30 May 2014

I comunicati dell’Ufficio stampa dell’Ateneo

24 maggio - 28 maggio - dichiarazione Rettore - nota stampa finale


 
 

 
 
 

 

LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di sabato 31 maggio 2014
Prima pagina
RAPPORTO CRENos
Redditi in calo: l’isola sempre più povera
 
Il rapporto Crenos disegna una Sardegna sempre più povera che vede l’Europa allontanarsi. Il Pil pro capite in un anno è sceso del 3,3%. Ma è anche emergenza istruzione.
FRANCHINI A PAGINA 8
 
LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di sabato 31 maggio 2014
Sardegna – pagina 8
Redditi giù, isola in coda all’Europa
Sardi impoveriti nell’ultimo anno, ma la crisi è sociale. Emergenza istruzione: un giovane su tre non ha competenze
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI Rilanciare la questione sarda non è un’impresa né disperata né retrò. E il Rapporto Crenos, presentato ieri, ha fatto questo: se da una parte i dati dell’economia sarda sono peggiorati, la strada da percorrere è chiara: «Riforme e buona amministrazione», ha affermato Raffaele Paci, assessore alla Programmazione. Dopo tre anni in cui la ricchezza era stabile, il Pil pro capite è sceso del 3,3%. Significa che i sardi si sono impoveriti: oggi il reddito è di 17.500 euro a testa contro i 23 mila della media nazionale. «Le prospettive a breve termine non aprono all’ottimismo», dice Stefano Usai, direttore del Crenos, il centro di ricerche economiche delle Università di Cagliari e Sassari che, in precedenza, è stato diretto agli inizi da Pigliaru e poi da Paci per un decennio. «La ripresa potrà esserci solo dal 2015».
Europa. Sardegna sempre più lontana dall’Europa che conta: siamo al 190° posto nella graduatoria della ricchezza, guidata dai grandi centri urbani, Londra, Lussemburgo, Bruxelles, Amburgo con il triplo della media europea.
Produzione. La struttura produttiva del’isola, (146.526 imprese, 89 ogni mille abitanti), è in calo. Aziende di piccole dimensioni, sottocapitalizzate, frammentate nelle attività produttive; il settore primario concentra il 24% delle imprese regionali contro una media nazionale del 16%.
Emergenza. Molti dei disagi attuali dipendono dal ridimensionamento di quanto si produce, una tesi avvalorata dai dati illustrati da Fabio Cerina. I numeri dicono molto ma non tutto: la questione sarda non dipende solo dalla carenze delle risorse finanziarie ma da un’autentica emergenza sociale: il capitale umano, lo spopolamento tra denatalità e nuove emigrazioni. Una terra a rischio di desertificazione industriale dove sono crollati consumi e investimenti; e dove aumenta il numero dei poveri.
Spopolamento. «La Sardegna è un’isola in crisi demografica», spiega Andrea Gavosto della Fondazione Agnelli, «ci sono alcune province, come Oristano e il Medio Campidano con tasso di natalità zero. La popolazione sarda è destinata a restringersi nei prossimi anni». E a questo si aggiunga il triste record della dispersione scolastica e del basso valore dell’istruzione: «Un terzo dei giovani sardi», afferma Gavosto, «non ha un adeguato livello di competenze». Prese in considerazione le diverse prove - secondo il rappresentante della Fondazione Agnelli - si salvano per qualità solo le scuole elementari, poi s’inizia il declino. «Come investire nel turismo»? chiede Gavosto, «se la formazione non è adeguata. Una cosa da fare subito è potenziare la formazione tecnica».
Lavoro. Il mercato del lavoro è peggiorato nel 2013 rispetto all’anno precedente. Disoccupazione al 17,5% che vuol dire 117 mila disoccupati. Le donne sono più istruite ma anche più scoraggiate dalla difficoltà di trovare un’occupazione. Il Rapporto Crenos prende in esame il più strategico dei motori di crescita: la valorizzazione del capitale umano e quindi la scuola e l’università.
Laurea. «Il Crenos conferma l’importanza della laurea sul mercato del lavoro», afferma Giovanni Melis, Rettore dell’Università di Cagliari, «i laureati trovano un’occupazione in minor tempo rispetto ai non laureati. Il mercato del lavoro dà ancora valore all’istruzione universitaria».
Turismo. Qualche nota positiva arriva dall’industria delle vacanze. Dopo il calo di arrivi e presenze nel 2012, l’anno passato segna un’inversione di tendenza. L’analisi conferma il fenomeno dell’internazionalizzazione della domanda turistica ma la Sardegna attrae una quota di stranieri inferiore alla media nazionale. Resta il male della stagionalità: il 14% dei turisti italiani ha visitato l’isola al di fuori del periodo giugno-settembre contro il 22% degli stranieri. Tra l’altro i turisti stranieri che spendono più degli italiani, (94 euro al giorno contro 61), sono un veicolo per la promozione dei prodotti agroalimentari.
Servizi pubblici. La spesa corrente pro capite delle amministrazioni locali è di 1.270 euro contro i 1.070 della media nazionali, (996 euro al Sud). La spesa nell’isola è in crescita, (+1,1% nell’ultimo anno ma nell’ultimo lustro era salita del 3,6%). Aumenta la spesa sanitaria: 1.768 euro per abitante, 81 euro in più della media. Ospedali. E’ importante l’indicatore sulla mobilità ospedaliera interregionale: il tasso di viaggi dall’isola verso ospedali della penisola presenta uno dei valori più bassi (5,3%) ma in aumento dell’1,2%. Conclusione. Le parole chiave del Crenos per il futuro sono turismo, ambiente, agroalimentare e information technologiy che si contrappongono al malfunzionamento delle istituzioni, l’inadeguatezza del capitale umano e la carenza delle infrastrutture. L’intervento pubblico non può creare il mercato né suscitare lo spirito d’impresa ma deve costruire un contesto favorevole.
 
LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di sabato 31 marzo 2014
Sardegna – pagina 8
patto di stabilità
Paci: «Conta la credibilità della Regione»
 
CAGLIARI Raffaele Paci è intervenuto ieri alla presentazione del Rapporto Crenos: «Mi piacerebbe intervenire da economista ma sono qui a rappresentare quella politica buona senza la quale non si va da nessuna parte». Inevitabile il tema del Patto di stabilità per il quale solo il giorno prima sono state cambiate le regole. L’assessore alla Programmazione ha ribadito che «restiamo dentro al Patto» ma con il solo obbligo del pareggio di bilancio. L’isola contribuirà al risanamento della finanza pubblica, (attraverso gli accantonamenti), ma potrà spendere le altre risorse liberamente. «I pilastri dell’azione di governo», ha detto Paci, «sono l’istruzione e la buona amministrazione che deve quindi semplificare le procedure». Quello che conta - è la tesi di Paci - è la credibilità delle istituzioni. «Con il governo non abbiamo firmato niente», afferma l’assessore, «mica dobbiamo andare dal notaio. C’è un comunicato ufficiale su carta intestata Palazzo Chigi e questo basta». La giunta - dice Paci - si è rapportata al governo in modo diverso partendo dall’analisi e dai grafici: «Abbiamo usato il metodo Crenos», spiega l’assessore al Bilancio, «e il governo ha riconosciuto la nostra credibilità». Il modello di accordo seguito per la Sardegna dovrebbe essere riproposto alle altre regioni speciali, a cominciare dalla Valle d’Aosta. In realtà, Trento e Bolzano hanno già sperimentato il cambio delle regole che è stato proposto alla Sardegna per il 2015. «Ora dipende da noi», conclude l’assessore, «ogni euro che riusciremo a risparmiare potrà essere adoperato per gli investimenti».
 
LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di sabato 31 maggio 2014
Sardegna – pagina 8
Imprese di successo: «Noi restiamo qui»
Imprenditori dell’alimentare e del manifatturiero: «Lavoriamo bene, nell’isola c’è molto ingegno»
 
