Press review

19 April 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Fondi al Dipartimento di Ingegneria meccanica
RICERCA, PIOVONO SOLDI
SUL PROGETTO MADELEINE

I ricercatori del dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell'Università hanno avuto un finanziamento da 250 mila euro per il progetto Madeleine. L'obiettivo è sviluppare metodologie utili ad accorciare i tempi di progettazione e calcolo per le turbine di alta pressione. Ovvero, i motori utilizzati dai principali vettori aerei al mondo, dall'Airbus alla Boeing. In sostanza, sulla quasi totalità delle turbine degli aerei della navigazione civile, ci sono di mezzo anche i calcoli e le ricerche degli ingegneri.
L'OBIETTIVO «Studiamo e implementiamo le metodologie di calcolo indispensabili per la progettazione. In particolare, ci occupiamo - spiega in una nota Tiziano Ghisu, coordinatore del gruppo di lavoro - dei componenti di una delle parti più calde del motore dell'aereo, ovvero, una zona dove il gas raggiunge i duemila gradi». Nello specifico, «il progetto si concentra su metodi particolari di soluzione delle equazioni (i cosiddetti metodi adjoint), che permetteranno l'applicazione a problemi complessi di ottimizzazione e valutazione dell'incertezza nella progettazione, con tempi di calcolo notevolmente più brevi rispetto a quelli attuali. Il team, composto oltre che dal professor Ghisu, dai docenti Natalino Mandas, Pierpaolo Puddu e Francesco Cambuli, ha ruolo anche su altri aspetti al centro delle ricerche sulle migliori performance delle turbine.
PARTNER Il progetto Madeleine coinvolge vari partner internazionali: tra questi figurano anche Rolls-Royce, Airbus, Onera, Dlr, Esi e le Università di Sheffield, Southampton e Monaco. «La Rolls Royce? Dal 2005 al 2013 ho collaborato con i loro ingegneri all'Università di Cambridge e da lì - aggiunge il progettista - sono maturate altre fruttuose esperienze».

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
IDENTITÀ SARDA
Lunedì alle 20 nella Sala degli specchi della Facoltà di Lettere si svolgerà il convegno dal titolo “Sardi e Shardana: una identità”. Relazione a cura dell'archeologo Giovanni Ugas.

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 aprile 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
I 40 ANNI DI BARBAGIA ROSSA
Il piano delle Br per uccidere i magistrati sardi

Alcuni anni dopo la scomparsa del terrorismo politico in Sardegna, a Roma scoprirono un covo delle Brigate Rosse con un vero e proprio archivio di indagini svolte dall'organizzazione in varie regioni. Tra i fascicoli c'era anche quello sull'Isola con quattro inchieste (così si chiamavano le ricerche di informazione delle Br) già avviate e i piani per uccidere alcuni magistrati. È uno dei retroscena, forse il meno noto alle cronache, raccontato ieri dall'ex questore di Cagliari, Antonio Pitea (all'epoca a capo della Digos), agli studenti che hanno preso parte al convegno “Barbagia Rossa, 40 anni dopo” organizzato dalla cattedra di Diritto processuale penale dell'Università del capoluogo.
Tra i relatori dell'iniziativa - coordinata dal professore Leonardo Filippi - c'erano l'ex procuratore aggiunto di Cagliari, Mario Marchetti, e il giornalista Angelo Altea, profondo conoscitore del mondo dell'eversione e del banditismo nuorese. L'ex magistrato Marchetti ha ricordato, quarant'anni dopo, le caratteristiche del movimento armato isolano e i conflitti a fuoco di Sa Janna Bassa (dicembre 1979), nei pressi dell'ovile-covo di Carmelino Coccone (uno degli elementi di spicco di Barbagia Rossa) e quello a Cagliari (febbraio 1980), in via Roma, tra la polizia e i brigatisti Antonio Savasta e Emilia Libera, inviati per creare la colonna sarda. Il giornalista Angelo Altea, infine, ha tratteggiato lo scenario sociale ed economico nel quale avevano fatto breccia le idee eversive, soprattutto nel Nuorese, dove si erano fuse con il banditismo.
Francesco Pinna

