La notizia al workshop del Centro Conservazione Biodiversità. INTERVISTA CON LA PROF.SSA ANNA MARIA FADDA (DiSvA) e FOTO
18 September 2015

NUOVI RISULTATI E PROSPETTIVE ILLUSTRATI DURANTE IL WORKSHOP ORGANIZZATO DAL CENTRO DI CONSERVAZIONE BIODIVERSITA’ DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA VITA E DELL’AMBIENTE. INTERVISTA AL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO, PROF.SSA ANNA MARIA FADDA (clicca qui) - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA - VAI ALLA GALLERIA FOTOGRAFICA

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DAGLI SCARTI DELL’UVA CANNONAU RICAVATI UN PRODOTTO NUTRACEUTICO E UN PRODOTTO COSMETICO: NUOVE PROSPETTIVE DI RICERCA E DI MERCATO DAL RIUTILIZZO DELLE VINACCE. IL RISULTATO RAGGIUNTO DAI RICERCATORI DELL’UNIVERSITA’ DI CAGLIARI ILLUSTRATO DURANTE IL WORKSHOP DEL CENTRO CONSERVAZIONE BIODIVERSITA’

di Sergio Nuvoli - fotografie e diretta Twitter di Valentina Zuddas
 
Cagliari, 18 settembre 2015 - Dalle vinacce dell’uva Cannonau sono stati ottenuti dai ricercatori dell’Università di Cagliari un prodotto nutraceutico dalle comprovate caratteristiche benefiche e protettive sull’organismo umano assumibile per via orale e un prodotto farmaceutico destinato ad essere usato sulla pelle.
 
L’importante risultato, che apre numerose nuove prospettive, scientifiche e di mercato, è stato illustrato da Maria Manconi (nella foto a destra), docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell’Ateneo di Cagliari, durante il workshop in corso al Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità. I lavori sono stati moderati da Anna Maria Fadda, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, e hanno mostrato la volontà dell’Ateneo di aprirsi al territorio: fortissima la sinergia realizzata con le imprese e gli enti regionali nella sala congressi affollatissima.
 
La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, che cioè impedisce la creazione dei cosiddetti “radicali liberi”, che creano gravi danni cellulari e favoriscono l’insorgenza di gravi patologie. Tra l’altro, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell’uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato.
 
Gli studiosi dei diversi gruppi di ricerca dell’Università di Cagliari coinvolti nella ricerca hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l’organismo, che di norma riesce ad assorbirne solo in piccola quantità.
 
La biocompatibilità e l’attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali. “L’importante risultato è stato possibile – ha concluso la professoressa Manconi – grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere il nostro organismo”.
 
 
     
 
SESSANTA SPECIE VEGETALI DELLA FLORA SARDA SONO A RISCHIO ESTINZIONE. L’ALLARME LANCIATO DAL PROF. BACCHETTA (UNIVERSITA’ DI CAGLIARI) AL WORKSHOP ORGANIZZATO DAL CENTRO DI CONSERVAZIONE BIODIVERSITA’
 
di Sergio Nuvoli - fotografie e diretta Twitter di Valentina Zuddas
 
Cagliari, 18 settembre 2015 -  “Almeno 60 specie vegetali della flora sarda sono a rischio estinzione. Bisogna agire in fretta per conservarle, e questo è il compito che gli studiosi dell’Università di Cagliari portano avanti da anni”. Tra gli esempi citati il cardo del Gennargentu e il ribes sardo.
 
Lo ha detto il prof. Gianluigi Bacchetta (nella foto a sinistra), docente di Botanica applicata dell’Ateneo, intervenendo questa mattina al workshop in corso al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità. “Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie – ha continuato il docente - ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare”.
 
I monitoraggi in situ e gli studi genetici compiuti dai team di ricercatori dell’Università di Cagliari, in collaborazione con l’assessorato regionale all’ambiente e l’Ente Foreste, proseguono da anni e affrontano complessità sempre crescenti.
 
Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente diretto da Anna Maria Fadda, ha spiegato che “gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmeceutici e altri dispositivi medicali per curare gli eventi derivanti da stress ossidativo, come le neoplasie”.
 
Gli studiosi spiegano anche l’interesse per le numerose piante officinali del nostro territorio, tra cui il mirto, la pompia, lo zafferano, con numerose proprietà utili in ambito alimentare, farmaceutico e medico. I lavori proseguono secondo il calendario previsto.
 
LA PROF.SSA ANNA MARIA FADDA, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA VITA E DELL’AMBIENTE, COMMENTA GLI ESITI DEI LAVORI AL TERMINE DEL WORKSHOP

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Cagliari, 18 settembre 2015 (SN) - In corso il workshop a Sardegna Ricerche, la sala congressi del Parco tecnologico di Sardegna Ricerche a Pula è piena: il Prorettore alla Didattica, Ignazio Putzu, ha portato i saluti del Rettore Maria Del Zompo e di tutto l’Ateneo, dopo l’introduzione della prof.ssa Anna Maria Fadda, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. Da linguista, il prof. Putzu ha richiamato "l’importanza della fitonimia, disciplina che conserva termini e parole che una certa lingua ha ereditato da lingue più antiche cui si è sovrapposta", sottolineando poi che "il sardo, in particolare, ha il primato di parole conservate dal sostrato, il latino, ma anche dal paleosardo, esistente nell’Isola prima dell’arrivo dei fenicio-punici e dei romani". Quindi il Prorettore ha rimarcato l’importanza degli studi portati avanti in Ateneo su una disciplina così importante, "portatrice di conoscenze essenziali per la valorizzazione delle ricchezze sarde". In sala anche il parlamentare europeo, Renato Soru.

