Gelmini: «Non andiamo a penalizzare le materie, ma abbiamo guardato il numero degli iscritti e cercato di eliminare la frammentazione»
19 March 2009

ROMA
A partire dal prossimo anno accademico i corsi di studio degli Atenei si ridurranno del 20% rispetto a quelli attivati quest’anno. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Gli obiettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sono disattivare i percorsi formativi non essenziali, rendere più razionale l’organizzazione delle attività didattiche per offrire agli studenti didattica di qualità.

Per questo motivo il ministro Mariastella Gelmini ha annunciato una nota di indirizzo vincolante con la finalità di fornire nuovi parametri che le Università dovranno tenere in considerazione per l’attivazione dei corsi di studio.

In particolare questo pacchetto di misure prevede la disattivazione di corsi di studio con un numero basso di iscritti, qualora nella stessa Regione risultino già attivi corsi con analoghi obiettivi formativi e l’aumento del numero di docenti necessario per attivare un singolo corso di laurea. Inoltre permetterà la riduzione della frammentazione degli insegnamenti presenti in ciascun corso di studio, attraverso l’indicazione di un numero minimo di 6 crediti formativi per ciascun insegnamento e l’individuazione del numero di insegnamenti che ciascun ateneo è in grado di sostenere effettivamente, in base alle strutture e ai docenti di ruolo disponibili.

In questi anni, è stato sottolineato dal ministro dell'Istruzione, si è assistito «ad una proliferazione dei corsi di laurea non sempre motivata da reali esigenze del mercato del lavoro». All’inizio dell’anno accademico 2007/2008 i corsi di primo livello (laurea triennale) e di secondo livello (laurea specialistica) erano 5.879. Questa razionalizzazione dei corsi di laurea - ha aggiunto la Gelmini - è stata fatta con il Cun e con criteri di flessibilità. «Non andiamo a penalizzare le materie, ma abbiamo guardato il numero degli iscritti e cercato di eliminare la frammentazione».

Altro punto fondamentale del pacchetto di misure predisposte è la razionalizzazione delle Scuole di specializzazione mediche attraverso l’accorpamento delle scuole con un basso numero di specializzandi.

Grazie a queste misure, già da questo anno accademico 2008/2009, il numero di scuole di specializzazione mediche si è ridotto, passando dalle circa 1600 dell’a.a. 2007/2008 alle attuali 1150, diminuendo quindi di 450 scuole.

In epoca di razionalizzazione della spesa non è più possibile mantenere corsi di specializzazione con 1 solo studente. Grazie a queste misure si potrà ottenere invece un miglioramento della qualità didattica.

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