Press review

18 May 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
MEETING INTERNAZIONALE
Fino a domani l'asse di Medicina-Cittadella universitaria di Monserrato e la sala conferenze del Molo Ichnusa ospitano i lavori del meeting internazionale di Endodonzia clinica e chirurgica, con specialisti di Siviglia, Amsterdam e Cardiff, curati da Elisabetta Cotti, direttore del master di Endodonzia clinica e chirurgica dell'ateneo di Cagliari. Oggi nella sala conferenze del Molo Ichnusa appuntamento dalle 9 alle 17.

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Progetto Maregot, sì alla Carta di Bologna per le coste mediterranee
Erosione, ora un piano per le spiagge sarde

La Regione sigla la Carta di Bologna per la difesa delle coste mediterranee e fa il punto a un anno dall'avvio del progetto Maregot, un patto tra Corsica, Liguria, Sardegna, Toscana e Paca (Provenza, Alpi, Costa Azzurra) per prevenire e ridurre i rischi dell'erosione nei litorali. Per il momento il programma ha analizzato una serie di dinamiche costiere: moto ondoso, coste alte e basse, stabilità delle falesie, posidonia, incidenza delle strutture portuali e tutela degli habitat.
GLI STUDI «I progetti servono per approfondire la conoscenza», ha spiegato Mario Deriu, responsabile di Maregot per la Sardegna, in occasione del confronto organizzato ieri dalla Regione alla Manifattura Tabacchi di Cagliari. «La conoscenza - ha aggiunto - è utile per la realizzazione di un piano di interventi necessario per tracciare la strada futura dell'amministrazione regionale».
I DATI Dai primi studi emerge che la criticità alta riguarda circa 84 chilometri di coste sabbiose - su un totale di oltre 2000 chilometri - pari al 14,5 per cento del perimetro totale dell'Isola (si tratta di 27 spiagge su 271 complessivamente individuate ed esaminate). Per quanto riguarda le coste rocciose, sono stati classificati 314 tratti franosi (802 chilometri): di questi, 138 ad alta criticità per uno sviluppo di 83 chilometri totali, pari al 5,4 per cento del totale delle coste alte.
GLI INTERVENTI «La Sardegna vanta un patrimonio naturalistico di enorme valore che stiamo proteggendo anche dal rischio erosione, e su questo fronte siamo tra le regioni in miglior salute», ha sottolineato l'assessora all'Ambiente, Donatella Spano. Che ha evidenziato l'attenzione della Giunta ai territori più vulnerabili. «In questi ultimi quattro anni - ha ricordato - sono stati finanziati interventi di tutela delle coste e mitigazione del rischio idrogeologico nei Comuni di Alghero, Arbus, Badesi, Budoni, Cagliari, Calasetta, Capoterra, Dorgali, Pula, Posada, Porto Torres, San Teodoro, San Vero Milis, Sinnai, Sarroch, Sorso e Valledoria. Dal 2014 a oggi, poi, sono stati investiti 18,4 milioni di euro finanziando interventi su ambiti costieri rocciosi o spiagge di sabbia ricadenti nei diversi comuni».
LE POLITICHE Quanto alla Carta di Bologna, «si tratta di un documento che rafforza il ruolo delle Regioni mediterranee sulle politiche europee costiere e marittime - ha chiarito - stimolando la collaborazione anche con enti locali, Università ed altri portatori di interesse. Tra le varie iniziative promosse dalla Carta, è significativa la rilevazione quantitativa del fenomeno erosivo e del rischio di sommersione marina lungo le coste del Mediterraneo, anche in funzione della direttiva Alluvioni. Un'analisi necessaria - ha concluso Spano - per attuare una concreta politica di adattamento ai rischi naturali e antropici delle zone costiere, favorendo così la riqualificazione dei territori costieri per una crescita sostenibile». (ro. mu.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 35 - Edizione CA)
Oristano
Eleonora d'Arborea

