ECONOMIA. Al convegno sul "credit crunch" gli interventi dei più autorevoli esperti del settore a confronto con banche e imprese
04 July 2014

Un accurato lavoro di indagine su crisi finanziaria e credit crunch, una riunione a porte aperte tra esperti di livello internazionale. Le conseguenze della restrizione del credito sull’economia reale, con particolare riferimento al contesto italiano e sardo, con un’avvertenza particolare: "Per avere un futuro, forse il sistema deve tornare al passato". E da banche e imprese arriva la disponibilità, tutt’altro che scontata, al confronto e al dialogo con l’Università per affrontare il cambiamento.



 
Cagliari, 4 luglio 2014 – Si è concluso nel pomeriggio il convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze economiche e aziendali su “Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerosi e autorevoli studiosi che si sono confrontati sulle conseguenze della restrizione del credito bancario a famiglie e imprese, “rappresentando – ha spiegato Roberto Malavasi, ordinario di Tecnica Bancaria – approcci al tema molto articolati e puntuali”.
 
La prima parte dell’iniziativa è stata moderata dalla professoressa Stefania Rossi, coordinatrice del progetto di ricerca (finanziato con fondi della Legge regionale n. 7) di cui il convegno è espressione. “Il mondo e l’Europa hanno bisogno dell’euro – ha spiegato Otto Hieronimy, docente della Webster University di Ginevra, che studia la crisi economica dagli anni ’60 – Senza l’euro il mondo intero si troverebbe in condizioni molto peggiori, ma senza la crescita nessun problema finanziario può essere risolto”.
 
“Oggi la speculazione finanziaria è diventata fonte di guadagno – ha proseguito il professore – Si usano strumenti finanziaria sofisticati per creare artificialmente il rischio che ci consente di ottenere guadagni. Dobbiamo tornare indietro, distinguendo i mercati finanziari dai servizi bancari”. Quanto all’eurozona, Hieronimy ha pochi dubbi: “Deve essere riformata, con un ruolo meno rigido per la BCE. Serve un approccio sistematico nuovo”. E delle lezioni derivanti dalla grande crisi ha parlato Beniamino Moro, ordinario di Economia politica, mentre Martino Lo Cascio e Mauro Aliano (rispettivamente docenti a Tor Vergata e a Cagliari) hanno centrato i loro interventi sul caso italiano e sardo in particolare.
 
La seconda sessione mattutina ha visto gli interventi di Ana Lozano-Vivas, Stefania Rossi e Philip Molyneux, sul “moral hazard”. Nel pomeriggio è intervenuta anche Anna Brogi (La Sapienza di Roma), che si è soffermata sul contesto "post-crisi", sottolineando tra l’altro che "in sei mesi gli aumenti di capitale delle banche hanno raccolto 11 miliardi di euro, un dato che fa ben capire le dimensioni del fenomeno". Andrea Nobili ha invece esposto il punto di vista di Bankitalia: "Le prime operazioni annunciate dal Governatore della BCE, Mario Draghi, sono programmate per settembre - ha sottolineato l’analista - Quindi stiamo lavorando moltissimo, specie per l’annunciato ’funding for lending’".
 
"Bisogna verificare i problemi dal lato della domanda, ma anche dal lato dell’offerta del credito - ha ammonito Roberto Malavasi, nel corso del suo intervento - Forse per avere un futuro, l’Italia dovrà tornare al passato, magari a quel periodo storico in cui qualcuno valutava i progetti di investimento delle aziende, e lo faceva bene, e non applicava soltanto rigidi criteri matematico-statistici". Il professore ha dunque sottolineato il ruolo dei Confidi ("si stanno sostituendo troppo spesso alle banche nella valutazione del rischio, con la pericolosa possibilità di scaricare sul sistema bancario, e quindi sul debito sovrano e infine sulla collettività, i loro problemi"), richiamando la diffusa "negatività della Pubblica amministrazione" ("che genera problemi e costi anche ad aziende competitive sul mercato mondiale").
 
Dopo l’intervento del ricercatore Mauro Aliano (che ha presentato un accurato lavoro di ricerca da cui emerge che la filiera sarda oggi più promettente - l’industria alimentare e alloggio e ristorazione - è quella in cui si assiste ad un pesante fenomeno di disinvestimento da parte del sistema del credito), al dibattito sono intervenuti il Direttore generale del Banco di Sardegna (e presidente della Commissione regionale ABI), Giuseppe Cuccurese, e il presidente regionale di Confindustria, Alberto Scanu. "Il nuovo sistema di vigilanza unica europea - ha chiarito il primo - basa la valutazione che le banche devono operare sulla capacità di ripagamento del prestito, dando più peso ai flussi e meno alle garanzie". Il presidente degli industriali sardi, dal canto suo, ha rimarcato che "la prima forma di civiltà è sollecitare lo Stato a pagare i propri debiti, perchè questo potrebbe rimettere in moto lo sviluppo". Scanu ha concluso ricordando la "scarsa cultura di impresa": "Servono giovani laureati, ed in questo siamo pronti a continuare la collaborazione con l’Università più di quanto non sia stato fatto in passato".

