Press review

17 May 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
DO UT DES
Oggi alle 9.30 al Teatro Anatomico dell'Università in via Ospedale 121, incontro inaugurale del progetto DoUtDes -Trasferimento di tecnologie e competenze di Business Intelligence alle aziende dei settori innovativi e tradizionali, organizzato dal Dipartimento di Matematica.


2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Cronaca di Nuoro (Pagina 39 - Edizione CA)
Convegno sull'università
“Prospettive dell'università in Sardegna” è il tema del convegno di domani, ore 16, in via Salaris. Intervengono il sindaco Andrea Soddu, Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli, rettori delle università di Cagliari e Sassari, il consigliere regionale Roberto Deriu, l'amministratore della Provincia Costantino Tidu, il commissario del consorzio universitario Fabrizio Mureddu, Carlo Sanna, Antonio Puddu, Francesco Pitirra, Francesco Manca. Conclude l'assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena. Coordina Enea Bagiella.


3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Salute (Pagina 16 - Edizione CA)
BINAGHI. Eleonora Cocco, docente di Neurologia «I malati non sono appestati
e la vita deve andare avanti»

«Di sclerosi multipla non si muore. Non solo: conviverci non significa rinunciare a una buona qualità della vita, anche nei casi di ridotta mobilità. È una malattia che oggi fa meno paura rispetto al passato, e quel che persiste dello stigma sociale va sradicato con l'informazione e la sensibilizzazione». È un messaggio chiaro quello che arriva da Eleonora Cocco, docente di Neurologia all'università di Cagliari e responsabile del Centro regionale per la diagnosi e la cura della SM presso l'ospedale Binaghi, dove ha raccolto il testimone della storica direttrice Marisa Marrosu.
«Sebbene - osserva Cocco - l'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna sia quasi doppia rispetto al resto d'Italia, per ragioni legate a fattori genetici e ambientali, i risultati delle terapie farmacologiche sono incoraggianti. Dopo la diagnosi, è basilare intraprendere presto il percorso terapeutico, per contenere quegli effetti del processo infiammatorio che, alla lunga, possono arrecare danni al sistema nervoso fino alla disabilità. Altrettanto importante è sottoporsi a controlli regolari attraverso la risonanza magnetica, l'esame che meglio fotografa la situazione del paziente, sempre diversa da caso a caso. Mai sottovalutare la sclerosi multipla, è un nemico subdolo ma battibile quando si dispone dell'armamentario giusto». Sulla predisposizione dei sardi alle malattie autoimmuni, Eleonora Cocco conferma che «si tratta di un dato purtroppo acclarato, già evidenziato a suoi tempo da luminari quali Giulio Rosati e Marisa Marrosu. Tuttavia, alla cause genetiche si aggiungono determinati fattori ambientali che favoriscono l'insorgenza della patologia, in primis la carenza di vitamina D, il fumo di sigaretta, l'obesità, gli agenti infettivi». La neurologa pone l'accento sulla rilevanza di uno stile di vita sobrio: «Per quanto non esista una dieta definita ad hoc per chi soffre di sclerosi multipla, gli esiti di recenti studi condotti sulla flora intestinale, un muro difensivo del nostro organismo le cui alterazioni possono mandare in crisi il sistema immunitario, suggeriscono di optare per un'alimentazione il più possibile equilibrata e di introdurre l'attività motoria tra le abitudini quotidiane».
E la socialità? «Irrinunciabile, a patto di evitare l'altrui pietismo, quanto mai mortificante per il diretto interessato. L'ammalato di sclerosi multipla non è un appestato, ma una persona come tante che può vivere bene e a lungo». (fa. mar.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Salute (Pagina 16 - Edizione CA)
Patologie
Incontro con il professor Cucca
La genetica ci salverà dalla sclerosi

