Il coraggio e la passione: resoconto e immagini dell’incontro dell’AIRC all’Università di Cagliari. IL SERVIZIO NEL TG DI VIDEOLINA
04 November 2015

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di Sergio Nuvoli – fotografie di Francesco Cogotti
 
Cagliari, 4 novembre 2015 – “L’albero della vita simbolo dell’Expò di Milano fa pensare alle venature e alla linfa: voi, futuri medici, dovete abituarvi ad essere, per i malati, venatura e linfa, pronti cioè a cercare la cura più adatta, ma anche a far loro compagnia”. Con questa immagine, utilizzata da Eleonora Guzzi, si è concluso nella tarda mattinata di oggi l’incontro con i ricercatori dell’AIRC, organizzato nell’Aula Magna Boscolo della Cittadella di Monserrato e – dato il gran numero di iscritti – trasmesso in streaming nella vicina Aula Rossa dell’Asse didattico di Medicina, grazie al supporto tecnico di UnitelCagliari.
 
Passione ed emozione sono le due parole-chiave per comprendere lo spirito dell’iniziativa, magistralmente moderata da Anna Piras, caporedattore RAI Sardegna, e cominciata con i saluti dei neo-presidenti delle Facoltà di Medicina, Gabriele Finco, e Biologia e Farmacia, Enzo Tramontano.
 
 
 
Quindi un excursus, non soltanto storico, sullo sviluppo della malattia da parte del prof. Amedeo Columbano, che ha spiegato come da qualche anno alcune forme tumorali sono curabili. Il professore ha spiegato i passaggi fondamentali per la ricerca in Italia. Quindi l’intervento appassionato di Marilena Iorio, ricercatrice biotecnologa dell’AIRC: “E’ dura fare ricerca nel nostro Paese – ha spiegato agli oltre 700 partecipanti – ma con passione si possono raggiungere grandi risultati, come quello di far partire una start-up in questo delicatissimo settore”.
 
La testimonianza di Eleonora Guzzi ha comunicato il coraggio di affrontare la leucemia, scoperta 10 anni fa, quando aveva appena 15 anni: dapprima la scoperta del male, le difficoltà con la scuola, le incomprensioni con i compagni e con i professori. Poi l’università e la doppia laurea italo-cinese in Economia e Management. La fine con un messaggio speciale, di grande speranza: “L’albero della vita ha un tronco fatto di venature, ma nasconde la linfa vitale – ha detto la giovane testimonial - Medici e operatori hanno il compito di essere linfa e venatura per i malati”. Il ringraziamento per il lavoro dei volontari e l’importanza delle donazioni volontarie ad AIRC, ad opera di Daniela De Angelis, responsabile territoriale per Cagliari, ha concluso il programma, lasciando spazio ad una ricca serie di domande da parte degli studenti.
 

RASSEGNA STAMPA


 

Speciale (Pagina 15 - Edizione CA)
Ieri un confronto-incontro fra medici e studenti
NELLA LOTTA CONTRO IL CANCRO IN PRIMA FILA L’ATENEO DI CAGLIARI
 