La giudicessa Eleonora d'Arborea raccontata dalle pagine di Giuseppe Dessì, uno dei più grandi scrittori sardi del Novecento. “Lianora, quella delle leggi” è il titolo dell'incontro in programma oggi alle 18, nell'Hospitalis Sancti Antoni: sarà il critico letterario e docente di letteratura all'università di Sassari a leggere alcune pagine della pièce teatrale che Giuseppe Dessì dedicò alla giudicessa. L'iniziativa è organizzata dall'Istar ed è inserito nel programma del “Maggio dei libri”: dopo gli interventi dell'assessore alla Cultura Massimiliano Sanna e del presidente dell'Istar Maurizio Casu, spetterà a Massimo Onofri far conoscere Eleonora d'Arborea. ( v. p. )

La Nuova Sardegna

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Sardegna - Pagina 2
La conoscenza della lingua e la presentazione di un'idea si rivelano ostacoli
Presentate 110 richieste su 150 che potevano essere sottoposte a selezione
TALENT UP, POCHE DOMANDE
INGLESE TABÙ PER I LAUREATI

di Silvia Sanna
SASSARI Pochi conoscono l'inglese e la voglia di rischiare scarseggia. Così i due requisiti, fondamentali per partecipare al bando, si sono rivelati un ostacolo. Le porte erano aperte per 150 aspiranti imprenditori, ma a presentare le domande sono stati solo 110. Tra loro 98 sono stati ammessi alla selezione da cui verranno fuori i 50 che parteciperanno alla fase operativa: quella in cui la loro idea d'impresa prenderà forma. Sono i numeri del Talent Up, il bando della Regione che punta a trovare e valorizzare talenti. Con un obiettivo: accompagnarli nella preparazione di un progetto e nella sua applicazione in Sardegna attraverso un efficace piano di rientro. Un'occasione ghiotta sostenuta da una robusta dote finanziaria: sette milioni di euro da spalmare in tre anni. La risposta però è stata tiepida: niente boom di richieste, tutt'altro. «Tutto normale, anzi è andata bene», dicono all'Aspal, l'agenzia regionale per il lavoro che segue il progetto. In realtà in un'isola dove la disoccupazione giovanile è alle stelle e sono tantissimi i laureati a spasso, viene da farsi più di una domanda. Niente rischi. La prima selezione l'ha fatta il bando stesso. Tra i laureati e laureandi, tanti hanno rinunciato a presentare la domanda perché era necessario illustrare una idea di impresa - da rivedere, correggere o persino cambiare in una fase successiva - con un video di tre minuti in inglese. Apriti cielo. «Lo spirito imprenditoriale non è una caratteristica dei ragazzi sardi, lo vediamo anche in altre situazioni», spiega Luca Spissu, dirigente del Servizio progetti su base regionale e comunitaria dell'Aspal. «La mentalità diffusa è quella del posto fisso. Talent Up invece chiede ai partecipanti un'idea, uno spunto dal quale partire per creare una impresa. Avevamo messo in conto che questa richiesta avrebbe limitato il numero di domande. Per questo noi non riteniamo che quelle ricevute siano poche. È un risultato previsto: quello che conta è arrivare alla selezione finale di 50 futuri imprenditori». Sarebbe un grande successo, considerato che sono pochissime le idee che si trasformano in progetti d'impresa concreti e realizzabili. Spissu cita come esempio l'incubatore di imprese a Cagliari che ha esaminato le idee di circa 600 aspiranti imprenditori: «Solo 13 di loro, appena l'1%, ha avviato una start up», dice il dirigente dell'Aspal. In generale in Sardegna si assiste da tempo a un abbandono sempre più massiccio della libera professione: avvocati, ingegneri, commercialisti e architetti - spesso titolari di studio - che un po' per la crisi e un po' per indole, vanno alla ricerca del posto fisso per garantirsi un'entrata economica certa. Un esempio: il boom di domande per le supplenze nella scuola da parte di liberi professionisti.Inglese? No grazie. L'altro ostacolo che ha bloccato sul nascere eventuali sogni d'impresa è stato l'altro requisito, determinante per la partecipazione a Talent Up: la conoscenza, adeguata, della lingua inglese. Determinante in un bando che prevede la formazione all'estero dei partecipanti. E senza l'inglese non si va da nessuna parte. «Purtroppo la conoscenza delle lingue in Sardegna è privilegio ancora di pochi», dice Spissu. Tantissimi laureati, specializzati, masterizzati ma incapaci di intavolare una conversazione o illustrare un business plan fuori dai confini dell'Italia. Persino, in questo caso, di proporre la propria idea in un breve video di tre minuti con la speranza di essere ammessi e poter fare successivamente una full immersione di studio dell'inglese. Che le nuove generazioni non siano poliglotte è un problema emerso già altre volte in passato: per esempio nel settore turistico è insufficiente il numero degli addetti che conoscano almeno una lingua straniera per comunicare con la clientela proveniente dall'estero. Il bando Talent Up ha riportato a galla un'emergenza da affrontare, perché rischia - come in questo caso - di stoppare sul nascere qualsiasi iniziativa.


