Affollata seduta comune a porte aperte di Senato accademico e Cda: approvata una mozione. CRONACA, IMMAGINI E RASSEGNA STAMPA
05 February 2016

Fronte comune con il mondo politico: contestati i criteri di ripartizione dei fondi alle Università. “Non è un problema solo nostro – ha chiarito il Rettore – Presto la mobilitazione coinvolgerà tutti gli Atenei”. Presenti alla seduta comune di Cda e Senato anche il Presidente della Regione, il sindaco di Cagliari, europarlamentari, numerosi parlamentari, assessori regionali e comunali, consiglieri regionali e comunali 

di Sergio Nuvoli – fotografie di Francesco Cogotti - l’evento è stato trasmesso in streaming da UNITEL CAGLIARI

Cagliari, 5 febbraio 2016 – Clima di grande unità di intenti, quello di questa sera nell’Aula magna della Facoltà di Ingegneria-Architettura nel Polo universitario di Piazza d’Armi. Consiglio di amministrazione e Senato accademico si sono riuniti – per la prima volta e per scelta del Rettore – in una seduta comune pubblica, cui hanno aderito più di 400 persone da tutto l’ateneo tra docenti, studenti e personale. L’elemento nuovo, certamente non casuale, è il fronte comune tra Università e mondo politico, Regione in testa con il Presidente Francesco Pigliaru presente all’assemblea (è intervenuto due volte). Ad ascoltare – e intervenire a sostegno delle richieste dell’Ateneo – anche il sindaco Massimo Zedda, e numerosi consiglieri regionali e parlamentari sardi, insieme a studiosi e intellettuali.

Alla fine della lunga serata di lavori, l’unanimità si è registrata anche sul documento proposto, con cui gli organi collegiali hanno dato mandato al Rettore di porre in essere una serie di azioni. Prima tra tutte, l’attivazione di un gruppo di lavoro per la formulazione di proposte di revisione delle voci di calcolo del costo standard di formazione per studente, definite con Decreto Interministeriale n. 893/2014, e la determinazione di indicatori più equi, che facciano risaltare  i progressi dei singoli Atenei nella didattica e nella ricerca e che tengano conto della condizione di insularità e della situazione socio-economica della Regione Sardegna, con la raccomandazione di sostenere le modifiche proposte in sede politica regionale e nazionale.

Quindi la costituzione di un tavolo tecnico per il diritto allo studio, formato da rappresentanti dell’Ateneo e della Regione Sardegna, dal quale emergano proposte atte a modificare i criteri attualmente in uso per la definizione del finanziamento statale e regionale delle borse di studio, da sottoporre all’attenzione degli organi nazionali competenti in materia, affinché tutti gli studenti idonei possano usufruire di una borsa di studio.

Oltre a farsi parte attiva della protesta dell’Ateneo cagliaritano per il sottofinanziamento del sistema universitario nazionale, sullo sfondo c’è un tavolo tecnico inter-ateneo, che coinvolga diversi atenei italiani, affinché vengano formulate proposte per la revisione radicale dell’attuale sistema di valutazione VQR - che nell’attuale formulazione  aggrava le disparità tra gli Atenei - e persegua l’obiettivo di proporre un valido sistema di valutazione del miglioramento progressivo di ciascun Ateneo nel tempo, tenuto anche conto del contesto socio-economico di riferimento.

“Ad aprile protesteranno tutti gli atenei italiani – ha annunciato il Rettore Maria Del Zompo – ma noi non aspettiamo: chiediamo la modifica dei parametri di valutazione delle università, criteri che rischiano di minare l’intero sistema accademico”. Sia ben chiaro: l’Ateneo è ben disposto a continuare a farsi valutare, “ma in base a criteri equi”, ha rimarcato il Magnifico.

Quindi la rivendicazione, netta e senza fronzoli, dei risultati ottenuti: “Nonostante i tagli le iscrizioni all’Università di Cagliari aumentano, in controtendenza nazionale. E lavoriamo bene, molto bene”. Infine l’appello: “Chiediamo al mondo politico sardo di fermare la mannaia del prelievo forzoso”. Richiesta accolta, a giudicare dalla presenza e dagli interventi di esponenti politici alla seduta.

E’ intervenuto anche Beniamino Cappelletti Montano - professore di Matematica all’Università di Cagliari - il quale ha discusso gli effetti paradossali e perversi degli algoritmi di calcolo adottati negli ultimi anni dal Ministero per ripartire i fondi agli atenei. Tali formule, spesso condizionate da gravi errori metodologici, hanno avuto come unico effetto lo spostamento di ingenti risorse dal Sud al Nord del Paese, penalizzando soprattutto le Isole, con effetti "cumulativi", cioè che tenderanno a ripetersi e ad amplificarsi nel tempo. Non vi è stata, insomma, una correzione di rotta una tantum, per quanto estremamente ampia e discutibile: si è messo in moto un processo – che senza necessità di alcun ulteriore intervento – porterà il sistema a trasformarsi radicalmente e metterà a rischio la sopravvivenza stessa di molti atenei del Sud, a cominciare dai due atenei sardi.

Lucido e dettagliato l’intervento del Presidente della Regione, Francesco Pigliaru: "Al Sud c’è un problema istruzione – ha chiarito - Occorre rivedere i parametri di attribuzione delle risorse agli atenei sardi. Dobbiamo opporci all’operazione di concentrazione delle università in una sola parte del Paese. Un’operazione magari non decisa a tavolino: voglio credere si tratti solo dell’effetto inconsapevole di una situazione ormai fuori controllo. Per questo è necessario alzare la voce per non lasciare alibi: il Sud senza università muore, ma anche l’Italia senza il Sud non va molto lontano".

Il presidente del Consiglio degli Studenti, Giuseppe Esposito, ha invece sottolineato che più che attrarre studenti da fuori, “bisognerebbe preoccuparsi di non far emigrare i ragazzi sardi”, sottolineando con forza la ritrovata attenzione per l’università da parte del mondo politico sardo. “Il futuro della nostra città è legato al destino dell’ateneo: lavoriamo per offrire più servizi e più posti letto”, ha detto invece il sindaco Massimo Zedda, che ha partecipato ai lavori, mentre il Prorettore all’innovazione e alla semplificazione amministrativa, Pietro Ciarlo, ha evidenziato che “il diritto allo studio è legato costituzionalmente a doppio filo con il principio di uguaglianza. Non credo che i criteri iniqui che contestiamo siano nati per caso: da anni il sistema universitario è malgovernato, spesso da burocrati che sopravvivono al cambio dei ministri”. Per il Prorettore nessun dubbio: “Bisogna chiedersi cosa il governo voglia fare del Mezzogiorno: il Governatore Pigliaru mostra di volersene far carico”.

L’incontro si è concluso a tarda sera, dopo numerosi interventi da parte dei partecipanti.

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