padano-pagano dei riti celtici non lo sospetterebbe, ma Roberto Calderoli è il Dottor Sottile della Lega, l'uomo capace di bloccare leggi e governi ostili grazie alla conoscenza dei regolamenti parlamentari e della Carta. E domenica, mentre Salvini urlava contro il colonialismo tedesco e Di Maio invocava l'impeachment, ha postato su Facebook due righe del padre costituente di area cattolica Costantino Mortati: “La proposta dei ministri deve ritenersi strettamente vincolante pel capo dello Stato”. Come dire: bocciando Savona Mattarella ha esagerato, esercitando un potere che non ha. Gian Mario Demuro, che dopo aver fatto l'assessore alla Riforma nella Giunta Pigliaru è tornato a insegnare diritto costituzionale all'università di Cagliari, la pensa diversamente.
Professore, come risponde?
«A Mortati o a Calderoli?».
A Calderoli che cita Mortati.
«Rispondo che secondo la Costituzione il presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del presidente del Consiglio. E le proposte, evidentemente, si possono anche rifiutare. Anzi, in certi casi è obbligatorio».
In quali?
«Quando l'indirizzo di governo entra in collisione con l'indirizzo politico-costituzionale, allora è legittimo e anzi doveroso che il presidente faccia sentire la sua voce. D'altronde è lui a firmare i decreti di nomina dei ministri, e non si tratta di un atto notarile ma di un'assunzione di responsabilità. D'altronde Carlo Esposito definiva il capo dello Stato supremo reggitore dello Stato nella crisi. Come vede anche senza essere Calderoli si riesce a trovare qualche padre nobile da citare».
Leone, Cossiga, Napolitano, ora anche Mattarella è minacciato d'impeachment. È un passaggio fisiologico del rapporto partiti-Quirinale?
«No, mi sembra la cosa più grave che possa accadere: il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, chi minaccia di metterlo in stato d'accusa gli dice che non sa o non vuole applicare la Carta. E questo è eversivo».
Ma se si ritiene che ci siano gli estremi...
«Gli estremi non ci sono: il presidente sta agendo a tutela dei valori costituzionali».
L'euro è un valore costituzionale?
«Il problema non è tanto l'euro quanto i vincoli comunitari a tutela della stabilità finanziaria, che deriva dal vincolo della sostenibilità del debito pubblico a garanzia del risparmio degli italiani».
Allora ha ragione Salvini, siamo un Paese a sovranità limitata.
«Decisamente e fortunatamente sì. Tutti gli Stati lo sono, quelli che partecipano all'Unione europea e anche gli altri: la nostra è una sovranità interdipendente perché abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri».
La sovranità finisce dove iniziano i mercati.
«Anche dove inizia la comune cultura delle regole democratiche: è questo a renderci interdipendenti. E ripeto: per fortuna».
Celestino Tabasso

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 maggio aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Il seminario domani nella sede dell'Autorità portuale
Sport tra mare e vento: come cambiano le città

Domani alle 17 nel terminal crociere si svolgerà il seminario dal titolo “La città del vento” dedicato al rapporto tra la città e il mare per comprendere come la convivenza e lo sviluppo di questi elementi possano essere affrontati con un approccio intelligente e integrato per il benessere della comunità.
L'incontro, che sarà moderato da Mauro Coni, docente dell'Università di Cagliari, dopo i saluti di Massimo Deiana, Presidente dell'Autorità di sistema portuale mare di Sardegna e di Luca Carboni (Atena Sardegna), vedrà gli interventi di Max Sirena e Davide Tagliapietra (del team di Luna Rossa), di Ginevra Balletto (docente di Pianificazione territoriale all'Università di Cagliari) e Giuseppe Borruso (docente di Geografia economica, Gis e Geografia delle reti all'Università di Trieste).
L'iniziativa rientra nel progetto di ricerca “Sport in the city”, coordinato da Ginevra Balletto, e intende evidenziare come le città sul mare siano accomunate da una particolare intelligenza e da un rapporto spesso non facile tra componente urbana e marina, che si esprime anche attraverso lo sport e la vasta sperimentazione e tecnologia collegata.
«La ricerca della docente del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura ha avuto un primo esito nella collaborazione per il concept del nuovo stadio del Cagliari, ed è in fase di realizzazione un ciclo di seminari che affronteranno temi legati a vari aspetti, dagli sport velici agli impianti di quartiere» spiegano gli organizzatori. Anche la collaborazione con il team di Luna Rossa nasce nello spirito del progetto di ricerca, anche grazie alla proficua collaborazione con Atena Sardegna, la sezione regionale dell'associazione italiana di tecnica navale che promuove la cultura navale e nautica.

