14 luglio. In Aula A, viale Sant’Ignazio, gli Stati Generali dell’Ateneo: i Consigli di Facoltà si riuniscono alle 19 in seduta comune
14 July 2010
 
Cagliari, 12 luglio 2010 (Ufficio stampa e web - SN) - Mercoledì 14 luglio alle ore 19 nell’Aula A del polo universitario in Viale S. Ignazio, si riuniranno in seduta comune, presente il Rettore, gli 11 Consigli di Facoltà dell’Ateneo Cagliaritano. La seduta sarà aperta alla partecipazione degli studenti, dei cittadini, delle Istituzioni, del mondo della scuola, della cultura e del lavoro.
 
Scopo dell’iniziativa è quello di illustrare all’opinione pubblica il difficile momento vissuto dall’Università, sottoposta da alcuni anni ad un progressivo impoverimento di mezzi e di risorse umane. I Consigli di Facoltà intendono evidenziare, con questa loro iniziativa, il rischio che le attuali difficoltà possano danneggiare le generazioni future di studenti, in un contesto formativo sempre più caratterizzato dalla riduzione dei corsi di laurea e delle risorse destinate alla conoscenza.
 
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L’iniziativa è stata presentata alla stampa questa mattina nel corso di una conferenza stampa, nella Sala consiglio del Rettorato (nella foto). “L’idea nasce dal fatto che tutta l’Università si sta mobilitando – ha spiegato la preside di Scienze politiche, Paola Piras – contro un disegno di legge i cui contenuti non sono stati discussi, e dalla convinzione che il nostro lavoro non è adeguatamente conosciuto”.
 
E’ nata così un’iniziativa che ha tra i suoi obiettivi “quello di coinvolgere il territorio per far conoscere i cambiamenti a cui il sistema andrà incontro”.
 
Al preside di Ingegneria, Giorgio Massacci, il compito di spiegare con i numeri: “La percentuale del PIL destinata all’istruzione superiore è dello 0,8% contro l’1,3% dei Paesi OCSE, l’entità della spesa universitaria rispetto al totale della spesa pubblica per servizi è dell’1,6% contro la media del 2,9% dell’Unione europea. L’entità della spesa annua italiana per studente per la formazione universitaria è di 6.900 euro contro i 9.600 della media europea”. Numeri che, a parere del preside della facoltà di Piazza d’Armi, mostrano “l’incapacità di scommettere sul futuro del Paese”.
 
“Nella nostra facoltà – ha detto Antonello Sanna, preside di Ingegneria – viviamo un momento difficilissimo: da una parte gli studenti chiedono di non tagliare i corsi, dall’altra ci si impongono vincoli sempre più rigidi e ci si tagliano le risorse. Non è previsto alcun posto nuovo, riusciremo a coprire appena il 50% dei pensionamenti. La nostra non è una protesta corporativa, la gente dovrebbe capire che non è interesse del Paese incentivare l’esodo dei ricercatori e perdere intelligenze”.
 
“L’iniziativa degli Stati Generali nasce dall’accordo tra le 11 facoltà dell’Ateneo – ha chiarito Massimo Deiana, preside di Giurisprudenza – per la prima volta i Consigli di facoltà si riuniranno in seduta comune: nella scelta della data, abbiamo pensato che, così come il 14 luglio ricorda la presa della Bastiglia, per noi possa rappresentare una presa di coscienza della situazione, e della presa d’atto che non si può più tacere davanti al processo di smantellamento dell’Università pubblica”.
 
“Siamo schierati al fianco dei ricercatori – ha commentato Luca Fanfani, preside di Scienze – L’Università è un tassello fondamento dello sviluppo del nostro sistema economico. Stiamo comunque garantendo a Cagliari un’offerta formativa adeguata e di qualità: non tagliamo l’offerta e non siamo disponibili ad abbassare la qualità dei nostri corsi. Facciamo il massimo, ma sia chiaro che sarà difficile garantire questi livelli per i prossimi anni”.
 
All’iniziativa di mercoledì 14 luglio sono invitati anche esponenti politici, rappresentanti delle istituzioni, chiunque abbia a cuore il destino dell’Università. L’appuntamento è alle 19 nell’Aula A del polo universitario di viale Sant’Ignazio.

