L'intervento del prorettore Mola alla tavola rotonda sui nuovi confini del lavoro, questa mattina al T Hotel. FOTO e VIDEO
03 July 2017

di Sara Piras - Foto e video di Sergio Nuvoli - Evento trasmesso in diretta Facebook

Cagliari, 3 luglio 2017 - "Learning from data" è il segreto indicato dal prorettore Francesco Mola per lo sviluppo dell’Isola alla tavola rotonda “Nuovi confini del lavoro nell’impresa 4.0” svoltasi questa mattina al T Hotel di Cagliari. "Le macchine - ha detto - non potranno mai sostituire l’uomo nell’elaborazione delle soluzioni, ma possono fornire una mole di dati molto utile su cui lavorare. Il punto è investire sull’interazione tra soggetti istituzionali per immaginare strade complesse: è quanto già accaduto tra l’Università, la Regione Sardegna e il Comune di Cagliari. Si tratta di insistere su questo percorso, anche grazie alle nuove tecnologie disponibili. L’Università di Cagliari su questi temi è impegnata da tempo: da quest’anno ci saranno anche nuovi corsi di laurea, come quello della Magistrale in Turismo sostenibile".

Nel ripensare alle aree industriali tra città metropolitana e nuove esigenze, uno sguardo è stato rivolto al futuro professionale dei giovani sardi e alla necessità di formarli in modo che siano considerati indispensabili alla crescita del territorio. Il prorettore ha concordato con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda sull’importanza di investire nell’istruzione e nella ricerca: “La dispersione scolastica è un problema sentito anche dall’Università – ha aggiunto Mola - di cui ci stiamo occupando attraverso un progetto di orientamento che consiste nell’accompagnare i ragazzi fin dai primi anni della scuola superiore. Vogliamo che gli studenti credano nell’Università come ascensore sociale, grazie anche al supporto delle istituzioni. Non dobbiamo cadere nella trappola delle competenze. Senza conoscenza, anche le competenze sono destinate a diventare obsolete. Con la conoscenza, i nostri studenti apprendono un metodo che permetterà di ottenere sempre nuove capacità. Prima di costruire dobbiamo pensare a come sostenere”.

Al dibattito, moderato dal giornalista de L’Unione Sarda Stefano Salone, sono intervenuti anche gli assessori regionali Filippo Spanu e Cristiano Erriu e il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu.

Guarda i due interventi nel dibattito del professor Mola


UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

 

               


 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di martedì 4 luglio 2017
Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
Lavoro da salvare, futuro digitale
Nell'Isola è corsa alla formazione e all'innovazione tecnologica
INDUSTRIA 4.0. Al tavolo imprenditori, sindacati, Regione e Università. Scanu: «Tempi stretti»
 
L'industria 4.0 c'è sulla carta, nella realtà invece «è un processo ancora tutto da governare», dicono gli esperti. C'è una legge, quella voluta dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che incentiva le imprese a innovarsi. C'è poi l'avanzata dell'automazione, braccia meccaniche che fanno quello che fino a ieri facevano i lavoratori. E qui il pensiero prende due direzioni opposte: c'è chi sostiene che l'innovazione tecnologica creerà nuovi mestieri. In parte è già vero perché ci sono lavori che un tempo non esistevano (per esempio, quelli legati al web). Ma c'è anche chi teme che il lavoro così come lo abbiamo conosciuto finora sia destinato a scomparire.
LA NUOVA RIVOLUZIONE Trasferendo la nuova rivoluzione industriale nella dimensione locale, si pone il problema di capire come si muove il sistema “Sardegna 4.0”. Orario, salario, mansioni, tipologia: come cambierà il lavoro organizzato nell'Isola nel 2030 quando la rivoluzione sarà nel pieno della sua espansione? Sindacati, industriali, università e politica si interrogano a Cagliari nell'ambito di un convegno dal titolo “Nuovi confini del lavoro nell'impresa 4.0”, organizzato da Filctem Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil. «Nell'area industriale di Sarroch-Macchiareddu, le persone coinvolte da questo passaggio epocale sono 4.000», dice William Schirru, segretario provinciale della Filctem.
TAVOLO DI CONFRONTO Per governare i nuovi processi c'è bisogno di tutti, su questo c'è unanimità: università, imprese, politica, sindacati. «Lo schema classico studio-lavoro-pensione non esiste più», dice Alberto Scanu, presidente regionale di Confindustria. «Bisogna governare il processo per evitare che alla fine il saldo occupazionale risulti negativo». «La rivoluzione è anche nelle relazioni sindacali», sottolinea Michele Faioli, dell'università di Tor Vergata. «Per la gestione della flessibilità interna», retribuzione, orario di lavoro, mansioni etc, «lo strumento più adatto è proprio la contrattazione collettiva».
LA REGIONE Al cambiamento lavora anche la Regione. «Lo Sportello unico dei servizi, il Sistema informativo regionale ambientale, lo Sportello unico per le attività produttive e per l'edilizia e la prossima ridefinizione dei portali nell'ottica dell'unitarietà e del coordinamento, sono risposte alle esigenze di cittadini e imprese», spiega Filippo Spanu, assessore regionale agli Affari generali. Non basta, naturalmente, un macchinario o un software per fare industria 4.0. «Occorrono anche politiche incentivanti, per esempio di natura fiscale, che possono essere fatte sia a livello nazionale che regionale», aggiunge.
LA FORMAZIONE Un cambiamento di questo tipo non si gestisce senza università. Su questo terreno, quello della formazione, la Sardegna è un passo più avanti. «Learning from data», è la strada indicata dal prorettore di Cagliari Francesco Mola. «Le macchine non potranno sostituire l'uomo, ma possono fornire una quantità di dati molto utili sui quali lavorare». La professionalità sarà indispensabile. «Non dobbiamo cadere nella trappola delle competenze», spiega Mola. «Senza conoscenza, anche le competenze sono destinate a diventare obsolete. Con la conoscenza, invece, gli studenti apprendono un metodo che permetterà di sviluppare sempre nuove capacità».
Mauro Madeddu

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