5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / IL PROGETTO
Risorse finanziarie per creare start up
Non è il nuovo master & back, perché la selezione iniziale è molto più rigida. E i partecipanti hanno una maggiore responsabilità: al contrario del M&B, nella fase di rientro non dovranno cercare qualcuno che gli offra un lavoro alla luce dell'alta formazione acquisita, ma dovranno essere loro a creare l'impresa, grazie alle competenze e agli strumenti finanziari che riceveranno in supporto. «Talent Up - spiega il dirigente Aspal Luca Spissu - trae spunto dai problemi che sono stati rilevati proprio nella fase di rientro del Master & back. I partecipanti hanno avuto difficoltà a trovare qualcuno disposto ad assumerli. Ora, al contrario, il progetto prevede di creare un nuovo tessuto imprenditoriale: i partecipanti saranno fondatori delle imprese costruite sulle loro idee, forti del periodo di formazione all'estero». Con Talent Up si torna a casa ma non si resta soli: il programma prevede il sostegno finanziario adeguato al progetto che si vuole realizzare. Un back dolce, grazie alle risorse di Sardegna ricerche, con la speranza che le idee attecchiscano.


6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Sardegna - Pagina 5
RICERCA Accordo Difesa-Dass
nasce spazioporto per voli suborbitali

CAGLIARI Uno spazioporto per voli suborbitali. E il decollo del Sardinia Uav Test Range, piattaforma italiana più evoluta per i test e le certificazioni di droni di qualunque dimensione e tipo. Due progetti che d'ora in avanti potranno essere sviluppati anche grazie all'accordo quadro tra il ministero della Difesa e il Distretto aerospaziale Sardegna per attività in campo spaziale e aerospaziale di tipo civile. Il protocollo d'intesa ha durata quinquennale e riguarda lo svolgimento di attività di studio, sviluppo e sperimentazione. Con la possibilità di mettere a disposizione infrastrutture e mezzi. Un patto di reciproco supporto che passerà attraverso lo sviluppo di progetti di ricerca in settori tecnologicamente avanzati, l'organizzazione di conferenze, dibattiti, seminari e workshop, la realizzazione di corsi di aggiornamento e riqualificazione, la promozione di percorsi formativi anche con la presenza di docenti universitari e l'organizzazione di visite e tirocini formativi. «Questa iniziativa - dichiara il capo del IV reparto, generale Roberto Comelli - consentirà alle nostre organizzazioni di valorizzare le capacità spaziali e aerospaziali della Difesa anche per uso civile a scopi civili, a beneficio del sistema Paese in generale». Sardegna con un alleato in più. «Siamo molto soddisfatti - sottolinea il presidente del Dass, Giacomo Cao - perché il protocollo apre la strada all'utilizzo di infrastrutture militari quali l'aeroporto di Decimomannu-Villasor e il poligono interforze di Salto di Quirra per attività di tipo civile».