Università di Cagliari in prima fila nella lotta contro i tumori. L’ateneo ieri è stato uno dei 4 (con Genova, Pavia e Pisa) scelti dall’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) per un interessante confronto fra gli studiosi di oggi e gli studenti delle facoltà scientifiche.
A fare gli onori di casa, Gabriele Finco, presidente della facoltà di Medicina ed Enzo Tramontano, presidente di Biologia e Farmacia. In un’aula Boscolo gremita da centinaia di studenti (altri hanno seguito la manifestazione in streaming) Amedeo Columbano, ordinario di Patologia generale, ha ripercorso la lunga strada della ricerca sui tumori; Marilena Jorio, della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano, ha spiegato cosa vuol dire fare oggi il ricercatore, mentre Eleonora Guzzi ha portato la propria esperienza di ex malata di leucemia. Ha moderato i lavori Anna Piras, caporedattore di Rai Sardegna.
L’iniziativa si inquadra nei “Giorni della ricerca”, organizzati dall’associazione per diffondere la cultura della prevenzione e raccogliere fondi. Airc è infatti una delle istituzioni private che in Italia destina la mole maggiore di finanziamenti verso gli studi sui tumori. Dalla fondazione ad oggi, ha destinato oltre 1 miliardo di euro alla ricerca oncologica.
Nel bilancio 2014, parte di questi fondi (288 mila euro) sono stati assegnati a studi proposti da ricercatori sardi. In particolare, Amedeo Columbano, “Un nuovo driver per il carcinoma epatico?” (progetto triennale, 150 mila euro); Ezio Laconi, professore associato di Patologia all’università di Cagliari; “Invecchiamento e senescenza cellulare: il contributo del microambiente nella carcinogenesi del fegato” (progetto triennale, 80 mila euro); Maria Rosa Pascale, professore ordinario al dipartimento di Medicina clinica sperimentale dell’università di Sassari; “Studio sui tumori del fegato”, (Progetto triennale, 58 mila euro). È appena il caso di ricordare che Airc sceglie le ricerche dopo il vaglio di una severissima commissione composta da eminenti studiosi, anche stranieri. Solo nel 2014 Airc ha finanziato 575 ricerche, e ha erogato finanziamenti per 80 milioni di euro. Tutti i lavori devono avere come obiettivo un’innovazione sul piano clinico.
È grazie anche a questo sforzo che oggi in un paese come l’Italia, nel quale ogni giorno si registrano mille nuovi casi di cancro, il tasso di mortalità è diminuito del 18 per cento tra gli uomini e del 10 tra le donne negli ultimi 20 anni. ( l. s. )
 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di giovedì 5 novembre 2015
Speciale (Pagina 15 - Edizione CA)
La storia
Eleonora Guzzi, testimonial dell’Airc
Ogni tumore si vince anche con la volontà
 
« Faccio la testimonial Airc per aiutare gli altri, ma anche me stessa a superare la storia che ho vissuto. A 15 anni ho avuto una leucemia linfoblastica acuta. Grazie all’impegno di bravi medici, della famiglia e degli amici, ne sono uscita. Oggi sono una persona diversa, più forte. Ma quando ho lasciato l’ospedale per tornare a scuola, ho trovato un mondo in parte ostile. Quella per me è stata una seconda leucemia».
Parla Eleonora Guzzi, 26 anni, testimonial dell’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) ieri a Cagliari per partecipare a un faccia a faccia con gli studenti delle facoltà scientifiche.
«Dieci anni fa, mamma, medico che sapeva già tutto, mi dice “dobbiamo andare in ospedale”; io secchiona che non volevo perdere un giorno di scuola, le rispondo “facciamo domani”. Poi, in ambulatorio, il dottor Jankovic mi spiega la diagnosi con un libro, parlandomi di celluline, come si fa coi bambini. In effetti la leucemia linfoblastica acuta è una malattia complessa e io non volevo sapere cosa fosse, solo combatterla. Mi sentivo come assalita da un drago. Jankovic mi dice: “Riuscire a sconfiggere il male dipende per il 50 per cento dai farmaci, per l’altro 50 da te”. E non intendeva solo me come persona, ma i familiari, gli amici e perfino i ricercatori scientifici. Ho fatto mio quel pensiero, da allora mi dà fuoco ed energia».
«A 3 mesi dalla diagnosi, mio padre muore all’improvviso, al 1° piano dell’ospedale di Monza nel quale ero ricoverata al 12°. Restiamo sole, io, mamma e mia sorellina. Per molti anni sono stata arrabbiata con il destino e con me stessa. Anche questo dipende dalla malattia, ma devi recuperare forze, perché è difficile affrontarla a livello fisico e psicologico».
«Al mio rientro a scuola ho quella che chiamo “la seconda leucemia”. Studentessa di quinta ginnasio al Berchet di Milano, avevo continuato a studiare grazie a professori di Monza che mi facevano lezioni di latino e greco in ospedale, nonostante fossi calva, con la flebo al braccio. Quando riesco a tornare a scuola (Jankovic contrario) cambiata nel fisico ma ansiosa di rivedere i compagni, scopro qualcosa che non mi aspettavo: i miei voti del periodo ospedaliero sono declassati da 8 a 6: i professori non si fidano. Non mi accettano neppure i compagni, che mi perseguitano con episodi di bullismo, tipo strapparmi la parrucca e lanciarsela l’un l’altro. Persino la mia migliore amica mi dice cose terribili: “Sei brutta, sei calva”. Non ho avuto il coraggio di parlargli, di affrontarli, anche perché dovevo risparmiare le energie per combattere la leucemia. Mi arrabbio con me stessa; non riesco a fargli capire che c’è qualcosa di più oltre la semplice vita di ogni giorno, senza fargli rivivere la mia malattia. Volevo aiutarli a crescere. Perdonarli? No, non credo che lo farò mai».
«Ma c’è anche la parte positiva della mia storia. Grazie ai dottori Moncilo Jankovic, Andrea Biondi e Giuseppe Masera dell’ospedale San Gerardo di Monza, oggi sto bene. Con fatica ho preso la maturità classica, mi sono iscritta alla Bocconi, ho trascorso periodi di studio all’estero: Singapore e Shangai. Esperienze bellissime, per prendere la laurea italo-cinese in Economia internazionale e management. Non è stato facile, ma volevo dimostrare di farcela da sola, dal momento che coloro che mi erano stati attorno mi avevano dato così tanto».
Oggi Eleonora Guzzi lavora come Brand manager presso la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline a Verona.
Lucio Salis
 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 5 novembre 2015
Sardegna - Pagina 7
«GRAZIE ALLA RICERCA HO SCONFITTO IL CANCRO»
All’Università di Cagliari la testimonianza di pazienti guariti nelle giornate organizzate dall’Airc
 