Ore 10.58 - Il prof. Ignazio Camarda (Università d Sassari): "Possibilità sinergiche nella ricerca possono portare risultati molto importanti, in particolare sulle conoscenze floristiche della Sardegna". Il professore guida l’aula alla scoperta di alcune risorse della biodiversità vegetale della Sardegna.

Ore 11.22 - "Almeno 60 specie della nostra flora sono a rischio estinzione". L’intervento del prof. Gianni Bacchetta: "occorre agire in fretta, ma sono passati 10 anni dalla proposta di legge che intendeva mettere a tema questo problema gravissimo. Per questo collaboriamo con l’Ente Foreste, nell’ambito del principio di responsabilità regionale". Il professore sta spiegando le attività svolte a tutela di bellissime piante che potrebbero essere valorizzate meglio, alcune delle quali presenti solo in Sardegna.

Ore 11.40 - Maria Laura Manca spiega il lavoro fatto - in collaborazione con diversi gruppi di ricerca dell’Ateneo e l’intesa tra dipartimenti - per verificare con successo la possibilità di utilizzo di piante endemiche sarde per prodotti cosmeceutici all’avanguardia.


 

 

A PULA AL WORKSHOP SULLA VALORIZZAZIONE DELLA FLORA LOCALE PER IL SETTORE BIOMEDICALE ANCHE LA STARTUP “ICNODERM”, UN TEAM DI SUCCESSO DI GIOVANI LAUREATI E SPECIALIZZATI ALL’UNIVERSITA’ DI CAGLIARI. VENERDI’ 18 SETTEMBRE AL PARCO TECNOLOGICO DI SARDEGNA RICERCHE PIU’ DI 200 PARTECIPANTI E DECINE DI IMPRESE DEL SETTORE. UNA CONFERMA VINCENTE DELL’IMPEGNO DELL’ATENEO PER L’OCCUPAZIONE DEI SUOI LAUREATI

di Valentina Zuddas - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA

Cagliari, 16 settembre 2015 - Sono laureati e specializzati all’Università di Cagliari i soci fondatori di ICNODERM, la giovane start up capofila delle decine di realtà imprenditoriali locali, operanti nello sviluppo di prodotti ottenuti da piante officinali autoctone, che parteciperanno al workshop di venerdì 18 settembre “Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale” al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche. Le adesioni sono andate ben oltre le attese, anche da parte degli enti strumentali della Regione impegnati sul tema.
 
Venerdì, a Pula, nel Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche, a partire dalle 9.30 andrà in scena il dialogo tra l’Ateneo di Cagliari e numerose imprese del territorio a dimostrare che le occasioni di sbocco professionale per i giovani laureati sardi nelle discipline scientifiche ci sono, e sono promosse dai dipartimenti cagliaritani: la giovane start up ICNODERM è una società di ricerca e sviluppo che basa le sue attività su continue e aggiornate attività di ricerca in collaborazione con importanti gruppi universitari; è partner in cordate finalizzate a nuovi progetti in ambito biomedicale nel settore delle formulazioni dermocosmetiche.
 
I quattro fondatori, laureati in Biologia e Farmacia a Cagliari, hanno maturato storie di studio e specializzazione cosmopolite ma sempre legate al territorio sardo. CEO e co-founder della start up è Marco Zaru, nato ad Usellus, farmacista laureato all’Università di Cagliari e dottore di ricerca in tecnologie farmaceutiche. Il team mostra tutto il suo respiro nazionale ed internazionale con Nadia Cappai, nata in Germania ma acquisita dal paese di Borore e laureata in biologia; Alba Cabras, biologa cagliaritana cresciuta in Piemonte; Aicha Ouhtit, nata in Marocco, laureata in scienze biologiche che ha scelto di specializzarsi in Sardegna in sviluppo e sperimentazione di farmaci antivirali. Un intreccio vincente di competenze che l’Ateneo cagliaritano e Sardegna Ricerche hanno subito accolto con favore.
 
La cosmeceutica e la fitoterapia si confermano settori produttivi sostenibili e aperti alla cooperazione nella ricerca e nello sviluppo di nuove opportunità: nel workshop - organizzato dal Centro Conservazione Biodiversità del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente - le aziende incontreranno il mondo della ricerca, dell’università e della politica, oltre agli enti strumentali istituzionali che si occupano del settore, come l’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, rappresentato dal neo-direttore Guy D’Hallewin.
 
