Press review

20 May 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 20 maggio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
Mercoldì un seminario nella facoltà di Studi umanistici
Qual è la condizione delle donne in Sardegna?

L'Università di Cagliari e la rete di giornaliste Gi.u.li.a. promuovono un incontro-seminario sul lavoro delle donne, la discriminazioni di genere, il divario salariale, le molestie sessuali e sessiste sul lavoro. Il 23 maggio in aula Motzo (facoltà di Studi umanistici), dalle 10 alle 13 studiose, economiste, professioniste, imprenditrici, forniranno dati ed elementi per tracciare il quadro relativo all'Isola.
Elisabetta Gola, docente di Teoria dei linguaggi, tra le promotrici del convegno, spiega: «Ci sono ancora pregiudizi e stereotipi che spesso rendono più complicata la vita lavorativa delle donne. Barriere che devono essere superate nel rispetto della diversità di ciascun genere». Oltre alla rettrice Maria Del Zompo e alla presidente della facoltà di Studi umanistici Rossana Martorelli, intervengono l'assessora regionale al Lavoro Virginia Mura che farà il punto sulle misure a favore dell'occupazione femminile, la consigliera di parità Tiziana Putzolu che parlerà delle molestie, l'avvocata Valeria Aresti che si occuperà di molestie e stalking sulla base di sentenze su casi locali. «La disparità di genere sul lavoro - sostiene Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia - deve essere affrontata con un approccio multidisciplinare. Servono ottiche, competenze diverse e l'attenzione quotidiana dei media per comprenderne a fondo le origini e contrastarne gli effetti».
A offrire riflessioni la presentazione del libro di Mara Cinquepalmi “Donne di carta”. Intervengono l'imprenditrice Luisella Cardia, la segretaria regionale Cgil Caterina Cocco, la consulente del lavoro Francesca Bragaglia, la presidente di Lamas Maria Antonietta Mongiu, la direttrice della Cna di Rieti Enza Bufacchi, le docenti universitarie Francesca Ervas e Michela Floris e Valentina Favrin che parlerà della tratta delle migranti.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 20 maggio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
FESTIVAL E UNIVERSITÀ
Domani alle 11, in Rettorato, la rettrice Maria Del Zompo e i figli di Pinuccio Sciola, Tomaso, Chiara e Maria, presenteranno la prima edizione di “Sant'Arte”, festival di arti visive che si terrà a San Sperate dal 25 al 27 maggio. Il festival, intitolato “Ambiente come storia, arte come racconto” è un omaggio alle arti visive.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 20 maggio 2018 / Fondi Investimento (Pagina 24 - Edizione CA)
RICONOSCIMENTI
ARCHITETTO SARDO DA OSCAR

Elisa Pilia, dottore europeo di ricerca in Ingegneria e Architettura all'Università di Cagliari, ha vinto il Premio letterario Calcina-John Ruskin “Scrivere d'architettura” con la tesi dal titolo “Urban ruins. Memorial value and contemporary role”. Il premio è rivolto a tutti coloro che hanno scritto della città, non solo nella sua complessità e densità storico-artistica, ma anche alla luce di temi posti dalla contemporaneità: tra questi, la coesistenza tra il nuovo e l'antico, la possibilità di fare convivere la necessità di “conservare”.

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 20 maggio 2018 / Fondi Investimento (Pagina 24 - Edizione CA)
APPUNTAMENTI
CAGLIARI, INCONTRO SULL'ICT

Domani è in programma l'incontro iniziale del progetto “Prossimo - PROgettazione, Sviluppo e ottimizzazione di Sistemi Intelligenti MultiOggetto”, promosso e finanziato da Sardegna Ricerche (nella foto il direttore Giorgio Pisanu) e condotto dal Dipartimento di Chimica e Farmacia dell'Università di Sassari. Oggetto del progetto, incentrato sull'Internet degli oggetti (Internet of Things, IoT), è il trasferimento di tecniche avanzate per la progettazione e l'implementazione di sistemi informatici costituiti da sensori o attuatori intelligenti (Cyber Physical Systems, CPS). L'evento sarà ospitato dalle 11 nella sede del Dipartimento, in via Vienna 2.

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 20 maggio 2018 / Commenti (Pagina 55 - Edizione CA)
La storia cinquant'anni dopo
Oltre i miti del Sessantotto