CAGLIARI Chi ha detto che i sardi non sono ingegnosi e non sanno fare impresa? E’ un luogo comune che Vito Gulli di As Do Mar vuole sfatare. E racconta la storia dell’impresa che lavora il tonno a Olbia e che, fortunatamente, non ha alcuna intenzione di delocalizzare l’azienda. «Dieci anni fa abbiamo deciso di effettuare un investimento basandoci su uno dei vecchi mestieri: pulire il pesce non è facile come sembra e qui lo sanno fare bene». Per il tonno - spiega Vito Gulli - ci sono solo due aziende al mondo che costruiscono le macchine adatte all’industria, attrezzature che non sono in vendite ma vengono date solo in leasing. «Noi siamo riusciti, grazie all’ingegno dei sardi, e farci costruire delle macchine a nostra misura, partendo dall’industria del sigaro e del tabacco». Gulli, genovese, è un sostenitore dell’assunto che ognuno debba fare il proprio mestiere: «Noi facciamo impresa e i politici non devono fare impresa. E tra noi c’è il cittadino: senza i consumatori si ferma tutto. Adesso, con questa contingenza, ci basterebbe tornare ai livelli di consumo di qualche anno fa». Da questo punto di vista l’imprenditore di As Do Mar sfata anche il mito della decrescita felice: «Ci può essere una crescita felice basta che sia fatta nell’ambito di equilibrio». La ricetta dice anche che l’export è importante ma non ci si può attendere miracoli: «Il pronto soccorso nostro devono essere i consumi interni da rilanciare». Richieste alla politica? Trasporto merci (a dir poco carente) e metano. E i sardi, antichi mestieri a parte, dovrebbero lavorare di più insieme. L’altra testimonianza dal mondo delle imprese è venuta da Usvaldo Paris dell’Antica Fornace Villa di Chiesa nella piana di Ottana. «Abbiamo 130 lavoratori tutti sardi che producono guarnizioni di gomma. La produzione è tutta esportata dall’isola: al 70 per cento va all’estero e il restante trenta nella penisola». Cerchietti di gomma per gli orologi, guarnizioni per i rubinetti. «Sapete quanto è l’assenteismo»? chiede Paris. La risposta è che arriva al massimo al due per cento, un tasso fisiologico. «Nel giro di sette, otto anni», afferma Paris, «possiamo raddoppiare lo stabilimento. In Sardegna si può lavorare meglio che a Bergamo».(a.f.)
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di sabato 31 maggio 2014
Prima pagina
Rapporto Crenos
ECONOMIA SARDA
SEMPRE IN AFFANNO
BENE IL TURISMO
OLIVIERI A PAGINA 18
 
Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
La Sardegna in maglia nera
Il Pil cala del 3.3%, i consumi delle famiglie del 3.5
RAPPORTO CRENOS. Sono 117 mila le persone senza lavoro, il tasso al 17,5%
 