 

La prof.ssa Rossi e il prof. Malavasi

Il prof. Moro, il prof. Lo Cascio, il prof. Hieronimy

 


UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - foto Francesco Cogotti - tel. 070 6752216

Cagliari, 26 giugno 2014 - “Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”: è  il titolo del convegno internazionale in programma venerdì 4 luglio nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche (ex Facoltà di Economia, viale S. Ignazio 74). Sarà un confronto tra economisti a porte aperte sulle implicazioni della minore concessione di credito a famiglie e imprese, legata alla crisi finanziaria: nel pomeriggio, in particolare, verrà approfondita la situazione del sistema finanziario sardo.

 
L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari, comincerà alle 9.30 e intende analizzare le conseguenze che la crisi finanziaria ha determinato sia per le banche sia per la qualità e quantità di credito concesso all’economia reale, imprese e famiglie. Lo farà grazie ai contributi di numerosi economisti italiani e stranieri, tra i quali si segnalano Philip Molyneux (Università di Bangor), Otto Hieronymi (Università di Ginevra) e Keavin Keasey (Università di Leeds).
 
Al convegno, finanziato con un progetto di ricerca coordinato dalla prof.ssa Stefania Rossi e finanziato sui fondi della Legge regionale n. 7, interverranno anche Andrea Nobili (dell’Ufficio studi della Banca d’Italia) e numerosi studiosi del settore.
 
Il comitato scientifico dell’iniziativa è costituito dai professori Roberto Malavasi, Paolo Mattana e Stefania Rossi.
 
Con il termine “credit crunch” (letteralmente ‘stretta creditizia’) si intende indicare il fenomeno del razionamento del credito. Secondo IlSole24Ore si parla di “credit crunch” quando le banche, per vari motivi, erogano meno finanziamenti alle imprese. E anche quando prestano denari a famiglie e ad aziende applicando tassi d’interesse sempre più elevati o chiedendo loro maggiori garanzie. In altre parole, il “credit crunch” è la chiusura, anche parziale, del rubinetto del credito.
 
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli -  tel. 070 6752216

LA NOTIZIA SULLA STAMPA

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di sabato 5 luglio 2014
Economia (Pagina 19 - Edizione CA)
Mille miliardi nel cassetto
Malavasi: è fondamentale il ruolo delle banche regionali
CREDIT CRUNCH. Nobili (BankItalia): adesso è necessario utilizzare il denaro della Bce
 
