Dibattito organizzato dal Centro Studi Relazioni Industriali di UniCa. Il ruolo attivo dell'Università di Cagliari per l'integrazione con i progetti ForMed, UniCa4Refugees e "OLS”. RESOCONTO, FOTO, i SERVIZI nei TgR RAI e TCS e RASSEGNA STAMPA
26 October 2017
Il dibattito in Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 26 ottobre 2017 – La percentuale degli stranieri sul totale della popolazione residente in Sardegna è del 3%, ma la percezione del fenomeno, fortemente falsata, la fa credere maggiore. E tra i richiedenti asilo il tasso di criminalità è praticamente nullo. Numeri e considerazioni ascoltate questa mattina in Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche al convegno organizzato dal Centro Studi di Relazioni Industriali dell’Università di Cagliari per presentare il Rapporto IDOS 2017 sull’immigrazione, in contemporanea nazionale.

“Occorre far prevalere l'oggettività dei dati rispetto alla percezione dei fenomeni”, ha detto in apertura la prof.ssa Piera Loi, docente di Diritto del lavoro direttore del CSRI, introducendo il dibattito e sottolineando come la ricerca di occupazione sia sempre alla base della mobilità delle popolazioni. Un invito raccolto dai qualificati relatori intervenuti: "Quello migratorio è un fenomeno culturale che abbiamo il dovere di gestire – ha rimarcato il prefetto Tiziana Costantino - Non si può fermare la mobilità umana, ma possiamo modificare i miti e le bugie intorno al fenomeno, favoriti dal contesto di forte crisi del Paese. Nelle prefetture c'è uno specifico tavolo sulle migrazioni, in cui si discute dei vari aspetti". “Tra i richiedenti asilo – ha aggiunto - non c'è criminalità, il tasso è prossimo allo zero e la sicurezza dei cittadini è garantita”.

La presentazione del Rapporto IDOS 2017 sull'immigrazione
La presentazione del Rapporto IDOS 2017 sull'immigrazione
Il servizio di Simone Lupo Bagnacani andato in onda nell'edizione delle 14 del 26 ottobre 2017

Piuttosto, è il pensiero del prefetto, "serve una governance che metta insieme le collettività e i gruppi. Dal 2016 c’è stata una vera svolta che ha messo insieme il Governo, le associazioni e i comuni per attuare una gestione comune del fenomeno, un autentico anello di congiunzione per una vera integrazione che superi il concetto di emergenza”.

Concetti condivisi dall'assessore regionale al Lavoro, Virginia Mura: “Siamo il Paese della Bossi-Fini – ha commentato l’esponente della Giunta Pigliaru - i rigurgiti di razzismo sono inaccettabili. La situazione sarda è particolare: la collaborazione tra le istituzioni è stata rafforzata per la prima accoglienza dei migranti. C'è però ancora una divisione, tra chi arriva e viene accolto e la fase successiva. Le concentrazioni nei piccoli centri della Sardegna vanno monitorate con attenzione”.

L'intervento dell'assessore regionale al Lavoro, Virginia Mura
L'intervento dell'assessore regionale al Lavoro, Virginia Mura
Il servizio di Maurizio Melis per il Tg di TCS del 26 ottobre 2017

Ihab Rizk Soliman, mediatore culturale, spiegando le rotte delle migrazioni, ha aggiunto che “si tratta di un flusso inarrestabile. Ma l’Università di Cagliari non è rimasta ferma: con UniMed ha realizzato Sardegna ForMed, un progetto che sta formando gli studenti che vogliano venire in Sardegna. Un’iniziativa di grande successo, che ha finanziato 100 borse per studenti di altissimo profilo che si sentono accolti a Cagliari, pur tra diverse difficoltà". Accanto a questa attività, anche il programma UniCa4Refugees e OLS, un sistema di corsi di lingua on line a disposizione dei richiedenti asilo, per favorire un’effettiva integrazione.

I numeri e le cifre li ha forniti Maria Tiziana Putzolu, consigliera regionale di parità e ricercatrice del CSRI, che ha avvertito: “Non fermeremo i fenomeni mondiali, ma certamente abbiamo bisogno di capire che strada prendere”.