LA NOTIZIA SULLA STAMPA
L’Unione Sarda di martedì 13 luglio 2010
Cronaca di Cagliari Pagina 15
Università
Tagli, la protesta dei presidi
 
Anche l’Ateneo cagliaritano ha il suo 14 luglio da celebrare. Perché anche qui è l’inizio di una rivoluzione contro un progetto di smantellamento in atto, tra riforma Gelmini, Finanziaria, docenti pensionati non sostituiti e tagli ai finanziamenti di qua e di là. Domani, infatti, ci sono gli Stati generali dell’Università di Cagliari, nell’aula A del polo giuridico ed economico di viale Sant’Ignazio: alle 19 si riuniscono in seduta comune tutti i consigli di facoltà per comunicare alle forze politiche e alla cittadinanza cosa sta accadendo.
A insorgere e ad accendere i riflettori sull’Università sono i presidi delle undici facoltà cagliaritane. «È indispensabile - spiega Paola Piras (Scienze politiche) - portare all’esterno la situazione di crisi in cui da anni versa l’Ateneo» e, ha aggiunto, il collega di Giurisprudenza Massimo Deiana «abbiamo scelto questa data pensando che, così come il 14 luglio ricorda la presa della Bastiglia, per noi possa rappresentare una presa di coscienza e la presa d’atto della situazione: non possiamo assistere silenti al processo di smantellamento dell’Università pubblica». Tanto per sintetizzare: è in gioco - dicono in coro - il futuro dei giovani cervelli e dell’Università italiana nella competizione globale. Un disegno che la Crui (Conferenza dei rettori), interlocutore del Governo, non riesce a contrastare. Eppure i numeri parlano chiaro: «La percentuale del Pil destinata all’istruzione superiore è dello 0,8% contro l’1,3% dei paesi Ocse - sottolinea il preside di Ingegneria Giorgio Massacci - l’Università è stata sempre sottofinanziata e continua a essere penalizzata con misure che ne compromettono il futuro. Il risultato sarà un’offerta formativa che limiterà le prospettive dei giovani».
Un altro dato da far conoscere è quello sui finanziamenti: il Fondo ordinario ha subito negli anni una decurtazione profonda passando dai circa 150 milioni del 2008 ai 110 attuali. Luca Fanfani (preside di Scienze) ricorda la «legittima protesta dei ricercatori» e fa presente che «si sta facendo il massimo per garantire un’offerta formativa adeguata e di qualità ma la situazione si aggraverà di anno in anno». E per i capi d’istituto sono tempi duri, come spiega Antonello Sanna di Architettura: «Da una parte gli studenti che ci chiedono di non tagliare i corsi e dall’altra i vincoli sempre più rigidi e le risorse sempre più scarse». Anche gli studenti di UxS fanno «appello a tutti per una massiccia presenza» agli Stati generali, in modo da lanciare «un segnale di attenzione alle istituzioni e all’opinione pubblica». (c. ra.)
 
 
 
La Nuova Sardegna di martedì 13 luglio 2010
Pagina 2 - Cagliari
«Senza università non c’è futuro» 
«Con queste riforme difficoltà serie per la ricerca e la didattica» 
Troppi tagli, i presidi delle undici facoltà presentano gli «stati generali dell’ateneo» 
ROBERTO PARACCHINI 
 