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 maggio aprile 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Sanità
Il Policlinico è leader

per interventi alla tiroide Il sito doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie, ha realizzato un approfondimento sul tumore alla tiroide e le patologie tiroidee (ipotiroidismo e ipertiroidismo). A livello regionale il Policlinico risulta quello dove si effettua il maggior numero di interventi: sono stati 136. A seguire ci sono la Nuova casa di cura di Decimomannu (52), l'ospedale oncologico Businco (48), il Policlinico di Sassari (32), lo Stabilimento cliniche di San Pietro di Sassari (25).
Piccola ghiandola situata alla base del collo, la tiroide gioca un ruolo importante nel regolare il metabolismo di tutto il corpo grazie alla produzione di due ormoni. Anch'essa, come gli altri organi, può sviluppare tumore: La neoplasia alla tiroide rappresenta il 4 per cento di tutti i carcinomi. In percentuale, le donne sono molto più colpite rispetto agli uomini, in un rapporto di 4 a 1, mentre la fascia di età più coinvolta è quella tra i 45 e i 50 anni.

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 maggio aprile 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Quattro milioni di euro dalla Giunta regionale
Cinema, 15 bandi per lo sviluppo

Arrivano dalla Giunta 4 milioni di euro per i 15 bandi dedicati al cinema sardo per il 2018_ «Siamo particolarmente soddisfatti del lavoro svolto perché, quest'anno, oltre alle importanti risorse stanziate, siamo riusciti a pubblicare i bandi con quasi due mesi di anticipo rispetto agli anni precedenti», ha detto l'assessore alla Cultura Giuseppe Dessena, «questo consentirà di garantire tempi idonei per la valutazione dei progetti alla Commissione tecnico-artistica e di individuare inoltre in tempi più celeri i beneficiari». Sei bandi, con scadenza il prossimo 2 luglio, sono rivolti alle imprese cinematografiche per la produzione di lungometraggi, cortometraggi, per lo sviluppo di sceneggiature e per la distribuzione. L'importo complessivo degli interventi è di 2 milioni e 240mila euro. Altri sei, che hanno scadenza 25 giugno 2018, sono destinati alle associazioni del settore, a enti pubblici e università per la promozione della cultura cinematografica e quindi per l'organizzazione di festival, rassegne, premi e per la ricerca e la sperimentazione nel campo dell'audiovisivo. L'importo complessivo è di 850mila euro. Entro il prossimo mese saranno pubblicati i restanti bandi per la concessione di borse di studio per la frequenza ai corsi di cinema e quelli rivolti a scuole e università, per la didattica del cinema.

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 maggio aprile 2018 / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
INNER WHEEL. Domani la cerimonia
Il premio Eleonora a Cristiana Collu

È la direttrice della Galleria d'arte moderna di Roma, la cagliaritana Cristiana Collu, la donna sarda vincitrice del premio Eleonora D'Arborea 2018, assegnato ogni due anni dalle Inner Wheel Cagliari. Collu è stata scelta per la «precisione ideativa, forza straordinaria, visione innovativa degli spazi museali in cui si conserva la cultura si è posta giovanissima all'attenzione e ammirazione della comunità rendendo orgogliosa del suo successo la sua terra».
La cerimonia di consegna del premio si terrà domani alle 11,30 nella Sala Settecentesca dell'Università di Cagliari (via Università). A Cristiana Collu va il merito di aver dato al Man di Nuoro l'impronta di museo di arte moderna e contemporanea che lo caratterizza oggi. Dopo l'esperienza nuorese è stata scelta per dirigere il Mart di Trento e Rovereto, per tornare poi brevemente all'Isre di Nuoro. Tre anni fa, un nuovo salto dall'altra parte del mare con la direzione della Gnam di Roma.