7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Economia - Pagina 16
IL PROGETTO DEL MIT DI BOSTON
A Sassari si studierà come in Usa
Più discussioni e tecnologia in aula

di Salvatore Santoni
SASSARI Dal Mit di Boston all'istituto comprensivo Monte Rosello alto di Sassari. Le tecnologie per l'apprendimento attivo (Teal) utilizzate negli Stati Uniti sbarcano per la prima volta nell'isola con Classi 3.0, un progetto nato dal partenariato tra la scuola, l'istituto nazionale Indire, la Fondazione di Sardegna e il comune di Sassari. Un primo gruppo formato da venticinque docenti ha già cominciato il percorso di formazione che, grazie un nuoto metodo di apprendimento intriso di innovazione, consentirà di proiettare i loro gli alunni nel futuro. Le tappe del progetto - la proponente e referente è la docente Laura Neri, che insegna nell'istituto comprensivo - sono state presentate ieri mattina a Sassari durante una conferenza stampa nella sede della fondazione. La prima fase riguarda la formazione di docenti e famiglie sul metodo Teal. «Lo abbiamo scelto - spiega la dirigente scolastica Rita Spanedda - perché implica un alto tasso di innovazione, sia in termini di spazi e attrezzature sia di approccio mentale all'insegnamento». La seconda fase punta alla progettazione, insieme a un team di architetti del Fablab, di quattro aule che ospiteranno due prime classi delle elementari e altre due delle medie. Aule che verranno modificate con nuovi arredi e device. Le novità riguarderanno anche i tempi delle discipline: gli orari verranno riorganizzati per essere più funzionali al nuovo approccio. «La lezione Teal - sottolinea la ricercatrice di Indire, Silvia Panzavolta - si svolge secondo un canovaccio molto preciso per sollecitare l'inclusione e la partecipazione degli studenti, con lo scopo finale dell'avanzamento nel successo scolastico degli studenti». La terza fase del progetto prevede l'avvio della sperimentazione con i bambini. Le aule verranno assegnate in funzione delle discipline. Il docente non avrà più a disposizione un ambiente indifferenziato da condividere con i colleghi di altre materie, ma potrà personalizzare il proprio spazio di lavoro adeguandolo a una didattica attiva, predisponendo arredi, materiali, libri, strumentazioni, device, software e altro ancora. Classi 3.0 è finanziato dalla Fondazione di Sardegna, che lo scorso anno ha lanciato per la prima volta un bando dedicato alle istituzioni scolastiche. «I problemi delle scuole dell'isola sono diventati una vera emergenza - commenta la vicepresidente della fondazione, Angela Mameli -. Per questo abbiamo di investire per un'inversione di tendenza. Nell'ultimo bando abbiamo raccolto un'ampia partecipazione con progetti notevoli e molto innovativi: ne abbiamo finanziati 134». Il progetto per la scuola del quartiere di Monte Rosello alto coinvolge anche il Comune di Sassari, che ha messo in moto tre aree: le Politiche educative; i Lavori pubblici, che adegueranno spazi e arredi; e il settore dell'Innovazione tecnologica. «Gli spazi sono influenti rispetto alla qualità dell'apprendimento - spiega l'assessora alle Politiche educative, Alba Canu - perché creano l'ambiente ideale per gli studenti. Sassari ha scuole primarie di ottimo livello che si prodigano a trovare soluzioni e progetti che, come in questo caso, rappresentano vere eccellenze».


8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Sassari - Pagina 34
SASSARI E LA CRISI
LA CITTÀ SI CHIEDA CHE IDEA HA DI SÉ
Città turistica? Universitaria? La risposta è sempre negativa. C’è chi l’ha pensata come città di mare, il sogno può essere rilanciato iniziando dal piano della mobilità