 

 


UNIVERSITA’, REGIONE E AZIENDE INSIEME PER VALORIZZARE LA FLORA AUTOCTONA DELLA SARDEGNA. VENERDI’ PROSSIMO A POLARIS UN WORKSHOP SCIENTIFICO SULL’UTILIZZO DELLE NOSTRE PIANTE NEL SETTORE BIOMEDICALE

di Sergio Nuvoli
 
Cagliari, 12 settembre 2015 - L’Università di Cagliari siede allo stesso tavolo con le imprese del territorio che realizzano prodotti nel settore biomedicale utilizzando specie della flora autoctona della Sardegna attraverso tecnologie innovative: dal mirto allo zafferano, dalle pere autoctone alle vinacce di Cannonau fino alla etnofarmacologia per la biomedicina. In mostra anche prodotti dall’olio di lentisco, estratti dalla pompia, creme contro le ustioni fatte a partire da antiche ricette che utilizzano il rovo, antiossidanti dalle vinacce.
 
E’ quanto accadrà venerdì prossimo 18 settembre al workshop “Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale”, dalle 9 alle 16 nell’Auditorium del Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche - Edificio 2, in località Piscinamanna a Pula (CA) -, organizzato dal Centro Conservazione Biodiversità del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente nell’ambito del progetto Nanofitocare, dedicato allo sviluppo di prodotti cosmeceutici e nutraceutici ottenuti da piante officinali e medicinali della Sardegna. All’evento sono già pervenute più di 200 adesioni e parteciperanno una ventina di ditte e numerosi enti pubblici: l’Ente Foreste della Sardegna, che patrocina l’iniziativa, porterà tutte le sue produzioni vegetali.
 
La cosmeceutica e la fitoterapia si confermano settori produttivi sostenibili e aperti alla cooperazione nella ricerca e nello sviluppo di nuove opportunità: le aziende incontreranno non solo il mondo della ricerca, ma anche gli enti strumentali della Regione che si occupano del settore.
 
All’iniziativa partecipa anche Guy D’Hallewin, nuovo direttore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, oltre alle principali autorità del settore. Previsti i saluti del Rettore di Cagliari, Maria Del Zompo, di Ignazio Camarda per l’Università di Sassari, dei neodirettori di Sardegna Ricerche, Giorgio Pisanu, e di ARGEA, Roberto Meloni, e del parlamentare europeo Renato Soru. A seguire gli interventi degli studiosi.
 
Il workshop è finalizzato ad attivare e intensificare il confronto tra enti pubblici e aziende, università e ordini professionali, con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze e informazioni e valutare le necessità dei diversi protagonisti coinvolti. Partner dell’occasione formativa Sardegna Ricerche e la start-up ICNODERM, giovane realtà nata nel cuore del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna e operante nel settore delle formulazioni dermocosmetiche.
 

RASSEGNA STAMPA

LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di domenica 20 settembre 2015
Prima pagina
Flora sarda
Specie autoctone,
60 specie sono a rischio estinzione
Pagina 7
 
LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di domenica 20 settembre 2015
Pagina 7 – Sardegna
BOTANICA. L’ALLARME
Flora sarda a rischio: in bilico sessanta specie
Sopravvivenza appesa a un filo per numerose piante autoctone
Gli studiosi: basta rinvii, serve subito una legge di tutela e salvaguardia
di Silvia Sanna
 
CAGLIARI A Capomannu, penisola del Sinis, il dito è puntato contro le piste di motocross: la spianata ha fatto strage di poligala, specie erbacea che cresce solo in Sardegna e solo in quel promontorio. Oggi gli esemplari sono meno di 50. Sul Gennargentu grandi responsabilità hanno invece le piste da sci: quelle realizzate sul Bruncuspina hanno fatto strage di cardi. Impossibile trovarne uguali altrove, si trovano solo lì, sui monti della Barbagia.
C’è sempre la mano dell’uomo dietro l’impoverimento del patrimonio vegetale. «Ma non il pastore o l’agricoltore che praticano attività tradizionali, quelle anzi aiutano le specie autoctone a riprodursi, a moltiplicarsi». Secondo Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata all’Università di Cagliari, la colpa è dell’uomo che sparge cemento e asfalto vicino ai fiumi, a due passi dal mare, oppure tra i monti, violando l’habitat naturale delle piante.
Specie in bilico. Bacchetta ha parlato al workshop «Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale», organizzato al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche a Pula.
Dall’appuntamento ideato dal Centro di conservazione biodiversità dell’ateneo è venuto fuori un dato molto allarmante: «Almeno sessanta specie della flora autoctona sarda sono a rischio estinzione nell’isola – ha rivelato Bacchetta – bisogna agire subito per salvarle».
L’elenco è lungo: ci sono per esempio il cardo del Gennargentu e il ribes del Supramonte, «di quest’ultimo sopravvivono appena 100 individui», dice il docente di botanica. Ci sono poi l’aquilegia barbaricina e l’alisso di Tavolara, che ha scelto l’isola come sua unica dimora.
«Sono 183 le specie endemiche in Sardegna, tra queste almeno un terzo è a rischio, in grave pericolo di estinzione. Ma non è una novità.
La mancata tutela. Il problema si conosce da molti anni ma sinora – dice Bacchetta – non è stato fatto nulla per cercare di risolverlo». L’esperto torna indietro con la memoria al 2005: «Fu l’allora presidente della Regione Renato Soru a presentare un disegno di legge mirato alla salvaguardia delle specie autoctone e dell’agrobiodiversità. Ma non è stato approvato. Successivamente è ripartito solo il percorso sull’agrobiodiversità, in seguito a una proposta di legge presentata dal consigliere Luigi Lotto. La proposta è stata approvata, l’agrobiodiversità ora è tutelata. Sulle specie autoctone invece solo silenzio».
Le 9 fortunate. Sono le specie inserite nell’elenco stilato dalla commissione europea nella direttiva habitat. Sono le più fortunate, tra le 183 specie autoctone: la loro sopravvivenza è garantita dalla creazione dei Sic, siti in cui la mano dell’uomo deve girare al largo. Per garantire a queste piante un futuro ci sono piani di gestione dettagliati e seguiti alla lettera. Per tutte le altre si rischia di non fare più in tempo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di domenica 20 settembre 2015
Sardegna – pagina 7
prodotto anti ossidante
Cannonau, le vinacce toccasana per la pelle
 