Luca Lecis
Docente di storia contemporanea Università di Cagliari

Anniversari e ricorrenze di eventi storici possono offrire una preziosa occasione per riportare la storia nel dibattito pubblico e così conferirle quella dignità spesso sottratta e assente nella società italiana. È questo il caso del cinquantesimo anniversario del Sessantotto.
Per comprendere il fenomeno della contestazione studentesca e l'eredità del '68, oggetto nei decenni successivi di una vera e propria mitizzazione, è indispensabile ricostruire la reale portata di quegli eventi attraverso gli strumenti della ricerca storica. Andare oltre la memorialistica e la sterile critica dei numerosi intellettuali di contropotere di quegli anni, superando la percezione dei contestatori e dei loro avversari, è un'operazione indispensabile per rendere piena giustizia a questo fenomeno di ribellione giovanile senza precedenti. Dopo l'inevitabile processo di decantazione è oggi un'operazione indispensabile, soprattutto in Italia, dove il discorso pubblico sul Sessantotto è ancora distorto da visioni di parte, apologetiche o denigratorie.
Osservato con gli occhi dello storico il '68 rispecchia una transizione di civiltà, né buona né cattiva in sé. La società ingessata messa in crisi dal Sessantotto conteneva le premesse della propria disgregazione, incapace com'era di adeguarsi alla modernità incalzante, anche perché soffocato dalla morale sessuofobica, da un sistema educativo ancorato a logiche del passato e da una concezione della famiglia di stampo autoritario. D'altronde, come ha rilevato Paolo Pombeni, «se fosse stato una solida costruzione di pietra avrebbe probabilmente resistito e costretto gli assalitori a conquistarlo davvero per trasformarlo dall'interno, piuttosto che bearsi della contemplazione delle sue rovine rase al suolo con troppa facilità». La laicizzazione socioculturale sancita dal Sessantotto non fu un vittorioso risultato ascrivibile unicamente all'universo movimentista di sinistra, che ha monopolizzato la ben nota immagine di quegli anni divenendo l'imprescindibile riferimento ideologico: vi fu anche un'anima cattolica della contestazione giovanile, una peculiarità emersa attraverso la creazione di reti internazionali che, a partire dai primi anni Cinquanta, collegavano i movimenti di Azione cattolica e che giunse a piena maturazione alla fine degli anni Sessanta. Scelte maturate in un humus culturale che ha avuto inizio col boom economico e sostenute dalle richieste di rinnovamento ecclesiale, che hanno alimentato le speranze di una parte significativa della gioventù più impegnata e organizzata in associazioni e realtà studentesche italiane ed europee.
Frutto dell'onda lunga della contestazione giovanile francese, in Italia il Sessantotto arrivò quasi inaspettato, in primis nel suo epicentro, l'Università Cattolica. Fu l'ateneo ambrosiano la fucina di una rivolta che non rimase a lungo solo giovanile e solo studentesca e che vide giovani di tutta Europa occupare scuole e università in nome di nuove istanze di libertà in aperta opposizione al mondo borghese.
Il luogo non deve sorprendere, non solo e non tanto perché il cristianesimo è da sempre, nella sua più intima essenza, rottura con la tradizione, ma anche perché quella cattolica era una vera rete internazionale, un movimento globale decenni prima della globalizzazione. La contestazione nacque in Cattolica in risposta all'incessante domanda di autenticità contro i diversi problemi sociali, educativi, economici presenti nella realtà ecclesiale di quegli anni, problemi irrisolti che la Chiesa aveva iniziato a discutere nel Concilio. In sintesi non si trattò dunque solo di una rivoluzione politica più o meno fallita, quanto piuttosto di una rivoluzione culturale e sociale.

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 20 maggio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 53 - Edizione CA)
Sassari
Vigilantes all'ospedale: a rischio settanta dipendenti

A rischio il futuro di 70 lavoratori della Secur, la società che ha in affidamento il servizio di vigilanza presso le postazioni dell'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. Gli addetti al portierato e le guardie giurate, sono in stato di agitazione e l'altro ieri hanno avuto un incontro con i rappresentanti sindacali per discutere l'ultima delibera adottata dall'Aou che, in sostanza, dà il via libera all'avvio del nuovo servizio a partire dal primo di giugno. «Il piano degli interventi prevede 28 postazioni – spiegano i lavoratori – e per coprire le turnazioni è necessario impiegare 41 persone per il servizio di portierato e altre 21 per il servizio di guardie particolari giurate. Attualmente le risorse impiegate sono 115». La delibera prevede pure un taglio di 18mila ore annue e il cambio di mansione per 47mila ore, attualmente appartenenti al servizio di portierato, che verranno espletate dalle guardie giurate.
«Da dicembre si chiedono spiegazioni ma nessuno ha dato risposte in merito». Inoltre la Gruppo Secur si vede negare il saldo delle fatture per il servizio svolto, dal momento che non sarebbe in regola con i contributi dei propri lavoratori. Un cane che si morde la coda. «Anche per questo mese – spiegano i lavoratori - sarà difficile avere lo stipendio con puntualità». I dirigenti della UilTucs, Graziano Pazzona e Danilo Paulesu, il segretario provinciale Claudia Garau della Ugl Sicurezza Civile, Federica Bandinu, del consiglio direttivo della Ugl Sicurezza Civile, sono pronti a scendere in piazza con i lavoratori per manifestare tutto il loro dissenso. (c. fi.)

