Giornata Mondiale delle Zone Umide, fitta e multidisciplinare la squadra di UniCa che interviene al convegno a Cabras venerdì 2 febbraio dalle 15: al tavolo dei relatori Alessandra Carucci, Antonello Sanna, Adriano Dessì, Stefano Usai e Davide Cao, Piero Addis, Gianluigi Bacchetta, Vania Statzu
31 January 2018
L'immagine della locandina del fitto programma di iniziative

Sergio Nuvoli

Cagliari, 30 gennaio 2018 - Comincia con una tre giorni di incontri, dibattiti, visite guidate ed escursioni didattiche in alcuni dei compendi più suggestivi del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis il programma di eventi promosso in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, che da 21 anni ricorre il 2 febbraio, giorno in cui – nel 1971 – è stata adottata la Convenzione Internazionale per le Zone Umide nella città iraniana di Ramsar. E l’Università di Cagliari darà il suo contributo di conoscenze, ancora una volta mostrando la sua caratteristica multidisciplinare.

Da venerdì 2 sino a domenica 4 febbraio il territorio svela le sue bellezze a studenti e visitatori: dal birdwatching itinerante sulle rive dello stagno all'aperitivo scientifico in peschiera a Cabras, dalla tavola rotonda sulle zone umide nel Chiostro del Carmine a Oristano alla visita alle cascate di Capu Nieddu nel territorio di Cuglieri. E poi ancora il tour per stagni, lagune, zone panoramiche tra Arborea, San Vero Milis, Marceddì.

Nella giornata inaugurale del 2 febbraio i due momenti di confronto con tutti gli attori del progetto: a Oristano, nel chiostro del Carmine, dalle 11 alle 13, è in programma la tavola rotonda a cura di LIPU, AFNI, Legambiente, Associazione Parco del Molentargius, WWF, Italia Nostra, Federparchi con il supporto di Consorzio Uno.

A Cabras, nella Peschiera Mar'e Pontis, a partire dalle 15, il convegno organizzato con la collaborazione del DICAAR, il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell'Università degli Studi di Cagliari, a cui interverrà per l'amministrazione regionale l'assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Intervengono i docenti Alessandra Carucci, Antonello Sanna, Adriano Dessì, Stefano Usai e Davide Cao, Piero Addis, Gianluigi Bacchetta, Vania Statzu.

Gli eventi, alcuni dei quali si protrarranno sino al 9 febbraio, sviluppano un tema che sposa la necessità di tutela degli ecosistemi delle zone umide alla loro fruizione in termini di aggregazione e sviluppo di sistemi economici sostenibili: “Le zone umide per un futuro urbano sostenibile”.

L'iniziativa, a cura di MEDSEA, rientra in un circuito di appuntamenti in tutto il mondo, messi a sistema e divulgati tramite il sito dedicato alla giornata (www.worldwetlandsday.org). Cornice di riferimento della giornata è il progetto Maristanis, finalizzato alla definizione di un modello di gestione integrata delle zone umide e costiere del Golfo di Oristano.

Cofinanziato dalla Fondazione MAVA e coordinato dalla Fondazione MEDSEA in collaborazione con l'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre", Maristanis si sviluppa in parallelo con altri tre progetti cofinanziati da MAVA in Tunisia, Montenegro e Albania.

Al centro dell'azione divulgativa di Maristanis c'è il territorio su cui insistono 12 Comuni (San Vero Milis, Riola Sardo, Nurachi, Cabras, Oristano, Santa Giusta, Palmas Arborea, Arborea, Terralba, Guspini, Arbus e Cuglieri), interessati dalla presenza di 6 siti Ramsar, cioè zone umide di importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione omonima per un totale di 10.206 ettari, dai quasi 25mila ettari di mare protetto dell’Area Marina Protetta Penisola dei Sinis - Isola di Mal di Ventre, da 10 Siti di Interesse Comunitario (SIC) e 7 Zone di Protezione Speciale (ZPS), aree inserite nella Rete Natura 2000, il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.

Diversi gli obiettivi da raggiungere: il ripristino delle condizioni idrauliche ottimali delle aree umide Ramsar, la tutela degli habitat marino-costieri, che includono i sistemi dunali, e delle praterie di Posidonia, sistemi fondamentali per rinforzare la naturale resilienza della costa ai cambiamenti climatici. Sul fronte delle attività economiche, il progetto prevede di privilegiare metodi di pesca artigianali e tradizionali e di promuovere una migliore gestione delle risorse naturali delle zone umide, anche in funzione della creazione di nuove opportunità economiche nel settore della pesca, dell’aquacultura, dell’agricoltura e dell’ecoturismo.

Un'altra finalità del progetto Maristanis è infine legata alla tutela e conservazione del patrimonio storico-architettonico delle zone umide, oltre alla messa in valore dei paesaggi culturali di elevato valore ecologico.

La locandina dell'iniziativa
La locandina dell'iniziativa

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