Ricerca condotta da un’&é;quipe del Dipartimento di Scienze applicate ai biosistemi diretta dal prof. Giovanni Floris
13 September 2010
Cagliari, 13 settembre 2010 (Ufficio stampa e web – SN) - Una proteina enzimatica appartenente alla classe degli enzimi nucleotidi pirofosfatasi/fosfoidrolasi è stata isolata dai fichi d’India (Opuntia ficus indica) raccolti nelle provincie di Cagliari e Carbonia-Iglesias nel sud Sardegna.
 
Il gruppo di ricerca, di cui fanno parte la Prof.ssa Rosaria Medda e le Dott.sse Francesca Pintus (assegnista), Delia Spanò (dottoranda) e Roberta Pes e diretto dal Prof. Giovanni Floris (nella foto), ordinario di Biologia molecolare dell’Università di Cagliari, ha isolato questa proteina dopo anni di ricerche. Questa proteina, completamente caratterizzata dal gruppo di ricerca, ha la peculiarità di essere particolarmente resistente alla temperatura fino a 70 °C. E’ probabile che questo enzima possa interferire con reazioni chimiche che avvengono all’interno dei mitocondri e che possa essere uno dei fattori essenziali per la maturazione dei frutti. Infatti l’attività e le quantità di questa proteina aumenta da maggio a settembre per poi diminuire drasticamente nel mese di ottobre. 
 
La ricerca, tutta sarda, è stata condotta presso il Dipartimento di Scienze applicate ai biosistemi, sezione di biochimica e biologia molecolare dell’Università di Cagliari ed è in via di pubblicazione su una rivista internazionale  in un volume speciale sui frutti esotici.

 


LA NOTIZIA SULLA STAMPA

 

 


 

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 12
Ricerca dell’Università
Dai fichi d’India una nuova proteina e fondi regionali
 
L’Università di Cagliari vale un fico d’India (nel senso di “Opuntia ficus indica”). Forse non tutti lo sanno ma questi prelibati frutti esotici, che vediamo in tutte le campagne dell’Isola, fanno gola anche ai ricercatori cagliaritani che li studiano e analizzano nei loro laboratori. Con successo, visto che i risultati ottenuti nei due anni di lavoro finiranno sulla prestigiosa rivista “Food Research International”, che ospiterà la ricerca sarda all’interno di un volume speciale sui frutti esotici.
LA SCOPERTA Da anni l’équipe di ricercatori cagliaritani (composta da Rosaria Medda, Francesca Pintus, Delia Spanò e Roberta Pes), guidata da Giovanni Floris, ordinario di Biologia molecolare, dà la caccia alle proteine esistenti nelle piante sarde con ottimi risultati. E dopo la soddisfazione avuta con l’euforbia (da cui è stata scoperta la molecola contro la leishmaniosi) gli scienziati hanno continuato con i fichi d’India a nutrire le loro speranze. Scoprendo, anche in questa pianta, un’importante proteina in grado di portare a una maturazione dei frutti in tempo breve e, di conseguenza, a un aumento della produzione. «Questa proteina - spiega Floris - da noi completamente caratterizzata e purificata, ha la peculiarità di essere particolarmente resistente alla temperatura fino a 70 gradi centigradi. È stato un lavoro lungo e impegnativo ma alla fine il risultato ottenuto ci ripaga: non interessandoci il brevetto, ogni coltivatore potrà sfruttare la nostra ricerca e cercare di stimolare questa proteina in modo che il frutto ne produca in quantità maggiore per accelerare la maturazione. Sarà una sperimentazione utile in Sardegna ma anche sui mercati, come il Sud America, dove i fichi d’India rappresentano una fonte di sostentamento per quelle popolazioni».
FONDI La scoperta - finanziata con 11 mila euro dalla Fondazione del Banco di Sardegna - conferma, dunque, il valore della ricerca di base condotta da tempo sulle piante sarde presso il Dipartimento di Scienze applicate ai biosistemi (sezione di biochimica e biologia molecolare dell’Università di Cagliari): sotto questo punto di vista la Sardegna viene considerata una fonte inesauribile e le scoperte potrebbero trovare applicazione sia nella sanità che nell’agricoltura e nelle biotecnologie. «Adesso con i 117 mila euro che ci arriveranno dalla Regione che ha premiato la nostra attività continueremo i nostri studi sulle piante sarde: c’è ancora tanto da scoprire».
CARLA RAGGIO

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