Fare il punto sugli sviluppi più recenti della ricerca scientifica e, nel contempo, individuare gli ambiti su cui intervenire con urgenza per alleviare le sofferenze di chi convive con la sclerosi multipla, il tutto seduti comodamente al pub: questo l'obiettivo di “Pint of Science”, festival di divulgazione scientifica che si è svolto nei giorni scorsi in numerose città italiane e in altri undici Paesi del mondo, organizzato in occasione del mezzo secolo di attività dell'Associazione italiana sclerosi multipla.
A Cagliari, due giorni fa, Francesco Cucca, professore di Genetica medica all'università di Sassari e direttore dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr con sedi a Cagliari, Lanusei, Sassari e Milano, è stato ospite del locale The Cork di via Dante per un intervento sul tema "Individuazione di bersagli terapeutici per la sclerosi multipla e altre malattie autoimmuni partendo da studi genetici sistematici".
Professor Cucca, si può parlare di malattie autoimmuni anche davanti a una pinta di birra.
«È andata così martedì scorso al Cork, un'occasione per una panoramica sui progressi degli studi nel campo della lotta alla sclerosi multipla in un contesto informale e rilassato. Gli scienziati non sono barricati nella loro torre d'avorio, al contrario avvertono di dovere morale di rendere conto di come vengono impiegati i fondi pubblici per la ricerca. La gente è in cerca di risposte, a noi il compito di informare in maniera puntuale ma anche chiara e comprensibile».
Ha insistito sul ruolo della genetica nella lotta alla sclerosi multipla.
«Premesso che si tratta di una patologia la cui insorgenza è ricollegabile a fattori sia genetici che ambientali, la genetica consente un approccio che supera la visione impressionistica delle cause, grazie allo sfruttamento delle informazioni che i geni stessi forniscono. L'obiettivo dei nostri studi è stato quello di individuare le cosiddette associazioni coincidenti , partendo dall'analisi dell'intera sequenza del genoma di migliaia di individui alla ricerca sia dei fattori di rischio genetici della sclerosi multipla che delle variabili immunologiche quantitativamente misurabili. Combinare queste due strategie di lavoro significa, in ultima analisi, stabilire inequivocabilmente quali fattori siano alla base dello scatenarsi di una malattia autoimmune e come essi abbiano agito».
Nella nostra Isola l'incidenza della sclerosi multipla è impressionante.
«Non a caso, larga parte del campione utilizzato nei nostri studi proviene dalla Sardegna, in particolare dalla popolazione dell'Ogliastra. Certe varianti genetiche sono più frequenti nei sardi rispetto al resto dell'Europa continentale».
Per concludere. C'è da essere ottimisti sul fronte delle nuove terapie?
«Partiamo da un assunto: non siamo all'anno zero nella ricerca dei rimedi alla sclerosi multipla, negli ultimi vent'anni è aumentata l'utilità dei farmaci di prima e seconda linea che rallentano il decorso della malattia contribuendo a migliorare la qualità della vita. Tuttavia, per il futuro prossimo confido in una autentica rivoluzione in ambito terapeutico, dal momento che la genetica dà lampante spiegazione come una certa variazione di sequenza del Dna riferibile alla sclerosi multipla influenzi l'espressione di molecole o la quantità di popolazioni cellulari collegate all'insorgenza della malattia. Ne consegue la possibilità di produrre farmaci specifici, in minor tempo e ad altissimo tasso di efficacia».
Fabio Marcello

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Launeddas in Castello
In via Università 32 oggi alle 17.30  una serata dedicata  alle launeddas, tipico strumento musicale sardo

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Cronaca di Nuoro (Pagina 38 - Edizione CA)
Sì a Sistema museale, Restart, Geoartnet, Distretto culturale e Gusta
Nuoro Piano di rilancio, 5 progetti da 20 milioni di euro Cinque progetti da oltre 20 milioni di euro da inserire nel piano di rilancio del Nuorese. Ieri la cabina di regia, riunita nella sede della Provincia di Nuoro, con il coordinamemto dell'assessore regionale Filippo Spanu, li ha approvati chiudendo questa fase articolata in 22 progetti. Le cinque proposte sono Sistema museale territoriale, Restart, Geoartnet, Distretto culturale e GustaNuoro. «Con i cinque progetti - dice Spanu - si conclude un ciclo di programmazione con il quale abbiamo assegnato circa 55 milioni di euro, di cui 10 già trasferiti. Le iniziative hanno una forte caratterizzazione legata all'ambiente e alla cultura. Stiamo accelerando nel percorso finalizzato all'erogazione delle risorse». Il sistema museale territoriale è la proposta del Comune di Nuoro e della Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai con la Provincia nel ruolo di ente attuatore. Investimento di 7 milioni e 993 mila euro. Obiettivo creare le condizioni affinché le aree archeologiche e i musei, dei piccoli paesi e di Nuoro, possano attrarre turisti. Definito il quadro finanziario per l'azione a favore della ricerca e della didattica nel Consorzio universitario (progetto Restart). Sarà possibile completare il finanziamento regionale a favore dell'intervento per l'Area vasta di Nuoro con una dotazione residua di 5 milioni e 729 mila euro. Geoartnet è proposto dalla Fondazione Nivola con il comune di Orani soggetto attuatore, mira a creare, con 2 milioni e 500 mila euro, un punto di riferimento per un'offerta turistica. Distretto culturale: proposto dalla Camera di commercio coinvolge Nuoro, Bitti, Dorgali, Mamoiada, Oliena, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Orune, Osidda, Sarule. Lo stanziamento è di un milione e 669 mila euro. Il progetto GustaNuoro, legato al parco del Tepilora, è presentato dal comune di Posada, punta sul patrimonio enogastronomico e conta su 2 milioni di euro.

