Il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, ospite dei Seminari del Rettore: “Siamo una piccolissima particella che discetta dell’universo in cui è immersa: i film possono raccontare storie scientificamente credibili senza ricorrere ad effetti speciali”. Resoconto, VIDEO DELLA LEZIONE del professor Battiston, GALLERIA FOTOGRAFICA e RASSEGNA STAMPA con il servizio del TG della RAI
09 March 2018
Roberto Battiston e Maria Del Zompo

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 7 marzo 2018 - “Ricercatori, uomini d’arte e di scienza che vengono a raccontarci quello che conoscono, non soltanto quello che fanno”. Così Maria Del Zompo ha definito l’attività seminariale promossa fin dall’insediamento per approfondire alcuni temi specifici. Il Rettore si è detta in apertura “contenta del fatto che il prof. Roberto Battiston abbia accettato il nostro invito e stimolata dal titolo dato al seminario”.

Il perché è presto detto: “Il futuro si prospetta fortemente tecnologico e robotizzato – ha chiarito infatti il Magnifico -  ma la creatività di tutti i mestieri antichi e nuovi non potrà mai essere rimpiazzata. La chiave di volta è la conoscenza, più ampia possibile, che si approfondisce in alcuni settori. Conoscenza e approfondimento sono alla base dello sviluppo della nostra società: un giorno smetteremo di chiederci se sono utili. Anche la fantascienza ci presenta qualcosa che possiamo pensare lontano e irrealizzabile: eppure tecnologia e creatività possono far nascere davvero un futuro migliore”.

Il Rettore Maria Del Zompo
Il Rettore Maria Del Zompo
Guarda l'intervento del Rettore

Invito raccolto dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana con entusiasmo: “Noi siamo una piccolissima particella che discetta dell’universo in cui è immersa – ha sottolineato il professore, la cui biografia e il curriculum accademico sono stati illustrati dal prof. Massimo Vanzi -  e ne parla fino ai confini che le odierne leggi della fisica consentono di considerare. Noi siamo potentissimi, ma allo stesso tempo deboli nella matematica e nelle immagini, ma sappiamo metterle insieme: questo ci dà moltissime possibilità di capire le cose”.

“Anche per il cervello funziona così – gli ha fatto eco la Prorettrice alla Ricerca Micaela Morelli, che ha moderato la bellissima serata su cinema e scienza - Capiamo meglio e più in profondità molte cose solo perché riusciamo a rappresentarle in immagini”.

Micaela Morelli e Massimo Vanzi
Micaela Morelli e Massimo Vanzi
Guarda la prima parte del Seminario del professor Battiston

Un pomeriggio trascorso in Aula magna a partire da Gravity, The Martian e Interstellar, una trilogia di film che in pochi anni ha riempito le sale cinematografiche di tutto il mondo. ““Interstellar è un tentativo arditissimo, poteva andare malissimo – ha spiegato il presidente dell’ASI, Roberto Battiston – Il regista Nolan si è messo alla prova e ha fornito un film credibile: per esserlo fino in fondo ha capito che poteva raccontare una storia basata sulla relatività generale. Così ha messo insieme fisici, falegnami, operatori, matematici puri. Il risultato dimostra che nel farlo ha intuito qualcosa di molto profondo, anche se tantissime persone che vedono il film non conoscono i dettagli della fisica quantistica. Ma il senso complessivo dell’opera comunica una storia umana in una architettura rigorosa: ha funzionato. Oggi si possono fare film credibili su un sostrato profondamente e scientificamente credibile. Si capisce che quello che si vede sullo schermo è quasi vero, e per ottenere questo risultato non servono effetti speciali”.

