NEPTUNE, ricerca scientifica di altissimo profilo coordinata dal prof. Sandro Demuro. FOTO, VIDEO, RASSEGNA STAMPA
07 June 2017

LA BANCA DATI DEL DNA DELLE SPIAGGE DEL GOLFO DI CAGLIARI CONSENTIRA’ UNA MIGLIORE GESTIONE DELLE COSTE: E’ L’ESITO DEL PROGETTO “NEPTUNE” COORDINATO DAL PROF. SANDRO DEMURO, CHE HA RACCOLTO 1200 CAMPIONI DI SEDIMENTI. I RICERCATORI: “SERVE UNA AUTHORITY PER OGNI SPIAGGIA”

Sergio Nuvoli – foto di Sara Piras - evento in live Facebook

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Cagliari, 7 giugno 2017 - Grazie al Progetto tender NEPTUNE finanziato dalla Regione, l’Università di Cagliari – ed in particolare il team di ricercatori guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali – ha costruito una imponente banca dati multidisciplinare e impostato e avviato una rete di monitoraggio basato su sistemi di misura ad alta tecnologia delle coste, delle masse d’acqua e dei fondali marini del Golfo di Cagliari. Si è svolta questa mattina la presentazione del progetto, cui hanno partecipato anche l’assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, l’assessore comunale Francesca Ghirra, e il funzionario regionale Fabio Tore. I lavori sono stati moderati dal giornalista Ottavio Olita.

L’attività realizzata ha consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti: i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni, custoditi oggi nella Banca del sedimento, che oggi dunque rappresenta il DNA geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari, indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro.

L’attività svolta ha consentito anche di formare giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati di alta formazione e di impiegare questi giovani, anche se solo per la durata del Progetto, nel Mediterranean coastal and marine laboratory "Medcoastlab".

E’ stato infine sperimentato e rinforzato il rapporto con le imprese sarde ad alta specializzazione.

"Facciamo sistema con il territorio – ha detto il Rettore Maria Del Zompo - Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. La nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti gli argomenti trattati e sviluppano progetti importanti. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso".

“Restano da cogliere le nuove sfide – ha spiegato il professor Demuro - culturale, perché bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali soggetti gestori mediante specifici progetti di comunicazione, informazione e formazione; organizzativa, puntando ad avere un unico soggetto competente capace di gestire le coste su basi scientifiche e capace di dare risposte normative e gestionali in tempi adeguati alle modificazioni rapidissime dei sistemi di spiaggia indotte dalle pressioni dell’uomo. E’ infine, decisiva, la sfida della gestione: sulla base delle buone pratiche riscontrate, tra le tante cose da fare essa richiederebbe nell’immediato l’inserimento di una authority per ogni spiaggia: una sorta di direttore dei lavori che abbia le indispensabili competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia-duna ove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene”.

Maria Vittoria Salvetti, docente dell’Università di Pisa, ha illustrato le azioni di prevenzione dell’erosione delle spiagge del Golfo di Cagliari e la simulazione della sedimentazione con o senza intervento umano, mentre Pasquale Pittaluga della cooperativa "Sardegna Progetta" ha spiegato come la sperimentazione e la realizzazione del nuovo sistema di rilevamento oceanografico abbia comportato un basso costo. “Per la prima volta abbiamo collaborato con l’Università: abbiamo trovato persone dinamiche, consapevoli e preparate”, ha sottolineato quindi Luca Massa della Società Battellieri Cagliari. Andrea Ruju e Marinella Passarella, ricercatori UniCa, hanno invece parlato della modellizzazione idrodinamica nel Golfo di Cagliari, spiegando applicazioni e prospettive. Mauro Casti, botanico e ricercatore UniCa, ha infine approfondito gli aspetti più tipici della vegetazione, rimarcando l’approccio più corretto verso l’ambiente, soffermandosi in particolare sul ruolo della posidonia per la tutela dell’habitat. Non meno significative le relazioni di Carla Buosi, che ha curato la parte ecologica, e di Angelo Ibba, sugli aspetti della topografia di precisione, anche loro parte attiva del gruppo di giovani e preparatissimi ricercatori guidato dal prof. Demuro.

“Per il management delle coste la direzione obbligata è la semplificazione – ha concluso Gianmario Demuro, costituzionalista dell’Ateneo - partendo dalla gestione dei beni comuni da parte dell’amministrazione pubblica. Per la gestione serve un soggetto unico che abbia grandi competenze tecniche e scientifiche. La tutela dei beni comuni deve essere necessariamente un tema fondamentale della Sardegna nel rapporto con lo Stato”.

GUARDA L’INTERVENTO DEL RETTORE 

 

L’intervento del professor Sandro Demuro è disponibile nella pagina facebook di UniCa - Università degli Studi di Cagliari 

 


UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216


 

 

 

               


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Cagliari, 1 giugno 2017 (sn) - Conclusa la campagna oceanografica nel Golfo di Cagliari condotta dall’Università degli Studi di Cagliari attraverso il gruppo di ricerca “Coastal and Marine Geomorphology Group” svolta nell’ambito del Progetto RAS Tender NEPTUNE in collaborazione con l’Università Neozelandese di Auckland con il coordinamento scientifico del Prof. Sandro DeMuro.

La campagna è stata possibile grazie all’apporto della Società Battellieri Cagliari che ha permesso la messa a mare di boe attrezzate con correntometri e ondametri, anche sperimentali, costruiti dalla cooperativa Sardegna Progetta, entrambe imprese sarde ad alta specializzazione e partner fondamentali del Progetto. Stazioni di rilevamento video e meteo posizionate sulla sella del diavolo e sull’Ospedale Marino (grazie agli spazi concessi rispettivamente dalla Marina Militare e ASL 8 Cagliari) rilevavano contemporaneamente importanti parametri alla superficie del mare (direzione e intensità del vento, fronti d’onda, zone di frangenza e sormonto delle onde ecc).
 
