Studio dei ricercatori dell’EOLAB premiato al Congresso della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica. RASSEGNA STAMPA
18 October 2016

QUANDO L’INGEGNERIA INCONTRA LA MEDICINA: INDOSSANDO SPECIALI SENSORI E GRAZIE ALLA TELEMEDICINA, LA RIABILITAZIONE POSTOPERATORIA DEGLI ARTI POTRA’ EVITARE IL RICOVERO IN OSPEDALE. LO STUDIO DEI RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI CAGLIARI PREMIATO A MILANO DURANTE IL CONGRESSO NAZIONALE  DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI ANALISI DEL MOVIMENTO IN CLINICA

Sergio Nuvoli - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA
 
Cagliari, 18 ottobre 2016 - L’ingegneria incontra la medicina, nel lavoro scientifico del team del dott. Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria Elettronica ed Informatica al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica e del dott. Andrea Cereatti, ricercatore del PolComing dell’Università di Sassari - presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu nei giorni scorsi a Milano durante il XVII Congresso della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica - e insignito del premio “Miglior lavoro metodologico” (rif. http://siamoc2016.dongnocchi.it/Pagina_Premi.htm).
 
Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari (“In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor”) è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica.
 
Il lavoro è frutto di una collaborazione scientifica fra i ricercatori dell’Università di Cagliari (EOLAB, il Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria diretto dal Prof. Luigi Raffo), e quella di Sassari (Andrea Cereatti, Paola Crivelli, Maurizio Conti) e si inquadra in un’iniziativa di ricerca volta a promuovere nuove tecniche con accuratezza di livello clinico per la valutazione funzionale e l’intervento riabilitativo, in particolare per la tele-riabilitazione, caratterizzate dalla semplicità nell’identificazione dei parametri del modello dell’arto superiore a partire da posizionamenti non rigorosi dei sensori. Una versione estesa dello studio verrà pubblicata sulla rivista scientifica “Biomedical Engineering Online”.
 
In sostanza, rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori di UniCa permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (ad esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli.
 
Lo scopo dei ricercatori coinvolti nello studio è, in definitiva, contribuire in maniera determinante a realizzare un sistema facilmente utilizzabile in questi contesti e, mediante la telemedicina, permettere di valutare i progressi del paziente senza che lo stesso debba recarsi in ospedale.
 
La premiazione a Milano: l’ing. Michele Crabolu è il secondo da sinistra
 
 

 UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

 

               

 

 

LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA DI GIOVEDI’ 20 OTTOBRE 2016
telemedicina
L’università “sbanca”
con i sensori indossabili
 
SASSARI Con una ricerca sul centro di rotazione dell’articolazione della spalla, due gruppi di Bioingegneria delle università di Sassari e Cagliari hanno ottenuto il primo premio per il miglior lavoro metodologico, attribuito durante il XVII Congresso della Società Italiana di Analisi del Movimento in clinica. Il riconoscimento è stato assegnato alla ricerca nata dalla collaborazione tra gli studiosi coordinati da Andrea Cereatti, ricercatore in Bioingegneria Elettronica e Informatica del dipartimento Polcoming dell’Università di Sassari e dal Danilo Pani (Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica di Cagliari).
L’articolo “In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor” (Michele Crabolu, Danilo Pani, Paola Crivelli, Maurizio Conti, Luigi Raffo, Andrea Cereatti), che si è distinto tra oltre cento lavori e sarà pubblicato sulla rivista Biomedical Engineering Online, prende in esame l’utilizzo di un efficace metodo di descrizione del movimento delle articolazioni della spalla. Il lavoro propone una metodologia innovativa per lo sviluppo di modelli personalizzati dell’apparato locomotore mediante tecnologia indossabile miniaturizzata.
La metodologia è stata validata attraverso l’utilizzo di immagini di risonanza magnetica acquisite presso il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Sassari. «Si tratta di tecniche che trovano applicazione in ambito biomedico, sia nel campo della valutazione funzionale che dell’intervento riabilitativo domiciliare dei pazienti», spiega Andrea Cereatti. I sensori indossabili sono piccoli come un orologio. Consentono di fare analisi e valutazioni sulla funzionalità motoria dell’individuo a distanza e di trasmettere i dati così raccolti al medico curante. È la cosiddetta tecnologia magneto-inerziale che è in grado di elaborare un modello personalizzato dell’intero sistema muscolo-scheletrico.