Ihab Rizk Soliman interviene al dibattito sul Rapporto IDOS 2017
Ihab Rizk Soliman interviene al dibattito sul Rapporto IDOS 2017

La dott.ssa Putzolu ha stilato la top ten delle nazionalità presenti in Sardegna: primi i rumeni, seguono senegalesi e marocchini, la Nigeria fa il suo ingresso tra i primi dieci. Solo dalla Romania si registra il 28,9% delle presenze, le altre nazionalità stanno al di sotto del 10%.

“Siamo dentro una nevrosi in cui spinte opposte vengono messe nello stesso sacco – ha però avvertito la ricercatrice - pensate alla globalizzazione e alle spinte autonomistiche".

Al dibattito è intervenuto anche l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio: “Grazie per l'analisi puntuale contenuta in questo rapporto – ha detto - La nostra società è divisa tra l'alimentazione della paura e l'assistenzialismo, due reazioni che non permettono di comprendere il fenomeno”. Invitando a non rimanere neutrali rispetto al fenomeno, il presule ha ricordato che “Papa Francesco ha preso posizione netta senza dubbi: venendo a Cagliari per la prima volta da pontefice quattro anni fa, e prima a Lampedusa”.

IDOS, la top ten delle nazionalità dei migranti
IDOS, la top ten delle nazionalità dei migranti

Il vescovo ha mostrato preoccupazione anche “per il problema demografico: bisogna parlarne, specie in Sardegna. La nostra può essere una società multiculturale e multireligiosa".

Ha concluso l’incontro il prof. Gianni Loy: “Abbiamo sempre bisogno di giustificazioni per schierarci a favore dello straniero – ha detto - Ettore Masina, un noto intellettuale cattolico, diceva tanto tempo fa: 'Se non lo fate per carità o per giustizia, fatelo per egoismo. Se non cambia il rapporto tra Nord e Sud del mondo, saremo invasi'. Quello che abbiamo sotto gli occhi è il risultato. Ma la nostra cultura non dovrebbe avere di giustificazioni per rispettare lo straniero. I diritti fondamentali appartengono ad ogni essere umano".

L'intervento dell'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio
L'intervento dell'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio

RASSEGNA STAMPA

ANSA.IT
Nell'Isola 50.346 stranieri (+6%)
445 i bimbi nati nel 2016, il 4,4% dei nuovi nati sardi
Giovedì 26 ottobre 2017 alle 17:49

Sono 50.346 gli stranieri residenti in Sardegna registrati alla fine del 2016, in aumento del 6,2% (+2.921) rispetto all'anno precedente. L'incidenza sul totale della popolazione dell'Isola è del 3%, pari all'1% di tutti gli immigrati residenti in Italia. I bambini nati nel 2016 da genitori stranieri sono 445 e rappresentano il 4,4% di tutti i nuovi nati sardi. E' quanto emerge dal dossier statistico sull'Immigrazione a cura di Idos presentato a Cagliari dalla consigliera regionale di Parità, Maria Tiziana Putzolu, con la prefetta Tiziana Giovanna Costantino, l'arcivescovo Arrigo Miglio e l'assessora al Lavoro Virginia Mura.
Dei 50.346 immigrati, il 53,1% sono donne, mentre poco più del 50% è europeo e per la gran parte di cittadinanza romena. Gruppo, questo, che resta il più numeroso in regione con 13.955 residenti. Seguono il Senegal (4.470), che supera la comunità marocchina (4.319), poi la Cina (3.259) e l'Ucraina (2.391).
Al settimo posto balza la Nigeria, con 1.599 residenti. In questo caso, dato che nel 2015 era all'undicesimo posto, hanno inciso gli sbarchi. La provincia di Cagliari è quella che ospita più stranieri (16.644), quindi Olbia Tempio (12.011), Sassari (9.728), Nuoro (4.266) e Ogliastra (1.120).
SVOLTA CULTURALE CONTRO INTOLLERANZA - "I dati descrivono l'immigrazione come un fenomeno in crescita ma di scarsa entità rispetto alle altre regioni italiane, tuttavia è meglio non ignorare i problemi relativi alla gestione delle migliaia di persone che nel 2016 sono arrivate via mare, né le criticità potenziali che possono derivare dalla presenza numerosa di stranieri in alcune aree della Sardegna". Così la consigliera regionale di Parità, Maria Tiziana Putzolu, che ha illustrato a Cagliari il dossier statistico sull'immigrazione di cui ha curato la parte relativa alla Sardegna, e che registra un'incidenza di stranieri del 3% sulla popolazione totale.
"Nell'Isola - ha spiegato - il 2016 è stato attraversato da ondate più mediatiche che reali, quest'anno è aumentata, più che altro, la brezza locale dell'intolleranza, sfociata in alcuni atti intimidatori verso strutture che si stavano approntando per accogliere migranti". "Il fatto immigratorio rappresenta una sfida culturale - ha aggiunto la prefetta di Cafliari Tiziana Giovanna Costantino - serve un'azione di governance per gestire il fenomeno mettendo assieme i territori, di certo la diminuzione degli sbarchi consente di promuovere un'accoglienza di qualità e far sì che i Comuni possano sviluppare progetti di integrazione. Così ci muoviamo in Sardegna".
L'arcivescovo Arrigo Miglio ha sottolineato la sfida del multiculturalismo: "Le presenze nuove ci consentono di diventare società multiculturali e multireligiose, con comunità dai tratti culturali diversi che mi auguro possano dialogare tra loro". L'assessora al Lavoro Virginia Mura ha invece posto l'accento sulla necessità di "formare gli operatori dei centri di accoglienza, l'Unione europea ha già predisposto dei finanziamenti che si aggiungono a quelli destinati all'integrazione dei migranti".