Il lavoro scientifico è stato svolto dai ricercatori Marinella Passarella che ha avuto un ruolo centrale in quanto la sperimentazione rientra nella sua tesi di dottorato internazionale, da Andrea Ruju, Carla Buosi ed Angelo Ibba con il contributo dei sommozzatori Marco Piroddi e Maurizio Spanu. La sperimentazione avrà importanti ricadute sulla conoscenza dei processi morfodinamici che interessano le spiagge del Poetto e di Giorgino ma, più in generale, dell’intero Golfo di Cagliari. 
 
Il lavoro svolto ha visto inoltre la collaborazione dell’Università di Pisa, delle Penn State e Auckland University (rispettivamente statunitense e neozelandese) per la modellizzazione dei dati e della Curtin University (Western Australia) per la comparazione del ruolo svolto dalle praterie di Posidonia Oceanica. Il progetto NEPTUNE e alcuni risultati preliminari della ricerca saranno presentati mercoledì 7 giugno alle 8.30 nella Sala anfiteatro in via Roma 257, Cagliari.
 
 
 
 
 
 
 
 

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 RASSEGNA STAMPA (per l’articolo originale cliccare sul titolo, ove disponibile)


 
SERVIZIO DI SIMONE LUPO BAGNACANI
andato in onda nell'edizione delle 19.35 dell'8 giugno 2017
 

 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di giovedì 8 giugno 2017
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
La rete Neptune salverà il Poetto
Un team di ricercatori svela i segreti dell’erosione della spiaggia
UNIVERSITÀ. Il progetto, finanziato dalla Regione, servirà a monitorare costantemente l’arenile
 
La spiaggia è un organismo vivo che si muove, respira e muta continuamente sotto la forza degli elementi e la pressione dell’uomo, ad ogni onda, alito di vento o intervento meccanico. Un delicato ecosistema per il 90% nascosto sotto il mare che, per essere salvaguardato, deve essere studiato a fondo, capito e aiutato. Quando nel 2002 il Poetto fu sottoposto alle operazioni di ripascimento, si pensò che bastasse drenare sabbia dal largo per risolvere il problema dell’erosione. Il risultato fu terribile. Il danno estetico e ambientale enorme. E non risolse nulla, perché la sabbia continua a sparire tanto che la linea dell’arenile è ormai tornata alla situazione di 15 anni fa.
IL PROGETTO NEPTUNE Da oggi però studiosi e amministratori regionali e locali hanno in mano uno strumento nuovo e formidabile per gestire al meglio una risorsa ambientale ed economica continuamente sotto minaccia: una banca dati in cui è conservato tutto il dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari. A realizzarla, col progetto Neptune finanziato dalla Regione e presentato ieri, sono stati i ricercatori dell’Università di Cagliari che in tre anni di lavoro, attraverso campionamenti dei fondali e l’utilizzo di boe oceanografiche, telecamere e altri sofisticati sistemi tecnologici, hanno costruito una rete di monitoraggio delle coste, delle masse d’acqua e dei fondali marini sia del Poetto che della spiaggia di Giorgino.
IL DNA DELLA SPIAGGIA Lo studio realizzato dal team guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali, ha consentito infatti di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e costruire la memoria geologica e storica dei sedimenti: i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato oltre 1200 campioni. Un modello scientifico che può essere applicato per qualunque spiaggia della Sardegna e che si spera possa essere esportato anche al di là del Tirreno.
L’ESPERTO «Se all’epoca del ripascimento avessimo avuto a disposizione questo studio - ha spiegato Sandro Demuro -, sicuramente sarebbe stato d’aiuto per individuare sedimenti più adatti di quelli utilizzati e sversati. Col progetto Neptune abbiamo infatti messo in piedi un sistema di monitoraggio sia della parte costiera emersa che di quella sottomarina che sarà utile per interventi di correzione e per gestire al meglio l’ecosistema delle spiagge cagliaritane. Il loro stato di salute attuale? Se Giorgino è ormai molto compromessa per via della feroce antropizzazione, il Poetto è ancora un paziente salvabile a patto di non ripetere gli errori del passato». La scienza da sola però non basta. «Credo - aggiunge Demuro - che sia necessario avere un unico soggetto regionale competente capace di gestire le coste su basi scientifiche e di dare risposte normative e gestionali in tempi adeguati alle modificazioni rapidissime dei sistemi di spiaggia provocate dalle pressioni e dalle attività dell’uomo. Ad esempio sarebbe necessario l’immediato inserimento di una authority per ogni arenile: una sorta di direttore dei lavori che abbia le indispensabili competenze scientifiche naturalistiche per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia-duna».
COLLABORAZIONE Al progetto Neptune - che la Regione intende proporre come modello scientifico esportabile in tutte le spiagge dell’Isola - hanno collaborato le università di Pisa e Auckland, mentre il lavoro scientifico è stato svolto dai ricercatori Marinella Passarella, Andrea Ruju, Carla Buosi ed Angelo Ibba con il contributo dei sommozzatori Marco Piroddi e Maurizio Spanu. Fondamentale anche l’apporto della società Battellieri Cagliari che ha permesso la messa a mare di boe attrezzate con correntometri e ondametri, anche sperimentali, costruiti dalla cooperativa Sardegna Progetta, entrambe imprese sarde ad alta specializzazione diventate partner fondamentali di un progetto all’avanguardia.
Massimo Ledda
 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di giovedì 8 giugno 2017
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Ladri e ruspe, così si uccidono i litorali
Troppi i comportamenti a rischio che compromettono le nostre coste
 