E se arrivassero veramente mille miliardi? Potrebbe non essere un’utopia credere in un reale allentamento dell’attuale stretta del credito, messa in atto dalle banche verso aziende e famiglie. «Ma segnali e margini per auspicare in una positiva ripresa dei consumi sembrerebbero esserci tutti». L’economista dell’Università di Cagliari, Roberto Malavasi, commenta così l’annuncio da parte del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sui mille miliardi di euro che potrebbero essere destinati per i nuovi prestiti a lungo termine alle banche condizionati al credito per famiglie e imprese (in gergo Ltro). «Le condizioni possono esserci anche se», ammette Malavasi «centrare l’obiettivo non sarà facile. Gli istituti di credito dovrebbero ritornare a fare le banche commerciali. Nel senso che dovrebbe essere di nuovo valorizzata la capacità delle banche regionali e locali di stare sul territorio perché proprio loro sono in grado di fare la differenza».
Il tema della crisi finanziaria e della stretta del credito è stato affrontato ieri a Cagliari nel corso del convegno internazionale “Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”, che si è tenuto nell’aula magna della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, e al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche Andrea Nobili, componente dell’Ufficio studi della Banca d’Italia, e Beniamino Moro, ordinario di Economia politica dell’Università di Cagliari.
L’evento è stato programmato nell’ambito di un progetto di ricerca coordinato da Stefania Rossi, docente di Economia nel dipartimento di Scienze economiche e aziendali. «La liquidità la sta mettendo la Banca Centrale europea. Gli istituti di credito», precisa Malavasi «dovrebbero unirsi e convincersi che riaprire le maglie del credito per potenziare l’economia è la chiave di volta per ridare linfa allo stesso sistema bancario».
Andrea Nobili, dell’Ufficio studi della Banca d’Italia, ritiene che l’ipotesi formulata da Draghi sia «assolutamente verosimile, nel senso che è basata su stime fatte sulle singole banche centrali, poi aggregate insieme. Ovviamente, lo studio di queste misure è stato fatto in maniera tale che possano essere diverse da quelle approntate in precedenza. Le precedenti misure, infatti, erano state fatte per azzerare un problema di liquidità del sistema bancario. Adesso, questo problema non c’è più perché sappiamo che la Banca Centrale ha iniettato tantissima liquidità. Il problema, quindi, è quello di veicolarla all’interno del sistema produttivo del nostro paese».
Eleonora Bullegas
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di sabato 5 luglio 2014
Economia Sardegna - Pagina 17
FINANZA INNOVATIVA PER L’ISOLA
Il convegno sul credito: «Le banche regionali hanno vantaggi da sfruttare»
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI Quali sono gli effetti della stretta creditizia sulle famiglie e sulle imprese? L’impatto della crisi più profonda, generata dalla vicenda dei mutui subprime in America nel 2006 e protratta nel tempo, è devastante per le fasce più deboli della società e per le piccole imprese. È quanto è emerso ieri nel convegno internazionale promosso dalla Facoltà di Scienze economiche che ha avuto il contributo di diversi economisti italiani e stranieri. Nel sistema sardo c’è un’anomalia: la concentrazione degli sportelli (al 70%) tra due gruppi, Banco di Sardegna e Intesa Sanpaolo. Ma la sintesi a cui si è arrivati è che questa anomalia non abbia inciso per niente sulla stretta creditizia su cui giocano altri fattori. «Ci sono le condizioni per allentare il credit crunch», spiega Roberto Malavasi, docente di Tecnica bancaria e componente del comitato scientifico del convegno, «la liquidità la sta mettendo la Banca centrale europea e le banche si devono convincere che potenziare l’economia è la chiave di volta per dare allo stesso sistema bancario, una via tutta nostra allo sviluppo economico». La pioggia di soldi, mille miliardi di euro, che la Banca centrale europea ha destinato agli istituti di credito porta Malavasi a dire «meno male che Draghi c’è»: l’impatto sarà positivo su Pil e inflazione. Ma dalle banche ci si attende qualcosa di più, a cominciare da quelle sarde: «Il radicamento sul territorio, come nel caso del Banco di Sardegna, è un fattore da sfruttare», afferma Malavasi, «se il Banco prendesse una trentina di giovani e li mandasse a fare la finanza innovativa che si fa a Ginevra o sulla piazza di Londra e poi li riportasse nell’isola per reinnestarli in quell’albero sano che è il Banco, credo che ripartirebbe tutta l’economia sarda». Attenzione: non è l’apoteosi della finanza creativa: «Il contrario, ritorniamo all’economia reale soddisfatta da una finanza innovativa, non quella vecchio stampo che lascia tutto il rischio addosso alle banche, un rischio fondato su una raccolta tutta monetaria. Anche gli investitori devono avere opportunità diversificati di investimento in modo che ognuno di noi sia messo nelle condizioni di scegliere una via alternativa al deposito bancario». Si ipotizzano fondi di aziende regionali, o bond emessi da aziende sane dell’isola, certificati ovviamente dall’istituto di credito sardo. Ma per questo, forse, dovrà prima passare la nottata della crisi più profonda. Giuseppe Cuccurese è intervenuto come presidente dell’Abi regionale per circoscrivere il fenomeno del credit crunch: le regole stringenti della vigilanza europea hanno cambiato il modo di fare banca, ha detto. La crisi del mercato immobiliare ha fatto saltare quello che una volta era un caposaldo del rating: oggi i possedimenti immobiliari non sono un metro di valutazione. E allora visto che le banche hanno come compito principale quello di finanziare le iniziative imprenditoriali, ecco che il valore essenziale è il business plan dell’impresa e la conoscenza della banca sul territorio. La crisi genera anche insolvenze e partite incagliate per le banche. E i dati dell’Abi sono inconfutabili: se anche in un settore trainante come il turismo si arriva al 25% di insolvenze, si capisce che il problema non è il credit crunch ma la crisi economica.
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di venerdì 4 luglio 2014
Cronaca di Cagliari (Pagina 43 - Edizione CA)
CONVEGNO SULLA CRISI FINANZIARIA
 