ANSA.IT
ANSA.IT

L'UNIONE SARDA di venerdì 27 ottobre 2017
Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Presentato il dossier statistico immigrazione: straniero il 3% della popolazione
Meno sbarchi, più intolleranza
«I clandestini? Via in 6 giorni»


Quanto incide la presenza di stranieri residenti in Sardegna? Per il tre per cento. Pochissimo. Ugualmente, se parliamo di sbarchi, «il 2016 è stato attraversato da ondate più mediatiche che reali», spiega Maria Tiziana Putzolu, la consigliera regionale di Parità che per il centro studi Idos ha curato la parte sarda del “Dossier statistico immigrazione 2017”. Tradotto in numero assoluto il tre per cento significa 50.346 residenti su una popolazione di un milione e 635mila, 2.921 in più rispetto all'anno precedente.
«INTOLLERANZA CRESCIUTA» I dati, quindi, fotografano l'immigrazione come un fenomeno in crescita, ma di scarsa entità rispetto alle altre regioni italiane. Sugli sbarchi, aggiunge Putzolu, «nel corso del 2016 è aumentata la brezza locale dell'intolleranza, sfociata in alcuni atti intimidatori verso strutture che si stavano approntando per accogliere migranti, penso al caso di Monastir e altri». L'irrilevanza numerica però non deve trarre in inganno: «Non è corretto ignorare le potenziali criticità che derivano da una presenza più numerosa in alcune zone della Sardegna, come nella provincia di Olbia Tempio dove gli immigrati, pur regolari, incidono per il 7,5% sui residenti, o i problemi relativi alla gestione di diverse migliaia di persone che nel corso del 2016 sono arrivate via mare e che non possono non aver costituito una messa alla prova del sistema di accoglienza isolano».
I RESIDENTI Dei 50.346, il 53,1% sono donne, in flessione rispetto al 2015 (54,4%) e al 2014 (55,8%). I bambini nati nel 2016 da genitori stranieri sono 445 e rappresentano il 4,4% di tutti i nuovi nati sardi. Di tutti gli immigrati residenti in Sardegna, poco più del 50% (25.736) di origine europea, per la gran parte di cittadinanza romena. Gruppo, questo, che resta il più numeroso in regione con 13.955 residenti. Seguono il Senegal (4.470), che per la prima volta supera la comunità marocchina (4.319), poi la Cina (3.259), l'Ucraina (2.391), le Filippine (1865). Al settimo posto balza la Nigeria, con 1.599 residenti. In questo caso, dato che nel 2015 era all'undicesimo posto, hanno inciso gli sbarchi. Tra le comunità più presenti, anche la Germania (1361) e la Francia (694).
DOVE ABITANO La provincia di Cagliari è quella che ospita più stranieri, 16.644, un terzo dei residenti nell'Isola: di questi, 6341 sono di origine europea, 4943 asiatica, 4681 africana. Segue Olbia Tempio con 12.011. Di questi, circa il 45% sono romeni. Con il 7,5% Olbia Tempio registra il record della percentuale di incidenza sulla popolazione più alta di tutta la Sardegna. Poi vengono le province di Sassari (9.728), Nuoro (4.266) e Ogliastra (1.120). Nel Nuorese 1.725 (di cui 1175 donne) immigrati sono di origine romena. «Nell'area è alta la richiesta di manodopera femminile da impiegare in attività di cura per via dell'invecchiamento della popolazione», è spiegato nel dossier.
«SICUREZZA TOTALE» Il discorso cambia per i richiedenti asilo. Ieri alla presentazione del dossier Idos ne ha parlato la prefetta di Cagliari Tiziana Giovanna Costantino. Partendo da una premessa: «La presenza di richiedenti asilo in Sardegna incide sulla sicurezza per una percentuale prossima allo zero». Questo è un «dato positivo, considerato anche che attualmente i richiedenti asilo nell'Isola sono 5.230 distribuiti su 148 centri di accoglienza straordinaria».
MINORI SENZA GENITORI I minori non accompagnati arrivati dall'inizio dell'anno in Sardegna sono 520. Una parte è accolta nelle strutture per adulti, tuttavia, ha precisato la prefetta, ogni minore ha un tutore. Diversa la questione relativa agli sbarchi diretti dall'Algeria: «In questo caso i migranti non intendono richiedere asilo», ha chiarito Costantino, «e il fenomeno si inserisce nell'ambito della clandestinità, e come tale viene trattato dalla polizia». In che modo? Con un foglio di via da parte del questore, ed entro sei giorni il clandestino deve andare via. Nel 2017 sono già sbarcati 1.630 algerini, sono stati 1.100 nel 2016 e 400 nel 2015.
«SFIDA CULTURALE» Ora, ha aggiunto, «è evidente che il fatto immigratorio rappresenta una sfida culturale». Opinione condivisa dall'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio: «Le presenze nuove ci consentono di diventare società multiculturali e multireligiose, con comunità dai tratti culturali diversi che mi auguro possano dialogare tra loro». E dall'assessora al Lavoro Virginia Mura che ha sottolineato la necessità di «formare gli operatori dei centri di accoglienza, l'Unione europea ha già predisposto dei finanziamenti».
Roberto Murgia
 