Se ognuno dei tre milioni di turisti che ogni anno visitano la Sardegna portasse via dagli arenili un chilo di sabbia come ricordo della sua vacanza, le nostre spiagge - tutte le nostre spiagge - verrebbero cancellate in dieci anni. E se nei secoli passati la poseidonia fosse stata spazzata via con le ruspe, come purtroppo ancora oggi accade in tantissime località balneari dell’Isola, la spiaggia rosa di Budelli non sarebbe stata rosa e forse non ci sarebbe neppure una spiaggia.
Sono solo alcuni degli esempi che ieri mattina - in occasione del convegno sul progetto Neptune, intitolato non a caso “Una proposta per la tutela e la gestione delle spiagge della Sardegna” - hanno messo il dito sulla piaga: nonostante i passi da gigante fatti negli ultimi anni verso uno sviluppo sostenibile delle coste, c’è ancora tantissimo da fare soprattutto sul versante della gestione da parte della politica e della sensibilizzazione dei rappresentanti dei territori. Molti Comuni sono infatti impreparati a gestire un ecosistema delicato come quello delle spiagge, quasi la metà di quelli costieri non hanno neanche adottato un Pul e troppo spesso vengono avvallati - inconsapevolmente o meno - interventi sia urbanistici che di semplice pulizia capaci di deteriorare gli arenili, mettendone così in pericolo la sopravvivenza.
In questo senso un richiamo forte alle istituzioni è arrivato dal rettore di Cagliari Maria Del Zompo, giustamente orgogliosa del lavoro fatto dal team di ricercatori della sua università. «Facciamo sistema con il territorio - ha detto -. Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. La nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti gli argomenti trattati e sviluppano progetti importanti. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso». Presente all’incontro anche l’assessore regionale all’urbanistica Cristiano Erriu, che ha salutato la conclusione del progetto Neptune come un grande successo. «La scienza ci mostra alcune strade percorribili - sono state le sue parole -, ora tocca alla politica trovare gli interventi più adatti per la conservazione del bene ambientale». Più difficile a dirsi che a farsi, però. Il perché lo spiega Sandro Demuro, coordinatore del progetto Neptune: «La spiaggia del Poetto è un unico ecosistema ma dal punto di vista amministrativo è divisa in due Comuni, quello di Cagliari e quello di Quartu. Se uno di questi fa qualcosa di sbagliato, questo intervento si ripercuoterà su tutto l’ecosistema. Ecco perché servirebbe un coordinamento unitario, altrimenti sarà difficile venirne a capo». (m. le.)
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 8 giugno 2017
Sardegna – pagina 9
ambiente
Erriu: i Comuni senza Pul
sono ancora troppo numerosi
 
CAGLIARI Meno ruspe e più Pul per combattere l’erosione delle coste. Ma anche massima attenzione ai ladri di sabbia. Proprio l’utilizzo di mezzi meccanici per la pulizia delle spiagge è una delle cause dei passi indietro della battigia. La ragione? L’arenile perde pezzi e volume. E si abbassa. E il mare, senza ostacoli, avanza.
È uno degli spunti offerti da Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali a Cagliari, alla presentazione del Progetto tender Neptune finanziato dalla Regione. La questione Pul, piano di utilizzo dei litorali, è stata affrontata dall’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu: «Sui 72 Comuni costieri soltanto 16 sono dotati di Pul, mentre altri 23 non lo hanno ancora approvato. Sono invece 33 i Comuni che non lo hanno adottato: troppi. Cerchiamo di sensibilizzarli ad accelerare l’iter. Il tempo passato dal Ppr degli ambiti costieri ad oggi, è servito tuttavia a sviluppare nell’intera comunità la massima sensibilità verso questi habitat, una risorsa preziosa e durevole solo se viene amministrata con attenzione». (st.a.)
 

 
ANSA
Ambiente: individuato Dna geologico del Golfo di Cagliari
Progetto triennale Università-privati. Ora Authority in spiaggia
CAGLIARI
 
(ANSA) - CAGLIARI, 7 GIU - Il Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari è stato individuato. Era lo scopo di Tender Neptune (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment), progetto finanziato dalla Regione e realizzato in collaborazione con il team guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali all’Università di Cagliari, e due imprese private. In un’area compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1.200 campioni. "Avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti è indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro", ha spiegato Demuro alla presentazione dei risultati. Il professore ha anche sottolineato l’importanza della "innovativa collaborazione tra Università e piccole e medie imprese altamente specializzate, che ha consentito un’operatività maggiore". Restano le sfide future. Una riguarda la comunicazione perché, ha chiarito il docente, "bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali gestori mediante specifici progetti di informazione e formazione". L’altra di gestione, con l’immediato inserimento di una Authority per ogni spiaggia, cioè "una sorta di direttore dei lavori che abbia le competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia dove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene", ha spiegato ancora Demuro. La rettrice Maria Del Zompo si è soffermata sul ruolo dell’Ateneo. L’attività svolta, infatti, ha consentito la formazione di giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati, e di impiegarli, anche se solo per la durata del progetto, nel mediterranean coastal and marine laboratory "Medcoastlab". "Facciamo sistema con il territorio - ha commentato Del Zompo - noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente: la nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti questi argomenti e sviluppano progetti importanti e i nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono in Sardegna a studiare e a fare ricerca per la tesi di laurea". Infine un appello a Regione e Comune: "Abbiamo bisogno che ci dicano cosa vogliono fare. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso". (ANSA).
 