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Il raffronto tra il Pil pro capite della Sardegna e quello di realtà simili nel Mediterraneo
ISOLE, CRESCONO SOLO LE ALTRE
Corsica, Baleari, Malta e Cipro: dall'insularità non solo limiti

L'insularità è certamente uno svantaggio. Ma non basta a giustificare la decrescita della Sardegna. Altrimenti non si spiegherebbe perché alcune delle principali isole europee nell'ultimo decennio sono cresciute e la Sardegna no.
CORSICA AVANTI Il Prodotto interno lordo della Corsica, ad esempio, è sempre stato leggermente superiore a quello sardo ma oggi, pur in un contesto comune di crisi, secondo Eurostat è superiore di 17 punti percentuali. La ricchezza prodotta da Malta è più alta di 14 punti ma ciò che colpisce è il fatto che la piccola repubblica mediterranea negli anni della crisi (e con alti e bassi) è cresciuta mentre la Sardegna rispetto ai valori di inizio secolo ha perso dieci punti percentuali.
Miglioramenti si sono registrati anche nelle Baleari, a Cipro e alle Canarie: tutte hanno un Pil pro capite compreso tra i 23.324 euro dell'isola greco-turca e i 27mila del piccolo arcipelago spagnolo mentre quello sardo si attesta a 20.100 euro.
SCARSA COMPETITIVITÀ Una differenza confermata anche da un altro indicatore: l'indice di competitività territoriale (un parametro che delinea i fattori che producono ricchezza), che pone la Sardegna nella parte più bassa della classifica. Non a caso con un Pil da tre anni stabilmente al 71% della media europea, la Sardegna è rientrata tra le Regioni in ritardo di sviluppo nonostante dal 2007 abbia ricevuto circa 2,6 miliardi di fondi con il Por-Fesr, il fondo europeo per lo sviluppo regionale. Un passo da gambero. E non può confortare il fatto che la Sicilia, isola cugina, sia in una situazione peggiore con un Prodotto interno lordo pro capite di 17.600 euro.
TURISMO POCO SFRUTTATO Perché le altre isole nel decennio sono cresciute e la Sardegna no? Uno dei fattori principali è il turismo. Nel 2015 nelle Canarie ci sono stati più di 90 milioni di pernottamenti con un incremento del 26% tra il 2009 e il 2015, le Baleari si sono attestate sui 65 milioni (più 18%), Cipro ne ha avuto 13,3 milioni e Malta 9 mentre in Sardegna si è superata di poco la soglia dei 12 milioni con una crescita dell'1%.
Non solo: nonostante la Sardegna sia una meta ambìta e sia in cima alle preferenze degli europei di oltre 15 anni che ogni anno effettuano 1,3 miliardi di viaggi, il turismo incide sul Pil, cioè sulla ricchezza prodotta, solo per il 7%.
MANCA UN MODELLO «La crescita dipende dalle scelte che si fanno e la Corsica cresce perché ha fatto scelte, ad esempio in campo urbanistico e nell'edilizia, che hanno portato sviluppo. Noi non abbiamo un modello di sviluppo, non solo non facciamo scelte coraggiose ma non facciamo scelte e non siamo interlocutori credibili perché anche quando troviamo investitori importanti, come il fondo del Qatar, rischiamo di farli fuggire perché sul Mater Olbia dopo i grandi proclami si è tutto bloccato da troppo tempo», è lo sfogo di Gavino Carta, segretario regionale della Cisl. «Ecco, il Mater Olbia è un paradigma di ciò che non funziona. La Sardegna è una regione bloccata in tanti settori, che non ha una legge urbanistica che consenta, ad esempio, di avere una maggiore ricettività turistica nel rispetto dell'ambiente e senza consegnare il territorio agli speculatori. Come è possibile», aggiunge Carta, «che abbiamo un trentesimo di strutture alberghiere in meno rispetto alla Provincia autonoma di Bolzano e Trento?»
«SCELTE CORAGGIOSE» «Servono scelte coraggiose», conclude il leader della Cisl sarda, «per darsi un modello e per far crescere settori trainanti come l'edilizia e l'industria, che hanno un'alta densità occupazionale, non a caso i settori che stanno facendo crescere le altre isole, e serve puntare sui giusti driver dello sviluppo». Barbara Argiolas, assessore regionale al Turismo, per ora non commenta gli aspetti turistici. Silvia Balia, economista del Crenos, aggiunge un elemento: «La Sardegna, al contrario del resto d'Italia, ha un processo di accumulazione del capitale rallentato. Quindi il dato sugli investimenti è negativo e questo condiziona il Pil».
Fabio Manca

