Il museo Nivola di Orani lancia l’allarme: "Chiudiamo per i tagli della Regione"
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L’Unione Sarda di domenica 16 febbraio 2014 / Cronaca di Nuoro (Pagina 57 - Edizione CA)
«UN MUSEO DA SALVARE»
Per il Nivola appello dei rettori degli atenei sardi
ORANI. In campo anche Licht, curatore della Collezione Guggenheim
Il dimezzamento dei fondi regionali fa temere il peggio per il museo Nivola, oasi culturale che guarda lontano seguendo i percorsi d’arte e di vita dello scultore che spaziano da Orani a New York. Lo spettro della chiusura dopo la recente denuncia fatta dal presidente della Fondazione, Giulio Chironi, suscita crescente preoccupazione nel mondo culturale, pronto a mobilitarsi per salvare il museo. In prima fila i rettori delle università sarde e Fred Licht, curatore emerito della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, che avverte: «Il deperimento di un museo chiuso è rapidissimo e una riapertura diventa ardua e costosa».
L’APPELLO «Il museo - sottolinea Licht - funziona per la presentazione e conservazione di opere d’arte. E anche se non fosse per l’alta qualità della collezione permanente e le esposizioni temporanee la pronosticata chiusura sarebbe una grave perdita». Il museo racconta una storia importante: «la vita e l’opera di Nivola - nota Licht - evidenziano un destino prettamente sardo e interpretano un nuovo equilibrio fra la politica, le tradizioni, la personalità della Sardegna alle prese con le esigenze di un momento storico carico di tutto il bene e tutto il male della nostra epoca». Secondo Licht il museo Nivola potrebbe essere palestra per talenti in erba che in Sardegna sarebbero più numerosi che in altre regioni d’Italia. E poi è una ottima scommessa da giocare fino in fondo nell’ambito del turismo culturale. Cita un esempio: «Ai tempi di re Ludwing di Baviera il governo si ribellava alle spese dovute alla costruzione di chateaux . Dal 1900 questi chateaux sono una sorgente considerevole di guadagni per lo Stato».
ATENEI SARDI «Auspichiamo che la giunta regionale riveda al più presto una decisione che si configura come un attacco gravissimo al cuore della cultura e dell’economia della Sardegna». Lo scrivono Giovanni Melis e Attilio Mastino, rettori rispettivamente delle università di Cagliari e Sassari. Firmano un appello congiunto esprimendo «viva preoccupazione», non solo per la perdita di posti di lavoro che la chiusura del museo implicherebbe, ma soprattutto per la «gravità del colpo che verrebbe inferto al patrimonio culturale regionale e nazionale». Il centro di Orani - sottolineano - «costituisce un elemento prezioso nel panorama museale sardo». Il taglio dei fondi - aggiungono - «vanifica i precedenti atti di sostegno da parte della Regione e, di fatto, ne compromette la stessa esistenza». In ogni caso - concludono i due rettori - sarebbe un colpo pesante per Orani ma anche per tutta l’Isola.
Marilena Orunesu
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La Nuova Sardegna di domenica 16 febbraio 2014
Prima Pagina
L’appello dei Rettori
Le due Università della Sardegna hanno appreso con viva preoccupazione la notizia del taglio dei finanziamenti alla Fondazione Nivola, e della probabile chiusura del Museo Nivola di Orani che ne sarebbe inevitabile conseguenza. La preoccupazione nasce non solo dal fatto – pur importantissimo – della prospettata perdita di posti di lavoro e della scomparsa di una istituzione cruciale per lo sviluppo di un’economia locale sostenibile nella Sardegna interna, ma anche e soprattutto dalla gravità del colpo che verrebbe inferto al patrimonio culturale regionale e nazionale. Costantino Nivola, figura di primo piano nel panorama artistico di metà Novecento incentrato sulla ricerca di un rapporto tra arte e architettura, collaboratore di maestri del Modernismo come Marcel Breuer, Eero Saarinen, i BBPR, amico di personaggi chiave dell’arte mondiale come Le Corbusier e Walter Gropius, Jackson Pollock e Willem de Kooning, è uno scultore il cui ruolo nel contesto internazionale degli anni Cinquanta e Sessanta si va rivelando col tempo e col progredire degli studi sempre più significativo. La sua attività come direttore artistico dell’Olivetti nella Milano degli anni Trenta, quindi – dopo il trasferimento a New York, in fuga dalla polizia fascista - la direzione di riviste come Interiors e Progressive Architecture, l’approdo alla scultura con l’invenzione della tecnica del sandcasting, le grandi realizzazioni per l’architettura, fino alle monumentali sculture archetipiche in marmo e in bronzo, sono altrettante tappe di un itinerario di straordinaria ricchezza e interesse. Al di là della sua stessa rilevanza artistica, l’opera di Nivola rappresenta per la Sardegna e i Sardi un esempio significativo di come attaccamento alle radici e proiezione internazionale possano felicemente coesistere; di come l’esperienza del paese e quella della metropoli possano, insieme, aprire nuovi orizzonti al pensiero e alla creatività. In un mondo sempre più globalizzato, nel quale è fondamentale mantenere l’eredità delle radici, la vicenda di questo artista si offre come esempio e materia di riflessione per tutti, ma soprattutto per i giovani che iniziano ora il loro cammino formativo.
Il museo Nivola di Orani costituisce oggi un elemento prezioso nel panorama museale sardo. Custode di una collezione di alta qualità, acquisita anche grazie alla generosità degli eredi dell’artista, si è accresciuto nel tempo nonostante un budget ridotto al minimo e grazie all’entusiasmo di staff e organi direttivi che nella nuova amministrazione hanno volontariamente rinunciato agli emolumenti destinati per statuto. Nel 2012, grazie al supporto finanziario della Regione, è stato inaugurato un ampio spazio espositivo che ha consentito la collocazione di una nuova serie di opere e che avrebbe permesso l’avvio di una programmazione di mostre ed eventi. La decisione di decurtare i finanziamenti del museo di oltre il 50% vanifica i precedenti atti di sostegno da parte della Regione e, di fatto, ne compromette la stessa esistenza. Le conseguenze che questo avrebbe non solo per Orani ma per tutta l’Isola, in un momento critico come l’attuale, sono troppo evidenti perché ci si debba soffermare su di esse. Auspichiamo che la Giunta regionale riveda al più presto una decisione che si configura come un attacco gravissimo al cuore della cultura e dell’economia della Sardegna.
Giovanni Melis Attilio Mastino
Rettore dell’Università di Cagliari Rettore dell’Università di Sassari
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(ic)