 
ANSA.IT
 
Il Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari è stato individuato. Era lo scopo di Tender Neptune (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment), progetto finanziato dalla Regione e realizzato in collaborazione con il team guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali all’Università di Cagliari, e due imprese private. In un’area compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1.200 campioni.
"Avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti è indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro", ha spiegato Demuro alla presentazione dei risultati. Il professore ha anche sottolineato l’importanza della "innovativa collaborazione tra Università e piccole e medie imprese altamente specializzate, che ha consentito un’operatività maggiore". Restano le sfide future. Una riguarda la comunicazione perché, ha chiarito il docente, "bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali gestori mediante specifici progetti di informazione e formazione".
L’altra di gestione, con l’immediato inserimento di una Authority per ogni spiaggia, cioè "una sorta di direttore dei lavori che abbia le competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia dove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene", ha spiegato ancora Demuro. La rettrice Maria Del Zompo si è soffermata sul ruolo dell’Ateneo. L’attività svolta, infatti, ha consentito la formazione di giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati, e di impiegarli, anche se solo per la durata del progetto, nel mediterranean coastal and marine laboratory "Medcoastlab".
"Facciamo sistema con il territorio - ha commentato Del Zompo - noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente: la nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti questi argomenti e sviluppano progetti importanti e i nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono in Sardegna a studiare e a fare ricerca per la tesi di laurea". Infine un appello a Regione e Comune: "Abbiamo bisogno che ci dicano cosa vogliono fare. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso".
ERRIU, 33 COMUNI ANCORA SENZA PUL - Su un totale di 72 Comuni costieri nell’Isola, allo stato attuale sono solo 16 quelli dotati di un Piano di utilizzo del litorale (Pul) vigente; altri 23 l’hanno adottato ma non ancora approvato, mentre ben 33 Comuni non l’hanno neppure adottato. "Sono troppi", ha commentato l’assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, intervenuto alla Conferenza conclusiva del progetto Tender NEPTUNE (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment) finanziato dalla Regione.
"Il confronto di oggi con ricercatori e operatori ci permette di capire meglio il fenomeno dell’erosione e i necessari strumenti che dovremo introdurre nella pianificazione per la tutela delle coste e, in particolare, delle spiagge della Sardegna - ha spiegato Erriu - la scienza ci mostra alcune strade percorribili, ora tocca alla politica trovare gli interventi più adatti per la conservazione del bene ambientale".
Proprio per questo motivo, ha aggiunto Erriu, "stiamo cercando di sensibilizzare i Comuni che non l’hanno fatto, ad accelerare le procedure per l’adozione del Pul". Infatti, ha osservato, "in questo momento l’Isola vive la scommessa di un rilancio delle sue potenzialità turistiche: se il fattore che ha originato questa ripresa è in buona parte attribuibile a fattori esogeni ed ai drammatici eventi che hanno interessato e ancora interessano la sponda meridionale del Mediterraneo, è innegabile che gli amministratori debbano essere accompagnati nella consapevolezza del grande valore paesaggistico delle coste da loro gestite".
In che modo? "Il nostro assessorato si propone di aiutare i Comuni nella gestione complessa del litorale, con un nuovo approccio flessibile basato, oltre che su interventi di salvaguardia, controllo dei flussi e dei comportamenti, anche sull’educazione. Gli enti locali devono svolgere un ruolo da protagonisti, adattando ai loro territori le indicazioni operative per la gestione del sistema costiero".
 

 
SARDINIAPOST.IT
7 giugno 2017    Ambiente, In evidenza 06
 
Un team di ricercatori dell’università di Cagliari, guidato da Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali, ha costruito una imponente banca dati multidisciplinare sul Golfo di Cagliari “impostando e avviando anche una rete di monitoraggio basata su sistemi di misura ad alta tecnologia di coste, masse d’acqua e fondali marini”. Il progetto si chiama Neptune ed è stato finanziato dalla Regione.
 “L’attività realizzata – si legge in una nota dell’Ateneo – ha consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti: i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni, custoditi da ora nella Banca del sedimento che rappresenta il Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari. È la base indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro”.
L’attività svolta ha consentito anche di “formare giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati di alta formazione e di impiegare questi giovani, anche se solo per la durata del Progetto, nel Mediterranean coastal and marine laboratory “Medcoastlab“. È stato infine “sperimentato e rinforzato il rapporto con le imprese sarde ad alta specializzazione”.
Così Sandro Demuro: “Restano da cogliere le nuove sfide. Intanto quella organizzativa, perché bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali soggetti gestori mediante specifici progetti di comunicazione, informazione e formazione. È necessario puntare ad avere un unico soggetto competente capace di gestire le coste su basi scientifiche e capace di dare risposte normative e gestionali in tempi adeguati alle modificazioni rapidissime dei sistemi di spiaggia indotte dalle pressioni dell’uomo”.
Così il rettore Maria Del Zompo: “Facciamo sistema con il territorio. Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. La nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti gli argomenti trattati e sviluppano progetti importanti. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso”.
 

 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONESARDA.IT
di Massimo Ledda, con videointervista al prof. Sandro Demuro
Oggi alle 13:28
 
Una banca dati imponente in cui è conservato il Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari che servirà per gestire al meglio una risorsa ambientale ed economica continuamente minacciata dall’erosione e dall’intervento dell’uomo.
È quanto realizzato dal progetto Neptune, finanziato dalla Regione, presentato ieri dall’Università di Cagliari.
In tre anni di lavoro, attraverso campionamenti dei fondali e l’utilizzo di boe oceanografiche, telecamere e altri sofisticati sistemi tecnologici, il team di ricercatori guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali, ha costruito una rete di monitoraggio delle coste, delle masse d’acqua e dei fondali marini del Poetto e di Giorgino.
L’attività realizzata ha consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti: i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni, custoditi nella Banca del sedimento.
Un progetto fondamentale nell’ottica della prevenzione dell’erosione costiera, soprattutto a Cagliari dove è ancora vivo il ricordo del disastro ambientale legato al ripascimento del Poetto.
"Se allora ci fossero stati a disposizione questi dati i risultati sarebbero stati diversi", ha spiegato Demuro.
"Questo modello deve essere esportabile in tutta la Regione - ha detto l’assessore regionale Cristiano Erriu -, temi come l’erosione costiera, i cambiamenti climatici e l’inquinamento devono essere affrontati con tutti i mezzi che la scienza e la tecnica mettono a disposizione per consentire di guardare al mare come oggetto di una evoluta blue economy. Invece purtroppo in Sardegna su 72 Comuni costieri in 32 non hanno ancora adottato il Pul".
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
Il Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari è stato individuato. Era lo scopo di Tender Neptune (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment), progetto finanziato dalla Regione e realizzato in collaborazione con il team guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali all’Università di Cagliari, e due imprese private. In un’area compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1.200 campioni.
"Avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti è indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro", ha spiegato Demuro alla presentazione dei risultati. Il professore ha anche sottolineato l’importanza della "innovativa collaborazione tra Università e piccole e medie imprese altamente specializzate, che ha consentito un’operatività maggiore".
Restano le sfide future. Una riguarda la comunicazione perché, ha chiarito il docente, "bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali gestori mediante specifici progetti di informazione e formazione".
L’altra di gestione, con l’immediato inserimento di una Authority per ogni spiaggia, cioè "una sorta di direttore dei lavori che abbia le competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia dove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene", ha spiegato ancora Demuro. La rettrice Maria Del Zompo si è soffermata sul ruolo dell’Ateneo.
L’attività svolta, infatti, ha consentito la formazione di giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati, e di impiegarli, anche se solo per la durata del progetto, nel mediterranean coastal and marine laboratory "Medcoastlab".
"Facciamo sistema con il territorio - ha commentato Del Zompo - noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente: la nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti questi argomenti e sviluppano progetti importanti e i nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono in Sardegna a studiare e a fare ricerca per la tesi di laurea". Infine un appello a Regione e Comune: "Abbiamo bisogno che ci dicano cosa vogliono fare. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso".
 