 

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / TV e Radio (Pagina 55 - Edizione CA)
VIDEOLINA. Questa sera alle 21 con Simona De Francisci
Un'Isola senza bebè, a Monitor la denatalità

In Sardegna la denatalità ha toccato un nuovo record e di questa tema si occupa questa sera Simona De Francisci alla conduzione su Videolina di Monitor. Negli ultimi 60 anni siamo diventati il fanalino di coda del nostro Paese. Negli anni 50 una donna faceva in media 4 figli, oggi uno (quando arriva). L'età delle madri è cresciuta. Si entra nel mondo del lavoro sempre più tardi. E spesso manca anche quello. Come aiutare le famiglie e le giovani coppie? Quanto la crisi economica ha portato la nostra isola a raggiungere il peggio risultato in Italia. In collegamento da Sassari Franco Ferrandu. Ospiti del programma Mariangela Barca, sindaca di Sarule, Emanuela Marroccu, economista Università di Cagliari, Salvatore Dessole, direttore dipartimento materno infantile di Sassari.

La Nuova Sardegna

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Prima pagina
ARCHEOLOGIA, SCOPERTA NELLA LAGUNA DI SANTA GIUSTA
Ortaggi e frutta degli antichi sardi
Trovati susine, angurie, pinoli e noci risalenti al 500 a.C.

Susine, angurie, olive, zucca da vino, pinoli e bacche di ginepro nella dieta degli antichi sardi. Tutto rigorosamente prodotto nell’isola, secondo quanto documentato dall’équipe archeobotanica dell’Orto botanico dell’ateneo di Cagliari. Ortaggi e frutta risalenti al 500 a.C. e ritrovati sul fondale della laguna di Santa Giusta. A PAGINA 37

Oristano - Pagina 37
Ritrovati nella laguna di Santa Giusta resti di susine, angurie, pinoli e noci risalenti al 500 a.C.
Gli antichi sardi erano anche contadini