Dalle vinacce dell’uva Cannonau un prodotto nutraceutico – nutritivo e farmaceutico insieme – che fa bene all’organismo, destinato ad essere usato sulla pelle. Due traguardi raggiunti dai ricercatori dell’Università di Cagliari. Il risultato, che apre nuove prospettive scientifiche e di mercato, è stato illustrato da Maria Manconi (foto), docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell’ateneo cagliaritano. La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, che cioè impedisce la creazione dei cosiddetti “radicali liberi”, che creano gravi danni cellulari e favoriscono l’insorgenza di gravi patologie. Tra l’altro, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell’uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato. La biocompatibilità e l’attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali. Gli studiosi dei diversi gruppi di ricerca dell’Università di Cagliari coinvolti nella ricerca hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l’organismo, che normalmente riesce ad assorbirne solo piccola quantità. «L’importante risultato è stato possibile – ha spiegato la professoressa Manconi – grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere l’ organismo».


 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di domenica 20 settembre 2015
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
BOTANICA. Allarme lanciato da uno studioso
«Rischiano l’estinzione sessanta specie vegetali della flora della Sardegna»
 
È una corsa contro il tempo. «Sessanta specie vegetali della flora sarda rischiano l’estinzione, bisogna agire in fretta per preservarle». L’allarme non arriva da chissà dove, a lanciarlo è Gianluigi Bacchetta, professore di Botanica applicata dell’Università di Cagliari e ospite venerdì del workshop sulla valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale, organizzato dal Centro di conservazione biodiversità nel Parco tecnologico di Sardegna Ricerche a Pula. Tra le specie più rare, e per questo motivo sotto stretta osservazione, si contano anche il cardo del Gennargentu e il ribes sardo. «Sono passati dieci anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie», ha spiegato Bacchetta «ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie, ma molto resta da fare».
Il botanico ha tracciato un bilancio delle attività ricordando «i controlli sul campo e gli studi genetici compiuti da anni dai team di ricercatori dell’Università del capoluogo in collaborazione con l’Assessorato regionale all’ambiente e l’Ente Foreste». Un enorme lavoro di monitoraggio utile anche prospettare una promettente via commerciale per numerose piante officinali ora a rischio estinzione come il mirto, la pompia, lo zafferano. Specie dalle numerose proprietà alimentari, farmaceutiche e mediche. «Gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde», ha confermato durante il suo intervento al workshop Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento cagliaritano di Scienze della Vita e dell’Ambiente diretto da Anna Maria Fadda «si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmetici e altri dispositivi medicali utili a curare anche i tumori».
Un filone di ricerca battuto con successo dall’equipe guidata da un’altra ospite dell’incontro organizzato da Sardegna Ricerche: Maria Manconi, docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell’Ateneo di Cagliari. La professoressa ha infatti illustrato gli studi condotti sulle vinacce dell’uva Cannonau dimostratesi prodotto nutraceutico (dalle comprovate caratteristiche benefiche e protettive sull’organismo umano) assumibile per via orale o sulla pelle.
I ricercatori hanno così trovato una seconda vita inaspettata per uno scarto della vendemmia, «destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele». In questo modo, invece, riciclato dalla scienza a prodotto anti-ossidante, indispensabile per ostacolare la proliferazione dei radicali liberi, causa di danni cellulari e dell’insorgenza di gravi patologie.
Benefici già testati con successo sulle cellule intestinali. «L’importante risultato è stato possibile», ha concluso il suo intervento la professoressa Manconi «grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva, efficaci nel proteggere il nostro organismo».
Luca Mascia
 