 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 19 ottobre 2016
Cagliari – pagina 8
Bioingegneria, Cagliari al top
Premiata una ricerca dell’università per uno studio su sensori biometrici
 
CAGLIARI La medicina incontra l’ingegneria. E il paziente può rimettersi in sesto dopo un’operazione a gambe o braccia a casa senza il ricovero in ospedale. Tutto questo grazie a speciali sensori da indossare e alla telemedicina: uno studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari è stato premiato a Milano durante un congresso nazionale. Il lavoro scientifico del team guidato da Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria elettronica e informatica al dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica - presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu - è stato insignito del premio «Miglior lavoro metodologico». Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica. Rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (per esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli.

 


 

ANSA
Speciali sensori per evitare ricovero dopo intervento arti
Premio a studio Università Cagliari tra medicina e ingegneria
CAGLIARI
 
(ANSA) - CAGLIARI, 18 OTT - La medicina incontra l’ingegneria. E il paziente può rimettersi in sesto dopo un’operazione a gambe o braccia a casa senza il ricovero in ospedale. Tutto questo grazie a speciali sensori da indossare e alla telemedicina: uno studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari è stato premiato a Milano durante un congresso nazionale. Il lavoro scientifico del team guidato da Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria elettronica ed informatica al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica - presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu - è stato insignito del premio "Miglior lavoro metodologico". Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari ("In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor") è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica. Rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori di UniCa permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (ad esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli. Lo scopo dei ricercatori coinvolti nello studio è, in definitiva, contribuire in maniera determinante a realizzare un sistema facilmente utilizzabile in questi contesti e, mediante la telemedicina, permettere di valutare i progressi del paziente senza che lo stesso debba recarsi in ospedale. (ANSA).
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 18/10/2016 12:28
 
L’ingegneria incontra la medicina, nel lavoro scientifico del team guidato dal dottor Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria elettronica ed informatica al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica - presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu nei giorni scorsi a Milano durante il XVII Congresso della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica - e insignito del premio “Miglior lavoro metodologico” (rif. http://siamoc2016.dongnocchi.it/Pagina_Premi.htm).
Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari (“In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor”) è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica.
Il lavoro è frutto di una collaborazione scientifica fra i ricercatori dell’Università di Cagliari (EOLAB, il Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria diretto dal prof. Luigi Raffo), e quella di Sassari (Andrea Cereatti, Paola Crivelli, Maurizio Conti) e si inquadra in un’iniziativa di ricerca volta a promuovere nuove tecniche con accuratezza di livello clinico per la valutazione funzionale e l’intervento riabilitativo, in particolare per la tele-riabilitazione, caratterizzate dalla semplicità nell’identificazione dei parametri del modello dell’arto superiore a partire da posizionamenti non rigorosi dei sensori. Una versione estesa dello studio verrà pubblicata sulla rivista scientifica “Biomedical Engineering Online”.
In sostanza, rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori di UniCa permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (ad esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli.
Lo scopo dei ricercatori coinvolti nello studio è, in definitiva, contribuire in maniera determinante a realizzare un sistema facilmente utilizzabile in questi contesti e, mediante la telemedicina, permettere di valutare i progressi del paziente senza che lo stesso debba recarsi in ospedale.
 

