L'ex ministro Treu al convegno in facoltà di Studi umanistici
18 January 2013

Cagliari, 18 gennaio 2013 – “Per anni il diritto del lavoro si è occupato soltanto della protezione del lavoratore confidando nel fatto che l’economia sarebbe andata avanti senza fermarsi. Oggi non è più così, ma i primi scossoni della crisi risalgono a 25 anni fa”. Sono parole pronunciate ieri da Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro oggi senatore Pd, in un’affollata aula magna del Corpo aggiunto del polo universitario di Sa Duchessa. 

L’occasione era il convegno sulla riforma del lavoro organizzato dal Master di II livello in “Gestione dei processi di sviluppo umano e organizzativo”, diretto da Giorgio Sangiorgi, in collaborazione con AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) e Confindustria Sardegna Meridionale.
 
“L’Europa è malata – ha ammesso l’ex ministro – ma l’Italia è ferma da 10 anni. Se l’Europa facesse ciò che è stato scritto in tanti documenti, oggi avremmo una solidarietà forte tra Stati e tutti vivremmo meglio”. Riferendosi alla Riforma Fornero, Treu ha quindi aggiunto che “si tratta di una legge caricata di troppe aspettative: in realtà corregge alcune anomalie del mercato del lavoro”.
 
Ricostruendo il complesso iter parlamentare della norma oggetto di tante discussioni, ha quindi spiegato che la riforma si muove su una direzione di marcia dettata da alcune linee guida europee, adeguando pezzi importanti del sistema e trascurandone altri: “Una direzione molto intralciata da un sovraccarico di ideologia – ha detto – e un contesto pessimo dal punto di vista storico: nonostante tutto, la legge è stata approvata dalla più larga maggioranza parlamentare della storia repubblicana”.
 
E’ quindi emerso il piglio del docente: “Abbiamo centinaia di migliaia di rapporti di lavoro ‘falsi’: contratti di lavoro a progetto, a tempo determinato, il precariato diffuso. Sui contratti a termine siamo in linea con l’Ue, ma la differenza è che in Germania questo tipo di rapporto di lavoro si normalizza nel giro di un anno. Noi non lo trasformiamo: questo è il vero disastro”.
 
Altro punto preoccupante, secondo il senatore, è il mancato utilizzo dell’apprendistato per passare dalla scuola al mondo del lavoro: “Il 70% degli studenti tedeschi ne beneficia, con una formazione vera e incentivata dallo Stato. Bisogna crederci”.
 
“L’Europa punta sulla flex security – ha commentato – cioè l’equilibrio tra flessibilità e sicurezza del lavoratore: la nostra flessibilità è decente, ma non abbiamo alcuna sicurezza. Abbiamo casse integrazioni a vita, e tanta gente che non dispone di nulla”. Decisivo dunque il ruolo delle buone amministrazioni locali: “Il nostro è un Paese dove le buone pratiche, che pure ci sono, non si diffondono. Si può però riprendere la strada, sapendo della finanza invasiva, della disuguaglianza crescente, dei modelli di sviluppo non più validi. Ci vorranno almeno 5 anni, ma l’Italia deve decidere cosa fare, specie sulla politica industriale: in Ricerca e Sviluppo investiamo ancora un terzo di quanto facciano i Paesi più avanzati”.
 
Prima della relazione dell’ex ministro, dopo i saluti del presidente regionale di AIDP, Andrea Sorgia, il direttore del Master, Giorgio Sangiorgi, ha spiegato di aver organizzato l’incontro per sottrarre il tema ad un ambito di osservazione solamente giuridico: “Oggi una riforma è buona – ha dichiarato – se produce lavoro, se dà spazio alla soggettività, e così facendo fare stare un po’ meglio le persone. E se impatta su tutti”.
 
Gianfranco Bottazzi, ordinario di Sociologia, ha tenuto un articolato intervento: “Credo si tratti di una riforma pasticciata, un compromesso che alla fine scontenta tutti, pur partendo da intenti nobilissimi. Bisogna creare buona occupazione, in grado di generare pace sociale e reddito. Il modello di sviluppo su cui la Sardegna ha puntato è finito: bisogna pensare ad altro, occorre tornare all’economia reale, abbandonando quella di carta. Ma non si può vivere solo di agricoltura: non si può fare completamente a meno dell’industria”.
 
Alberto Scanu, presidente regionale di Confindustria, dopo aver sottolineato “l’importanza di parlare di questi temi in un’aula universitaria”, si è soffermato sulla recente vicenda dei tirocini con voucher regionali: “Un’ancora di salvezza per tanti ragazzi trasformata in un’occasione mancata. Il rischio è un utilizzo scorretto: l’azienda dovrebbe investire per poi utilizzare l’apprendistato per  inserire il giovane nel sistema. Ma molte delle figure ammesse dal bando sono forme di lavoro retribuite da tutti noi, quindi con una evidente distorsione”.
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - fotografie di Francesco Cogotti - tel. 070 6752216

Il senatore Tiziano Treu e il professor Giorgio Sangiorgi

Il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, e Andrea Sorgia (responsabile regionale Aidp)

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