L'Unione Sarda
L'Unione Sarda

LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 ottobre 2017
Sardegna (Pagina 4)
Presentato il dossier sull'immigrazione. Ius soli, 445 nati da stranieri nel 2016
Migranti, in crescita l'intolleranza

CAGLIARI C'è una lista d'attesa che pochi conoscono: è lo ius soli negato ai 445 bambini nati in Sardegna nel 2016 da genitori stranieri. Sono ancora relegati in un limbo giuridico e come loro anche quelli degli anni precedenti. Nonostante i sacrosanti digiuni di quanti sollecitano una legge per il diritto di cittadinanza senza più barriere anche in Italia, questo 4,4 per cento sul totale di tutti i nuovi piccoli sardi ancora non può essere considerato un «nostro connazionale» a tutti gli effetti, anche se è nato a Cagliari, Sassari, Olbia o Nuoro. Il fenomeno del cosiddetto ius soli mancato è solo uno dei tanti eventi richiamati, studiati e incasellati nel nuovo dossier statistico sull'immigrazione. Come nelle altre, anche nell'edizione numero 27 il Centro studi e ricerche Idos, in collaborazione col gruppo Confronti e l'Ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali, però analizza solo i flussi regolari. La clandestinità è solo accennata nel capitolo dedicato alla Sardegna, giusto per ricordarlo fino ad ora sono sbarcati 1600 algerini nel Sulcis, e lo è soprattutto in questa frase: «Il 2016 è stato attraversato da ondate più mediatiche che reali». Il che vuol dire: la percezione fra la gente dell'effetto migranti di fatto è più alta rispetto ai numeri assoluti, oppure se messa a confronto con le statistiche. La preoccupazione sociale, immotivata stando al dossier, ha superato fino a tal punto la soglia della realtà che «l'anno scorso anche in Sardegna è aumentata la brezza locale dell'intolleranza, sfociata in alcuni atti intimidatori ai danni delle strutture pronte ad accogliere i migranti». Il vero pericolo è proprio questo: «Un'intolleranza diffusa e ingiustificata, ha detto Maria Tiziana Putzolu, consigliera regionale di parità e autrice del capitolo sulla Sardegna. Perché di fatto «i nostri numeri sono piccoli numeri», ha commentato dopo aver ricordato che fino al 31 marzo nell'isola «è stato ospitato il 3 per cento di tutti i migranti accolti in Italia nel 2016» e che «nella nostra regione gli stranieri residenti sono solo 50.346 su una popolazione tra l'altro in calo di un milione e 650mila abitanti, con un'incidenza appena del 3 per cento». Ma per poi aggiungere subito dopo: «La questione migranti, nel suo complesso, non può essere comunque liquidata facilmente. Esistono potenzialità criticità dovute alla presenza numerosa di stranieri in alcune province, a cominciare da quella di Olbia, dove la percentuale supera di un punto il doppio della media regionale, siamo cioè oltre il 7 per cento, ma