CAGLIARI La prova vivente di quanto la ricerca sia importante è seduta al tavolo dei relatori. Si chiama Eleonora Guzzi, ha 25 anni. Alla platea, tantissimi studenti con lo sguardo attento, racconta la sua storia di ragazzina curata per un tumore. Ora sta bene, Eleonora sfodera coraggio ed entusiasmo. Perché, dice «sono davvero grata di avere beneficiato dei risultati di anni e anni di studio di migliaia di ricercatori». Capaci, spiega «di porsi e raggiungere l’obiettivo di portare in tempi rapidi risultati ai pazienti». Eleonora è guarita grazie alla ricerca e ai ricercatori. Per questo è diventata una testimoniale dell’Airc, e nell’anno delle 50 candeline dell’associazione, promuove l’importanza di donare per finanziare la battaglia contro il cancro. Eleonora ha ospitato alla conferenza all’Università di Cagliari, inserita nelle giornate nazionali della ricerca. Nella cittadella universitaria di Monserrato c’era anche il ricercatore Amedeo Columbano. «Oggi viviamo tempi eccitanti, in cui la conoscenza scientifica che emerge dalla ricerca ci ha spinto anni luce più avanti rispetto a solo 20 anni fa – ha detto Columbano – . La sfida al cancro lanciata dai ricercatori di tutto il mondo e gli sforzi tesi a svelare la complessità di quell’insieme di malattie che chiamiamo complessivamente cancro, ha consentito, da un lato, di identificare, tramite l’analisi dell’intero genoma, la lunga lista di quei geni aberranti che determinano la crescita eccessiva e deregolata delle nostre cellule e, dall’altro, di identificare per ogni paziente i geni alterati in quel particolare cancro. Concetti emersi dalla ricerca di base hanno consentito di "costruire" farmaci altamente specifici in grado di "spegnere" il gene aberrante o inibire geni indispensabili per la sopravvivenza delle cellule tumorali, ma non di quelle normali». Della figura del ricercatore ha parlato Marilena Iorio, della fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori. «Nell’immaginario comune, è talvolta quella di un personaggio un po’ particolare, di uno scienziato matto che gioca con provette, cellule, e molecole. O comunque, quella di uno studioso il cui lavoro è bel lontano dall’applicazione clinica, e quindi da una concreta utilità per il paziente. In realtà, il ricercatore è proprio colui che, cercando di dare delle risposte a quesiti ancora irrisolti nell’ambito della medicina, e nella fattispecie dell’oncologia, fornisce le basi sperimentali per l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, o di nuovi biomarcatori». Che aiuta, cioè, a combattere le malattie e spesso a vincere le battaglie. Per questo, ha sottolineato Daniela De Angelis Danieli, presidente del Comitato Airc Sardegna, non possono essere lasciati soli.
 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 4 novembre 2015
Sardegna - Pagina 6
INCONTRO ALL’UNIVERSITÀ DI CAGLIARI
Airc, studenti a lezione di ricerca sul cancro
 