CAGLIARI. Gli «stati generali dell’università», così gli undici presidi delle facoltà cagliaritane, hanno chiamato l’incontro che terranno domani alle 19 nella facoltà di Scienze politiche. Tutti gli atenei nazionali sono in mobilitiazione per via del decreto legge Gelmini e delle restrizioni imposte dalla Finanziaria.
 I docenti. In città, ad esempio, dal 2008 al novembre di quest’anno il numero dei docenti passerà da 1.250 a 1.070 e il Fondo di finanziamento ordinario (la voce centrale, da cui si pagano anche gli stipendi) dai 150 milioni di dotazione del 2008 scenderà ai 111 del 2011. Ieri mattina Massimo Deiana (preside di Giurisprudenza), Luca Fanfani (responsabile di Scienze), Giorgio Massacci di Ingegneria, Paola Piras di Scienze politiche e Antonello Sanna di Architettura, nel presentare il simposio di domani, hanno precisato che «per la prima volta vi sarà una riunione congiunta dei consigli di facoltà aperta al territorio».
 La spesa. L’obiettivo dei responsabili degli atenei è quello di «far conoscere anche all’esterno quali sono i problemi che stiamo attraversando e far capire che non si tratta di questioni corporative - ha spiegato Sanna - ma di un tema strategico. Anche nel governo si parla spesso di società della conoscenza, ma le scelte prese vanno in direzione del tutto contraria». Anche in questo caso parlano i numeri: «In italia - ha pecisato Massacci - si investe nella ricerca lo 0,8 per cento del prodotto interno lordo, contro l’1,3 per cento dei Paesi Osce (che comprende trenta tra i maggiori Paesi mondiali). In Germania, dove si sta adottando un programma di forti restizioni, al posto dei tagli nel settore della formazione e della ricerca, si sta investendo».
 I ricercatori. In questi ultimi mesi «vi è stata una campagna pretestuosa sull’università, volta a farla sembrare un posto dove si lavora solo sessanta ore all’anno e dove vi sono corsi di laurea risibili - ha affermato Piras - mentre non si dice che solo grazie al volontariato molti corsi universitari possono andare avanti». Tre altre cose «circa il quaranta per cento di tutti corsi universitari sono tenuti dai ricercatori. E questo viene fatto gratis. Solo che adesso sia a Finanziaria che il disegno di legge Gelmini non solo non danno nessun riconoscimento a questa categoria, ma la penalizzano sia economicamente, che professionalmente». Una situazione che ha portato alla presentazione del manifesto degli studi con cinque facoltà in cui diversi corsi di laurea sono ancora in bilico.
 La razionalizzazione. I tagli ai finanziamenti, mascherati «con termini come “razionalizzazione” - ha precisato Deiana - in realtà mettono in discussione un modello pubblico di università. Si parla, ad esempio, di entrata nell’ateneo dei soggetti territoriali, ma questo vorrà dire che al nord potrebbero esservi gli industriali. Da noi invece gli enti locali: quindi la lottizzazione politica. Un quadro che non favorirà certo la ricerca». Mentre «tutti noi siamo realmente convinti che la formazione e l’innovazione siano un importante tassello per lo sviluppo economico - ha ribadito Fanfani - da parte nostra abbiamo già limitato il numero dei corsi: nel 2009-10 avevamo quelli di astrofisica, fisica della particelle elementari e fisica dei materiali. Nel 2010-11 ne avremo solo uno più generale. Ma se adesso stiamo iniziando la china discendente, i danni maggiori si avranno nei prossimi anni».
 
Pagina 2 - Cagliari
Pochi insegnanti per molti studenti 
Riduzione dei docenti e penalizzazione dell’offerta formativa 
 
CAGLIARI. Uno dei discorsi portati avanti con insistenza da chi difende il disegno di legge della Gelmini è quello dei «troppi corsi di laurea», che vanno ridotti. «Ma noi ci troviamo di fronte a comportamenti schizofrenici - ha precisato ieri Paola Piras, preside della facoltà di Scienze politiche - prima viene fatta la riforma che inserisce le laureee brevi, di tre anni più due, che hanno portato a un aumento degli indirizzi. Poi si torna indietro. Ma anche in quel caso si sono imitate situazioni diverse dove, alla fine dei tre anni, gli studenti possono trovare lavoro». Da parte dei presidi delle undici facoltà cagliaritane, è stato sottolineato ieri, durante la presentazione degli stati generali dell’ateneo, che «vi sono già stati vari interventi volti a ridurre il numero dei corsi. Ma il problema è che oggi vengono proposti dei tagli che mettono in crisi la didattica nel suo complesso». In generale il rapporto tra docenti e studenti è, in Italia, più alto della media dei Paesi dell’Osce: 21,4 universitari per docente, contro 15,8. «Mentre a Cagliari - ha affermato Antonello Sanna, preside di Architettura - i rapporto è decisamente superiore».
 