Sardegna ancora in affanno. Tanto più se il confronto è con l’Europa. Ragionando in termini di Pil, l’Isola precipita in 190esima posizione su 272 regioni del Vecchio continente. Il Prodotto interno lordo sardo è sceso, nel 2012, del 3,3% rispetto all’anno precedente, dopo un triennio in cui era rimasto quasi costante, a differenza del resto d’Italia: per l’esattezza, tocca i 17.500 euro per abitante contro una media nazionale di 23.300. Sotto tono i consumi pro capite delle famiglie: dopo la leggera flessione del 2011, segnano nel 2012 un preoccupante calo (-3,5% rispetto all’anno) di poco inferiore al 4,2% nazionale. A tutto questo si aggiunge una disoccupazione ai massimi, di molto superiore alla media nazionale.
Sono questi i dati più preoccupanti che emergono dal 21esimo rapporto Crenos sull’economia dell’isola presentato ieri nell’aula magna della facoltà di Ingegneria. L’unica nota positiva arriva dal comparto delle vacanze: la presenza di turisti cresce, soprattutto grazie agli stranieri.
L’OCCUPAZIONE Male invece il lavoro: la Sardegna presenta nel 2013 un tasso di disoccupazione del 17,5%, in aumento di due punti rispetto al 2012, per complessivi 117mila disoccupati. Preoccupa pure il dato sullo scoraggiamento, vale a dire l’entità dei potenziali lavoratori che non sono alla ricerca di un lavoro ma che lo accetterebbero se venisse loro offerto. Nel 2013, ben 247mila potenziali lavoratori sardi soffrono della mancanza di un’occupazione, soprattutto uomini (+12% tra il 2007 e il 2013 contro i 3 punti per le donne). I rapporto registra un aumento dei lavoratori scoraggiati da circa 88mila unità nel 2004 a 130 mila nel 2013 e un’incidenza che passa dal 12,7% al 19,5%, di gran lunga superiore al dato nazionale ma inferiore a quello del Mezzogiorno.
L’ISTRUZIONE La crisi ha colpito maggiormente i lavoratori meno istruiti per i quali la disoccupazione cresce dal 2007 di 11,5 punti percentuali, mentre per i più istruiti l’aumento è stato del 2,9%. Nel 2013 il tasso di disoccupazione regionale di chi possiede un diploma di licenza media è pari al 21,5%, mentre chi ha conseguito una laurea, un master o un dottorato è pari al 9,7%. «I laureati», commenta il rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, «trovano occupazione in minor tempo rispetto ai non laureati».
I TRASPORTI Non bene nemmeno i trasporti: l’utilizzo di mezzi pubblici e soprattutto delle ferrovie è di gran lunga sotto la media nazionale. «Stiamo lavorando», ha detto l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci «sono certo che la Sardegna possa riprendere la crescita».
IL TURISMO Per quanto riguarda il comparto turistico, i numeri, oltre a registrare un forte incremento rispetto all’anno precedente, evidenziano una sempre più massiccia presenza di stranieri. Con due vantaggi: destagionalizzazione e maggiore capacità di spesa rispetto agli italiani. Sebbene la Sardegna attragga una quota di stranieri inferiore alla media nazionale (41 contro il 47%), la domanda dall’estero cresce più velocemente rispetto ai concorrenti del turismo balneare, come Sicilia, Puglia, Calabria e Corsica.
I COMMENTI «C’è ancora da fare, lo ammetto», sottolinea Paci, «ma da questo rapporto arrivano segnali interessanti. L’industria è un settore sempre esportatore e l’agricoltura resta la carta vincente, perché noi dobbiamo puntare su ambiente, agroindustria, turismo: cioè su quei settori che rappresentano i nostri vantaggi naturali e ci potranno permettere di crescere di più».
Ma l’accento ricade sull’istruzione. «La qualità della formazione», osserva Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli, «è fondamentale. In Sardegna, c’è una situazione molto particolare, perché dalla seconda elementare la valutazione della qualità dell’istruzione registra livelli superiori al resto d’Italia, ma la situazione precipita a partire dalla prima media, mostrando un vero e proprio declino». Secondo Gavosto «solo una scuola di qualità può garantire una crescita economica consistente e preparare a sfide in settori strategici come il turismo. In Sardegna», conclude «c’è un aumento di laureati e diplomati, ma è un andamento troppo lento». E non sufficiente.
Lanfranco Olivieri
 

 
ANSA
 
(ANSA) - CAGLIARI, 30 MAG - Sardegna ancora in ritardo rispetto all’Europa: perde Pil e scivola alla 190/a posizione su 272 regioni del vecchio continente. È uno dei dati più preoccupanti che emergono dal 21/o rapporto Crenos sull’economia dell’isola.
Male il lavoro: nel 2013 un tasso di disoccupazione del 17,5%, in aumento di due punti rispetto al 2012. Su infrastrutture, istruzione e innovazione l’isola è al 222/o posto. Dati interessanti, invece, per il turismo, l’industria e l’agricoltura.
 

 
L’UNIONE SARDAon line
 
E’ uno dei dati più preoccupanti che emergono dal 21/o rapporto Crenos sull’economia dell’isola presentato oggi nell’aula magna della facoltà di Ingegneria. Male il lavoro: la Sardegna presenta nel 2013 un tasso di disoccupazione del 17,5, in aumento di due punti rispetto al 2012 per complessivi 117mila disoccupati. Su istituzioni, infrastrutture, istruzione e innovazione l’isola è al 222/o posto nelle regioni europee. E’ sedicesima in Italia davanti a Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata. Non bene anche nei trasporti: utilizzo di mezzi pubblici e soprattutto delle ferrovie di gran lunga sotto la media nazionale. "Stiamo lavorando - ha detto l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci - sono certo che la Sardegna possa riprendere la crescita. I dati sull’industria sono molto interessanti, così come quelli dell’agricoltura". A parziale consolazione emerge il fatto che le donne e in genere chi ha un grado di istruzione più elevato affronta la crisi con minori difficoltà. Nel 2013 il tasso di disoccupazione regionale di chi possiede un diploma di licenza media è pari al 21,5%, mentre chi ha conseguito una laurea, un master o un dottorato è pari al 9,7%. "I laureati - questo il commento del rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis - trovano occupazione in minor tempo rispetto ai non laureati". Per quanto riguarda il comparto turistico i numeri, oltre a registrare un forte incremento rispetto all’anno precedente, evidenziano una sempre più massiccia presenza di stranieri. Con due vantaggi: destagionalizzazione e maggiore capacità di spesa rispetto agli italiani. Sebbene la Sardegna attragga una quota di stranieri inferiore alla media nazionale (41 contro il 47%), la domanda dall’estero cresce più velocemente rispetto ai competitor del turismo balneare Sicilia, Puglia, Calabria e Corsica.
Venerdì 30 maggio 2014 12:51
 