 
TTECNOLOGICO.COM
Pubblicato il 7 giugno 2017 di trasferimentotec
 
Grazie al Progetto tender NEPTUNE finanziato dalla Regione, l’Università di Cagliari – ed in particolare il team di ricercatori guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali – ha costruito una imponente banca dati multidisciplinare e impostato e avviato una rete di monitoraggio basato su sistemi di misura ad alta tecnologia delle coste, delle masse d’acqua e dei fondali marini del Golfo di Cagliari.
L’attività realizzata ha consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti: i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni, custoditi oggi nella Banca del sedimento, che oggi dunque rappresenta il DNA geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari, indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro.
L’attività svolta ha consentito anche di formare giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati di alta formazione e di impiegare questi giovani, anche se solo per la durata del Progetto, nel Mediterranean coastal and marine laboratory “Medcoastlab”.
E’ stato infine sperimentato e rinforzato il rapporto con le imprese sarde ad alta specializzazione.
 “Restano da cogliere le nuove sfide – ha spiegato il professor Demuro – organizzativa, perché bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali soggetti gestori mediante specifici progetti di comunicazione, informazione e formazione; organizzativa, puntando ad avere un unico soggetto competente capace di gestire le coste su basi scientifiche e capace di dare risposte normative e gestionali in tempi adeguati alle modificazioni rapidissime dei sistemi di spiaggia indotte dalle pressioni dell’uomo. E’ infine, decisiva, la sfida della gestione: sulla base delle buone pratiche riscontrate, tra le tante cose da fare essa richiederebbe nell’immediato l’inserimento di una authority per ogni spiaggia: una sorta di direttore dei lavori che abbia le indispensabili competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia-duna ove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene”.
 “Facciamo sistema con il territorio – ha aggiunto il Rettore Maria Del Zompo – Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. La nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti gli argomenti trattati e sviluppano progetti importanti. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso”.
 

 
VISTANET.IT
7 giugno 2017 13:03 La Redazione
 
Grazie al Progetto tender NEPTUNE finanziato dalla Regione, l’Università di Cagliari – ed in particolare il team di ricercatori guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali – ha costruito una imponente banca dati multidisciplinare e impostato e avviato una rete di monitoraggio basato su sistemi di misura ad alta tecnologia delle coste, delle masse d’acqua e dei fondali marini del Golfo di Cagliari.
L’attività realizzata ha consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti: i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni, custoditi oggi nella Banca del sedimento, che oggi dunque rappresenta il DNA geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari, indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro.
L’attività svolta ha consentito anche di formare giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati di alta formazione e di impiegare questi giovani, anche se solo per la durata del Progetto, nel Mediterranean coastal and marine laboratory “Medcoastlab”. È stato infine sperimentato e rinforzato il rapporto con le imprese sarde ad alta specializzazione.
«Restano da cogliere le nuove sfide – ha spiegato il professor Demuro – perché bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali soggetti gestori mediante specifici progetti di comunicazione, informazione e formazione. Organizzativa, puntando ad avere un unico soggetto competente capace di gestire le coste su basi scientifiche e capace di dare risposte normative e gestionali in tempi adeguati alle modificazioni rapidissime dei sistemi di spiaggia indotte dalle pressioni dell’uomo. E infine, decisiva, la sfida della gestione: sulla base delle buone pratiche riscontrate, tra le tante cose da fare essa richiederebbe nell’immediato l’inserimento di una authority per ogni spiaggia, una sorta di direttore dei lavori che abbia le indispensabili competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia-duna ove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene».
«Facciamo sistema con il territorio – ha aggiunto il Rettore Maria Del Zompo – Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. La nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti gli argomenti trattati e sviluppano progetti importanti. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso».
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
 
Grazie al Progetto tender NEPTUNE finanziato dalla Regione, l’Università di Cagliari – ed in particolare il team di ricercatori guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali – ha costruito una imponente banca dati multidisciplinare e impostato e avviato una rete di monitoraggio basato su sistemi di misura ad alta tecnologia delle coste, delle masse d’acqua e dei fondali marini del Golfo di Cagliari.
L’attività realizzata ha consentito di cartografare l’area costiera compresa tra Villa D’Orri e Margine Rosso e avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti: i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni, custoditi oggi nella Banca del sedimento, che oggi dunque rappresenta il DNA geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari, indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro.
L’attività svolta ha consentito anche di formare giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell’erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati di alta formazione e di impiegare questi giovani, anche se solo per la durata del Progetto, nel Mediterranean coastal and marine laboratory "Medcoastlab".
E’ stato infine sperimentato e rinforzato il rapporto con le imprese sarde ad alta specializzazione.
 “Restano da cogliere le nuove sfide – ha spiegato il professor Demuro - organizzativa, perché bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali soggetti gestori mediante specifici progetti di comunicazione, informazione e formazione; organizzativa, puntando ad avere un unico soggetto competente capace di gestire le coste su basi scientifiche e capace di dare risposte normative e gestionali in tempi adeguati alle modificazioni rapidissime dei sistemi di spiaggia indotte dalle pressioni dell’uomo. E’ infine, decisiva, la sfida della gestione: sulla base delle buone pratiche riscontrate, tra le tante cose da fare essa richiederebbe nell’immediato l’inserimento di una authority per ogni spiaggia: una sorta di direttore dei lavori che abbia le indispensabili competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia-duna ove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene”.
"Facciamo sistema con il territorio – ha aggiunto il Rettore Maria Del Zompo - Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. La nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti gli argomenti trattati e sviluppano progetti importanti. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso".
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
di Ennio Neri
 