di Antonietta Mazzette
Come un fiume carsico riappare il dibattito sulla crisi della città di Sassari, le cui ragioni sono tante e tutte connesse tra loro. Ne segnalo alcune. Anzitutto, la crisi di Sassari ha molto a che fare con l'uso che negli ultimi cinquant'anni si è fatto del territorio interno ed esterno alla città compatta. Da quest'uso discendono molti degli attuali problemi in termini di organizzazione degli spazi, distribuzione dei servizi e accessibilità. In secondo luogo, la crisi è andata di pari passo con la perdita di ruolo di capoluogo di un territorio con insediamenti importanti, quali Alghero e Porto Torres, e con un rapporto sempre irrisolto con Olbia. In terzo luogo, la mobilità delle persone e delle merci si fonda tuttora su infrastrutture inadeguate che comportano l'uso dominante dell'automobile. Al fine di contribuire al dibattito, parto da due domande. Di che cosa è fatta la città? Ciò è ben chiaro fino agli anni '70 del Novecento, poi diventa tutto abbastanza fumoso. Naturalmente Sassari non era un Eden, giacché continuava a mantenere molti aspetti di diseguaglianza ereditati dal passato e accentuati dallo squilibrio territoriale creatosi con l'industria insediata a Porto Torres. Va però riconosciuto che Sassari fino a tutti gli anni '70, stava dentro il complessivo mutamento del centro-nord italiano. Infatti, la sua cultura urbana era in sintonia con questa parte d'Italia: dalla costruzione del grattacielo in piazza Castello fino alla pratica urbanistica (riformista) delle periferie. In altri termini, la frattura città/territorio e città storica/città nuova, è stata una caratteristica urbana italiana dei decenni '50-'70, dentro la quale si è collocata pienamente Sassari. Sassari si discosta dal mainstream urbano negli anni '80, ad esempio: con l'abbattimento di parte del patrimonio liberty, con il definitivo abbandono del centro storico da parte del ceto medio; con lo sviluppo assurdo dell'area c.d. industriale (Predda Niedda), trasformatasi in una caotica zona che ha depresso il commercio cittadino, compreso quello fondato sulla grande distribuzione; con l'incapacità di confrontarsi con i principi di sostenibilità. Nonostante altrove vi fossero già i primi segni di recupero storico e di attenzione all'ambiente urbano; segni che hanno condotto in anni recenti ai numerosi interventi di riqualificazione che hanno coinvolto gran parte delle città europee e italiane, e che i sociologi urbani hanno definito Nuovo rinascimento urbano. Rinascimento al quale Sassari non ha partecipato. La crisi di cui stiamo pagando oggi alti costi è strettamente legata al fatto che Sassari non ha saputo ripensarsi, all'indomani della crisi della città moderna (che ha coinciso con la crisi della grande industria ancorata al territorio), come è invece avvenuto altrove.Sassari che idea ha di se stessa? Dare una risposta non è un esercizio accademico perché bisogna: avere consapevolezza e conoscenza di sé; saper individuare gli elementi attorno a cui costruire un'idea di città; saper utilizzare i caratteri principali della città come un filo rosso con il quale ipotizzare un possibile futuro. Giungere a una definizione-simbolo è l'esito di questo processo. Ad esempio, Sassari può essere definita (e si percepisce come) una città universitaria? E ancora, Sassari è una città turistica? Nonostante la presenza di un antico ateneo e di un importante patrimonio storico-architettonico, compreso il fatto che parte dei suoi confini stiano sul mare (l'Argentiera e la rotonda di Platamona), la risposta è negativa in entrambi i casi.Eppure, in un passato non remoto vi è stato chi ha pensato a Sassari come a una città di mare, bonificando paludi e ipotizzando lo sbocco a mare con un collegamento tramviario. Si può riprendere questo sogno realizzabile? Sì, iniziando a tirare fuori dai cassetti pubblici il piano di mobilità a suo tempo approvato e riadattarlo alle nuove esigenze, tenendo conto dei piani strategici elaborati dalle amministrazioni negli scorsi anni.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 37
L'INCONTRO
I giovani architetti si confrontano all'Alguer Caffè

