Nella facoltà di Ingegneria la Giornata di studio organizzata dall’Ufficio disabilità e da "Mediterraneo senza handicap"
10 September 2010
 
Cagliari, 10 settembre 2010 (Ufficio stampa e web – SN) – Si è svolta questa mattina, nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria, la Giornata di studio “Dignità e cittadinanza reale della persona con disabilità. Da Marsiglia a Cagliari”, organizzata dall’Associazione Mediterraneo senza handicap in collaborazione con l’Ufficio disabilità del nostro Ateneo.
 
I lavori sono stati aperti dai saluti delle autorità presenti, a partire dall’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Mani. “Come università – ha detto il pro-rettore per l’internazionalizzazione, prof.ssa Giovanna Ledda (nella foto a sinistra), che portato anche il saluto del Rettore – abbiamo sempre in mente le pari opportunità: vogliamo garantire a tutti l’accesso all’alta formazione. E’ nostro preciso compito garantire il diritto allo studio anche agli studenti disabili, permettendo loro anche esperienze formative all’estero. Da tempo per questo opera l’Ufficio disabilità, che lavora con dedizione per questo scopo, e accompagna gli iscritti in tutto il percorso formativo, segnalandoci anche le difficoltà incontrate”. L’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Maria Lucia Baire, ha spiegato che “quello della disabilità un problema culturale, un fatto culturale. Compito degli amministratori è anche alimentare l’inclusione sociale: non una forma di carità, ma diritto di ogni cittadino”.
 
La parte centrale della mattinata è stata occupata dall’intervento molto apprezzato del prof. Adriano Pessina (nella foto a destra), filosofo e direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica sul tema “Etica, disabilità e giustizia nella condizione umana”. “La questione della disabilità – ha detto il docente – affonda le sue radici nella condizione umana. Il nuovo concetto introdotto dall’Organizzazione mondiale della Sanità aiuta a chiarire le cose, perché fa riferimento alla relazione del soggetto con l’ambiente: significa che due persone con la stessa disabilità, in contesti differenti, possono sviluppare le proprie capacità in modo diverso. La conclusione è che, pur avendo la stessa patologia, hanno disabilità diverse”.
 
Secondo il direttore del Centro di Bioetica della Cattolica, serve un cambio di mentalità: “Il problema è l’immaginario collettivo – ha proseguito – che inquadra il disabile come una categoria sociale, spesso con una falsa immagine. Non c’è più la persona, ma viene considerata soltanto la patologia: sospesi tra il buonismo e la buona volontà, si finisce per credere che l’uomo conta soltanto quando è adulto, maturo e capace di produrre. Si tratta di un modello contrattualistico, falsamente bilanciato dalla benevolenza verso coloro che, in questo quadro, non avrebbero piena cittadinanza”. Come - ha dettagliato il professore - "donne, bambini e malati".
 
La presidente dell’Associazione Mediterraneo senza handicap, suor Michela Carrozzino, ha quindi spiegato le attività del Centro, mentre la prof.ssa Matilde Leonardi ha illustrato il concetto di disabilità “tra Convenzione Onu e classificazione ICF”. Nell’ultima parte della mattinata, il prof. Carmelo Masala, delegato del Rettore per l’Ufficio Disabilità ha parlato “dell’approccio biopsicosociale nell’empowerment delle persone in situazione di disabilità”, e il vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, Marco Espa, ha spiegato l’esperienza in Sardegna delle persona con disabilità e delle loro famiglie, “protagoniste della coprogettazione e della personalizzazione degli interventi”.
 
Il sito dell’Ufficio disabilità dell’Ateneo
 
Il sito dell’Associazione Mediterraneo senza handicap
 
 

GALLERIA FOTOGRAFICA (fotografie di Francesco Cogotti)
 
Maria Lucia Baire, Michela Carrozzino, Carmelo Masala
 

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