 

La Nuova Sardegna

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 20 maggio 2018 / Nuoro - Pagina 22
NELLE SEDI DECENTRATE IL FUTURO DELL'UNIVERSITÀ
I due rettori di Cagliari e Sassari al convegno in ateneo sul tema dei finanziamenti
Dopo i tagli dello Stato la Regione ha deciso di aumentare il fondo unico

di Francesco Pirisi
NUORO La sede universitaria nuorese è dentro gli interessi accademici sia dell'ateneo di Cagliari, sia di quello di Sassari, dai quali deriva i propri corsi. L'hanno confermato i rettori Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli al convegno promosso dall'associazione "Sardegna al massimo". Tra i problemi maggiori c'è la difficolta di offrire pari opportunità ai tanti giovani sardi, colpiti più di altri dai tagli pubblici all'istruzione, come ha ricordato il consigliere regionale Roberto Deriu, che in questi anni ha svolto un ruolo di rilievo nel centro-sinistra proprio per le questioni dell'università. Mentre lo Stato riduceva, infatti, la Regione ha deciso di destinare più risorse dei suoi sette miliardi del bilancio. L'ha confermato proprio il rettore Del Zompo: «Con i nuovi fondi, per quanto riguarda il nostro ateneo, siamo riusciti a ovviare ai due milioni di tagli annuali operati dal governo. Altrimenti sarebbe stato impossibile anche pagare gli stipendi ai docenti con la conseguente chiusura di alcuni corsi». A Cagliari sono interessati 23mila iscritti e altri 14 mila nell'università di Sassari, tra i quali gli allievi che frequentano nelle sedi decentrate di Nuoro, Oristano, Olbia e Iglesias, finanziate dalla Regione col fondo unico. Il successo più importante di cui Deriu si è voluto appuntare la medaglia, a nome dell'attuale governo della Regione, è però quello delle borse di studio, attraverso le quali si è concretizzato il diritto all'istruzione sancito dalla Costituzione. «Nel 2012 - dice l'esponente Pd - su quasi 8mila studenti idonei, ossia nelle condizioni di poter avere la borsa di studio, ne beneficiavano in concreto poco più di 5mila. Dato peggiorato l'anno successivo. Si riducevano per la verità anche gli idonei e non perché fosse cresciuta la ricchezza delle famiglie, ma piuttosto perché c'erano meno iscritti». Il cambio di marcia è il dato del 2017, «quando tutti gli 8600 idonei hanno potuto contare sulla borsa di studio». Solo qualche anno prima a suonare il campanello d'allarme erano stati gli stessi studenti. Francesco Puddu, rappresentante nel consiglio di amministrazione dell'Ersu, l'ente per il diritto allo studio: «La svolta è stata nell'audizione fatta con la commissione Bilancio, che ha capito il rilievo della questione e deciso di mettere a disposizioni più fondi. Si tratta tuttavia solo di un primo passo. Serve un confronto continuo tra Regione, università ed Ersu, per affrontare le varie problematiche». Tra le quali ci sono quelle specifiche delle sedi decentrate, come Nuoro, prive ancora di una casa dello studente e di una mensa. Gli altri temi locali li propone il padrone di casa, Fabrizio Mureddu, dal 2016 commissario del consorzio per gli studi universitari nella Sardegna centrale: «Vista l'esperienza di questi anni di gestione considero necessaria una maggiorazione del fondo unico. Altra cosa. Se non i soldi effettivi, all'inizio di ogni anno dovremmo conoscere almeno l'entità del contributo». Discorso economico che entra dritto nelle considerazioni sul futuro della sede nuorese. Più che il fatto se debba continuare a essere un consorzio o una fondazione, l'interesse di rettori e amministratori locali è sul quanto la sede nuorese e come potrà crescere. Ancora il rettore di Cagliari Maria Del Zompo: «Siamo pronti a impegnare ulteriori risorse. Diteci però cosa serve e quali sono le vocazioni». Il potenziamento delle sedi decentrate per il rettore di Sassari, Massimo Carpinelli, passa attraverso la possibilità di «contare su infrastrutture territoriali, istituzionali ed economiche che sostengano l'attività formativa e consentano di potenziare la ricerca».
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 20 maggio 2018 / Nuoro - Pagina 22
FORMAZIONE » LE NUOVE OPPORTUNITÀ
Settecento gli iscritti in città ma contributi sempre in ritardo

Nella sede nuorese sono 700 gli iscritti all'università. Frequentano i corsi in Scienze forestali e Ambientali, in Infermieristica e la triennale in Servizi giuridici alle imprese e alla cultura. Attività accademica per la quale nel 2017 la Regione ha garantito un contributo di 2 milioni e 400mila euro. Fondi ancora una volta in ritardo, considerato che la prima tranche è stata versata soltanto a da poche settimane. L'obiettivo è avere più risorse e certe, e più in generale di vedere crescere l'attenzione della due università maggiori verso le sedi periferiche. Il sindaco Andrea Soddu: «Il nostro è un territorio non ricco dove anche mandare i figli all'università è diventato ormai un impegno gravoso. Per questo è fondamentale potenziare la presenza dei corsi di laurea anche nelle aree periferiche». (f.p.)

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