L'ANALISI. Parla Silvia Balia, docente di Economia politica all'università di Cagliari
«HANNO UNA MAGGIORE CAPACITÀ DI SFRUTTARE IL TURISMO»
«La differenza nel Pil tra le Isole? L'abbiamo riscontrata anche noi al Crenos. E si spiega principalmente con una diversa capacità di sfruttare il settore turistico».
Silvia Balia, professore associato di Economia politica all'università di Cagliari e curatrice del rapporto Crenos che sarà presentato il prossimo 25 maggio, conosce bene ogni numero dell'economia sarda.
«Il divario salta all'occhio ed è forte. Anche perché la Sardegna da diversi anni si è attestata su un valore del Pil attorno al 71% della media Ue, quattro punti sotto il 75% che per l'Europa è la soglia del ritardo di sviluppo. Siamo stabilmente su questa percentuale da tre anni e stiamo per rientrare nell'obiettivo uno. La ragione», spiega, «è nella diversa capacità sfruttare il settore turistico. Quando analizziamo il turismo per realizzare il nostro rapporto non ci dimentichiamo mai della Corsica e vediamo che la loro offerta sempre in crescita. Negli anni scorsi abbiamo visto un policy focus sul turismo nelle isole Baleari e abbiamo notato che una delle ragioni era l'efficace sinergia tra le compagnie low cost e la rete imprenditoriale locale, comprese le società aeroportuali».
IL DATO DEL PIL DA RIVEDERE Ma Silvia Balia invita a leggere con cautela il dato sul Pil sardo. «Abbiamo riscontrato che all'Istat sono stati troppo pessimisti nella stima e non a caso hanno rivisto il dato al rialzo», spiega. Poi entra nel dettaglio: «I modelli econometrici utilizzati dall'istituto di statistica utilizzano una serie di variabili, integrate poi con i dati che arrivano dal mondo delle imprese. Ebbene, il Pil del 2016, in calo dello 0,9%, risentiva molto di una stima negativa sulla disoccupazione ma successivamente i dati dell'industria in senso stretto si sono rivelati migliori grazie alle buone performance dell'industria petrolifera, della chimica e della farmaceutica. Dunque può darsi che il Pil venga ulteriormente rivisto leggermente al rialzo». (f. ma.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 aprile 2018 / Lettere e opinioni (Ediz. CA - Pagina 13)
IL DIBATTITO
Investire nella ricerca
LA SANITÀ COME MOTORE DI SVILUPPO

Antonio Barracca, Medico
Dovremmo chiederci perché non siamo mai stati capaci di vedere la sanità come un motore di sviluppo della nostra isola, ma solo come un costo. Qualche esempio: la sanità toscana contribuisce per il 7% alla ricchezza della regione; la Lombardia accoglie il 29 % di tutta la mobilità attiva del paese dalla quale ha un saldo positivo di 656milioni/anno così come l’Emilia Romagna con 129mila ricoveri in mobilità attiva. Non sono però solo i ricoveri il core business che crea ricchezza. La sanità è una organizzazione ad alto valore tecnologico nella quale la conoscenza è il principale valore aggiunto. Gli ospedali che fanno ricerca si posizionano all’interno di un circuito che li porta a migliorare la qualità delle loro prestazioni e ad essere punto di riferimento nella innovazione medica. In casa nostra cosa dovremmo fare? Dobbiamo rilanciare la ricerca farmacologica, quella fallita con “Fase 1”. Nel mondo le strutture come questa chiamate Organizzazione di Ricerca a Contratto fatturano 37 miliardi pagati dalle case farmaceutiche. Per rilanciare “Fase 1” servono persone che sappiano fare ricerca e impresa. Ci serve un Teaching Hospital e questo non può che essere l’ospedale Brotzu. Conoscenza vuol dire ricerca clinica, seminari di studio, stage di approfondimento per giovani medici, corsi per gli specializzandi per acquisire esperienza pratica, updating di medici e infermieri. Ancora, formazione ricerca ed aggiornamento high tech. La tecnologia robotica estesa a tutta la chirurgia per attirare chi nel mondo vuole farsi curare da noi. La scuola di chirurgia robotica potenziata per farla diventare un punto di riferimento internazionale. Serve una nuova visione della sanità. Con medici e infermieri in prima linea. Possiamo farcela.