 
ANSA.IT
 
(ANSA)-CAGLIARI,18 SET- Dalle vinacce dell’uva Cannonau un prodotto nutraceutico (nutritivo e farmaceutico) che fa bene all’organismo, destinato ad essere usato sulla pelle. Due traguardi raggiunti grazie al lavoro dei ricercatori dell’Università di Cagliari. Il risultato, che apre nuove prospettive scientifiche e di mercato, è stato illustrato da Maria Manconi, docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell’ateneo cagliaritano, durante il workshop in corso al Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità. La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, che cioè impedisce la creazione dei cosiddetti radicali liberi, che creano gravi danni cellulari e favoriscono l’insorgenza di gravi patologie. Tra l’altro, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell’uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato. Gli studiosi dei diversi gruppi di ricerca dell’Università di Cagliari hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l’organismo, che di norma riesce ad assorbirne solo in piccola quantità. La biocompatibilità e l’attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali. "L’importante risultato è stato possibile - ha sottolineato la professoressa Manconi - grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere il nostro organismo".
 
RISCHIO ESTINZIONE PER 60 SPECIE VEGETALI - Dal cardo del Gennargentu al ribes sardo: almeno 60 specie vegetali della flora dell’isola sono a rischio estinzione. L’allarme parte dall’Universitá di Cagliari: a lanciarlo è stato Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell’ateneo, intervenendo al workshop organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula. "Bisogna agire in fretta per conservarle - ha spiegato - e questo è il compito che gli studiosi dell’Università di Cagliari portano avanti da anni". Operazione salvaguardia. "Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie - ha ricordato il docente - ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare". I monitoraggi e gli studi genetici compiuti dai team di ricercatori dell’ateneo cagliaritano, in collaborazione con l’assessorato regionale all’Ambiente e l’Ente Foreste, proseguono da anni e affrontano complessità sempre crescenti. Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente diretto da Anna Maria Fadda, ha spiegato che "gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmeceutici e altri dispositivi medicali per curare gli eventi derivanti da stress ossidativo, come le neoplasie".
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA
 
CAGLIARI. Dal cardo del Gennargentu al ribes sardo: almeno 60 specie vegetali della flora dell’isola sono a rischio estinzione. L’allarme parte dall’università di Cagliari: a lanciarlo è stato Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell’ateneo, intervenendo al workshop organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula. «Bisogna agire in fretta per conservarle - ha spiegato - e questo è il compito che gli studiosi dell’Università di Cagliari portano avanti da anni».
Operazione salvaguardia. «Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie - ha ricordato il docente - ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare».
I monitoraggi e gli studi genetici compiuti dai team di ricercatori dell’ateneo cagliaritano, in collaborazione con l’assessorato regionale all’Ambiente e l’Ente Foreste, proseguono da anni e affrontano complessità sempre crescenti. Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente diretto da Anna Maria Fadda, ha spiegato che «gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmeceutici e altri dispositivi medicali per curare gli eventi derivanti da stress ossidativo, come le neoplasie».
 

 
AGENZIA GIORNALISTICA ITALIA
16:25 18 SET 2015
 
(AGI) - Cagliari, 18 set. - "Almeno 60 specie della flora sarda sono a rischio di estinzione e bisogna agire in fretta per conservarle". E’ l’appello lanciato oggi da Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata all’universita’ di Cagliari, in occasione del workshop "Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale", in corso a Pula, al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, organizzato dal Centro di conservazione biodiversita’ dell’ateneo. Rischiano di scomparire, per esempio, il cardo del Gennargentu e il ribes sardo. "Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie, ma non e’ stato approvato", ha ricordato Bacchetta, nel ricordare l’impegno degli studiosi dell’universita’ di Cagliari a tutela delle specie vegetali a rischio in Sardegna. "Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare". (AGI) Red-Rob
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - L’importante risultato, che apre numerose nuove prospettive, scientifiche e di mercato, è stato illustrato da Maria Manconi, docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell’Ateneo di Cagliari, durante il workshop in corso al Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità. La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, che cioè impedisce la creazione dei cosiddetti "radicali liberi", che creano gravi danni cellulari e favoriscono l’insorgenza di gravi patologie. Tra l’altro, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell’uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato.
Gli studiosi dei diversi gruppi di ricerca dell’Università di Cagliari coinvolti nella ricerca hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l’organismo, che di norma riesce ad assorbirne solo in piccola quantità.La biocompatibilità e l’attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali. "L’importante risultato è stato possibile", spiega Manconi, "grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere il nostro organismo".
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - "Almeno 60 specie vegetali della flora sarda sono a rischio estinzione. Bisogna agire in fretta per conservarle, e questo è il compito che gli studiosi dell’Università di Cagliari portano avanti da anni". Tra gli esempi citati il cardo del Gennargentu e il ribes sardo. Lo ha detto il professor Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell’Ateneo, intervenendo questa mattina al workshop in corso al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità. "Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie – ha continuato il docente - ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare".
I monitoraggi sul posto e gli studi genetici compiuti dai team di ricercatori dell’Università di Cagliari, in collaborazione con l’assessorato regionale all’ambiente e l’Ente Foreste, proseguono da anni e affrontano complessità sempre crescenti.
Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente diretto da Anna Maria Fadda, ha spiegato che "gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmeceutici e altri dispositivi medicali per curare gli eventi derivanti da stress ossidativo, come le neoplasie". Gli studiosi spiegano anche l’interesse per le numerose piante officinali del nostro territorio, tra cui il mirto, la pompia, lo zafferano, con numerose proprietà utili in ambito alimentare, farmaceutico e medico. I lavori proseguono secondo il calendario previsto.
 