 

 

 
Cala il Pil, cresce la disoccupazione. È un quadro a tinte fosche quello tracciato dal ventesimo rapporto Crenos sull’economia in Sardegna presentato oggi a Cagliari. Dal 2007 al 2012 il tasso di disoccupazione è cresciuto del 62,3 per cento e il prodotto interno lordo è calato di due punti percentuali rispetto alla media europea.
 
Una situazione generale definita dagli esperti del Centro ricerche economiche nord sud “particolarmente critica”, con gli indicatori di crescita, reddito e consumi che confermano la stagnazione come a livello nazionale. E se migliora l’accesso al mondo del lavoro da parte delle donne in settori come i servizi alle persone, non rallenta l’incremento del ricorso alla cassa integrazione (+600 per cento rispetto al 2007), inoltre arranca anche il turismo che, pur aumentando la capacità ricettiva, sconta il decremento dei flussi nazionali.
 
"Al di là delle carenze infrastrutturali, che pure sono importanti - ha spiegato ai giornalisti Giovanni Sulis, uno dei curatori del Rapporto - in Sardegna esiste un problema di scarsa dotazione di capitale umano specializzato. Inoltre occorre fare ancora diversa strada sul campo della ricerca e innovazione, in questi settori è ancora troppo bassa la spesa pubblica rispetto al Pil: dallo 0,05 per cento del 2007 allo 0,12 per cento del 2012, mentre quella privata è quasi pari allo zero (0,06 per cento)". Riguardo le prospettive per la seconda metà del 2013 e per il 2014, la ripresa economica in Sardegna appare insignificante e quindi si prevede un altro periodo di stagnazione. In particolare, guardando ai fattori di crescita e sviluppo per il futuro, il Crenos registra "indicatori economici peggiori rispetto a quelli medi italiani che, a loro volta, risultano peggiori rispetto alle medie europee".
 
"Siamo dentro una crisi dalla quale si fa fatica a uscire", ha confermato il direttore del Crenos Stefano Usai, l’isola si porta dietro forti criticità di un comparto produttivo che va ristrutturato e ricostruito". Per Usai, tuttavia, la luce fuori dal tunnel si riesce a vedere soprattutto grazie alla indicazioni dell’Unione europea e del governo, perché "sembra che non si parli più solo di austerità, ma anche di crescita e di sviluppo".
 

 
Articolo pubblicato il 30 maggio 2014
 
Sardegna ancora in ritardo rispetto all’Europa: perde il Pil e scivola alla 190/a posizione su 272 regioni del vecchio continente. È uno dei dati più preoccupanti che emergono dal 21/o rapporto Crenos sull’economia dell’isola presentato oggi nell’aula magna della facoltà di Ingegneria. Male il lavoro: la Sardegna presenta nel 2013 un tasso di disoccupazione del 17,5, in aumento di due punti rispetto al 2012 per complessivi 117mila disoccupati.
 
Su istituzioni, infrastrutture, istruzione e innovazione l’isola è al 222/o posto nelle regioni europee. E’ sedicesima in Italia davanti a Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata. Non bene anche nei trasporti: utilizzo di mezzi pubblici e soprattutto delle ferrovie di gran lunga sotto la media nazionale. “Stiamo lavorando – ha detto l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci – sono certo che la Sardegna possa riprendere la crescita. I dati sull’industria sono molto interessanti, così come quelli dell’agricoltura”. A parziale consolazione emerge il fatto che le donne e in gente chi ha un grado di istruzione più elevato affronta la crisi con minori difficoltà. Nel 2013 il tasso di disoccupazione regionale di chi possiede un diploma di licenza media è pari al 21,5%, mentre chi ha conseguito una laurea, un master o un dottorato è pari al 9,7%. “I laureati – questo il commento del rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis – trovano occupazione in minor tempo rispetto ai non laureati”.
 
