A Cagliari la seconda edizione dal 3 al 6 maggio
03 May 2013

festival di filosofia 2013 a cagliari dal 3 al 6 maggio

Dal 3 al 6 maggio 2013, nella Sala grande del Teatro Massimo di Cagliari, si svolge il 2º Festival di Filosofia organizzato dal Teatro Stabile della Sardegna in collaborazione con l’Ateneo di Cagliari. L’edizione 2013, sempre a cura dei docenti universitari Roberta De Monticelli (San Raffaele) e Pier Luigi Lecis (Cagliari) si intitola "L’avventura d’esser sé - identità, verità e finzione".
 
Dopo i Karamazov, quest’anno è Peer Gynt il punto di incontro fra teatro e filosofia. Pochi testi teatrali sono tanto ricchi di temi intorno ai quali lasciare che si intreccino liberamente i dialoghi dei filosofi quanto lo è questo "poema di idee", fantasmagorico e sconfinato. Una fenomenologia dello spirito errante, un Bildungsroman, una parodia della modernità tutta intera, una drammaturgia degli "stadi sul cammino della vita", un elogio della follia e una psicanalisi della ragione, un’odissea del ritorno alla casa materna, una salvifica e disperata teologia del femminino : questo e molto altro è il Peer Gynt, capolavoro assoluto che sfugge alla classificazione dei generi come vi sfugge da sempre la "poesia delle idee", secondo la lucida definizione dello stesso Ibsen. Lo diceva già James Joyce, di Ibsen: "Ci si deve chiedere se qualche altro uomo in età moderna abbia avuto un tale dominio sul mondo intellettuale".
 
Ecco allora il filo conduttore dei dialoghi filosofici proposti quest’anno. Cos’è, infine, questo sé di cui Socrate chiedeva alla filosofia la conoscenza? Forse si viene a teatro proprio per cercarla, questa conoscenza, per farsi sfogliare strato dopo strato come una cipolla - questa metafora dell’anima di Peer . Se la sera è buona si riporta a casa il dubbio gyntiano: c’è un nocciolo, o non c’è, di ciò che siamo? Il filosofo parla in generale, eppure il dubbio non è solo teorico. Salvi, siamo, in una nostra identità che dura attraverso il tempo, o siamo solo un fascio di vissuti senza consistenza, come materia assemblata dal caso, stagno da rifondere nella cucchiaia, come "un bottone che doveva risplendere sul vestito del mondo", ma gli mancò il picciolo? Ci è riuscito o no di azzeccare la nostra vocazione, ci è riuscito, semplicemente, di diventare individui autonomi, coerenti e responsabili? Se ci si guarda intorno, in questo nostro paese di consorterie e conformismi, di populismi e particolarismi, di mafie e brigantaggio, viene da pensare che questo fine è ben di rado raggiunto. Ci vorrebbero fiumi di teatro e pensiero, per aiutare.

Come il giovane Peer inventore dei possibili, il pensiero (filosofico, poetico, teatrale....) vive soltanto immerso nel potenziale della giovinezza. Il pensiero ha bisogno dei ragazzi quanto loro hanno bisogno del pensiero: e anche questo, attraverso le grandi immagini dell’identità e della fedeltà o infedeltà a se stessi, è il senso che vogliamo dare non solo al laboratorio del teatro di questa stagione, ma anche al laboratorio del pensiero, che culmina quest’anno ai primi di maggio con il Festival di filosofia.

www.teatrostabiledellasardegna.it

(ic)

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