Roberto Battiston, Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana
Roberto Battiston, Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana
Guarda la seconda parte del Seminario del professor Battiston

Il pomeriggio è scivolato via anche con una parte dedicata agli interventi del numeroso pubblico. Silvano Tagliagambe, filosofo della scienza, ha definito il seminario come “una teoria scientifica che viene visualizzata in immagini”, mentre Antioco Floris, direttore del CELCAM, ha rimarcato che “stiamo arrivando ad una comunicazione che usa solo le immagini. Il cinema ha il dovere di inventare mondi credibili, anche per questo deve fare i conti con la scienza”.

Antioco Floris, direttore del CELCAM
Antioco Floris, direttore del CELCAM

“Noi osserviamo i pianeti - ha detto Titi Melis, ricercatrice di Scienze geologiche - Lla geologia planetaria è basata sulla osservazione di immagini e quindi sul confronto tra quello che i nostri occhi conoscono sulla Terra e quello che vedono nello spazio, le forme, i dati. Li osserviamo e deduciamo le dinamiche: sono immagini, ricostruzioni di dati numerici ottenuti con il pc”.

L'intervento di Titi Melis
L'intervento di Titi Melis
Guarda il servizio di Davide Vannucci nel TG della RAI

RASSEGNA STAMPA

LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 12 marzo 2018
Cultura – pagina 25
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI
Il cosmo spiegato con i film
Incontro col fisico Battiston

di Sabrina Zedda

CAGLIARIStelle, buchi neri, galassie lontanissime, pianeti in cui nessuno mai ha messo piede. Nel cinema per raccontare lo spazio la meraviglia non sono più gli effetti speciali ma la scienza che c'è dietro, questa sì pervasa di fenomeni sorprendenti e affascinanti. Dell'argomento si è parlato nei giorni scorsi in "Cinema tra scienza e fantascienza", incontro organizzato dalla rettrice dell'Università, Maria Del Zompo, per il ciclo "I seminari del rettore".

Ospite è stato il presidente dell'Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, fisico tra i maggiori esperti di razzi cosmici, e autore di lavori scientifici citatissimi, come quello sul bosone di Higgs. Che lo spazio abbia sempre esercitato un richiamo fortissimo per il cinema lo si sa sin da quando la settima arte è nata. Era il 1902 quando con "Voyage dans la lune" Georges Méliès fece sognare gli spettatori mostrando la faccia della luna. Fu il primo film di fantascienza, a cui ne seguirono altri come l'indimenticabile "2001 Odissea nello spazio" di Kubric. Sino allora però l'uomo non aveva mai posato piede sulla luna, lo spazio era un grande sconosciuto e le sceneggiature poggiavano soprattutto sulla fantasia. A segnare lo spartiacque tra fantascienza e scienza è, nel 1995, "Apollo 13". Tutti lo ricordano per la famosa frase «Houston, abbiamo un problema», ormai entrata nel linguaggio comune. Non tutti ricordano però che quel film è un documentario. «Ricostruisce qualcosa che è realmente successo - ricorda Roberto Battiston-. La storia di un'esplosione avvenuta sulla luna in cui l'equipaggio si salva in modo rocambolesco».

Da questo momento il cinema si affida sempre più alla fisica, e all'astrofisica in particolare: «Con l'immaginazione siamo andati oltre la realtà, ma con un'aderenza a questa molto maggiore che in passato», prosegue il presidente dell'Asi. Così se un film come "Gravity", con progatonisti Sandra Bullock e George Clooney «è pieno di errori e imprecisioni ma è meritorio perché per realizzarlo è stata inventata una tecnologia completamente nuova», un altro come "The martian", che racconta la sopravvivenza su Marte di un astronauta, «è quanto di più realistico possa esserci sulla possibilità di vivere su Marte», prosegue Battiston. Un film arditissimo è "Interstellar" di Cristopher Nolan, uscito nel 2014: dietro ci sono gli studi (durati 12 anni) del premio Nobel per la fisica Kip Thorne. Racconta Battiston: «Prima di girarlo il regista disse: voglio fare un film sulla gravità che sia fedele alla realtà scientifica». Ma per poter mostrare al pubblico tutta questa fisica c'è stato bisogno di studiare anche tanto altro: fisici, falegnami, fabbri, regista e disegnatore hanno passato intere giornate per spiegarsi, ad esempio, cosa succede dentro a un buco nero e come mostrarlo. Così, anche se chi vede il film non conosce i dettagli della fisica quantistica, nel complesso l'opera «comunica una storia umana in un'architettura rigorosa: ha funzionato». La presenza in Sardegna per Battiston è stata anche l'occasione per annunciare l'ottima riuscita, nella base del Salto di Quirra, del test sul motore Zefiro 40, un pezzo del nuovo lanciatore di satelliti che l'Italia sta costruendo per mettere in orbita i carichi che la Commissione europea utilizza per le telecomunicazioni e per l'osservazione della Terra.

LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA

L’UNIONE SARDA di venerdì 9 marzo 2018
Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
Presidente dell'agenzia spaziale
Scienza e fantascienza:
Battiston spiega come si incontrano nel mondo del cinema

Quale futuro ci attende? Le macchine soppianteranno la nostra specie? Scopriremo altri mondi abitabili? La ricerca scientifica non può ancora offrire risposte complete. Il cinema di fantascienza traduce in immagini le suggestioni dell'ignoto. La distanza fra i due ambiti si va progressivamente riducendo. Sono questi i temi affrontati da Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, nell'ultimo, interessantissimo seminario promosso dal Rettore dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo, dedicato a “Cinema tra scienza e fantascienza”.
Battiston, che attraverso l'ASI porta avanti una fertile collaborazione con l'Ateneo cagliaritano (si pensi al progetto “Moon Mapping”, per tracciare un atlante della Luna in 3D), ha iniziato il suo discorso risalendo a un classico del cinema muto, “Il viaggio nella Luna” di Georges Méliès (1902), con la sequenza iconica della navicella spaziale che colpisce l'occhio di una luna dai tratti umani.
Nel corso del tempo il cinema di fantascienza ha ridotto via via gli elementi fantastici, per creare mondi futuribili che avessero radici sempre più profonde nel sapere scientifico. Si arriva così al 1968 e a “2001: Odissea nello spazio”, capolavoro di Kubrick che ipotizza un modello credibile di intelligenza artificiale. “Apollo 13” di Ron Howard, del 1995, rinuncia del tutto alla fiction per ricostruire una rocambolesca missione spaziale (celebre la battuta: “Houston, abbiamo un problema”).
Ma è con “Interstellar” di Christopher Nolan (2014) che il cinema di fantascienza si lancia in una delle sue imprese più temerarie: sulla base delle suggestioni raccolte in dodici anni da Kip Thorne, premio Nobel per la fisica, descrivere la storia di una missione spaziale che si spinge nel profondo di un “wormhole”, un cunicolo nel quale si piega la curvatura dello spazio-tempo consentendo di far toccare fra loro due punti distantissimi dell'universo. Battiston, attraverso la scomposizione di alcune sequenze del film, ha saputo descrivere dove si spingano le ultime speculazioni della ricerca scientifica.
Luca Mirarchi

L'UNIONE SARDA
L'UNIONE SARDA

ANSA
Battiston (Asi) a Cagliari, film su spazio più credibili
Presidente Agenzia spaziale ospite seminari rettrice Del Zompo