anche nel Cagliaritano e nel Sassarese, col 2,9 e il 3 per cento». Se l'emergenza è sotto controllo, ha detto la prefetta di Cagliari Tiziana Giovanna Costantino, nel ricordare che «l'incidenza dei reati fra i richiedenti asilo politico è pari a zero», e anche vero che «dobbiamo stare attenti a non far crescere troppo la percentuale dei migranti ospitati nei piccoli Comuni, per evitare all'origine ogni possibile cortocircuito sociale», sono state le parole dell'assessore regionale al lavoro Virginia Mura. L'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio: «Dobbiamo riuscire a non alimentare la paura, dobbiamo gestire sempre meglio un fenomeno inarrestabile, quello dei migranti, ma soprattutto dobbiamo far crescere in armonia una società sempre più multirazziale e multireligiosa. Per centrare questi tre risultati, è indispensabile aver da parte di tutti un approccio laico e rispettoso verso tutte le appartenenze, ed è proprio questo il messaggio lanciato più volte da Papa Francesco ma purtroppo rimasto ancora inascoltato». Gianni Loy, docente di Scienze politiche a Cagliari: «Dobbiamo smetterla di giustificarci per sostenere che accoglienza e integrazione sono cose buone e giuste. Lo sono sempre e comunque, a prescindere dal dovere di ospitare chi fugge da guerra e povertà». (ua)

LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA

UNIONESARDA.IT
Aumentano gli stranieri nell'Isola. La comunità più numerosa? Quella romena
La comunità straniera più numerosa in Sardegna è quella dei romeni, seguita da senegalesi e marocchini.
Giovedì 26 ottobre  alle 21:01 - ultimo aggiornamento alle 21:33

Gli immigrati residenti nell'Isola sono in aumento: +6 per cento nell'ultimo anno, secondo il dossier a cura di Idos, presentato oggi a Cagliari dalla consigliera regionale di Parità, Maria Tiziana Putzolu, insieme alla prefetta Tiziana Giovanna Costantino,all'arcivescovo Arrigo Miglio e all'assessore al Lavoro Virginia Mura.
Nell'Isola gli stranieri sono 50.346.
Il 53,1% sono donne, mentre poco più del 50% proviene dall'Europa.
I bambini nati da genitori stranieri sono stati 445 nel corso del 2016, il 4,4% del totale.
La comunità romena conta 13.955 residenti.
Al secondo posto quella senegalese, che con 4.470 residenti supera la comunità marocchina (4.319).
Poi Cina (3.259), Ucraina (2.391) e Nigeria, con 1.599 residenti.
In questo caso, visto che nel 2015 era all'undicesimo posto, il balzo è notevole: sull'impennata hanno inciso gli sbarchi di migranti.
La provincia di Cagliari è quella che ospita più stranieri (16.644), seguono Olbia Tempio (12.011), Sassari (9.728), Nuoro (4.266) e Ogliastra (1.120).
di Michele Ruffi

UNIONESARDA.IT
UNIONESARDA.IT

SARDINIAPOST.IT
Dossier Idos, i numeri dell’immigrazione in Sardegna
Giovedì 26 ottobre 2017

