L’UNIONE SARDA di domenica 23 ottobre 2016
Primo Piano (Pagina 11 - Edizione CA)
Il tavolo sulla “grande crisi”
L’istruzione salverà la politica
Cittadini e rappresentanza, convegno dell’Associazione degli ex parlamentari
«La cultura salverà la classe politica del futuro. Perché i giovani di oggi saranno gli elettori di domani, sempre meno disposti a incassare delusioni e tradimenti da chi un giorno occuperà le stanze del potere. È la speranza delle decine di senatori, deputati, sindacalisti e rappresentanti di categoria ospitati ieri mattina al convegno “Istruzione, sviluppo, crisi delle rappresentanze”, organizzato dall’Associazione regionale degli ex Parlamentari. Un incontro sul rapporto sempre più sfilacciato tra cittadini ed esponenti delle istituzioni e il ruolo delle assemblee legislative messe in discussione dal prossimo referendum.
POLITICA DA RITROVARE «Il nostro Paese è in forte debito nei confronti dell’istruzione - ha ribadito l’ex deputato Giorgio Carta - una cittadinanza non istruita vedrà la propria rappresentanza come feudo di interessi privati al disopra della collettività. Vogliamo invece ripartire, non per dare ricette di buon governo, ma innescare un dibattito e ridare alla politica il primato che merita». Un obiettivo lodevole che deve però scontrarsi con la dura realtà, quella ricordata dal mondo della scuola e dell’università.
SOCIETÀ DISTANTE «Da Tangentopoli è aumentata la percezione del cittadino dell’inadeguatezza della classe politica - ha affermato il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani - una diffidenza che non ha risparmiato neanche le pubbliche amministrazioni. E allora perché non investire sulle nuove generazioni per ricostruire un’etica collettiva che riavvicini due mondi oggi così lontani?».E se la rettrice di Cagliari Maria Del Zompo ha elencato i tagli fatti con la mannaia ai bilanci degli atenei, ci ha pensato Francesco Pitirra, rappresentante della Cgil tra gli studenti, a ricordare la brutta aria che si respira nelle aule dell’Isola: «Se invece di cambiare sistemi legislativi riuscissimo a far funzionare le vecchie leggi avremmo un numero maggiore di borse di studio e più immatricolati, ma seguiamo ancora le idee dei vecchi baroni e meno la voce dei giovani, il 27% dei quali oggi in Sardegna non studia né lavora».
L’ESPERIMENTO L’Isola poi sta portando avanti “un esperimento”, così definito dalla presidentessa del Fai Maria Antonietta Mongiu: «Contiamo otto professori universitari nella Giunta. Abbiamo sempre chiesto la competenza al potere, ora capiremo se potrà funzionare». Ma non ci sono solo le università a lamentare una distanza eccessiva dalla politica. «A rischio estinzione c’è la formazione professionale - ricordano Confindustria e Confapi - vittima di una politica che fa finta di ascoltare il mondo delle imprese ma non cambia le cose». Il segretario regionale Cgil Michele Carrus rincara la dose: «Se abbiamo capito che l’istruzione rappresenta una potenzialità, perché procedere con un dimensionamento scolastico che ha rivoluzionato le nostre scuole basandosi solo sui freddi numeri? Sembrerebbe la conferma di un’incapacità della classe politica nell’avere una visione chiara del futuro, rivolta invece non oltre la prossima scadenza elettorale».
Luca Mascia
22 ottobre 2016 Cagliari, Cronaca, In evidenza 02
Negli ultimi sette anni l’Università di Cagliari ha subìto un taglio del 27% del Fondo di finanziamento ordinario. Lo ha ricordato la rettrice Maria Del Zompo, intervenendo al convegno “Istruzione, sviluppo, crisi delle rappresentanze”, organizzato dall’Associazione degli ex parlamentari sardi alla Fondazione di Sardegna.
“Nonostante questo come ateneo ci mettiamo in discussione – spiega – insieme alle altre istituzioni vogliamo contribuire allo sviluppo della nostra Regione. Abbiamo instaurato un nuovo rapporto con il mondo delle imprese, cambieremo completamente le nostre politiche per l’orientamento: la ricerca del nostro Ateneo e la formazione dei nostri laureati sono assolutamente competitivi, in Italia e nel mondo”.
La linea da seguire? “Cultura e innovazione è il binomio vincente – indica la rettrice – in una situazione caratterizzata dal taglio progressivo dei fondi a tutte le università italiane da parte del Governo. Senza cultura non ci può essere innovazione, ed entrambe hanno bisogno della ricerca per stare al passo con i tempi di un mondo che cambia a velocità sempre più elevate. L’università è l’unico luogo e l’unico tempo dove l’innovazione basata sulla cultura funziona”.
La crisi delle rappresentanze è stata invece al centro dell’intervento di Pietro Ciarlo, costituzionalista dell’Università di Cagliari e Prorettore all’innovazione e semplificazione amministrativa: il docente ha parlato dei cambiamenti che hanno stravolto le relazioni sociali rendendole “liquide”. “C’è oggi rispetto al passato una dispersione delle rappresentanze – osserva – in tanti contesti ci sono rappresentanti, ma nella maggior parte dei casi si registra un sistema rappresentativo fatto di immagine, non di sostanza. Si tratta di meccanismi da rivedere: serve una rappresentanza vera, più concentrata ma più efficace”.