CAGLIARI Per trascorrere ore in laboratorio, chini sulle provette, a incrociare dati, controllare formule e verificare le reazioni, serve una passione enorme. Quella che trasforma un lavoro in una missione. Chi fa ricerca medica è spinto dalla vocazione di aiutare gli altri, chi studia il cancro vuole dare una speranza di vita a chi è colpito dal “male oscuro”, quello che fa ancora così paura al punto che tanti rifiutano di chiamarlo con il suo nome. L’Airc, l’associazione italiana per la ricerca sul cancro, festeggia 50 anni di attività e promuove e organizza i “giorni della ricerca”. Un ricco programma che andrà avanti sino a domenica 8, con una serie di appuntamenti per informare l’opinione pubblica sui risultati ottenuti nei laboratori e raccogliere fondi: in cantiere iniziative sui media e sul territorio per sostenere progetti dedicati al percorso di crescita di giovani ricercatori italiani di talento.
Dal Palazzo del Quirinale alle aule delle università, dalle scuole secondarie alle piazze di moltissime città, dalle trasmissioni televisive e radiofoniche della Rai fino agli stadi di calcio i ricercatori saranno in prima linea, impegnati a raccontare i progressi nel campo della ricerca e della cura del cancro. Anche in Sardegna. L’Università di Cagliari è uno dei quattro atenei scelti da Airc (gli altri sono Pisa, Genova e Pavia) per ospitare una giornata-incontro con i ricercatori. Che racconteranno la loro esperienza, spiegheranno la fatica nel raggiungere i risultati, descriveranno la gioia che si prova nell’essere d’aiuto a chi soffre. I pazienti salvati dalla ricerca saranno i testimonial di una giornata in cui racconteranno la loro storia, prima e dopo la malattia. E diranno come la loro vita è cambiata grazie all’attività dei ricercatori e alla generosità di volontari e donatori.
L’appuntamento è fissato per le 11 nell’aula Boscolo della cittadella universitaria di Monserrato. Previsti gli interventi di Daniela De Angelis Danieli, presidente comitato Airc Sardegna, di Marilena Iorio della Fondazione Irccs istituto nazionale dei tumoti di Milano e dii Eleonora Guzzi, testimonial della ricerca. L’incontro all’Università mira a creare un dialogo con gli studenti per fare conoscere il delicato mondo della ricerca. Con lo stesso obiettivo volontari e ricercatori Airc domani e dopodomani - 5 e 6 novembre - andranno a scuola: porte aperte in oltre 50 istituti superiori, anche in Sardegna. Mentre si svolgerà sabato 7 nelle principali piazze, anche nell’isola, l’iniziativa “I cioccolatini della ricerca”: con una donazione di dieci euro, sarà possibile sostenere il lavoro dei ricercatori e ricevere dai volontari Airc una confezione di cioccolatini insieme a una guida con informazioni utili sulla prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro.
 