Per quanto riguarda il comparto turistico i numeri, oltre a registrare un forte incremento rispetto all’anno precedente, evidenziano una sempre più massiccia presenza di stranieri. Con due vantaggi: destagionalizzazione e maggiore capacità di spesa rispetto agli italiani. Sebbene la Sardegna attragga una quota di stranieri inferiore alla media nazionale (41 contro il 47%), la domanda dall’estero cresce più velocemente rispetto ai competitors del turismo balneare Sicilia, Puglia, Calabria e Corsica.
 

 
Alguer.it
 
CAGLIARI - «Abbiamo portato al centro del governo della Regione le regole che avevamo quando, prima Francesco Pigliaru poi io, eravamo direttori del “Crenos”: rigore e analisi delle fonti per individuare le politiche necessarie”. L’assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci ha voluto aprire così il suo intervento alla presentazione del rapporto Crenos, ora diretto da Stefano Usai, sull’economia della Sardegna. Ha voluto sottolineare la continuità tra le due esperienze anche rispetto a un altro tema centrale di questa amministrazione: l’importanza dei fattori immateriali, della qualità dell’istruzione prima di tutto.
 
«Ci hanno accusato – ha detto – di usare il buon senso per amministrare. E’ vero e non ce ne vergogniamo affatto, e lo decliniamo con trasparenza e rigore». Poi è passato ad analizzare il risultato ottenuto ieri al tavolo con il governo con l’abolizione del vincolo del patto di stabilità a partire dal prossimo 1 gennaio. «E’ il frutto – ha proseguito – di un confronto, a tratti anche duro, ma sempre improntato sulla leale collaborazione che deve sempre caratterizzare le amministrazioni pubbliche. Per questo siamo riusciti a trovare una soluzione di equilibrio che rappresenta la soluzione strutturale della gestione del bilancio per la Sardegna. C’è sempre stata fiducia reciproca». Del resto, la Sardegna si sta riconquistando credibilità, affidabilità, fiducia con l’azione di governo di questa Giunta. «Prima eravamo fuori da tutti i tavoli di confronto sui costi standard – ha dichiarato Paci - e siamo arrivati al continuo aumento del costo della sanità, solo perché era fuori dal patto di stabilità e quindi non avevamo i giusti incentivi per renderla più efficiente, sempre garantendo i servizi per cittadini . Ora taglieremo gli sprechi e aumenteremo la qualità dei servizi anche nel mondo della salute. E i soldi risparmiati potranno alimentare investimenti per la crescita».
 
Il prossimo passo della Giunta sono le riforme. Paci le ha ricordate: «Quella della pubblica amministrazione prima di tutto, della macchina regionale, degli enti e delle agenzie. Poi quella degli enti territoriali. E ancora: piano urbanistico, ciclo completo dall’acqua, piano energetico». Ed a proposito delle recenti polemiche sul metano, ha rilanciato il suo slogan: «Vogliamo il gas, non il “Galsi”». L’assessore Paci ha concluso con una nota di ottimismo: «Ci sono segnali di una ripresa graduale dell’economia nazionale. Anche la Sardegna saprà sfruttarla. Sono certo che nei prossimi anni il rapporto Crenos potrà mostrarci qualche risultato positivo».
 

 
Sassarinotizie
31/05/2014
di Michele Spanu | Twitter: @MicheleSpanu84
 
CAGLIARI. L’economia della Sardegna è ancora ferma al palo: una ripresa reale del prodotto interno lordo può arrivare solo a partire dal 2015. Sono queste le conclusioni emerse nel 21° rapporto Crenos sull’economia della Sardegna presentato ieri a Cagliari. Secondo il rapporto l’isola è incapace di sfruttare al meglio le potenzialità del territorio e delle risorse umane a disposizione e continua a perdere posizioni in Europa e in Italia. In particolare il malfunzionamento delle istituzioni e la carenza di infrastrutture materiali e immateriali rappresentano ancora delle barriere insormontabili per uno sviluppo virtuoso e duraturo. Il Crenos, Centro ricerche economiche Nord Sud (costituito dalle due università di Cagliari e Sassari) ora diretto da Stefano Usai indica nel turismo, nell’ambiente e nell’information technology le parole chiave per il futuro rilancio economico della Sardegna. Un segnale positivo arriva già da oggi dal settore alimentare, considerato strategico per l’economia regionale e che, secondo il Crenos, si dimostra capace di cogliere tutte le opportunità rappresentate dai mercati esteri: è diventato il terzo settore sia per il valore delle esportazioni (+10% rispetto al 2012) sia per il saldo della bilancia commerciale.
 