 

La Nuova Sardegna

 


7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 29 maggio 2018 / Sassari - Pagina 19
IL FUTURO 4.0 METTE RADICI IN CITTÀ
L’Ateneo turritano protagonista di uno degli otto “centri di formazione e sviluppo” nazionali

di Giovanni Bua
SASSARI  Robotica e tecnologie digitali al servizio dell'industria. Ma anche orientamento, formazione, finanziamenti e agevolazioni, incubatori e acceleratori. Questo è l’avveniristico cuore 4.0 di “Artes”, che mette radici, unico nell’Isola, a Sassari. Nel suo ultimo giorno da ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha infatti pubblicato la graduatoria degli otto “centri di competenza” ammessi alla fase negoziale con ministero, in vista dell’accesso a oltre 70 milioni di finanziamenti pubblici. E tra questi c’è anche quello che, con coordinatrice la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, vede impegnata in prima fila l’università turritana. La rete. Una “cordata” che conta 13 tra università e centri di ricerca e 146 imprese, selezionate tramite un avviso pubblico, tra cui le due “sarde” Abinsula e Fiumesanto, e unisce enti, istituzioni, associazioni di categoria, fondi di investimento, per realizzare progetti di ricerca applicata, di trasferimento tecnologico e di formazione su tecnologie avanzate, nel quadro degli interventi connessi al piano nazionale Industria 4.0. «Un risultato che non può che onorarci – spiega il rettore Massimo Carpinelli –. Il bando del ministero era infatti competitivo. Ed essere nella rosa degli otto centri di alta formazione e sviluppo ammessi a livello nazionale certifica il livello raggiunto dalla nostra università, e soprattutto il suo sempre più stabile ruolo di traino per l’industria nel nord Sardegna e di tutta l’Isola».
«La migliore rappresentazione del competence center – spiega Ludovico Marinò, direttore del dipartimento “di eccellenza” di Scienze economiche e Aziendali – è quella di un portale di accesso, un ipermercato dell’innovazione a cui le imprese del territorio possono rivolgersi. Un veicolo di nuovi finanziamenti, a bando o sportello, per singoli progetti. Ma anche un luogo di formazione, lancio e accelerazione. Insomma un’opportunità eccezionale». Fase due. Ora scatta ora la fase-due ovvero la negoziazione al Mise. Ogni “cordata” sarà convocata nelle prossime settimane per discutere i progetti, eventualmente migliorare le proposte. Poi, per ogni centro ammesso, sarà emanato il decreto di concessione che conterrà tra l’altro impegni, obiettivi, tempi e modalità di realizzazione dell’attività programmata, indicazione delle spese e dei costi ammissibili. I fondi. «A disposizione ci sono 73 milioni – spiega Attilio Sequi, dirigente dell’Area Ricerca, internazionalizzazione, trasferimento tecnologico dell’università – nei giorni scorsi il Mise ha aumentato le risorse per i centri che prima ammontavano a 40 milioni. I competence center potranno utilizzare poco meno di 6 milioni ciascuno per finanziare la metà delle attività di start-up. I restanti 25,5 milioni serviranno invece a finanziare i progetti che ciascun competence center avvierà, a bando o a sportello per un massimo di 200mila euro a progetto». L’ipermercato. Una volta decollato il competence center alzerà le serrande, offrendo orientamento, in particolare per le Pmi, aiutandole a valutare il loro livello di maturità digitale e tecnologica, formazione in aula, sulla linea produttiva, e su applicazioni reali, utilizzando, ad esempio, linee produttive dimostrative, e attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, proposti dalle imprese, compresi quelli di natura collaborativa tra aziende, e fornitura di servizi di trasferimento tecnologico. Il presente e il futuro dell’industria insomma.
Dentro cui Sassari c’è.