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 aprile 2018 / TV e Radio (Pagina 55 - Edizione CA)
VIDEOLINA. Questa sera alle 21 con Nicola Scano
TE LO RICORDI IL '68?
La Sardegna e le sue lotte

La rivoluzione del '68 compie 50 anni e il titolo della puntata di Monitor di stasera alle 21 è appunto “Caro '68”. Ospiti di Nicola Scano Paola Piras del Dipartimento di Scienze sociali e delle Istituzioni dell'Università di Cagliari, e Ettore Cannavera, fondatore della Comunità La Collina di Serdiana. Da Sassari con Franco Ferrandu le testimonianze di Pietro Soddu e Antonello Mattone; da Orgosolo le memorie della ribellione con Graziano Canu. Con Marco Lai, da Oristano, la musica e i gruppi del '68. Questo perché l'ondata attraversò anche la Sardegna: tra rinascita e grande industria, l'Isola si ritrovava nella partecipazione , il vero motore del progetto sessantottino.

 

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 aprile 2018 / Provincia Sulcis (Pagina 34 - Edizione CA)
Dopo 11 anni di commissariamento arriva il decreto del Ministro
Ora il parco geominerario ha presidente e direttivo

Dopo oltre metà della sua esistenza “commissariata” il Parco geominerario ha di nuovo un Consiglio direttivo. Ieri, mentre al Quirinale erano in corso le consultazioni per la formazione del Governo e a Iglesias le interlocuzioni per le Comunali, a Villa Pertusola è arrivato il decreto di nomina firmato dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
LA CONFERMA Il presidente (senza indennità) è Tarcisio Agus, attuale commissario dell'ente ora sotto cartellino giallo Unesco. Il mandato è per 5 anni come per il Direttivo: «Sicuramente - annuncia Agus - l'insediamento del Direttivo consentirà una programmazione a lungo termine». Fra i primi impegni c'è quello di «rivedere la pianta organica, ora ci sono solo sei dipendenti. Si potranno fare concorsi». I nomi sardi erano stati indicati in conseguenza alla Riforma dello statuto in un tavolo creato dopo oltre 400 giorni di presidio della Consulta delle Associazioni alla presidenza della Regione. L'opera era continuata nella sede della Comunità del Parco, con la guida del sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo. Con un'azione diplomatica ha rianimato l'organo che raggruppa Comuni, Provincia, Regione, Università, fino a trovare anche un accordo sui nomi dei delegati nel Direttivo che rappresentasse tutti i territori. «Era un provvedimento - conferma - che aspettavamo da tempo, eravamo pronti già a dicembre 2016, il Direttivo è il raccordo fra l'esecutivo del Parco e gli enti locali si potrà finalmente valorizzare aspetti minerari e ambientali e far decollare anche Piani come quello della gestione dei siti, approvato in questi giorni».
I NOMI La squadra è formata dai Ministeri Simone Deplano, Gianluigi Sanetti, Luca Giovanni Lioni, Giacomo Oggiano, per la Regione Giovanni Pilia e Debora Porrà (sindaco di Villamassargia), Mario Calia (sindaco di Lula), Antonio Ecca (sindaco di Arbus) per la Comunità del Parco.
Poi ci sono due “inviati permanenti senza diritto di voto e oneri a carico del Consorzio”: Paolo Maxia (sindaco di Villasalto) e il geologo Luciano Ottelli rispettivamente delegati per Comunità del per Parco e Regione. L'ex direttore del Parco, brillante studioso che ancora una volta è trait d'union tra memoria attiva del lavoro dell'industria mineraria e il sogno della rivalorizzazione, era stato indicato all'unanimità come portavoce delle associazioni.
Soddisfatto anche Tore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis che è stato il delegato della Regione a Roma per la questione Parco: è «ritorno alla gestione normale dopo 11 anni di commissariamento e sei commissari. Per la prima volta grazie alla Riforma fatta a fine 2016, i sindaci entrano nel Consiglio direttivo del Parco. Buon lavoro a tutti auspicando che diano una spinta all'attività del Parco».
Miriam Cappa