L’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Paci, ha commentato il rapporto affermando che la Sardegna sta riconquistando credibilità, affidabilità, fiducia con l’azione di governo di questa giunta. “Prima eravamo fuori da tutti i tavoli di confronto sui costi standard – ha detto Paci - e siamo arrivati al continuo aumento del costo della sanità, solo perché era fuori dal patto di stabilità e quindi non avevamo i giusti incentivi per renderla più efficiente, sempre garantendo i servizi per cittadini. Ora taglieremo gli sprechi e aumenteremo la qualità dei servizi anche nel mondo della salute. E i soldi risparmiati potranno alimentare investimenti per la crescita”. Il prossimo passo della giunta sono le riforme. Paci le ha ricordate: “Quella della pubblica amministrazione prima di tutto, della macchina regionale, degli enti e delle agenzie. Poi quella degli enti territoriali. E ancora: piano urbanistico, ciclo completo dall’acqua, piano energetico”. E a proposito delle recenti polemiche sul metano ha rilanciato il suo slogan: “Vogliamo il gas, non il Galsi”. L’assessore Paci ha concluso con una nota di ottimismo: “Ci sono segnali di una ripresa graduale dell’economia nazionale. Anche la Sardegna saprà sfruttarla. Sono certo che nei prossimi anni il rapporto Crenos potrà mostrarci qualche risultato positivo”.
 

 
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Economia
 
«Abbiamo portato al centro del governo della Regione le regole che avevamo quando, prima Francesco Pigliaru poi io, eravamo direttori del Crenos: rigore e analisi delle fonti per individuare le politiche necessarie», ha detto Raffaele Paci, sottolineando la continuità tra le due esperienze anche rispetto a un altro tema centrale di questa amministrazione: l’importanza dei fattori immateriali, della qualità dell’istruzione prima di tutto.
«Ci hanno accusato - ha aggiunto l’assessore Paci - di usare il buon senso per amministrare. E’ vero e non ce ne vergogniamo affatto, e lo decliniamo con trasparenza e rigore». Poi ha analizzato il risultato ottenuto ieri al tavolo con il governo sul patto di stabilità.
«E’ il frutto - ha detto - di un confronto, a tratti anche duro, ma sempre improntato sulla leale collaborazione che deve sempre caratterizzare le amministrazioni pubbliche. Per questo siamo riusciti a trovare una soluzione di equilibrio che rappresenta la soluzione strutturale della gestione del bilancio per la Sardegna. C’è sempre stata fiducia reciproca.»
«Prima eravamo fuori da tutti i tavoli di confronto sui costi standard - ha detto ancora Paci - e siamo arrivati al continuo aumento del costo della sanità, solo perché era fuori dal patto di stabilità e quindi non avevamo i giusti incentivi per renderla più efficiente, sempre garantendo i servizi per cittadini. Ora taglieremo gli sprechi e aumenteremo la qualità dei servizi anche nel mondo della salute. E i soldi risparmiati potranno alimentare investimenti per la crescita.»
Il prossimo passo della Giunta sono le riforme. Paci le ha ricordate: «Quella della pubblica amministrazione prima di tutto, della macchina regionale, degli enti e delle agenzie. Poi quella degli enti territoriali. E ancora: piano urbanistico, ciclo completo dall’acqua, piano energetico». E a proposito delle recenti polemiche sul metano ha rilanciato il suo slogan: «Vogliamo il gas, non il Galsi».
L’assessore Paci ha concluso con una nota di ottimismo: «Ci sono segnali di una ripresa graduale dell’economia nazionale. Anche la Sardegna saprà sfruttarla. Sono certo che nei prossimi anni il rapporto Crenos potrà mostrarci qualche risultato positivo».
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di giovedì 29 maggio 2014
Economia (Pagina 19 - Edizione CA)
CRENOS. Domani il rapporto
Le imprese sarde cercano la strada per poter ripartire
 