8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 29 maggio 2018 / Lettere e commenti - Pagina 34
L’OPINIONE
PIÙ COMPETENZE PER AUMENTARE LA PRODUTTIVITÀ

di LUCA DEIDDA
La fotografia che ci offre il rapporto del CRENoS presentato venerdì a Cagliari ribadisce un punto-chiave: la causa della condizione della Sardegna in termini di sviluppo economico, e della sua incapacità di tenere il passo dell’Europa, è strutturale. L’imputato è noto alla corte perché opera nella nostra Isola e nel nostro Paese da decenni e ha un nome: produttività. Che vuol dire poi, più in generale, competitività. I nostri lavoratori, i nostri fattori produttivi, sono meno produttivi che altrove e ciò è sempre più vero col passare del tempo. In Italia il tasso di crescita della produttività totale dei fattori nel periodo 1990-2008 è stato mediamente dello 0,6% all’anno, in Sardegna -0,4%; contro il 2% tedesco. Se stimassimo lo stesso indicatore per il decennio successivo il risultato non sarebbe molto diverso. Ecco perché arranchiamo. Ma il rapporto ci dice anche che: si… può… fareee, come gridava il Dr Frankenstein nella parodia di Mel Brooks. Il numero di startup innovative sarde è triplicato dal 2013 e il dato a marzo 2018 è in linea con il resto del Paese: settore chiave è la produzione di software e la consulenza informatica. Alcuni settori tirano: l’agroalimentare (potenzialmente ad alto contenuto innovativo) e il turismo (pure). Come mai i nostri lavoratori e i nostri fattori sono meno produttivi che altrove? Investimenti, competenze, governance. Competenze: il rapporto CRENoS è chiaro. Meno sardi laureati rispetto all’Europa, sia in generale che nelle materie tecnico-scientifiche. Investimenti: sono pochi; reggono un po’ quelli pubblici. Quali politiche? La governance dei processi che dovrebbero allocare le risorse agli usi migliori è inefficiente, specie nel pubblico. Nel privato, la dimensione d’impresa incide: le micro imprese non sempre hanno tutte le competenze in house per operare le scelte migliori. Nel pubblico l’allocazione delle risorse è spesso frutto di logiche che poco hanno a che fare con le competenze, e così abbiamo in molti casi la persona sbagliata al posto sbagliato. Una prima politica pubblica dovrebbe essere quella di migliorare la qualità del reclutamento, a tutti i livelli, incluse le posizioni dirigenziali: le competenze, la qualità del curriculum, prima di tutto. La seconda politica riguarda la qualità dei processi e il controllo di gestione. Investimenti pubblici efficaci dipendono dalla competenza dell’amministrazione e dalla qualità dei processi che determinano la tempestività della spesa; il controllo di gestione è determinante per migliorare tale qualità. Terza politica: servizi alle imprese. Servizi commerciali, ma non solo; i trasporti sono un classico: non a caso le nostre startup fanno software… che è facile da trasportare! Si può pensare a una task force di consulenti con contratti incentivanti che forniscano alle micro imprese le competenze che queste non possono sviluppare in house; ma si può anche diffondere le best practice in materia di servizi in rete che già si stanno affermando nell’Isola; penso ai circuiti creditizi. I competence center di Industria 4.0 sono un altro esempio: supermercati che offrono competenze di istituzioni universitarie e grandi imprese mettendole al servizio del territorio. Servizi e interventi indirizzati a settori particolari? Non credo: che sia il privato a decidere dove investire; il pubblico deve creare le condizioni, le infrastrutture materiali e immateriali. Competenze: quarta politica. Lotta alla dispersione scolastica e finanziamenti all’istruzione. Su questo è stato fatto molto e i risultati iniziano a vedersi. Forse sarebbe utile agganciare i finanziamenti agli esiti. Un policy maker che impiega tanti soldi dovrebbe avere parte attiva nell’allocare le risorse in base ai risultati. Ci servono più laureati, specie in materie scientifiche e tecniche, il che non vuol dire che non ci servono laureati in materie umanistiche, ma che magari in quest’ambito bisogna far entrare la tecnologia. Certamente più laureati sardi, ma non solo, più laureati che vogliano lavorare in Sardegna. E allora, dobbiamo attrarre giovani a studiare da noi, a lavorare da noi. E qui, tutto ciò che ha a che fare con la residenzialità, universitaria e non, è materia di politica economica!

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