CAGLIARI

(ANSA) - CAGLIARI, 7 MAR - Houston, abbiamo un problema. Ormai è un modo di dire. Ma in realtà molti si stanno dimenticando che si tratta di una battuta del film Apollo 13. Lo ha ricordato Roberto Battiston, il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ospite questo pomeriggio dei Seminari promossi dalla rettrice di Cagliari, Maria Del Zompo. Battiston, professore ordinario di Fisica Sperimentale del Dipartimento di Fisica all'Università di Trento, ha parlato di "Cinema tra scienza e fantascienza". Un focus sulle frequenti incursioni dell'astrofisica e dello spazio nei film di fantascienza. Con un leit-motiv: Battiston ha evidenziato che ormai i film sullo spazio sono, grazie alle consulenze della scienza, sempre più credibili e verosimili. Il presidente dell'Agenzia speciale ha citato e fatto vedere, insieme ad Apollo 13, anche pezzi di film come "Interstellar", "The Martian" e "Gravity". "Un bellissimo film - ha detto Battiston parlando proprio di Gravity - che ha fatto largo uso di tecnologia per rendere realistiche le scene. Un vero e proprio punto di riferimento per questo tipo di cinema". Interstellar? "Dietro - ha ricordato mostrando una lavagnetta di calcoli scientifici - ci sono gli studi di un premio Nobel, Kip Thorne, che ha attivamente collaborato alla realizzazione dell'opera". Particolarmente ricca la collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Italiana, da lui presieduta, e l'ateneo cagliaritano: è coordinato dall'ASI il progetto internazionale "Moon Mapping", nato con l'obiettivo di tracciare una sorta di atlante lunare in 3D, che ha visto di recente la ricercatrice Maria Teresa Melis e tre studenti dell'Università di Cagliari impegnati in Cina in una serie di incontri di altissimo livello scientifico. L'ateneo del capoluogo - tramite il Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica - sta per attivare, con ASI, ESA (European Space Agency) e il supporto della Regione Sardegna, un Master di II livello in Space Optics and Remote Sensing che mira a portare studenti e imprese da tutta Europa a Cagliari per un anno di formazione sulle tematiche dell'ottica e degli strumenti ottici per lo Spazio, e sul telerilevamento da satellite, aereo e drone. (ANSA).

ANSA
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ANSA
Spazio: motore Zefiro 40 sperimentato a Quirra
Battiston, presidente Asi, importante risultato ingegneristico

CAGLIARI

(ANSA) - CAGLIARI, 7 MAR - Motore Zefiro 40 sperimentato oggi alla base del Salto di Quirra: è un pezzo importante del nuovo lanciatore di satelliti che l'Italia sta costruendo per mettere in orbita i carichi che la commissione europea utilizza per le telecomunicazioni e per l'osservazione della Terra. Lo ha annunciato Roberto Battiston, il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, ospite dei seminari promossi dal rettore Maria Del Zompo, il ciclo di incontri che ha già portato all'Università di Cagliari, in meno di tre anni, due Premi Nobel. "Un importante risultato tecnico e ingegneristico - ha spiegato il presidente dell'Asi - che riguarda un lanciatore, denominato Vega 5, che sta riscuotendo anche un buon successo commerciale al punto che Avio è entrato in Borsa. Un test importante". La scorsa settimana Battiston era a San Basilio, nel sud Sardegna, sede del Radiotelescopio. "Siamo nel Deep space network - ha detto- la rete dei radiotelescopi che la Nasa utilizza per tracciare i satelliti che vanno nei pianeti lontani. Cassini, che si è tuffato nell'atmosfera di Saturno, è stato tracciato negli ultimi momenti del sua vita anche dal radiotelescopio di San Basilio". E ancora: "Abbiamo instaurato in Sardegna un'unità di ricerca esterna dell'Asi per il tracciamento delle sonde interplanetari: unico telescopio al mondo a poterlo fare a parte quelli della Nasa". Selargius ospiterà i tecnici che lavorano a questo obiettivo. Non solo: "Una rete ferroviaria nel sud ovest dell'isola viene utilizzata come test dei sistemi satellitari dei controlli dei treni. I treni nel futuro saranno controllati nel futuro proprio dai satelliti". Asi pronta - ha detto Battiston - ad intervenire ancora in Sardegna in collaborazione con industrie, università e Regione. (ANSA).

ANSA
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