Un’ondata di migranti più mediatica che reale: è questo, in sintesi, il dato che si coglie sfogliando la 27esima edizione del Dossier statistico Immigrazione 2017 curato dal centro studi e ricerche Idos appena dato alle stampe. La presenza degli stranieri residenti in Italia e in Sardegna è in leggero aumento ma tutto sommato stabile da anni: a guardare i numeri del dossier, elaborato su dati Istat e da altre fonti in collaborazione con il centro studi Confronti, il contributo della Chiesa valdese e la collaborazione dell’Unar, non siamo davanti a un’emergenza di nuovi arrivati, considerato che nel 2016 in tutto il paese abbiamo registrato solo 21 mila stranieri in più rispetto all’anno precedente. E se in Italia ogni cento residenti ci sono circa 8 stranieri, in Sardegna ne abbiamo appena 3: segno che la presenza degli extracomunitari non è così alta come quella che si percepisce.
E proprio sulla percezione, sulla corretta comunicazione dei dati, sulla necessità di dialogare e trovare le risposte giuste a chi solleva dubbi e paure sugli immigrati in Sardegna si è concentrato l’incontro di presentazione del dossier ospitato oggi a Cagliari nella Facoltà di Scienze Politiche. I dati sono stati mostrati da Maria Tiziana Putzolu, consigliera regionale di parità, e commentati da Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, Tiziana Giovanna Costantino, prefetta di Cagliari e da Virginia Mura, assessore al lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale della Regione Sardegna. Ha chiuso i lavori Gianni Loy, referente scientifico di IDOS Sardegna.
Eccoli, i dati: in Sardegna al 31 dicembre 2016 si sono contati 50.346 residenti stranieri (tremila in più rispetto all’anno prima), la metà sono donne. Se consideriamo che la popolazione totale nell’isola è di 1, 6 milioni di persone, gli stranieri incidono sulla popolazione locale per il 3%, mentre la media nazionale è di 8,3%: siamo ben lontani, dunque, dal concetto di ‘invasione’ usato da alcuni come motivo di allarme sociale. Non tutti sono richiedenti asilo, molti arrivano per studio, lavoro, per ricongiungersi a familiari, o sono semplicemente stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana per naturalizzazione o per matrimonio. La maggior parte, in percentuale rispetto al totale dei residenti, si concentra nella provincia di Olbia Tempio, seguono Cagliari, Sassari e Nuoro, sono appena l’1,4% nel Medio Campidano.
Un fenomeno, quello dell’immigrazione, che non è emergenza ma un dato di fatto, come hanno più volte sottolineato i relatori che hanno commentato il Dossier Immigrazione. Una realtà che dobbiamo capire e conoscere anche per l’opportunità di costruire “una società laica, inclusiva e rispettosa verso tutti – ha sottolineato il vescovo di Cagliari Arrigo Miglio – davvero multiculturale e multireligiosa” secondo quanto sostenuto anche da Papa Francesco che di recente ha aperto il dialogo con i rappresentanti di altre religioni.
Sul tema sicurezza, la Sardegna non è certo una regione a rischio: “Non neghiamo che esiste la criminalità tra gli extracomunitari – ha sottolineato la prefetta Costantino – ma sappiamo che è un problema che non esiste per i richiedenti asilo, attualmente 5.230 distribuiti su 148 centri di accoglienza straordinaria, dato che tra di loro il tasso di reati è quasi pari allo zero”. Anche a livello nazionale i numeri reali sono ancora una volta diversi da quelli percepiti: secondo le statistiche Eurostat, il tasso di criminalità ogni 100 mila abitanti è più basso tra gli stranieri che tra gli italiani, e nel 2016 le denunce sono anche diminuite rispetto all’anno precedente.
E ancora sulla percezione: tra gli stranieri più numerosi in Sardegna non ci sono gli africani, come si potrebbe pensare, ma i rumeni. Nella classifica delle comunità non italiane, schematizzata dalla consigliera di parità Maria Teresa Putzolu, al primo posto ci sono i quasi 14 mila rumeni, la maggior parte sono donne prevalentemente impiegate nella cura alle persone; al secondo posto i senegalesi, al terzo i marocchini. Seguono cinesi, ucraini, filippini, nigeriani, tedeschi, pachistani e polacchi. Dal continente africano, in totale, si registrano 13.373 residenti, gli asiatici sono 8.548.
Sul fronte del lavoro, anche gli stranieri non sono indenni dal momento di crisi che la Sardegna attraversa da anni. Oggi ne sono occupati quasi 24 mila (meno rispetto al 2015), lavorano soprattutto nei servizi, nell’industria e in minima parte nell’agricoltura. Aumentano in modo significativo le imprese immigrate, cioè quelle in cui oltre la metà dei componenti sono nati all’estero: sono il 6,2% delle imprese sarde, e negli ultimi cinque anni sono cresciute del 23,8%.

