Presentato il cd-rom "Archeometallurgia in Sardegna. Dalle origini al primo ferro"
07 October 2011

 

 
Cagliari, 7 ottobre 2011 – Un lavoro scientifico che dimostra che è possibile fare ricerca facendo dialogare esperti di diverse discipline. E’ il cdrom presentato questa mattina nell’Aula magna della facoltà di Ingegneria dal titolo “Archeometallurgia in Sardegna. Dalle origini al primo ferro”, a cura di Ulrico Sanna, Roberto Valera e Fulvia Lo Schiavo.
 
Dopo i saluti del decano della facoltà di Architettura, Luigi Massidda (nella foto a sinistra), il progetto è stato illustrato da Ulrico Sanna. “Si tratta di una ricerca che aiuta a comprendere – ha detto Massidda – come l’evoluzione della tecnologia metallurgica ha segnato lo sviluppo dell’Isola. Questo prodotto multimediale è il frutto della tenacia e dell’entusiasmo di chi lo realizzato”. Sanna ha quindi spiegato che si tratta della nuova edizione, in formato elettronico, di un volume già edito in lingua inglese e presentato a Cagliari nel 2004. “Dopo sette anni – ha commentato – l’operta è ancora valida, e oggi serve ad onorare la memoria di due colleghi scomparsi, Roberto Valera e Cirillo Atzeni”. Il primo era “un geologo milanese, in Sardegna dagli anni ’50, che conosceva il territorio come nessun altro. Il secondo era un in ingegnere chimico autore tra l’altro di una ricerca condotta con il supporto di Ubaldo Badas, allora curatore del museo di Villanovaforru”.
 
Il professor Sanna (nella foto a destra) ha quindi rievocato il clima che si respirava in quegli anni: “Si trattava di un progetto per l’individuazione della provenienza e delle tecniche di lavorazione dei metalli nella pre e protostoria della Sardegna”. In altre parole, uno degli obiettivi era comprendere quali tecniche si potevano usare 3-4mila anni fa per ricavare metalli dal territorio”. Il progetto coinvolse quattro dipartimenti dell’Ateneo e le due Soprintendenze archeologiche sarde: un lavoro d’équipe – hanno ricordato gli interventi della mattinata – che riguardò tutti i reperti messi a disposizione, ma anche i bronzetti nuragici. “Ne trovammo uno – ha spiegato Sanna – che anziché stagno, conteneva argento. Un caso assolutamente raro in epoca nuragica”. Un viaggio tra i reperti, in cui era necessario coniugare competenze diverse e realizzare un risultato interdisciplinare.
 
Marco Martini, docente di Milano Bicocca e già presidente dell’Associazione italiana di Archeometria (che oggi conta circa 400 iscritti), si è detto soddisfatto di “sentire un linguaggio nuovo, perché l’archeometria è entrata tra le discipline ufficiali. I beni culturali possono essere guardati con approcci complementari: la Sardegna, in questo, è stata un modello”.
 
Quindi la relazione di Fulvia Lo Schiavo, già Soprintendente per i Beni Archeologici, su “Archeologia ed archeometallurgia: ieri ed oggi”. “E’ stato coinvolgente lavorare con questa equipe – ha detto, senza dimenticare alcune accalorate discussioni con Roberto Valera – E’ stata una delle più belle esperienze che abbia mai vissuto”. L’ex Soprintendente si è soffermata dunque sui due articoli di Valera che compaiono nel cdrom: “uno sulla presenza metallurgica, l’altro di ‘geologia virtuale’, alla ricerca di quello che ci sarebbe potuto essere”.
 
L’intervento di Paolo, figlio di Roberto Valera, ha concluso i lavori della mattinata.
 
nella foto in alto, Fulvia Lo Schiavo, Marco Martini, Luigi Massidda, Ulrico Sanna, Paolo Valera
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - foto Francesco Cogotti - testi Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

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