 


AIRC ha scelto l’Ateneo di Cagliari per l’annuale edizione di "Incontri nelle Università": una prestigiosa iniziativa che porta nelle aule e tra gli studenti i risultati di un grande lavoro che cresce di anno in anno, in cui ciascuno fa la sua parte: ricercatori, pazienti, docenti universitari e operatori coinvolti. L’appuntamento - che ha una valenza nazionale - è da non perdere. Come relatori Amedeo Columbano (docente del nostro Ateneo), Marilena Iorio, Eleonora Guzzi. Chiude il Prorettore alla Ricerca, Micaela Morelli. I lavori della mattinata saranno moderati da Anna Piras, caporedattore RAI Sardegna.

 
Sergio Nuvoli
 
Cagliari, 29 ottobre 2015 (SN)  - Mercoledì 4 novembre, alle ore 11 nell’Aula Boscolo della Cittadella universitaria di Monserrato, i protagonisti del mondo della ricerca sul cancro incontrano gli studenti delle discipline scientifiche, portando loro i più recenti progressi dell’oncologia e le storie di chi, della ricerca, ha fatto una professione (clicca sull’immagine a destra per scaricare il programma).
 
Ogni giorno in Italia ci sono mille nuovi casi di cancro: un problema quotidiano che si ripete in centinaia di migliaia di famiglie che affrontano la malattia. Oggi sappiamo curare buona parte di quei mille tumori, grazie ai risultati della migliore ricerca selezionata per merito.
 
Quando si parla di ricerca sul cancro pensiamo a laboratori, microscopi, provette. Ma la ricerca è fatta prima di tutto dalle persone e dalle loro storie, che saranno al centro degli Incontri nelle Università promossi dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro per I Giorni della Ricerca. Storie professionali, di vita, di speranza e di passione, raccontate agli studenti universitari dagli stessi protagonisti: ricercatori affermati che parleranno del cancro e delle ultime scoperte; giovani ricercatori che spiegheranno da dove nasce la passione per il loro lavoro; persone che hanno superato la malattia potranno testimoniare i progressi della ricerca; volontari e sostenitori racconteranno l’impegno in favore degli altri.
 
Nato nel 2011, edizione dopo edizione il progetto ‘Incontri nelle Università’ è stato condiviso dalle più importanti università italiane, raggiungendo migliaia di studenti. Quest’anno, gli Incontri si svolgono tutti la mattina del 4 novembre, nelle Università di Cagliari, Genova, Pavia e Pisa.
 
A Cagliari intervengono i ricercatori Amedeo Columbano della stessa Università e Marilena Iorio della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano, insieme a Eleonora Guzzi, testimonial della ricerca. La chiusura della mattinata è affidata al prorettore alla ricerca Micaela Morelli. La conferenza vede la partecipazione di Anna Piras, caporedattore RAI Sardegna, che modera i lavori.
 
 
 
 
 
AIRC | Da 50 anni con coraggio, contro il cancro
Nel 2015 l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo di mezzo secolo di attività: cinquant’anni di sostegno alla ricerca oncologica, per portare i risultati dal laboratorio al paziente. Quando nacque AIRC nel 1965 non si poteva parlare di cancro e l’idea di fare ricerca in questo ambito era considerata da alcuni una sfida, da molti una follia. Dalla fondazione a oggi AIRC ha distribuito oltre 1 miliardo di euro per il finanziamento della ricerca oncologica: in particolare oltre 980 milioni per progetti di ricerca condotti in laboratori di istituti, università e ospedali in tutta Italia e oltre 39 milioni di euro per percorsi di formazione a giovani ricercatori (*dati attualizzati e aggiornati al 31 gennaio 2015). Il coraggio ancora oggi unisce tutti i protagonisti di AIRC: i 5000 ricercatori che svolgono con passione e impegno un lavoro senza certezze, i pazienti e le loro famiglie che si affidano alla ricerca per guardare al futuro con la speranza che il cancro diventi sempre più curabile, i volontari che dedicano il loro tempo alle iniziative dell’Associazione e i donatori che sostengono la ricerca con il loro contributo. Scopri la storia che, con coraggio, tutti insieme stiamo scrivendo da 50 anni su lanostrastoria.airc.it
 

 

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