Ricerca. L’allarme dei professori Massidda, Casula, Faa e Paoletti
16 December 2011
RICERCA L’allarme dei professori Bruno Massidda, Giuseppe Casula, Gavino Faa e Anna Maria Paoletti.

Va avanti con successo la campagna di sensibilizzazione e screening curata dall’Azienda ospedaliero universitaria
 
Bruno Massidda“Un esame di un quarto d’ora ogni due anni può salvare la vita a tante donne”. L’sms di Bruno Massidda, oncologo e responsabile dello screening su carcinoma mammella, colon-retto e cervice uterina per l’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, è perentorio.
 
Il direttore dell’Oncologia medica, con i colleghi Giuseppe Casula (chirurgo), Gavino Faa (anatomopatologo) e Anna Maria Paoletti (ginecologa) ha preso parte al convegno curato della Lilt (Lega italiana lotta tumori) sul tema “Gli screening oncologici nella provincia di Cagliari”. Un tema delicato. Tra ricerca, clinica e prevenzione. Da qui il ruolo chiave dello screening, rilanciato anche dal direttore generale dell’Aou, Ennio Filigheddu
 
Di fatto, su input dell’assessorato regionale alla Sanità, la popolazione viene chiamata a controlli su fasce “bersaglio” della popolazione. Al centro degli esami, la ricerca di eventuali forme tumorali. Indagini gratuite e basilari. “La sensibilizzazione procede e offre dati interessanti. Ad esempio – dice il professor Massidda -  sul picco d’incidenza del carcinoma della mammella, si nota un progressivo aumento dai 25-29 anni con un picco tra i 65 e i 69 anni. Le nostre ricerche mostrano un’incidenza già elevata tra i 35 e i 44 anni e un picco in un’età molto più precoce, tra i 45 e i 54 anni. Questo significa  che nelle donne sarde c’è un’insorgenza più precoce del tumore della mammella, con implicazioni sia per le strategie di prevenzione, sia per individuare la popolazione bersaglio per gli screening”.
 
Gli studi degli specialisti universitari - che operano al Policlinico di Monserrato e al San Giovanni di Dio - rilevano anche un altro aspetto: I dati del Registro Tumori Regionale – spiega il direttore del Registro, Gavino Faa - sul carcinoma mammario mostrano uno specifico profilo di rischio delle donne sarde, caratterizzate da un più alto rischio genetico-familiare”. Insomma, la lotta prosegue. E il pieno decollo del Registro regionale Tumori, anche grazie al sostegno concreto dell’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci, garantisce efficacia e qualità delle indagini di massa. “Ma su questo fronte – aggiunge il professor Casula, capo scuola accademico della chirurgia del colon e non solo - è basilare una risposta convinta da parte dei cittadini”.
 
Cagliari, 16 dicembre 2011 (MF)

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