Gli atenei potranno scegliere i nuovi docenti fra quanti avranno ottenuto l’abilitazione, unica per tutta l’Italia
25 March 2009



ROMA — I concorsi universitari banditi dai singoli atenei — che finora sono serviti a promuovere candidati interni (98 per cento dei casi) — saranno sostituiti da una selezione in due fasi. Per diventare ricercatori, associati o ordinari si dovrà prima di tutto affrontare una abilitazione scientifica nazionale, sulla base di requisiti di produzione scientifica preliminarmente indicati; una prova senza vincoli per il numero dei partecipanti e che non ha come fine la comparazione. La comunità degli studiosi dovrà solo valutare la caratura scientifica dei partecipanti. L’abilitazione durerà un certo numero di anni.
I singoli atenei recluteranno i ricercatori e i professoriscegliendo il docente di cui hanno bisogno tra quanti sono in possesso dell’abilitazione. Il Consiglio di amministrazione delle università sarà composto in prevalenza da persone esterne all’ateneo (finanziatori anche pubblici, imprenditori, ex studenti affermati professionalmente). Il rettore diventerà più «autorevole». Non solo perché potrebbe — è un’ipotesi — scegliere alcuni componenti del cda, ma perché in quell’organismo (che decide su come vanno utilizzati i finanziamenti) non siederebbero più i colleghi, insomma non ci sarebbero le componenti che lo hanno eletto e che potrebbero esercitare delle pressioni. Sono le novità più importanti che un disegno di legge di riforma della governance degli atenei e dei concorsi universitari — il ministro Gelmini potrebbe presentarlo entro due mesi — dovrebbe definire nei dettagli. Un disegno di legge che dovrebbe colpire le logiche corporative e i conflitti di interesse del mondo universitario.
 
Per il momento ci sono solo delle linee guida, sulle quali si registra la convergenza del mondo accademico e dell’opposizione. Martedì un primo confronto con il ministro, con più di 70 rettori, il responsabile Pd dell’educazione, Giuseppe Fioroni, il presidente della Crui Enrico Decleva, il vice capogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello e il senatore del Pdl Giuseppe Valditara. Per Fioroni riforme e risorse possono marciare di pari passo. «Siamo interessati a questo percorso — ha detto — ma ci aspettiamo segnali sia dal prossimo Dpef che dalla Finanziaria. Diversamente, con i tagli previsti, dal 1˚ gennaio 2010 anche le università virtuose saranno costrette a tagliare servizi essenziali». «Non siamo insensibili alle richieste del mondo accademico sulle risorse economiche — ha replicato il ministro Gelmini — ma siamo anche consapevoli che per rilanciare il sistema universitario alle risorse vanno affiancate le riforme. Serve un nuovo patto tra le università, la politica e il Paese che ci faccia guadagnare in credibilità ed efficienza e ci legittimi a chiedere risorse e investimenti». «È emersa un’ampia condivisione delle linee generali sulla proposta avanzata dal Governo e dalla maggioranza», ha dichiarato il senatore del Pdl, Giuseppe Valditara.

Giulio Benedetti

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