Scambi didattici e culturali, tra lingua inglese, pokemon e spaghetti al pesto. Luisanna Fodde: “Esperienza eccezionale”
01 September 2016

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INTERNAZIONALIZZAZIONE. Nel programma di accordi bilaterali tra l’Ateneo di Cagliari e la Meisei University di Tokio, l’esperienza della studentessa Elena Sofia Safina alla scuola estiva nella capitale giapponese

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Scambi didattici e culturali, tra lingua inglese, pokemon e spaghetti al pesto. Luisanna Fodde: “Esperienza eccezionale”

  
Giovedì 1 settembre 2016
Ivo Cabiddu
 
Dal 2002 la Meisei University di Tokio ha attivato la Meisei Summer School Project (MSSP), incontro annuale per volontari di tutto il mondo, studenti giapponesi e taiwanesi. La scuola estiva ha come obiettivi principali lo scambio interculturale e l’apprendimento della lingua inglese, utilizzata come lingua franca per tutte le attività previste nel progetto. L’esperienza permette un confronto ravvicinato tra peculiarità culturali di Oriente e Occidente, tramite l’incontro e la cooperazione in contesti di normale quotidianità, convivenza e lavoro. “Il corso dà così luogo, da ormai 14 anni, ad una comunità multietnica che convive e collabora ogni anno per la durata minima di due settimane, al fine di creare un team di lavoro stabile e coeso durante l’insegnamento della lingua inglese, indipendentemente dalle caratteristiche e possibili differenze culturali di ciascun membro del team”. 
 
Elena Sofia SafinaA spiegare è Elena Sofia Safina - 22 anni, di Quartu Sant’Elena - la studentessa dell’Università di Cagliari (foto a lato) che ha appena concluso la scuola estiva della Meisei University di Tokio ed è già in procinto di partire a Bordeaux (F) per un periodo Erasmus. Il passaporto per il Giappone l’aveva ottenuto nei mesi scorsi aggiudicandosi la borsa di studio
del Corso di laurea in Lingue e Comunicazione bandita dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica (Facoltà di Studi umanistici) per gli iscritti del secondo anno. In precedenza, come previsto dalla selezione, Sofia aveva già partecipato - a Cagliari, il 3 novembre 2015 - alla giornata di scambio (link) organizzata dalla professoressa Luisanna Fodde tra studenti di UniCa e la delegazione di allievi della Meisei University (iscritti alla School of Humanities and Social Sciences) guidata dal professor Hiromasa Tanaka.
Un’esperienza molto bella, che mi piacerebbe ripetere e consiglio ai colleghi, perché arricchisce tantissimo, ma all’inizio a Tokio è stato davvero difficile” - racconta Sofia - “le differenze culturali sono molte e i ritmi di lavoro e di vita giapponesi, lentissimi, sono lontani dalle nostre abitudini. Si lavora anche quattordici ore al giorno, ben oltre il normale orario che è previsto dalle 9 alle 16,30, e in realtà si prosegue spesso fino a tarda sera. Però si trova sempre spazio per momenti di svago e divertimento”.
Alla scuola estiva hanno partecipato più di una ventina di volontari internazionali, provenienti non solo dall’Europa ma anche da paesi extra UE, come il Canada o il Vietnam. Per il progetto ogni volontario è stato assegnato ad un team di lavoro formato da altre sei persone, 5 studenti della Meisei University, più un altro volontario internazionale, di un paese d’origine diverso: “Nel mio caso, ero affiancata da cinque  studenti giapponesi tra i 18 e i 20 anni - Nobuko, Rika, Aiki, Habuki e Aoi - e da un volontario londinese, Kristian Medina”. Per le due settimane di corso i volontari e gli studenti universitari hanno condiviso anche l’alloggio, organizzando i turni di pulizia e di cucina, ognuno con specialità della propria nazione: “Quando è stato il mio turno ho preparato spaghetti al pesto e pomodori, apprezzatissimi da tutti. Per fortuna al supermarket sono riuscita a trovare prodotti italiani, ma per una spaghettata di sedici persone ho speso circa centocinquanta euro”. 
  
la professoressa Luisanna FoddeContattata propria alla vigilia del nuovo accademico, si dichiara molto soddisfatta anche la professoressa Luisanna Fodde (a destra), direttrice del Centro Linguistico d’Ateneo: “Ritengo che esperienze del genere siano eccezionali e particolarmente ‘speciali’ per uno studente cagliaritano che si occupa di approfondire lo studio delle lingue straniere e della comunicazione interculturale. Il mio rapporto professionale con il prof. Tanaka ha portato a due risultati insperati. Il primo, essere riuscita ad organizzare in una sola pienissima giornata lo scambio tra due classi di studenti provenienti da due situazioni linguistiche e culturali davvero diverse".
Con i complimenti della docente estesi a tutti gli studenti del suo corso: "Devo ringraziare gli studenti della mia magnifica classe (tutti bravi, entusiasti e competenti), i quali hanno reso possibile che tra i due gruppi venissero fatte oltre 10 presentazioni in lingua inglese sulle due culture e una estenuante ma eccitante caccia al tesoro tra le vie di Castello. Il secondo risultato è stato ovviamente la offerta di borsa di studio da parte della Università di Meisei, da assegnare ad uno dei nostri studenti, offerta di cui Sofia ha beneficiato, dopo una selezione avvenuta tra molti dei suoi colleghi, tutti bravi e meritevoli”.