 

La Nuova Sardegna

 
 


8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 aprile 2018 / Sassari - Pagina 23
UNIVERSITÀ
Contamination lab, idee per il futuro

SASSARI L'università di Sassari ha pubblicato il bando di selezione per l'ammissione alla II edizione del Contamination Lab Uniss (CLab Uniss), percorso di contaminazione tra studenti di diverse aree disciplinari per la promozione della cultura dell'imprenditorialità, dell'innovazione e del fare. Le domande scadono il 30 aprile.Il CLab Uniss prevede un insieme di attività orientate a sviluppare competenze tecniche e trasversali di natura manageriale, strategica e decisionale, orientate verso il problem-solving. Si configura, inoltre, come percorso volto ad accrescere la consapevolezza degli studenti sulle proprie competenze e orientamenti professionali, secondo il modello definito "awareness", e a compiere i passaggi principali per lo sviluppo di una idea imprenditoriale e la costituzione di un'impresa innovativa, "startup approach".Il progetto CLab Uniss è rivolto agli studenti che si trovano nelle diverse fasi del percorso formativo: corsi di laurea triennale, magistrale, dottorato, master, scuole di specializzazione, neo-laureati, neo-ricercatori e studenti stranieri che svolgono all'università di Sassari programmi di mobilità internazionale.I posti messi a disposizione sono 60, da suddividere in gruppi interdisciplinari da un minimo di tre ad un massimo di sei soggetti. In ogni gruppo dovrà essere assicurata la presenza di almeno due aree scientifiche differenti.Per partecipare è necessario completare la registrazione sul sito clab.uniss.it, successivamente compilare il questionario per la valutazione delle capacità imprenditoriali e del lavoro in team dei singoli partecipanti, partecipare ai colloqui di gruppo ("assessment") La presentazione della candidatura potrà essere effettuata fino alle 13 del 30 aprile.Il CLab Uniss, spazio fisico e virtuale, rappresenta l'integrazione a monte ed il completamento dei servizi già offerti dalla struttura di Trasferimento Tecnologico a studenti e laureati: la business plan competition Start Cup Sardegna, il percorso di pre-incubazione per progetti di impresa innovativi, l'incubazione presso l'incubatore CubAct e le attività di prototipazione e fabbricazione digitale presso il FabLab.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 aprile 2018 / Sassari - Pagina 23
Tutti i segreti per aprire un agriturismo
SASSARI Oggi e domani nell'aula magna dell'istituto Tecnico Agrario Niccolò Pellegrini, in via Vincenzo Bellini, 5 dalle ore 9.30 alle 16.30 si terrà il terzo e il quarto dei quattro seminari sull'auto-imprenditorialità nel settore agroturistico previsti dal progetto Prometea, finanziato nell'ambito del programma comunitario marittimo IT-FR 2014/2020. I seminari sono organizzati dall'agenzia Laore Sardegna e dal dipartimento di Agraria Uniss con il coordinamento di Quinn - consorzio universitario in ingegneria per la qualità e l'innovazione.Sotto la guida degli esperti di Quinn, dopo aver analizzato nei primi due incontri come valutare la consistenza di un'idea di business e applicare modelli di collaborazione efficaci ed attuali, il terzo e il quarto seminario saranno focalizzati sull'analisi delle migliori pratiche di successo nella fase di finanziamento dell'idea e nel periodo di esperienza più esaltante ma critico: quello della partenza.Nel corso delle due giornate sono previste testimonianze di organizzazioni che supportano la nascita di nuove imprese (a livello finanziario e operativo) e sessioni di scambio e confronto tra i partecipanti. L'Agenzia Laore Sardegna curerà la "Presentazione dei finanziamenti pubblici alle start-up e all'imprenditoria giovanile nel settore agro-alimentare e agrituristico". È prevista anche la partecipazione dell'incubatore d'impresa dell'università agriturismi, scuole Cubact.

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