Cagliari, 10 ottobre 2014 – “La prova della sopravvivenza della questione meridionale è lo stato dei trasporti di questa parte d’Italia: la prima caratteristica di un Paese civile è la possibilità, data a tutti i suoi cittadini, di spostarsi in ugual modo e ugual misura”. Lo ha detto Gian Antonio Stella, conversando con i giornalisti a margine dell’incontro con gli studenti del corso di Diritto amministrativo tenuto dalla prof.ssa Paola Piras, questa mattina in Aula Arcari.

Riferendosi alla Sardegna, il giornalista ha sottolineato che “i soldi per l’agricoltura sono sempre meno, ma un tempo erano divisi in parti uguali tra agenzie regionali e agricoltori. Ora invece l’85% della somma va alle agenzie. E’ inaccettabile, come pure che la Sardegna scopra soltanto ora che dal ’99 esiste una legge che consente di premiare i dirigenti più capaci e punire gli incapaci”. Stella ha poi criticato il “paradosso di coloro che in Regione si vantano di recepire solo ora la Legge Brunetta”, definendo “un’offesa ai cittadini” il vezzo di alcuni dirigenti di attribuirsi da sé premi e promozioni. “Vincere la burocrazia è possibile, a patto di avere una volontà di ferro”.

Tra gli esempi virtuosi (perché il giornalista veneto ha precisato che esiste anche una burocrazia “buona”) citati anche nell’incontro con gli studenti, “il caso dei funzionari calabresi che rischiano di essere uccisi pur di fare il loro mestiere fino in fondo”, e quello del manager di Abbanoa, Ramazzotti, che “si è tagliato lo stipendio agganciando la restituzione delle cifre eliminate ai risultati conseguiti”.

“I libri di Stella – ha spiegato la prof.ssa Piras, introducendo l’incontro in Aula Arcari – hanno contribuito a scardinare il sistema e a rompere un po’ di muri. Per far funzionare la Pubblica amministrazione è fondamentale cambiare la mentalità prima di mettere mano agli assetti organizzativi: il nuovo libro del giornalista del Corriere della Sera offre uno spaccato in grado di mettere a nudo molte criticità”.

“La formazione trasversale in Università – ha poi aggiunto la docente – non può fermarsi allo studio delle norme, ma deve muoversi con un approccio completo alla realtà. Questo è il nostro modo di formare giuristi in grado di cambiare l’amministrazione”.

Quindi l’intervento dell’editorialista, che ha condotto gli studenti che hanno affollato l’Aula Arcari tra i paradossi di leggi e decreti, partendo dai 1109 provvedimenti emanati dopo il terremoto de L’Aquila fino a curiose e improbabili interrogazioni parlamentari sui gadget allegati alle confezioni di una nota marca di acqua minerale.

di Sergio Nuvoli