SCHEDA
 
clicca per ingrandire (nuova finestra)Insieme ad altri studenti stranieri beneficiari di analoghe borse, dal 30 luglio al 15 agosto, Elena Sofia Safina ha partecipato ad attività in scuole elementari e superiori in quartieri della periferia di Tokio, finalizzate all’apprendimento della lingua inglese da parte dei giovanissimi alunni. In particolare, il programma della Meisei Summer School Project (MSSP) prevede scambi interculturali tra gruppi di lavoro e la conoscenza delle metodologie didattiche in uso per l’insegnamento della lingua inglese a bambini e ragazzi. La borsa di studio offerta dall’Università di Meisei ha interamente coperto il rimborso del suo biglietto aereo andata/ritorno, compresi i transfer da/per l’aeroporto e l’alloggio per tutta la durata della scuola estiva.

Qui di seguito, in sintesi, alcuni spunti tratti dalla sua relazione sulla Summer School.
 
 
Il progetto è iniziato ufficialmente il 1 agosto ed è terminato il 13 agosto. Il primo giorno viene dedicato alla presentazione del progetto da parte degli organizzatori e degli insegnanti principali, tra i quali Hiromasa Tanaka (Ed.D, Professore del Dipartimento di Studi Internazionali), e Takanori Kawamata, Ph.D presso lo stesso dipartimento.

Il primo giorno, ci è stato spiegato come il pensiero occidentale sia strutturato in modo completamente differente rispetto a quello orientale. Davanti a una problematica o ad un qualsiasi oggetto astratto o concreto, il pensiero occidentale vuole che la risoluzione del problema, o l’elaborazione del concetto, vada da un punto A ad un punto B, seguendo una linea retta immediata. Per quanto riguarda la struttura del pensiero giapponese invece, la risposta parte da un punto A, effettua innumerevoli giri e percorsi complessi, prima di arrivare a B. Per quanto questo schema possa sembrare rudimentale e riduttivo, ho potuto constatare, lavorando a contatto con la cultura giapponese, che effettivamente questa spiegazione si fonda su una verità.

Lo studente, così come l’insegnante giapponese, non risponde a una domanda o non agisce, sin quando non ha la piena certezza di ciò che sta per dire\fare. Questo ha causato con me, e con gli altri membri internazionali, un impatto culturale non indifferente perché all’interno di un lavoro collettivo, vi è la necessità di una collaborazione immediata e brillante, fondata principalmente sulla condivisione e sul brainstorming. Tale processo non è stato possibile perché, nella maggior parte dei casi, mi trovavo a condividere le idee riguardo al progetto soltanto col mio collega londinese, sollecitando continuamente i colleghi giapponesi affinché partecipassero alla discussione, pur non avendo ancora alcuna certezza.
 
Durante il lavoro ho riscontrato una grande attenzione da parte del mio team, sia nei confronti delle mie proposte, che accettavano sempre positivamente e per le quali si mobilitavano immediatamente; sia nei miei confronti in quanto studentessa straniera e potenzialmente estranea al gruppo. Tutta la società giapponese, e quindi anche l’ossatura universitaria, si basa sull’ascolto e il rispetto per il Senpai, colui che è più avanti sia per età anagrafica che per esperienza di vita o grado sociale. Contrariamente a quanto si possa pensare, questa struttura non è solo un fossile culturale ma è attualmente il fondamento della cultura giapponese e degli schemi lavorativi del Giappone. Io ero la più grande nel mio gruppo di lavoro, e ho sentito nei miei confronti un’immensa riverenza e ascolto alle quali non ero mai stata abituata in precedenza.

Una volta superati gli ostacoli e gli attriti culturali e linguistici, io e il mio team abbiamo trovato il modo per far procedere al meglio la nostra classe, sia durante la settimana di preparazione, sia durante il vero e proprio incontro con i bambini. Il risultato è stato positivo sia per gli studenti, che hanno appreso molti concetti in lingua inglese in maniera interattiva e divertente, sia per me e i miei colleghi, che finalmente siamo riusciti a creare un gruppo armonioso e compatto, livellando le differenze culturali.
 
In conclusione, ritengo che questo progetto di scambio e lavoro internazionale sia un’ottima occasione non solo per potenziare le competenze linguistiche dello studente che parte, ma anche un’enorme e quasi obbligatoria opportunità di crescita. Per quanto riguarda la lingua, uno studente di Lingue e Comunicazione non solo migliora, con l’esercizio obbligato, la propria conoscenza dell’inglese, ma può anche osservare le differenze nella costruzione della frase inglese e nelle scelte lessicali, nelle diverse varianti sub-standard in cui l’inglese si manifesta nel mondo: Spanish-English, French-English, Japanese-English. Dal punto di vista sociolinguistico, è stato incredibilmente interessante assistere a questo “relativismo linguistico inglese”.
 
Ringrazio la Professoressa Fodde e l’Università di Cagliari per avermi offerto la possibilità di partecipare a questa meravigliosa esperienza.
 
Elena Sofia Safina

 
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Tokio (J), 1/15 agosto 2016 - nella pagina alcune immagini di Sofia Safina durante il corso alla Meisei University
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