L’Università di Palermo adegua la sua offerta didattica ai dettami del decreto ministeriale 270 e adotta criteri aggiuntivi rigidi nella determinazione dei requisiti di attivazione dei corsi.
05 February 2009

Un taglio ai corsi di laurea del 21,20 per cento e un tetto minimo di iscritti per avviare le lezioni. L’Università di Palermo adegua la sua offerta didattica ai dettami del decreto ministeriale 270 e adotta criteri aggiuntivi rigidi nella determinazione dei requisiti di attivazione dei corsi. Il piano, relativo al prossimo anno accademico, il 2009-2010, è stato appena approvato dal Senato accademico dell’Ateneo e inviato al ministero dell’Università per il via libera. Complessivamente i corsi di laurea erano 184 nel 2007-2008 tra triennali o a ciclo unico (116) e specialistici (68), e oggi si riducono a 145: 63 triennali o a ciclo unico, 61 magistrali (gli ex specialistici). Il Senato si è anche determinato ad attivare esclusivamente quei corsi di laurea che raggiungano un tetto minimo di iscritti (15, 30, 50, 60 iscritti a seconda del tipo di laurea) per evitare l’avvio di proposte formative sottodimensionate, rendendo prescrittiva quella che in questo momento è soltanto un’indicazione da parte del ministero. Per questo le procedure di iscrizione, dal prossimo anno, dovranno essere definite entro il 30 settembre.
Il piano è l’esito di una rigorosa verifica delle proposte elaborate dalle facoltà, condotta dal Nucleo di valutazione dell’Ateneo presieduto dal professore Alfredo Salerno. “Abbiamo avviato la razionalizzazione dell’offerta didattica – dice il rettore Roberto Lagalla – verificando le dotazioni di docenti e di strutture, ma anche lavorando a percorsi di studio basati su specifiche competenze, sulle tradizioni formative e culturali e sulle esigenze formative del territorio, nonché sui parametri di qualità previsti dal ministero”. Il confronto, come previsto dal decreto, è tra il 2007-2008 e il 2009-2010. A dimagrire di più, dell’83 per cento, è la facoltà di Giurisprudenza, che dai 6 corsi attivati nel 2007-2008 prevede di istituire nel prossimo anno accademico un solo corso magistrale. Segue per drasticità di tagli (oltre il 45 per cento) la facoltà di Scienze politiche con 6 corsi (nel 2007-2008 ne aveva 11); poi Economia, che nel 2007-2008 aveva 13 corsi e progetta di avviarne 8 con un taglio di oltre il 38 per cento; Ingegneria (da 37 a 25), cioè il 32 per cento in meno; Scienze della formazione (da 22 a 16) con una riduzione percentuale di oltre il 27 per cento.
Scienze matematiche, fisiche e naturali passa nel biennio preso in considerazione da 32 a 24 corsi (un ridimensionamento del 25 per cento), stessa percentuale di tagli per Farmacia, che si ridimensiona da 4 a 3 corsi, mentre Lettere e Filosofia passa da 23 a 21 proposte (meno 8.70 per cento). Resta inalterata l’offerta delle facoltà di Medicina, con le sue 19 proposte, e quella di Architettura: 8 corsi. In crescita invece l’offerta didattica di Agraria, che passa dai 7 corsi del 2007-2008 agli 11 previsti nel 2009-2010, e quella della più giovane delle dodici facoltà, Scienze motorie, che prevede di istituire 3 corsi anziché 2. “Esaurita questa prima verifica delle dotazioni e dei percorsi culturali proposti dalle facoltà nel loro complesso – dice Alfredo Salerno – il Nucleo di Valutazione passerà a esaminare i requisiti di ogni singolo corso di laurea. Soltanto allora, con il via libera del Cun, il Consiglio universitario nazionale che è organo di consulenza del ministero, i corsi potranno essere attivati”.

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