Furti di sabbia. Spiagge sarde a rischio. A lanciare l’allarme è Sandro Demuro, docente di Geografia Fisica e Geomorfologia all’Università di Cagliari. Che tira le orecchie alle pubbliche amministrazioni: “Pulire le spiagge con i mezzi pesanti distrugge l’habitat delle tartarughe e causa le inondazioni”.
L’allarme è stato lanciato stamattina nel corso della conferenza conclusiva del progetto Tender Neptune (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment) finanziato dalla Regione. Demuro ha evidenziato alcuni dei problemi delle spiagge “che sono il volano dell’economia sarda. Pochi sanno che la spiaggia è mare, il 90 % si trova sotto la superficie dell’acqua, il restante è la parte emersa. A creare problemi sono le variazioni climatiche e “barattolini ricordo” cioè la sabbia che i turisti si portano via annualmente. E tutti i turisti facessero così i litorali sardi sparirebbero entro 10 anni”. Demuro ha detto no alla pulizia della spiaggia coi mezzi pesanti, “un sistema che distrugge habitat tartarughe marine e, appiattendo la sabbia con le grigliature, favorisce le inondazioni”.
Regione. “Il confronto di oggi con ricercatori e operatori ci permette di capire meglio il fenomeno dell’erosione e i necessari strumenti che dovremo introdurre nella pianificazione per la tutela delle coste e, in particolare, delle spiagge della Sardegna”, ha dichiarato l’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu, “la scienza ci mostra alcune strade percorribili, ora tocca alla politica trovare gli interventi più adatti per la conservazione del bene ambientale”.
Erriu, parlando del ruolo dei Comuni nella tutela del patrimonio costiero sardo, ha snocciolato le cifre che mostrano in maniera chiara quanta strada debba essere fatta dagli enti locali. “Sui 72 Comuni costieri della nostra isola – ha sottolineato – soltanto 16 sono dotati di PUL, mentre altri 23 hanno il PUL adottato ma non ancora approvato. Sono invece 33 i Comuni che non hanno adottato il PUL: decisamente troppi. Stiamo cercando di sensibilizzarli ad accelerare le procedure. Il tempo passato dall’introduzione del PPR degli ambiti costieri ad oggi, è servito tuttavia a sviluppare nell’intera comunità la massima sensibilità e un senso di rispetto verso questi habitat, che costituiscono una risorsa preziosa e durevole soltanto se viene amministrata con grande attenzione e parsimonia”.
Università. Il rettore dell’università di Cagliari Maria del Zompo ha ricordato l’impegno dell’Università sul fronte della tutela delle coste della sostenibilità ambientale, ma ha anche dichiarato provocatoriamente che “se al territorio non serve io chiudo i corsi di legati al turismo sostenibile”.
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - Le spiagge sarde soffrono di un male chiamato erosione. Un fenomeno naturale spesso amplificato dall’azione maldestra dell’uomo: costruzioni in riva al mare, mancanza di regole urbanistiche, pulizia dell’arenile effettuata con mezzi meccanici, turisti che portano via preziosi granelli come fossero souvenir. Una serie di pratiche scorrette che col passare degli anni contribuiscono a erodere i nostri litorali.
A fare il punto sulla situazione uno studio dell’Università di Cagliari finanziato dalla Regione. Si chiama Tender Neptune e ha permesso, grazie a un monitoraggio eseguito tramite telecamere e una serie di boe ondametriche, di costruire un’imponente banca dati delle spiagge del Golfo degli Angeli da Villa D’Orri al Margine Rosso. Un team di ricercatori, guidato dal Sandro Demuro docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali, in tre anni ha studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni grazie ai quali sarà possibilese non rimediare agli errori del passato almeno evitare di commetterne altri e salvaguardare l’ambiente.
Un ambiente marino che una volta matrattato, l’esempio del ripascimento del Poetto è noto, deve faticare prima di riprendersi. "Nel 2014 a Cagliari abbiamo adottato il Pul (piano di utilizzo del litorale) - spiega l’assessora all’Urbanistica Francesca Ghirra - e dal primo monitoraggio fatto a due anni di distanza è emerso un miglioramento dello stato di salute della spiaggia. L’aspetto critico è rappresentato dall’erosione nel tratto tra Marina Piccola e il Lido dove l’arretramento dell’arenile rispetto al post ripascimento è di circa nove metri. Sta portando risultati l’ecofiltro che sta permettendo di ricreare le dune".
Tuttavia solo pochissimi Comuni costieri hanno adottato il Pul, quelle regole che permettono di pianificare lo sviluppo e la tutela delle costa. "Su 72 comuni – sottolinea Cristiano Erriu, assessore regionale agli Enti Locali – soltanto 16 si sono dotati del Pul, mentre altri 23 l’hanno adottato ma non ancora approvato. Sono invece 33 i Comuni che non l’hanno adottato: decisamente troppi. E non si tratta di un ritardo dovuto alla mancanza di fondi perché la Regione li ha erogati. Il problema è culturale e di informazione" conclude Erriu.
Spesso, secondo Demuro, è la mancanza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge a generare problemi. "Le spiagge sono soggette a numerosi furti di sabbia, su questo manca informazione perché non tutti sanno che è vietato portare via i granelli. Nel nord Sardegna la spiaggia rosa di Budelli, a causa dei continui furti, ha perso il suo colore caratteristico che gli viene conferito dalla presenza della posidonia". A danneggiare le spiagge anche il modo in cui queste vengono pulite: "La pulizia delle spiagge eseguita con mezzi meccanici le rende simili a cantieri stradali perché vengono livellate, compresse. Così facendo non solo si distrugge l’habitat delle tartarughe marine ma si butta via la posidonia e si favoriscono le mareggiate perché l’acqua non incontra ostacoli. Palau è l’unico comune sardo che dal 2005 ha fatto la scelta di non utilizzare le ruspe e fa solo la pulizia a mano".
Dati scientifici e suggerimenti quelli che arrivano dall’Ateneo cagliaritano. Che ora chiede spazio alla politica. "Facciamo sistema con il territorio – afferma il rettore Maria Del Zompo - Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell’ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso". 