 
ADMAIORAMEDIA.IT
18 settembre 2015
 
Una scoperta che apre nuove prospettive, scientifiche e di mercato: ricercatori dell’Università di Cagliari hanno ottenuto dalle vinacce dell’uva Cannonau un prodotto nutraceutico con caratteristiche benefiche e protettive sull’organismo umano assumibile per via orale e un prodotto farmaceutico destinato ad essere usato sulla pelle. L’ha illustrata Maria Manconi, docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia di Cagliari, durante il workshop al Parco tecnologico di Sardegna ricerche, organizzato dal Centro di conservazione biodiversità.
La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, cioè impedisce la creazione dei cosiddetti ‘radicali liberi’ che creano gravi danni cellulari e favoriscono l’insorgenza di gravi patologie. Inoltre, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell’uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato. I ricercatori hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l’organismo, che di norma riesce ad assorbirne solo in piccola quantità. La biocompatibilità e l’attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali.
 “L’importante risultato è stato possibile – ha evidenziato Maria Manconi - grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere il nostro organismo”. (red)
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
Dal cardo del Gennargentu al ribes sardo: almeno 60 specie vegetali della flora dell’isola sono a rischio estinzione. L’allarme parte dall’Universitá di Cagliari: a lanciarlo è stato Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell’ateneo, intervenendo al workshop organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula.
"Bisogna agire in fretta per conservarle - ha spiegato - e questo è il compito che gli studiosi dell’Università di Cagliari portano avanti da anni". Operazione salvaguardia. "Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie - ha ricordato il docente - ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare".
I monitoraggi e gli studi genetici compiuti dai team di ricercatori dell’ateneo cagliaritano, in collaborazione con l’assessorato regionale all’Ambiente e l’Ente Foreste, proseguono da anni e affrontano complessità sempre crescenti.
Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente diretto da Anna Maria Fadda, ha spiegato che "gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmeceutici e altri dispositivi medicali per curare gli eventi derivanti da stress ossidativo, come le neoplasie".
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
Dalle vinacce dell’uva Cannonau un prodotto nutraceutico (nutritivo e farmaceutico) che fa bene all’organismo, destinato ad essere usato sulla pelle. Due traguardi raggiunti grazie al lavoro dei ricercatori dell’Università di Cagliari. Il risultato, che apre nuove prospettive scientifiche e di mercato, è stato illustrato da Maria Manconi, docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell’ateneo cagliaritano, durante il workshop in corso al Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità.
La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, che cioè impedisce la creazione dei cosiddetti radicali liberi, che creano gravi danni cellulari e favoriscono l’insorgenza di gravi patologie. Tra l’altro, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell’uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato.
Gli studiosi dei diversi gruppi di ricerca dell’Università di Cagliari hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l’organismo, che di norma riesce ad assorbirne solo in piccola quantità. La biocompatibilità e l’attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali. "L’importante risultato è stato possibile - ha sottolineato la professoressa Manconi - grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere il nostro organismo".
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 18/09/2015 12:35
 
“Almeno 60 specie vegetali della flora sarda sono a rischio estinzione. Bisogna agire in fretta per conservarle, a questo è il compito che gli studiosi dell’Università di Cagliari portano avanti da anni”. Tra gli esempi citati il cardo del Gennargentu e il ribes sardo.
Lo ha detto il prof. Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell’Ateneo, intervenendo questa mattina al workshop in corso al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità. “Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie – ha continuato il docente - ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare”.
I monitoraggi in situ e gli studi genetici compiuti dai team di ricercatori dell’Università di Cagliari, in collaborazione con l’assessorato regionale all’ambiente e l’Ente Foreste, proseguono da anni e affrontano complessità sempre crescenti.
Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente diretto da Anna Maria Fadda, ha spiegato che “gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmeceutici e altri dispositivi medicali per curare gli eventi derivanti da stress ossidativo, come le neoplasie”.
Gli studiosi spiegano anche l’interesse per le numerose piante officinali del nostro territorio, tra cui il mirto, la pompia, lo zafferano, con numerose proprietà utili in ambito alimentare, farmaceutico e medico. I lavori proseguono secondo il calendario previsto.
 

 
TISCALI.IT
 
CAGLIARI,18 SET- Dal cardo del Gennargentu al ribes sardo: almeno 60 specie vegetali della flora dell’isola sono a rischio estinzione. L’allarme parte dall’Ateneo di Cagliari: a lanciarlo è stato Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell’ateneo, intervenendo al workshop organizzato dal Centro Conservazione Biodiversità al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche a Pula. "Bisogna agire in fretta per conservarle - ha detto - e il compito che gli studiosi dell’Ateneo di Cagliari portano avanti da anni".
 