 
ATENEO CAGLIARI: STATI GENERALI DELLE 11 FACOLTA’ CONTRO TAGLI
(AGI) - Cagliari, 12 lug. - "Gli ultimi provvedimenti del governo, dal decreto legge 1905 studiato dal ministero della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini, fino ai tagli della manovra finanziaria, sono pensati per smantellare sistematicamente l’universita’ pubblica". L’ha detto il preside di Giurisprudenza dell’universita’ di Cagliari, Massimo Deiana, presentando stamane gli stati generali delle undici facolta’ dell’ateneo convocati per mercoledi’ prossimo, 14 luglio, alle 19, nell’aula A del polo economico-giuridico di via Sant’Ignazio.
   "Sara’ una seduta aperta a tutti, dai cittadini ai politici", ha aggiunto la preside di Scienze politiche, Paola Piras, "perche’ si conoscano i problemi dell’ateneo dovuti ai tagli indiscriminati voluti dal governo. E’ sufficiente ricordare che dal 1 novembre prossimo nel nostro ateneo circa 250 docenti andranno in pensione e solo la meta’ sara’ rimpiazzata. Questo determinera’ un deficit dell’offerta formativa, che pagheranno gli studenti". (AGI) Cli/Rob (Segue)
 
ATENEO CAGLIARI: STATI GENERALI DELLE 11 FACOLTA’ CONTRO TAGLI (2)
(AGI) - Cagliari, 12 lug. - Il preside della facolta’ di Ingegneria Giorgio Massacci ha ricordato che in Italia "i finanziamenti per l’universita’ ammontano a circa lo 0,8% del Pil, contro l’1,3% dei Paesi Ocse". Tra i provvedimenti piu’ criticati dai presidi delle undici facolta’ cagliaritane figura l’ingresso di soggetti esterni nel sistema di governance degli atenei, cosi’ come previsto dal Dl 1905, la cui discussione approdera’ a breve in Parlamento. "Nel nord Italia", ha aggiunto il preside di Giurisprudenza Massimo Deiana, "le universita’ saranno controllate da gruppi economici che modificheranno la didattica e l’offerta formativa in base a interessi privati, mentre nel meridione questo ruolo sara’ giocato dagli enti locali, con la conseguente e prevedibile lottizzazione. Occorre che l’opinione pubblica sia informata su questi nefasti processi, perche’ stiamo parlando del futuro della Nazione". (AGI) Cli/Sol
 
Sardegna oggi
Protesta contro i tagli, convocati gli Stati Generali dell’Università di Cagliari
 
“Siamo di fronte a uno smantellamento sistematico dell’Università pubblica e dell’istruzione, di fronte al quale non si può restare silenti”. E’ questo il grido d’allarme che proviene dai presidi degli Atenei cagliaritani che, come formale azione di protesta, hanno convocato per mercoledì 14 luglio gli “Stati Generali dell’Università di Cagliari”.
 
CAGLIARI - Una sorta di consiglio di facoltà aperto a tutti, studenti, cittadini, istituzioni, mondo della scuola, della cultura e del lavoro, per spiegare all’opinione pubblica il difficilissimo momento che l’Università sta vivendo da alcuni anni a causa dei tagli indiscriminati di fondi e risorse, a discapito di un settore “che dovrebbe trainare lo sviluppo e l’economia di un paese civile”. L’appuntamento è mercoledì alle 19 nell’Aula A del polo universitario in Viale S. Ignazio dove, alla presenza del Rettore, si riuniranno in seduta comune gli 11 Consigli di Facoltà dell’Ateneo cagliaritano.
 
La protesta. L’idea degli Stati Generali nasce proprio dalla mobilitazione che sta coinvolgendo gli atenei di tutta Italia contro un disegno di legge che secondo i rettori non è stato discusso ma imposto dall’alto. “Ci hanno scavalcato a piè pari – afferma il preside di Giurisprudenza Massimo Deiana, che aggiunge: “Nella scelta della data, abbiamo pensato che, così come il 14 luglio ricorda la presa della Bastiglia, per noi possa rappresentare una presa di coscienza della situazione, una presa d’atto che la società deve sapere cosa sta succedendo e come la situazione peggiorerà con l’entrata in vigore del disegno di legge Gelmini”.
 