Qual è l’eredità che due consecutive recessioni hanno consegnato al sistema economico regionale? Quali sono i settori produttivi che si comportano meglio e su cui puntare? In quali campi è utile che si concentri l’azione politica? A queste e ad altre domande si propone di rispondere il rapporto del Crenos sull’economia della Sardegna, giunto alla ventunesima edizione, fornendo così un contributo informativo sull’andamento dell’economia isolana e un strumento di valutazione delle decisioni di politica economica. L’appuntamento è per domani alle 10 nell’aula magna della facoltà di ingegneria a Cagliari.
L’ANALISI Come ogni anno sarà presentata un’analisi strutturale sulle tendenze dell’economia regionale, concentrando l’attenzione sulle principali variabili macroeconomiche, sul mercato del lavoro, sul settore turistico, sui servizi pubblici e sui fattori di competitività e di sviluppo. Quest’anno, pur confermando la stessa struttura delle precedenti edizioni, il contenuto di ciascun capitolo viene reso coerente con il dibattito economico attuale e si arricchisce di nuovi contributi tra i quali l’analisi sul tessuto imprenditoriale sardo, sul fenomeno dello scoraggiamento nel mercato del lavoro e sui possibili costi dell’insularità. ( lan. ol. )
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di lunedì 26 maggio 2014
Cronaca di Cagliari (Pagina 41 - Edizione CA)
Economia nell’Isola
RAPPORTO CRENOS
 
Sarà il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, l’ospite chiamato quest’anno a commentare il tradizionale Rapporto Crenos sull’economia della Sardegna. L’appuntamento con la 21ª edizione, è per venerdì alle 10 nell’aula magna della Facoltà di Ingegneria in via Marengo.
Alla presentazione del Rapporto parteciperà, per la prima volta in veste di presidente della Regione, anche Francesco Pigliaru, in passato direttore del Centro ricerche economiche nord sud Crenos, oggi guidato da Stefano Usai. Ha coordinato il lavoro di ricerca e studio Fabio Cerina, ricercatore di Politica economica.
 

Alguer.it
Rapporto Crenos, Pigliaru torna in cattedra
Il ruolo della Regione Sardegna rispetto al Rapporto del Crenos sull´economia sarda. Appuntamento venerdì 30 maggio nell´Università di Cagliari. Interverrà il governatore Pigliaru
 
CAGLIARI - Qual è l’eredità che due consecutive recessioni hanno consegnato al nostro sistema economico regionale? Come si colloca la nostra Regione in ambito europeo e italiano con riferimento al reddito e ad altri fattori di sviluppo economico e sociale? Quali sono i settori produttivi che si comportano meglio e quali quelli su cui puntare per competere ad armi pari nel mercato globale? In quali campi è utile che si concentri l’azione di policy delle autorità regionali di politica economica?
 
A queste – e ad altre domande – si propone di rispondere il Rapporto del CRENoS sull’Economia della Sardegna, giunto alla ventunesima edizione, fornendo così un importante contributo informativo sull’andamento dell’economia isolana e un valido strumento di valutazione delle decisioni di politica economica. L’appuntamento per la presentazione è per venerdì 30 maggio alle 10 nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria (via Marengo, Piazza d’Armi) a Cagliari.
 
Come ogni anno sarà presentata un’analisi strutturale sulle tendenze dell’economia regionale, concentrando l’attenzione sulle principali variabili macroeconomiche, sul mercato del lavoro, sul settore turistico, sui servizi pubblici e sui fattori di competitività e di sviluppo. Quest’anno, pur confermando la stessa struttura delle precedenti edizioni, il contenuto di ciascun capitolo viene reso coerente con il dibattito economico attuale e si arricchisce di nuovi contributi tra i quali l’analisi sul tessuto imprenditoriale sardo, sul fenomeno dello scoraggiamento nel mercato del lavoro, un’indagine sui possibili costi dell’insularità in termini di trasporti interni e una comparazione fra la nostra economia regionale e le altre regioni europee, attraverso l’analisi di un ricco set di variabili che influenzano la competitività e lo sviluppo regionale.
 
Il rapporto sarà presentato da Fabio Cerina (CRENoS), che ha coordinato il lavoro di ricerca. Interverranno ai lavori: Andrea Gavosto dell’Università degli Studi di Torino e Fondazione Agnelli; Vito Gulli di As Do Mar; di Usvaldo Paris di Antica Fornace Villa di Chiesa; Francesco Pigliaru, presidente della Regione Autonoma della Sardegna.
 

 

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