ALGHERO Uno spazio libero e aperto alla riflessione sull'architettura degli spazi pubblici e privati, dove poter ascoltare, progettare e proporre. Domani alle 17.30 fa tappa ad Alghero, all'Alguer Caffè di via Vittorio Emanuele 2, "Il tempo per un caffé", ciclo di approfondimenti itineranti promossi e organizzati dal Gias, l'Associazione dei giovani architetti della Sardegna. Sarà un momento di riflessione per giovani professionisti desiderosi di mettersi in gioco e dimostrare le proprie capacità. Stimolati dal presidente del Gias, Maurizio Arcieri, architetti e appassionati avranno un'occasione di confronto sulla fruizione degli spazi pubblici, condividendo problemi, soluzioni e progetti. «Cerchiamo di promuovere e stimolare i giovani architetti di ogni zona, che racconteranno le loro esperienze professionali e di studio, le problematiche che devono affrontare ogni giorno e i risvolti positivi di una professione in continua evoluzione», spiega Arcieri. « L'evento è aperto anche agli studenti del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero dell'Università di Sassari. (g.m.s.)


10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 maggio aprile 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 37
OGGI A NUORO UN ANTICIPO DI GAY PRIDE
"Unu trenu chene frenu" inaugura la Queeresima

di Sabrina Zedda
CAGLIARI Manifestazioni, dibattiti, presentazione di libri e di film, fino a momenti convivali, nel nome dei diritti civili. Da oggi ritorna la Queeresima, quaranta giorni di iniziative e lotte a favore di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e queer (per loro si usa anche la sigla "lgbt") aspettando il 7 luglio, quando nelle vie e piazze di Cagliari sfilerà il Sardegna Pride. Coordinata dall'associazione Arc Onlus, quest'anno la Queeresima parte da Nuoro: oggi alle 18 c'è lo spettacolo "Unu trenu chene frenu!". È la prima delle ventisette iniziative in giro per l'isola che vedranno coinvolte numerose associazioni ed enti culturali accomunati dal desiderio di fare un passo avanti nella lotta alle discriminazioni. Che, anche in questo campo, sono dure a morire. A certificarlo una volta di più, sono i numeri resi noti dal rapporto Rainbow Europe della ong Ilga, e ricordati ieri dall'assessore alla Cultura del Comune di Cagliari, Paolo Frau, durante la presentazione delle inziative: su 45 paesi, l'Italia è al 32esimo posto in Europa in fatto di uguaglianza e parità dei diritti per le persone "lgbt". In questo senso non è un caso che come sottotitolo a questa edizione della Queeresima (la settima) gli organizzatori abbiano scelto la "visibilità". Spiega Carlo Cotza, esponente dell'Arc: «In sistemi codificati come la famiglia, la scuola o il posto di lavoro, le discriminazioni sono molto più sfumate. Così molte persone si autocensurano, facendo spesso scelte che non vorrebbero fare». L'appuntamento di oggi a Nuoro è in piazza del Rosario: il "treno senza freni" è un grande corteo, organizzato da Shardana Teatro ed Elisa Masala, che attraverserà la città, prima di lasciar spazio, nel Teatro Eliseo, alla proiezione del film di Matthew Warchuis "Pride" (ingresso gratuito). Durante l'evento sarà presentata l'opera "Stop the train" dell'artista Stefano Marongiu.Domenica a Cagliari la Chiesa battista organizza un "Cerchio del silenzio": ci si raduna in cerchio per dare visibilità alle tematiche dell'omo-bi-transfobia. Ancora: il 24 maggio nello studio The storyteller tattoo club di Assemini diversi tatutatori saranno a disposizione per realizzare tatuaggi su tematiche legate alla Queeresima, devolvendo il ricavato al finanziamento dell'iniziativa. Il 25 maggio a Cagliari il laboratorio per adulti e bambini "Tanti modi di essere famiglia", curato dalla Formica viola in collaborazione con le associazioni "Famiglie arcobaleno" e Psyenerghia. Il 5 giugno, sempre a Cagliari, c'è "Donne centrate", incontro organizzato da Lucido Sottile all'interno del loro "Family fest" a cui parteciperanno le associazioni Giulia Sardegna e Mai più sole. Il 14 giugno ci si sposta a Carbonia dove sarà proiettato il film "Lunàdigas" di Nicoletta Nesler e Marilisa Piga. Incontri i anche all'Università di Cagliari: il 27 e 28 giugno arrivano testimonianze di studentesse e studenti su identità di genere e orientamento sessuale.

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie