Nel 1966 eseguì a Cagliari la prima pancolonscopia. La lectio magistralis di Alessandro Riva
09 June 2012

 

 
Cagliari, 9 giugno 2012 - La figura di Luciano Provenzale è stata ricordata questa mattina - a 100 anni dalla nascita e a 25 dalla morte - durante la seconda giornata dei lavori del Convegno di Storia della Medicina in Sardegna - organizzato dall’Ordine dei medici di Cagliari e dall’associazione Clemente Susini - da Alessandro Riva, professore emerito dell’Università di Cagliari e presidente dell’associazione Clemente Susini.
 
Provenzale, cardiochirurgo allievo di Pietro Valdoni, che fornì a Cagliari -oltre a Provenzale - una vera e propria scuola (ultimi allievi in ordine di tempo Sandro Tagliacozzo e Marino Cagetti) fu autore - nell'ospedale San Giovanni - nel ’66 di una pancolonscopia, fino ad allora mai eseguita al mondo. “Quell’intervento – ha detto Riva - gli valse una serie di riconoscimenti a livello internazionale, tra i quali nel 1986 il premio a New York della Società americana di endoscopia, e – nel 2000 – l’inserimento tra le 50 scoperte fondamentali nella gastroscopia degli ultimi 50 anni”.
 
Alla lezione del prof. Riva erano presenti – tra gli altri - il Preside Mario Piga e gli allievi di Provenzale, Salvatore Rocca Rossetti (fondatore della clinica urologica di Cagliari) invitato dal prof. Giuseppe Saba (Rocca Rossetti e Saba sono i primi allievi cattedratici di Provenzale, in ordine di tempo).
 
Al termine della lectio magistralis di Riva, è intervenuto Salvatore Rocca Rossetti, che ricordato l’amore per l’Isola di Luciano Provenzale e l’assenza – nel suo carattere – di invidia e gelosia: “Mi faceva eseguire interventi in base a ciò che avevo imparato all’estero – ha raccontato – prestandosi a farmi da aiuto, pur di apprendere anche lui le nuove tecniche”.
 
Luciano Provenzale (Penne 2 giugno 1912 - Cagliari 8 aprile 1987) si laurea a Roma il 18luglio del ‘35, ottiene la libera docenza in patologia chirurgica nel ‘41 e, quattro anni dopo, è assistente ordinario nella stessa disciplina. Mantiene la carica nel 1946, all’arrivo a Roma del prof. Pietro Valdoni, che era stato Ordinario di Chirurgia a Cagliari negli anni 1938-1940, di cui diviene allievo. Nel 1948, quando Provenzale era suo assistente, lo stesso Valdoni con un intervento chirurgico d’urgenza salverà la vita del segretario del PCI, Palmiro Togliatti. Provenzale si dedica poi, con l’approvazione del Maestro, alla cardiochirurgia e diventa Aiuto nel gennaio 1957.
 
Nel febbraio dello stesso anno si trasferisce a Cagliari dove dirige per incarico, ad anni alterni, gli istituti di Patologia e di Clinica Chirugica; dal primo novembre ‘64 è chiamato dalla facoltà medica a ricoprire quest’ultima cattedra. Dal 1963, con gli allievi Antonio Revignas, Mario Pisano e Luciano Di Martino, si occupa di colonscopia e, tre anni dopo, sulla rivista "Rassegna medica sarda", allora diretta dal Professor Pino Pineti pubblica tre lavori in cui descrive la "pancolonscopia end to end": una tecnica che consiste nel far inghiottire al paziente un sottile sondino di polivinile lungo cinque metri al cui termine vi è un’asola in cui è inserito un doppio sondino, in modo che le due estremità escano dall’ano.
 
Al sondino è collegato un gastroscopio a fibre ottiche che, trascinato lungo il colon con una lenta trazione sull’ altra estremità, permette la visione della mucosa. La metodica, una prima mondiale, gli vale riconoscimenti e premi a livello internazionale. Esegue inoltre i primi interventi a cuore aperto e la prima applicazione di pacemaker, mai effettuati in Sardegna. Il primo novembre 1967 è chiamato a Catania, dove lo seguono diversi allievi cagliaritani. Tre anni dopo è alla Sapienza di Roma a ricoprire la prima cattedra italiana di Chirurgia del Cuore e dei Grossi vasi, di cui fonda il relativo istituto. La sua produzione scientifica è straordinaria e comprende persino un film che ottiene nel, 1958, a Venezia, il Leone d’argento. Ha pubblicato oltre 200 lavori e varie monografie tra cui: “Vizi di posizione del cuore e delle sue cavità”, “Manuale moderno di medicina operatoria” ed il famoso “Manuale di Semeiotica Chirurgica”, Premio Marzotto nel 1965.
 
Muore, dopo un infarto cardiaco, a Cagliari, l’8 aprile 1987 assistito dai suoi allievi. La sua eredità più importante sono proprio questi ultimi: fra i suoi 25 allievi, diventati famosi primari o docenti universitari, ben 18 sono sardi: Francesco Sforza, Giuseppe Binaghi, Luigi Mossa, Mariano Ciccu, Mario Pisano, Mario Coraddu, Mimma Paba, Achille Sandoli, Romeo Milani, Luciano Di Martino, Marco Polo, Valentino Martelli, Mario Saldì; Giuseppe Saba, Giovanni Brotzu, Enzo Usai, Carlo Perria e Giuseppe Casula. Suo allievo fu anche il prof. Salvatore Rocca Rossetti, Emerito di Urologia a Torino, ma, per lunghi anni, docente a Cagliari dove, nel 1970, fondò la Clinica Urologica.
 
 

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