 


 

 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di martedì 6 giugno 2017
Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
In evidenza
Studi nel Golfo, ecco i risultati
 
Saranno presentati domani alle 9 nella sala Anfiteatro della Regione in via Roma 257 i risultati della campagna oceanografica condotta nel Golfo di Cagliari dall’Università attraverso il gruppo di ricerca “Coastal and Marine Geomorphology Group”.
 

 
 
LA NUOVA SARDEGNA
LANUOVASARDEGNA.IT
 
CAGLIARI. Saranno presentati mercoledì 7 giugno in un convegno che comincerà alle 9 - e continuerà per tutta la mattinata nella Sala Anfiteatro della Regione Sardegna in via Roma 257 - i risultati della campagna oceanografica condotta nel Golfo di Cagliari dall’Università degli Studi di Cagliari attraverso il gruppo di ricerca “Coastal and Marine Geomorphology Group” svolta nell’ambito del Progetto Ras Tender Neptune in collaborazione con l’Università Neozelandese di Auckland con il coordinamento scientifico del professor Sandro Demuro (che interverrà per illustrare i risultati alle 10).
Previsti in apertura i saluti del sindaco Massimo Zedda, della rettrice Maria Del Zompo, del commissario dell’Autorità portuale Roberto Isidori e dell’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu. Il lavoro scientifico è stato svolto dai ricercatori Marinella Passarella che ha avuto un ruolo centrale in quanto la sperimentazione rientra nella sua tesi di dottorato internazionale, da Andrea Ruju, Carla Buosi ed Angelo Ibba con il contributo dei sommozzatori Marco Piroddi e Maurizio Spanu.
La sperimentazione avrà importanti ricadute sulla conoscenza dei processi morfodinamici che interessano le spiagge del Poetto e di Giorgino ma, più in generale, dell’intero Golfo di Cagliari. La campagna è stata possibile grazie all’apporto della Società Battellieri Cagliari che ha permesso la messa a mare di boe attrezzate con correntometri e ondametri, anche sperimentali, costruiti dalla cooperativa Sardegna Progetta, entrambe imprese sarde ad alta specializzazione e partner fondamentali del Progetto.
Stazioni di rilevamento video e meteo posizionate sulla sella del diavolo e sull’Ospedale Marino (grazie agli spazi concessi rispettivamente dalla Marina Militare e ASL 8 Cagliari) rilevavano contemporaneamente importanti parametri alla superficie del mare (direzione e intensità del vento, fronti d’onda, zone di frangenza e sormonto delle onde ecc).
Il lavoro svolto ha visto inoltre la collaborazione dell’Università di Pisa, delle Penn State e Auckland University (rispettivamente statunitense e neozelandese) per la modellizzazione dei dati e della Curtin University (Western Australia) per la comparazione del ruolo svolto dalle praterie di Posidonia Oceanica.
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 05/06/2017 10:22
 
Saranno presentati mercoledì 7 giugno in un convegno che comincerà alle 9 - e continuerà per tutta la mattinata nella Sala Anfiteatro della Regione Sardegna in via Roma 257 - i risultati della campagna oceanografica condotta nel Golfo di Cagliari dall’Università degli Studi di Cagliari attraverso il gruppo di ricerca “Coastal and Marine Geomorphology Group” svolta nell’ambito del Progetto RAS Tender NEPTUNE in collaborazione con l’Università Neozelandese di Auckland con il coordinamento scientifico del prof. Sandro Demuro (che interverrà per illustrare i risultati alle 10). Previsti in apertura i saluti del sindaco Massimo Zedda, del Rettore Maria Del Zompo, del commissario dell’Autorità portuale Roberto Isidori e dell’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu.
Il lavoro scientifico è stato svolto dai ricercatori Marinella Passarella che ha avuto un ruolo centrale in quanto la sperimentazione rientra nella sua tesi di dottorato internazionale, da Andrea Ruju, Carla Buosi ed Angelo Ibba con il contributo dei sommozzatori Marco Piroddi e Maurizio Spanu. La sperimentazione avrà importanti ricadute sulla conoscenza dei processi morfodinamici che interessano le spiagge del Poetto e di Giorgino ma, più in generale, dell’intero Golfo di Cagliari.
La campagna è stata possibile grazie all’apporto della Società Battellieri Cagliari che ha permesso la messa a mare di boe attrezzate con correntometri e ondametri, anche sperimentali, costruiti dalla cooperativa Sardegna Progetta, entrambe imprese sarde ad alta specializzazione e partner fondamentali del Progetto. Stazioni di rilevamento video e meteo posizionate sulla sella del diavolo e sull’Ospedale Marino (grazie agli spazi concessi rispettivamente dalla Marina Militare e ASL 8 Cagliari) rilevavano contemporaneamente importanti parametri alla superficie del mare (direzione e intensità del vento, fronti d’onda, zone di frangenza e sormonto delle onde ecc).
Il lavoro svolto ha visto inoltre la collaborazione dell’Università di Pisa, delle Penn State e Auckland University (rispettivamente statunitense e neozelandese) per la modellizzazione dei dati e della Curtin University (Western Australia) per la comparazione del ruolo svolto dalle praterie di Posidonia Oceanica.