 L’INTERVISTA DI STEFANO BIROCCHI CON IL PROF. BACCHETTA NEL TG DI VIDEOLINA DEL 15 SETTEMBRE

 

 
ANSA
Università:Cagliari,da specializzazione start up di successo
L’esperienza di Icnoderm venerdì 18 in workshop a Pula
CAGLIARI
 
(ANSA) - CAGLIARI, 16 SET - Laureati e specializzati all’Università di Cagliari. E poi fondatori di Icnoderm, giovane start up nel settore dello sviluppo di prodotti ottenuti da piante officinali autoctone. Parteciperanno al workshop di venerdì 8 settembre "Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale" al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula. Un’esperienza di successo: la Icnoderm è una società di ricerca e sviluppo che basa le sue attività su continue e aggiornate attività di ricerca in collaborazione con importanti gruppi universitari. Ed è partner in cordate finalizzate a nuovi progetti in ambito biomedicale nel settore delle formulazioni dermocosmetiche. I quattro fondatori, laureati in Biologia e Farmacia a Cagliari, hanno maturato storie di studio e specializzazione cosmopolite ma sempre legate al territorio sardo. CEO e co-founder della start up è Marco Zaru, nato ad Usellus, farmacista laureato all’Università di Cagliari e dottore di ricerca in tecnologie farmaceutiche. Poi ci sono Nadia Cappai, nata in Germania e laureata in biologia, Alba Cabras, biologa cagliaritana cresciuta in Piemonte e Aicha Ouhtit, nata in Marocco, laureata in Scienze biologiche che ha scelto di specializzarsi in Sardegna in sviluppo e sperimentazione di farmaci antivirali. Un intreccio vincente di competenze che l’Ateneo cagliaritano e Sardegna Ricerche hanno subito accolto con favore. (ANSA).
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
Laureati e specializzati all’Università di Cagliari. E poi fondatori di Icnoderm, giovane start up nel settore dello sviluppo di prodotti ottenuti da piante officinali autoctone. Parteciperanno al workshop di venerdì 8 settembre "Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale" al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula.
Un’esperienza di successo: la Icnoderm è una società di ricerca e sviluppo che basa le sue attività su continue e aggiornate attività di ricerca in collaborazione con importanti gruppi universitari. Ed è partner in cordate finalizzate a nuovi progetti in ambito biomedicale nel settore delle formulazioni dermocosmetiche. I quattro fondatori, laureati in Biologia e Farmacia a Cagliari, hanno maturato storie di studio e specializzazione cosmopolite ma sempre legate al territorio sardo. CEO e co-founder della start up è Marco Zaru, nato ad Usellus, farmacista laureato all’Università di Cagliari e dottore di ricerca in tecnologie farmaceutiche.
Poi ci sono Nadia Cappai, nata in Germania e laureata in biologia, Alba Cabras, biologa cagliaritana cresciuta in Piemonte e Aicha Ouhtit, nata in Marocco, laureata in Scienze biologiche che ha scelto di specializzarsi in Sardegna in sviluppo e sperimentazione di farmaci antivirali. Un intreccio vincente di competenze che l’Ateneo cagliaritano e Sardegna Ricerche hanno subito accolto con favore.

 

 


 

L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di lunedì 14 settembre 2015
Cronaca di Cagliari – pagina 15
UNIVERSITÀ, CONVEGNO SU TECNICHE BIOMEDICALI
Se ne discuterà venerdì al workshop organizzato
nell’auditorium del parco tecnologico di Sardegna ricerche a Pula
 
Per la prima volta l’Università di Cagliari siede allo stesso tavolo con le imprese del territorio che realizzano prodotti nel settore biomedicale utilizzando specie della flora autoctona della Sardegna attraverso tecnologie innovative: dal mirto allo zafferano, dalle pere autoctone alle vinacce di Cannonau fino alla etnofarmacologia per la biomedicina. In mostra anche prodotti dall’olio di lentisco, estratti dalla pompia, creme contro le ustioni fatte a partire da antiche ricette che utilizzano il rovo, antiossidanti dalle vinacce. Se ne discuterà venerdì prossimo al workshop Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale, dalle 9 alle 16 nell’Auditorium del parco tecnologico di Sardegna ricerche - Edificio 2, in località Piscinamanna a Pula, organizzato dal Centro conservazione e biodiversità del Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente nell’ambito del progetto Nanofitocare.
 