I dati. Questi i numeri illustrati dal preside della facoltà di Ingegneria Giorgio Massacci: “La percentuale del PIL destinata all’istruzione superiore è dello 0,8% contro l’1,3% dei Paesi OCSE, l’entità della spesa universitaria rispetto al totale della spesa pubblica per servizi è dell’1,6% contro la media del 2,9% dell’Unione europea. L’entità della spesa annua italiana per studente per la formazione universitaria è di 6.900 euro contro i 9.600 della media europea”. A questo quadro desolante il preside di Architettura Antonello Sanna aggiunge la questione dei pensionamenti: “Non solo non ci sarà nessun nuovo posto negli organici, ma potremo coprire solo il 50% dei posti vuoti lasciati da coloro che andranno in pensione”. Una situazione che secondo i rettori comprometterà il futuro non solo dei giovani ma della stessa nazione italiana, dal punto di vista della competitività anche economica. “Questa non è una protesta corporativa – afferma Sanna – Ma pensiamo che non sia nell’interesse del Paese sottofinanziare la cultura e la formazione, e perdere le nostre migliori intelligenze che in massa scappano via all’estero”.
 
Allarme ricerca. La protesta dei presidi si vuole affiancare a quella dei ricercatori, tra i più penalizzati dal sistema e dalle nuove leggi, e che che a partire da settembre hanno minacciato uno sciopero totale dell’insegnamento. “Sono persone che garantiscono il 40% della didattica quando dovrebbero occuparsi soprattutto della ricerca – spiega la preside di Scienze politiche, Paola Piras – se al fatto che non ricevono uno stipendio adeguato aggiungiamo i tagli sulla progressione della loro carriera si capisce il perchè di una presa di posizione così forte. La cosa tragica è che in generale non si può pensare a un insegnamento di qualità senza una progressione della ricerca”. Per i preside di scienze Luca Fanfani si tratta comunque di una parte del problema, da inserire in un quadro più ampio. “Noi non vogliamo tagliare l’offerta formativa e non siamo disponibili ad abbassare la qualità dei nostri corsi. Facciamo il massimo, ma è ovvio che sarà difficile garantire questi livelli per i prossimi anni”.
 
I presidi non mancano di ricordare che all’appuntamento di mercoledì sono invitati anche i politici. “Se anche non parteciperà nessuno di loro – afferma di nuovo Paola Piras – la loro assenza avrà per noi un significato chiaro. Perchè anche il silenzio può dire molte cose. Ma noi rinnoviamo l’appello, nell’interesse del futuro del territorio e delle giovani generazioni che lo abitano”.
Anna Toro - Ultimo aggiornamento: 13-07-2010 13:13
Parteciperanno nell´ateneo cagliaritano gli 11 consigli di facoltà. La seduta è aperta a tutta la cittadinanza, invitata a conoscere la difficile situazione in cui versa l´Università
Stati generali nell´Università di Cagliari
CAGLIARI - Mercoledì 14 luglio alle ore 19 a Cagliari (Aula A del polo Economico Giuridico, viale Fra Ignazio) si riuniranno per la prima volta in seduta comune, presente il Rettore, gli 11 Consigli di Facoltà dell’Ateneo Cagliaritano.
 
La seduta sarà aperta alla partecipazione degli studenti, dei cittadini, delle Istituzioni, del mondo della scuola, della cultura e del lavoro. Scopo dell’iniziativa è quello di illustrare con serenità il difficile momento vissuto dall’Università, sottoposta da alcuni anni ad un progressivo impoverimento di mezzi e di risorse umane.
 
I Consigli di Facoltà intendono evidenziare, con questa loro iniziativa, il rischio che le attuali difficoltà possano danneggiare le generazioni future di studenti in un contesto formativo sempre più caratterizzato dalla riduzione dei corsi di laurea e delle risorse destinate alla conoscenza.
 

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