 


 

 
Admaioramedia.it
 
Mercoledì 7 giugno, alle 9 in un convegno nella sala Anfiteatro della Regione (via Roma 257), verranno presentati i risultati della campagna oceanografica (coordinamento scientifico di Sandro Demuro) condotta nel Golfo di Cagliari dall’Università cagliaritana attraverso il gruppo di ricerca “Coastal and marine geomorphology group” , svolta nell’ambito del Progetto Tender Neprune in collaborazione con l’Università neozelandese di Auckland.
Il lavoro scientifico è stato svolto dai ricercatori Marinella Passarella, Andrea Ruju, Carla Buosi ed Angelo Ibba, con il contributo dei sommozzatori Marco Piroddi e Maurizio Spanu, e la sperimentazione avrà importanti ricadute sulla conoscenza dei processi morfodinamici che interessano le spiagge del Poetto e di Giorgino, ma, più in generale, dell’intero Golfo di Cagliari.
La campagna è stata possibile grazie all’apporto della Società Battellieri Cagliari che ha permesso la messa a mare di boe attrezzate con correntometri e ondametri, anche sperimentali, costruiti dalla Cooperativa Sardegna Progetta, entrambe imprese sarde ad alta specializzazione e partner fondamentali del Progetto. Stazioni di rilevamento video e meteo posizionate sulla Sella del diavolo e sull’Ospedale Marino (spazi concessi rispettivamente dalla Marina Militare e dalla Asl 8 Cagliari) rilevavano contemporaneamente importanti parametri alla superficie del mare: direzione e intensità del vento, fronti d’onda, zone di frangenza e sormonto delle onde ecc.
Inoltre, c’è stata la collaborazione dell’Università di Pisa, delle Penn State (statunitense) e Auckland University (neozelandese) per la modellizzazione dei dati e della Curtin University (australiana) per la comparazione del ruolo svolto dalle praterie di Posidonia Oceanica. (red)
 

 
ALGUER.IT
 
CAGLIARI - Saranno presentati domani, mercoledì 7 giugno, in un convegno che comincerà alle ore 9, e continuerà per tutta la mattinata nella Sala Anfiteatro della Regione Sardegna, in Via Roma 257, i risultati della campagna oceanografica condotta nel golfo di Cagliari dall’Università degli studi di Cagliari attraverso il gruppo di ricerca “Coastal and marine geomorphology group” svolta nell’ambito del Progetto Ras Tender Neptune, in collaborazione con l’Università neozelandese di Auckland, con il coordinamento scientifico di Sandro Demuro (che interverrà per illustrare i risultati alle 10).
Previsti, in apertura, i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, del rettore Maria Del Zompo, del commissario dell’Autorità portuale Roberto Isidori e dell’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu. Il lavoro scientifico è stato svolto dai ricercatori Marinella Passarella (che ha avuto un ruolo centrale in quanto la sperimentazione rientra nella sua tesi di dottorato internazionale), Andrea Ruju, Carla Buosi ed Angelo Ibba, con il contributo dei sommozzatori Marco Piroddi e Maurizio Spanu. La sperimentazione avrà importanti ricadute sulla conoscenza dei processi morfodinamici che interessano le spiagge del Poetto e di Giorgino ma, più in generale, dell’intero golfo di Cagliari.
La campagna è stata possibile grazie all’apporto della Società battellieri Cagliari, che ha permesso la messa a mare di boe attrezzate con correntometri ed ondametri, anche sperimentali, costruiti dalla cooperativa Sardegna progetta, entrambe imprese sarde ad alta specializzazione e partner fondamentali del Progetto. Stazioni di rilevamento video e meteo posizionate sulla sella del diavolo e sull’Ospedale marino (grazie agli spazi concessi rispettivamente dalla Marina militare ed Asl 8 Cagliari) rilevavano contemporaneamente importanti parametri alla superficie del mare (direzione e intensità del vento, fronti d’onda, zone di frangenza e sormonto delle onde, ecc). Inoltre, il lavoro svolto ha visto la collaborazione dell’Università di Pisa, delle Penn State ed Auckland University (rispettivamente statunitense e neozelandese) per la modellizzazione dei dati e della Curtin University (Western Australia) per la comparazione del ruolo svolto dalle praterie di Posidonia oceanica.
 

 
TTECNOLOGICO.COM
Pubblicato il 5 giugno 2017 di trasferimentotec
 
Saranno presentati mercoledì 7 giugno in un convegno che comincerà alle 9 – e continuerà per tutta la mattinata nella Sala Anfiteatro della Regione Sardegna in via Roma 257 – i risultati della campagna oceanografica condotta nel Golfo di Cagliari dall’Università degli Studi di Cagliari attraverso il gruppo di ricerca “Coastal and Marine Geomorphology Group” svolta nell’ambito del Progetto RAS Tender NEPTUNE in collaborazione con l’Università Neozelandese di Auckland con il coordinamento scientifico del prof. Sandro Demuro (che interverrà per illustrare i risultati alle 10). Previsti in apertura i saluti del sindaco Massimo Zedda, del Rettore Maria Del Zompo, del commissario dell’Autorità portuale Roberto Isidori e dell’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu.
Il lavoro scientifico è stato svolto dai ricercatori Marinella Passarella che ha avuto un ruolo centrale in quanto la sperimentazione rientra nella sua tesi di dottorato internazionale, da Andrea Ruju, Carla Buosi ed Angelo Ibba con il contributo dei sommozzatori Marco Piroddi e Maurizio Spanu. La sperimentazione avrà importanti ricadute sulla conoscenza dei processi morfodinamici che interessano le spiagge del Poetto e di Giorgino ma, più in generale, dell’intero Golfo di Cagliari.
La campagna è stata possibile grazie all’apporto della Società Battellieri Cagliari che ha permesso la messa a mare di boe attrezzate con correntometri e ondametri, anche sperimentali, costruiti dalla cooperativa Sardegna Progetta, entrambe imprese sarde ad alta specializzazione e partner fondamentali del Progetto. Stazioni di rilevamento video e meteo posizionate sulla sella del diavolo e sull’Ospedale Marino (grazie agli spazi concessi rispettivamente dalla Marina Militare e ASL 8 Cagliari) rilevavano contemporaneamente importanti parametri alla superficie del mare (direzione e intensità del vento, fronti d’onda, zone di frangenza e sormonto delle onde ecc).
Il lavoro svolto ha visto inoltre la collaborazione dell’Università di Pisa, delle Penn State e Auckland University (rispettivamente statunitense e neozelandese) per la modellizzazione dei dati e della Curtin University (Western Australia) per la comparazione del ruolo svolto dalle praterie di Posidonia Oceanica.

 

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