 
SARDEGNAMEDICINA.IT
Mar, 18/10/2016 - 14:33
 
L’ingegneria incontra la medicina, nel lavoro scientifico del team guidato dal dottor Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria elettronica ed informatica al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica - presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu nei giorni scorsi a Milano durante il XVII Congresso della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica - e insignito del premio “Miglior lavoro metodologico” (rif. http://siamoc2016.dongnocchi.it/Pagina_Premi.htm).
Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari (“In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor”) è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica.
Il lavoro è frutto di una collaborazione scientifica fra i ricercatori dell’Università di Cagliari (EOLAB, il Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria diretto dal prof. Luigi Raffo), e quella di Sassari (Andrea Cereatti, Paola Crivelli, Maurizio Conti) e si inquadra in un’iniziativa di ricerca volta a promuovere nuove tecniche con accuratezza di livello clinico per la valutazione funzionale e l’intervento riabilitativo, in particolare per la tele-riabilitazione, caratterizzate dalla semplicità nell’identificazione dei parametri del modello dell’arto superiore a partire da posizionamenti non rigorosi dei sensori. Una versione estesa dello studio verrà pubblicata sulla rivista scientifica “Biomedical Engineering Online”.
In sostanza, rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori di UniCa permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (ad esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli.
Lo scopo dei ricercatori coinvolti nello studio è, in definitiva, contribuire in maniera determinante a realizzare un sistema facilmente utilizzabile in questi contesti e, mediante la telemedicina, permettere di valutare i progressi del paziente senza che lo stesso debba recarsi in ospedale
 

 
TRASFERIMENTOTECNOLOGICO.IT
Pubblicato il 18 ottobre 2016 di trasferimentotec
 
L’ingegneria incontra la medicina, nel lavoro scientifico del team guidato dal dottor Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria elettronica ed informatica al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica – presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu nei giorni scorsi a Milano durante il XVII Congresso della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica – e insignito del premio “Miglior lavoro metodologico” (rif. http://siamoc2016.dongnocchi.it/Pagina_Premi.htm).
Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari (“In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor”) è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica.
Il lavoro è frutto di una collaborazione scientifica fra i ricercatori dell’Università di Cagliari (EOLAB, il Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria diretto dal prof. Luigi Raffo), e quella di Sassari (Andrea Cereatti, Paola Crivelli, Maurizio Conti) e si inquadra in un’iniziativa di ricerca volta a promuovere nuove tecniche con accuratezza di livello clinico per la valutazione funzionale e l’intervento riabilitativo, in particolare per la tele-riabilitazione, caratterizzate dalla semplicità nell’identificazione dei parametri del modello dell’arto superiore a partire da posizionamenti non rigorosi dei sensori. Una versione estesa dello studio verrà pubblicata sulla rivista scientifica “Biomedical Engineering Online”
In sostanza, rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori di UniCa permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (ad esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli.
Lo scopo dei ricercatori coinvolti nello studio è, in definitiva, contribuire in maniera determinante a realizzare un sistema facilmente utilizzabile in questi contesti e, mediante la telemedicina, permettere di valutare i progressi del paziente senza che lo stesso debba recarsi in ospedale.
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
La medicina incontra l’ingegneria. E il paziente può rimettersi in sesto dopo un’operazione a gambe o braccia a casa senza il ricovero in ospedale. Tutto questo grazie a speciali sensori da indossare e alla telemedicina: uno studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari è stato premiato a Milano durante un congresso nazionale.
Il lavoro scientifico del team guidato da Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria elettronica ed informatica al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica - presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu - è stato insignito del premio "Miglior lavoro metodologico". Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari ("In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor") è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica.
Rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori di UniCa permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (ad esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli. Lo scopo dei ricercatori coinvolti nello studio è, in definitiva, contribuire in maniera determinante a realizzare un sistema facilmente utilizzabile in questi contesti e, mediante la telemedicina, permettere di valutare i progressi del paziente senza che lo stesso debba recarsi in ospedale.

 

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