CAGLIARI Susine, angurie, olive, zucca da vino, pinoli e bacche di ginepro in tavola e nella dieta degli antichi sardi. Tutto rigorosamente prodotto nell'isola, secondo quanto documentato dall'équipe archeobotanica di HBK (l'Orto botanico dell'ateneo), in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell'Università di Cagliari, la Soprintendenza Archeologica e l'Instituto de Historia del Consejo Superior Investigaciones Científicas (CSIC), in un articolo pubblicato su "Vegetation History and Archaeobotany", una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali del settore.Un articolo che documenta i ritrovamenti degli archeologi sul fondale della laguna di Santa Giusta, che successivamente sono stati trasferiti presso la Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR) e analizzati dal punto di vista morfologico attraverso il confronto con le collezioni di materiali moderni. Tutti i materiali sono stati conservati all'interno delle celle frigorifere con l'obiettivo di preservare sia la loro morfologia che l'eventuale Dna antico ancora presente. Le indagini hanno permesso di verificare la presenza di resti vegetali riferiti a mandorle, nocciole e noci a cui si aggiungono numerosi semi di vite, susino, anguria, olivo, zucca da vino, pinoli e bacche di ginepro. Lo studio ha consentito di documentare la presenza in Sardegna dei primi alberi da frutto probabilmente introdotti dai Fenici e dai Punici tra il 500 e il 200 a.C. e rappresenta attualmente una delle prime testimonianze dirette dell'uso di queste risorse da parte di questi popoli navigatori. Si tratta di ritrovamenti di grande importanza, che danno anche nuovi impulsi per proseguono gli studi su altri contesti subacquei della Sardegna per meglio comprendere l'origine e la domesticazione delle specie frutticole anche in un'ottica di valorizzazione delle varietà locali.Del resto questi argomenti stanno riscuotendo un grande interesse negli ultimi anni, a partire dalla notizia che furono proprio i sardi a coltivare la vite e a produrre il vino nel Mediterraneo quasi tremila anni fa. Una scoperta anche questa della stessa équipe archeobotanica dell'Orto botanico dell'ateneo cagliaritano, che 6 ha dimostrato che in Sardegna la coltivazione della vite domestica non sia stata un fenomeno d'importazione, fino a quel momento attribuito ai Fenici che colonizzarono l'isola, ma un fatto prettamente autoctono. Quel lavoro aveva dimostrato che i resti organici ritrovati in perfetto stato di conservazione in un pozzo, che faceva da "frigorifero" naturale a un nuraghe nelle vicinanze di Cabras, fossero semi di vite - in particolare di vernaccia e malvasia - e risalissero all'Età del bronzo medio. A chiudere la discussione fu poi l'esame di alcuni resti organici contenuti in un torchio nuragico ritrovato nei pressi di Monastir: le analisi chimiche rivelarono tracce dell'acido tartarico presente nell'uva e così tutti i dubbi sono stati fugati perché quel torchio ad altro non poteva servire se non alla produzione del vino.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Oristano - Pagina 18
Corso magistrale del Consorzio Uno sulla qualità dei prodotti alimentari
Il cibo sicuro è roba da laureati

ORISTANO È stato presentato ieri presso il Chiostro del Carmine, sede del Consorzio UNO il corso di laurea Magistrale in Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari.Il progetto è del Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Sassari e sarà attivato a partire dal prossimo anno accademico.L'obiettivo del progetto è ascoltare le esigenze del territorio, dalle istituzioni alle famiglie, passando per un fondamentale rapporto con le aziende.Lo stretto legame col mondo del lavoro nel settore agroalimentare (associazioni industriali, laboratori di analisi, aziende alimentari) sarà uno dei punti qualificanti di questo percorso di formazione superiore dalla durata di due anni.L'impronta sarà molto simile ai master di stampo angolo-sassone, con i primi due semestri a carattere teorico e il secondo anno di respiro professionale.Anche a causa di questo approccio organizzativo, il corso sarà a numero chiuso, riservato ad un massimo di quindici studenti. Sarebbe stata impresa ben più complicata, infatti, accompagnare un numero maggiore di studenti all'interno della prima esperienza professionale.Alla base di questa scelta anche i costi elevati e la volontà di non intasare eccessivamente il mercato.Novità tutt'altro che trascurabile, inoltre, l'internazionalizzazione del corso, nota che incide pesantemente sulla bilancia dei punteggi effettuata dal Ministero e anche sui fondi destinati all'Ateneo.Una nuova ed importante boccata d'ossigeno, dunque, per il polo universitario oristanese, sintomo di una coesione con il territorio destinata a consolidarsi.


10 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 17 maggio aprile 2018 / Nuoro - Pagina 22
GLI OBIETTIVI
Restart, l'università al centro di un processo di cambiamento

NUOROSi scrive Restart (letteralmente ricominciare, ripartire), ma si legge come un acronimo: Ricerca, Economia Sostenibile, Turismo e Ambiente per il Rilancio Territoriale. È l'ultimo tassello del progetto di sviluppo per l'università approvato ieri dalla cabina di regia del piano di rilancio del Nuorese. Prevede fondi per 5 milioni 729 mila euro e arriva dopo i finanziamenti già disponibili per il recupero del Mulino Gallisay e dell'Artiglieria quali sedi del futuro ateneo nuorese. Restart, come spiega Fabrizio Mureddu, commissario del consorzio UniNuoro, riguarda invece la parte immateriale dell'università, cioè quel sistema complesso di ricerca volto a unire saperi e competenze con il contesto territoriale nel quale operano. Così da fare in modo che l'università diventi volano di uno sviluppo, anche dal punto di vista turistico, che veda al centro la protezione dell'ambiente e un suo utilizzo sostenibile, in simbiosi con il patrimonio antropologico, artistico e culturale del Nuorese.

Questionnaire and social

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