Nuovi spunti da una ricerca sugli sbocchi occupazionali dei laureati dell’Ateneo
25 May 2011

 

A tre anni dalla laurea, il 65,9% di coloro che hanno conseguito a Cagliari la laurea specialistica ha un’occupazione. Indubbio il ruolo di ascensore sociale: soltanto il 18,4% dei laureati dell’Università di Cagliari nel 2010 proviene da nuclei con almeno un genitore laureato.
 
Cagliari, 25 maggio 2011 (Ufficio stampa – SN) - Lo studio e la formazione si rivelano strumenti decisivi per uscire dalla crisi. L’Università continua a rappresentare un’opportunità positiva per i giovani sardi, capaci - al termine del percorso di studio – di trovare più agevolmente occupazione e di conseguire in breve tempo retribuzioni più elevate rispetto ai loro coetanei diplomati.
 
Sono solo alcuni degli spunti che emergono dalla presentazione dei risultati della ricerca sugli sbocchi occupazionali dei laureati dell’Ateneo e sul contributo alla mobilità sociale degli studenti, condotta dall’Università degli Studi di Cagliari in collaborazione con il Consorzio Almalaurea, che da 17 anni dispone di un database con i curricula dei laureati di numerosi atenei italiani.
 
“Offriamo alle università gli strumenti per conoscere meglio il proprio lavoro – ha detto il direttore di Almalaurea, Andrea Cammelli – generando occasioni di lavoro per i laureati”.
 
 “Le regioni italiane più deboli sono le più colpite dalla crisi che sta attraversando l’occupazione a livello nazionale – è il commento del Magnifico Rettore, Giovanni Melis – In questo quadro l’Università di Cagliari continua ad esercitare il suo ruolo nella formazione dei giovani sardi, rappresentando lo strumento decisivo per trovare con meno difficoltà un’occupazione”. Su scala nazionale, il tasso di occupazione, infatti, aumenta sensibilmente con il conseguimento del diploma di laurea (77% di laureati, contro il 66% di diplomati), mentre il tasso di disoccupazione dei laureati ad un anno dalla laurea si ferma intorno al 16%. A tre anni dalla laurea, il 65,9% di coloro che hanno conseguito a Cagliari la laurea specialistica ha un’occupazione.
 
La laurea incide anche sulla retribuzione: sul parametro della popolazione tra i 25 e i 64 anni, il paragone tra i dati dei diplomati e i valori dei laureati rivela che gli stipendi dei secondi risultano essere in media più alti di una percentuale superiore al 50% (Fonte: OECD 2010). Non va infine dimenticato il ruolo di “ascensore sociale” che la laurea esercita all’interno delle famiglie sarde, elevandone il livello: soltanto il 18,4% dei laureati dell’Università di Cagliari nel 2010 proviene da nuclei con almeno un genitore laureato.
 
 “E’ la dimostrazione che l’alta formazione del capitale umano aiuta ad uscire dalla crisi – continua il prof. Melis – Ed è anche la conferma che l’investimento fatto dalla Regione Sardegna in cultura e formazione, attraverso la collaborazione con gli Atenei sardi, aiuta a fronteggiare la difficile fase che il nostro sistema sociale sta attraversando”. Alla presentazione della ricerca è intervenuto anche il Presidente del Nucleo di Valutazione dell’Ateneo, Roberto Crnjar.
 
Nelle conclusioni del convegno di presentazione, l’assessore regionale alla Programmazione, Giorgio La Spisa, ha sottolineato che “in controtendenza con altre regioni italiane, abbiamo scelto di sostenere il sistema universitario sardo. Ora cercheremo di orientare una parte delle risorse alle infrastrutture per la ricerca, d’intesa con i due atenei. E’ necessario migliorare il sistema di valutazione e potenziare l’orientamento. Regione e università sono alleate sulla necessità di scuotere l’ambiente e invogliarlo a crescere”.

 

Nelle foto dall’alto: Andrea Cammelli, Giorgio La Spisa e Giovanni Melis, Roberto Crnjar. 


FOTOGRAFIE DI FRANCESCO COGOTTI

 
 
     
 
  

 

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