“Mentre si attende il 2017 per fare un bilancio della reale portata delle iniziative prese dal Governo per fronteggiare il fenomeno degli sbarchi nel paese, il 2016 è stato attraversato da ondate più mediatiche che reali – si legge tra le conclusioni del Dossier – . In ogni caso, la questione non può essere sminuita e liquidata facilmente, perché periodici ingressi massicci e ravvicinati di persone bisognose di ogni cura non possono non aver costituito una ‘messa alla prova’ del sistema dell’accoglienza isolano. Nel 2016 è aumentata la brezza locale dell’intolleranza, sfociata in alcuni atti intimidatori verso strutture che si stavano approntando per accogliere migranti“. Il pensiero va agli attentati di Monastir, Sassari, Dorgali e agli altri centri distrutti da incendi e esplosioni nei mesi scorsi: la realtà degli stranieri in Sardegna si inserisce in un clima di grandi cambiamenti e complessità, con la popolazione e i nuovi nati che diminuiscono progressivamente e l’età media sempre più alta, in cui si innestano facilmente dubbi e paure. Movimenti, scambi e viaggi con cui dovremo fare i conti negli anni che verranno.
Francesca Mulas

SARDINIAPOST.IT
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CAGLIARIPAD.IT
Migranti, Prefetta: “Inesistenti reati da richiedenti asilo”
"La presenza di richiedenti asilo in Sardegna incide sulla sicurezza per una percentuale prossima allo zero"
Giovedì 26 ottobre 26 ottobre 2017

“La presenza di richiedenti asilo in Sardegna incide sulla sicurezza per una percentuale prossima allo zero”. Lo ha detto la prefetta di Cagliari, Tiziana Giovanna Costantino, intervenuta a Cagliari alla presentazione del dossier statistico sull’Immigrazione. “Credo che questo sia un dato molto positivo – ha spiegato – considerato anche che attualmente i richiedenti asilo nell’Isola sono 5.230 distribuiti su 148 centri di accoglienza straordinaria”.
I minori non accompagnati arrivati dall’inizio dell’anno in Sardegna sono 520. Una parte è accolta nelle strutture per adulti, tuttavia, ha precisato la prefetta, ogni minore ha un tutore. Diversa la questione relativa agli sbarchi diretti dall’Algeria: “In questo caso i migranti non intendono richiedere asilo – ha chiarito Costantino – e il fenomeno si inserisce nell’ambito della clandestinità, e come tale viene trattato dalla polizia”.
In che modo? Con un foglio di via da parte del questore, ed entro sei giorni il clandestino deve andare via. Nel 2017 sono già sbarcati 1.630 algerini, sono stati 1.100 nel 2016 e 400 nel 2015.

CAGLIARIPAD.IT
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VISTANET.IT
Prefetta Tiziana Costantino: “Presenza di richiedenti asilo in Sardegna non incide sulla sicurezza”
Giovedì 26 ottobre 2017 - 15:13

«La presenza di richiedenti asilo in Sardegna incide sulla sicurezza per una percentuale prossima allo zero». Lo ha detto la Prefetta di Cagliari Tiziana Costantino alla presentazione del dossier statistico sull’immigrazione presentato in contemporanea a Cagliari e in tante altre città d’Italia.
«Credo questo sia un dato molto positivo considerato anche che attualmente i richiedenti asilo nell’Isola – ha aggiunto – sono 5.230 distribuiti su 148 centri di accoglienza straordinaria».
Un problema che invece si pone per i migranti provenienti dall’Algeria, stando a quanto dichiara la Prefetta: «I migranti algerini non sono intenzionati a richiedere asilo e il fenomeno si inserisce nell’ambito della clandestinità, e come tale viene trattato dalla polizia». È il questore che con un foglio di via dà sei giorni di tempo a chi si trova clandestinamente su territorio italiano, ma con la crescita degli sbarchi diretti dall’Algeria è sempre più difficile assicurarsi che questo avvenga.

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