Oggi, dalle 9,30, nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche (ex Facoltà di Economia, viale Sant’Ignazio 74), si terrà il convegno "Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications". Parteciperanno al dibattito Philip Molyneux (Università di Bangor), Otto Hieronymi (Università di Ginevra) e Keavin Keasey (Università di Leeds).
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di giovedì 3 luglio 2014
Economia (Pagina 20 - Edizione CA)
L’era del credito in pillole
Nel 2013 calo dei finanziamenti anche in Sardegna
CONVEGNO. L’impatto su imprese e famiglie della riduzione di fido e prestiti
 
È un credito a piccole dosi quello che, sempre più spesso, viene concesso a tante famiglie e imprese, che si ritrovano stritolate nei meccanismi devastanti della crisi finanziaria. In base alcuni dati resi disponibili dalla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell’Università di Cagliari, nel 2013 i prestiti alle imprese sono stati pari a 11.926.000 euro in Sardegna e 909.277.000 in Italia, a fronte di 12.469.000 euro nell’Isola e 962.507.000 a livello nazionale dell’anno precedente. Nel periodo 2010-2013 c’è stata una variazione dei tassi che, in ambito regionale, si è attestata su un -8.76% (a fronte del -7.47%, tra il 2007 e il 2009) e al -5.92% nel resto della Penisola (contro il 3.97% del 2007-2009).
CREDIT CRUNCH L’impatto e le implicazioni del “credit crunch”, ovvero della stretta del credito, saranno i temi al centro di un convegno internazionale, in programma domani dalle ore 9.30 a Cagliari, nell’aula magna della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, dove saranno presenti studiosi del settore, tra i quali anche Andrea Nobili, componente dell’Ufficio studi della Banca d’Italia. Promossa dal dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Ateneo cagliaritano, l’iniziativa è finanziata attraverso i fondi della legge regionale numero 7, con un progetto di ricerca coordinato da Stefania Rossi, docente di Economia nel dipartimento di Scienze economiche e aziendali. Oltre alla Rossi, del comitato scientifico dell’evento, che ha per tema “Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”, fanno parte anche i docenti Roberto Malavasi e Paolo Mattana.
IL CONVEGNO L’appuntamento si configura come un’occasione di confronto tra economisti. Saranno analizzati aspetti e conseguenze della minore concessione di credito alle famiglie e alle aziende, legati alla crisi generale. Nel corso del convegno ci sarà spazio anche per soffermarsi sulla situazione del sistema finanziario sardo. Si discuterà, inoltre, delle conseguenze scatenate dalla crisi finanziaria per le banche, per la qualità e quantità di credito concesso all’economia reale. Il dibattito sarà animato anche dai contributi di numerosi economisti italiani e stranieri, tra i quali Philip Molyneux dell’Università di Bangor, Otto Hieronymi dell’Ateneo di Ginevra e Keavin Keasey dell’Università di Leeds.
TASSI ELEVATI Il meccanismo del “credit crunch” scatta nel momento in cui gli istituti di credito, per una serie di ragioni, concedono meno finanziamenti alle imprese, oppure quando vengono applicati elevati tassi d’interesse o richieste maggiori garanzie alle famiglie e alle imprese che richiedono un prestito. «Dall’estate del 2007», spiegano i docenti Stefania Rossi e Roberto Malavasi «i mercati finanziari sono interessati da una crisi che estende i propri confini e intensifica i propri effetti sulle economie reali, in particolare dei paesi strutturalmente più vulnerabili. Il dissesto della banca d’affari Lehman Brothers, giunta al culmine di una crisi inizialmente solo americana, ne ha, infatti, aperto una nuova globale a causa delle interconnessioni del gruppo con i sistemi finanziari di molti paesi, fino a quel momento ignote o ignorate. Da allora divampa una crisi generalizzata di fiducia che trascina il mondo avanzato in una grave recessione».
LE BANCHE Il convegno promosso domani a Cagliari sarà un’opportunità per affrontare le problematiche legate al sistema creditizio, sotto i profili di analisi macro e microeconomica. «Da un punto di vista macroeconomico», chiariscono Rossi e Malavasi «si intende indagare se e come le recenti politiche messe in atto dai Governi e dalle Autorità monetarie europee abbiano in qualche modo determinato comportamenti opportunistici e/o aggiustamenti nelle modalità di articolazione degli attivi bancari. In una prospettiva micro si osserveranno le caratterizzazioni dinamiche della domanda di credito e i processi di modifica delle strutture finanziarie delle piccole e medie imprese per valutare gli effetti finali degli specifici interventi di sostegno adottati. La valutazione dei risultati permetterà così di migliorare i complessivi interventi di policy, permettendo anche l’individuazione di un modello predittivo complesso, capace di adattarsi dinamicamente ed elasticamente alle fattispecie concrete dei vari settori dell’imprenditoria regionale, con focus particolare sul mondo delle piccole e medie imprese».
Eleonora Bullegas
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di lunedì 30 maggio 2014
Cronaca di Cagliari (Pagina 34 - Edizione CA)
CONVEGNO INTERNAZIONALE
 
“Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”: è il titolo del convegno internazionale in programma venerdì nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche (ex Facoltà di Economia, viale Sant’Ignazio 74). Sarà un confronto tra economisti a porte aperte sulle implicazioni della minore concessione di credito a famiglie e imprese, legata alla crisi finanziaria: nel pomeriggio, in particolare, verrà approfondita la situazione del sistema finanziario sardo.
 

 
Alguer.it
 
CAGLIARI - “Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”: è il titolo del convegno internazionale in programma venerdì 4 luglio nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, in Viale Sant’Ignazio 74. Sarà un confronto tra economisti a porte aperte sulle implicazioni della minore concessione di credito a famiglie ed imprese, legata alla crisi finanziaria: nel pomeriggio, in particolare, verrà approfondita la situazione del sistema finanziario sardo.
L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari,comincerà alle ore 9.30 ed intende analizzare le conseguenze che la crisi finanziaria ha determinato sia per le banche sia per la qualità e quantità di credito concesso all’economia reale, imprese e famiglie. Lo farà grazie ai contributi di numerosi economisti italiani e stranieri, tra i quali si segnalano Philip Molyneux dell’Università di Bangor, Otto Hieronymi dell’Ateneo di Ginevra e Keavin Keasey dell’Università di Leeds. Al convegno, finanziato con un progetto di ricerca coordinato da Stefania Rossi e finanziato sui fondi della Legge regionale n.7, interverranno anche Andrea Nobili dell’Ufficio studi della Banca d’Italia e numerosi studiosi del settore. Il comitato scientifico dell’iniziativa è costituito da Roberto Malavasi, Paolo Mattana e Stefania Rossi.
Con il termine “credit crunch” (letteralmente “stretta creditizia”), si intende indicare il fenomeno del razionamento del credito. Secondo “IlSole24Ore”, si parla di credit crunch quando le banche, per vari motivi, erogano meno finanziamenti alle imprese. Ed anche quando prestano denari a famiglie e ad aziende applicando tassi d’interesse sempre più elevati o chiedendo loro maggiori garanzie. In altre parole, il credit crunch è la chiusura, anche parziale, del rubinetto del credito.
 

 
Agenparl.it
Posted on 27 giugno 2014 by Ilenia Miglietta
 
(AGENPARL) – Cagliari, 27 giu – “Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”: è il titolo del convegno   internazionale in programma venerdì 4 luglio nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze economiche,   giuridiche e politiche (ex Facoltà di Economia, viale S. Ignazio 74). Sarà un confronto tra economisti   a porte aperte sulle implicazioni della minore concessione di credito a famiglie e imprese, legata alla crisi   finanziaria: nel pomeriggio, in particolare, verrà approfondita la situazione del sistema finanziario sardo. L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari,   comincerà alle 9.30 e intende analizzare le conseguenze che la crisi finanziaria ha determinato sia per le   banche sia per la qualità e quantità di credito concesso all’economia reale, imprese e famiglie. Lo farà grazie   ai contributi di numerosi economisti italiani e stranieri, tra i quali si segnalano Philip Molyneux (Università di   Bangor), Otto Hieronymi (Università di Ginevra) e Keavin Keasey (Università di Leeds). Al convegno, finanziato con un progetto di ricerca coordinato dalla prof.ssa Stefania Rossi e finanziato sui   fondi della Legge regionale n. 7, interverranno anche Andrea Nobili (dell’Ufficio studi della Banca d’Italia) e   numerosi studiosi del settore. Il comitato scientifico dell’iniziativa è costituito dai professori Roberto Malavasi, Paolo Mattana e Stefania   Rossi. Con il termine “credit crunch” (letteralmente ‘stretta creditizia’) si intende indicare il fenomeno del   razionamento del credito. Secondo IlSole24Ore si parla di “credit crunch” quando le banche, per vari   motivi, erogano meno finanziamenti alle imprese. E anche quando prestano denari a famiglie e ad aziende   applicando tassi d’interesse sempre più elevati o chiedendo loro maggiori garanzie. In altre parole, il “credit   crunch” è la chiusura, anche parziale, del rubinetto del credito.

 

 
 
 
 
 

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