 
SARDINIAPOST.IT
12 settembre 2015 - Innovazione
 
Per la prima volta l’Università di Cagliari siede allo stesso tavolo con le imprese del territorio che realizzano prodotti nel settore biomedicale utilizzando specie della flora autoctona della Sardegna attraverso tecnologie innovative: dal mirto allo zafferano, dalle pere autoctone alle vinacce di Cannonau fino alla etnofarmacologia per la biomedicina. In mostra anche prodotti dall’olio di lentisco, estratti dalla pompia, creme contro le ustioni fatte a partire da antiche ricette che utilizzano il rovo, antiossidanti dalle vinacce.
E’ quanto accadrà venerdì prossimo 18 settembre al workshop “Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale”, dalle 9 alle 16 nell’Auditorium del Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche – Edificio 2, in località Piscinamanna a Pula (CA), organizzato dal Centro Conservazione e Biodiversità del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente nell’ambito del progetto Nanofitocare, dedicato allo sviluppo di prodotti cosmeceutici e nutraceutici ottenuti da piante officinali e medicinali della Sardegna.
All’evento sono già pervenute più di 200 adesioni e parteciperanno una ventina di ditte e numerosi enti pubblici: l’Ente Foreste della Sardegna, che patrocina l’iniziativa, porterà tutte le sue produzioni vegetali.
La cosmeceutica e la fitoterapia si confermano settori produttivi sostenibili e aperti alla cooperazione nella ricerca e nello sviluppo di nuove opportunità: le aziende incontreranno non solo il mondo della ricerca, ma anche gli enti strumentali della Regione che si occupano del settore.
All’iniziativa partecipa anche Guy D’Hallewin, nuovo direttore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, oltre alle principali autorità del settore. Previsti i saluti del Rettore di Cagliari, Maria Del Zompo, di Ignazio Camarda per l’Università di Sassari, dei neodirettori di Sardegna Ricerche, Giorgio Pisanu, e di ARGEA, Roberto Meloni, e del parlamentare europeo Renato Soru. A seguire gli interventi degli studiosi.
Il workshop è finalizzato ad attivare e intensificare il confronto tra enti pubblici e aziende, università e ordini professionali, con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze e informazioni e valutare le necessità dei diversi protagonisti coinvolti. Partner dell’occasione formativa Sardegna Ricerche e la start-up ICNODERM, giovane realtà nata nel cuore del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna e operante nel settore delle formulazioni dermocosmetiche.
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - In mostra anche prodotti dall’olio di lentisco, estratti dalla pompia, creme contro le ustioni fatte a partire da antiche ricette che utilizzano il rovo, antiossidanti dalle vinacce. Università, Regione e aziende insieme per valorizzare la flora autoctona della Sardegna. È quanto è in programma venerdì 18 settembre al workshop "Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale", dalle 9 alle 16 nell’auditorium del Parco tecnologico di Sardegna Ricerche a Pula. Organizzato dal Centro conservazione e biodiversità del Dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente nell’ambito del progetto Nanofitocare, dedicato allo sviluppo di prodotti cosmeceutici e nutraceutici ottenuti da piante officinali e medicinali della Sardegna. All’evento sono già pervenute più di 200 adesioni, prevista la partecipazione di venti ditte e numerosi enti pubblici: l’Ente Foreste della Sardegna, che patrocina l’iniziativa, porta tutte le sue produzioni vegetali.
La cosmeceutica e la fitoterapia si confermano settori produttivi sostenibili e aperti alla cooperazione nella ricerca e nello sviluppo di nuove opportunità: le aziende incontreranno non solo il mondo della ricerca, ma anche gli enti strumentali della Regione che si occupano del settore. All’iniziativa partecipa anche Guy D’Hallewin, nuovo direttore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, oltre alle principali autorità del settore. Il workshop è finalizzato ad attivare e intensificare il confronto tra enti pubblici e aziende, università e ordini professionali, con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze e informazioni e valutare le necessità dei diversi protagonisti coinvolti. Partner dell’occasione formativa Sardegna Ricerche e la start-up Icnoderm, giovane realtà nata nel cuore del Parco scientifico e tecnologico della Sardegna e operante nel settore delle formulazioni dermocosmetiche.
 

 

 


 

Cagliari, 21 luglio 2015 (VZ) - La cosmeceutica e la fitoterapia si confermano settori produttivi sostenibili e aperti alla cooperazione nella ricerca e nello sviluppo di nuove opportunità in un evento organizzato dal Centro Conservazione e Biodiversità del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente: il workshop Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale, si terrà venerdì 18 Settembre dalle 9 alle 16, presso l’Auditorium del Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche - Edificio 2, in località Piscinamanna a Pula (CA) - ed è organizzato nell’ambito del progetto Nanofitocare, dedicato allo sviluppo di prodotti cosmeceutici e nutraceutici ottenuti da piante officinali e medicinali della Sardegna.
Il workshop è finalizzato ad attivare il confronto tra enti pubblici e aziende, università e ordini professionali, con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze e informazioni e valutare le necessità dei diversi protagonisti coinvolti. Partner dell’occasione formativa Sardegna Ricerche e la start-up ICNODERM, giovane realtà nata nel cuore del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna e operante nel settore delle formulazioni dermocosmetiche.
Iscrizioni entro e non oltre il 7 settembre 2015 tramite l’invio del modulo di iscrizione alla segreteria del Centro Conservazione Biodiversità via e-mail (ccb@unica.it) o fax (070/6753509)

LEGGI IL PROGRAMMA DEL WORKSHOP
 
Tutte le info sul progetto NANOFITOCARE e sul workshop:
Tel: +39-070675 8542 e 8582
E-mail: manconi@unica.it, mlmanca@unica.it, caddeoc@unica.it




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