Approvato dal Consiglio dei Ministri del 6 novembre
06 November 2008

IL COMUNICATO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
del 6 novembre 2008


il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 15,20 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Ministro Altero Matteoli, a norma dell’articolo 8 della legge n.400 del 1988, quale Ministro più anziano.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.


Il Consiglio ha approvato, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Mariastella Gelmini, un decreto-legge in materia di diritto allo studio, valorizzazione del merito e qualità del sistema universitario e della ricerca.

In particolare il decreto-legge contiene disposizioni finalizzate a:

1) favorire il reclutamente di giovani ricercatori nelle Università;

2) incentivare con una quota significativa del finanziamento statale (7%) le Università che, sulla base di parametri oggettivi di valutazione, favoriscono la ricerca ed il merito;

3) prevedere parametri oggettivi per la valutazione dei professori e dei ricercatori e per la formazione delle Commissioni di valutazione;

4) stanziare nuove risorse per favorire la realizzazione di residenze universitarie e consentire a tutti i capaci e meritevoli aventi diritto di usufruire delle borse di studio.


Dopo l’approvazione delle misure più urgenti contenute nel decreto-legge, il Ministro Mariastella Gelmini ha presentato al Consiglio le linee guida per l’Università, che costituiranno i contenuti di un ampio disegno di legge di prossima presentazione al Parlamento ed i cui capisaldi saranno: autonomia degli Istituti, responsabilità degli operatori e riconoscimento del merito.


Il Consiglio ha poi approvato un decreto presidenziale, su proposta dei Ministri Brunetta e Tremonti, che autorizza il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ad assumere a tempo indeterminato centodieci unità di personale docente di prima e di seconda fascia presso le Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM); le assunzioni autorizzate fanno fronte alle urgenti esigenze di personale per l’attività didattica nell’anno accademico 2008-2009.

- OMISSIS -

Università, il Cdm vara linee guida: efficienza e diritto allo studio

(Il Giornale) Roma - Il Consiglio dei ministri ha approvato le linee guida per l’università e anche il decreto legge con disposizioni urgenti per il diritto allo studio, il reclutamento del personale e l’efficienza del sistema universitario. "Chi difende lo status quo può non condividere questo provvedimento che punta a introdurre la meritocrazia nella ricerca - avverte il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini - si tratta di provvedimenti francamente difficilmente criticabili".
Il confronto con gli accademici Le linee guida sull’università illustrate dal ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, in Consiglio dei ministri saranno ora oggetto di confronto con il mondo accademico e in Parlamento. "Le linee guida sono un documento programmatico di legislatura - ha spiegato Gelmini - che offriamo al dibattito con il mondo accademico e che sarà oggetto di discussione nelle commissioni competenti e nelle Aule parlamentari". Quindi precisa: "Facciamo un appello a chi vuole dare un contributo, perchè c’è tutto il tempo necessario per una riforma condivisa. Non vogliamo tornare alla concertazione, ma vogliamo un confronto che è assunzione di responsabilità". Sul percorso parlamentare del decreto legge, la Gelmini si dice "tranquilla" dal momento che ha avuto un confronto con il mondo dell’università da cui è emersa "la necessità di un forte cambiamento da parte della stragrande maggioranza dei rettori, dei professori e dei ricercatori".
Concorsi non bloccati A riprova di questa ferma volontà al confronto il ministro fa sapere che "non ci sarà il blocco dei concorsi già banditi". Sono 1.800 per 3.700 idoneità da professore e 320 posti da ricercatore. "Cambierà, però, il meccanismo per la composizione delle commissioni di valutazione, dettato dal sorteggio - spiega la Gelmini - questa è la motivazione del ricorso alla decretazione d’urgenza". La Gelmini spiega che "il decreto interviene in via transitoria su concorsi per ricercatori e professori: abbiamo pensato a questo meccanismo perchè vogliamo introdurre un forte segno di discontinuità: al posto di 5 persone ne eleggeremo 12 e dentro a queste ne sorteggeremo 4". Per il ministro è un "elemento di assoluta trasparenza anche rispettoso dell’università: i concorsi non saranno posticipati di molto ed entro la fine di gennaio le commissioni saranno composte con le nuove modalità. Non c’è nessun blocco e nessun rinvio, è solo un leggero spostamento di qualche settimana per consentire - continua - la formazione della commissione con il nuovo metodo".
Fondi per le borse di studio Il decreto legge presentato dal Consiglio dei ministri annovera tutta "una serie di misure urgenti su diritto allo studio, valorizzazione del merito, ricambio generazionale dentro l’università e riqualificazione della spesa". La Gelmini precisa che il decreto - "un piccolo provvedimento, di tre articoli più un quarto di copertura" - "non è la riforma dell’università". Il decreto prevede, tra l’altro, di destinare 135 milioni a borse di studio per "ragazzi meritevoli e capaci", per un totale di 180mila studenti. Il provvedimento punta, inoltre, all’assunzione di due o tre ricercatori per ogni docente in pensione, introduce "penalizzazioni per le università non virtuose".
Fondi su base meritocratica Per la prima volta 500 milioni del Fondo di finanziamento ordinario delle Università saranno allocati "in maniera meritocratica, sulla base della valutazione scientifica e della qualità della ricerca". "Vogliamo rendere più efficace l’utilizzo delle risorse nelle università. Per la prima volta - ha detto il ministro - andremo a stanziare 500 milioni, cioè circa il 7% del fondo ordinario di finanziamento delle Università da 7 miliardi e mezzo, in maniera meritocratica, sulla base della valutazione scientifica e della qualità della ricerca. È un segnale importante: dimostra che possiamo spendere meglio e puntare sulla qualità della ricerca, utilizzando parametri già a disposizione con il sistema di valutazione del Civr". L’obiettivo è "evitare la distribuzione a pioggia delle risorse e incentivare le Università a migliorare la ricerca".
Restano i tagli in Finanziaria I tagli previsti per il 2010, nella manovra economica varata la scorsa estate, "rimangono" ma "abbiamo davanti un anno per cominciare un percorso di riforma che possa rendere quel taglio meno doloroso". Per il ministro, procedere alla "razionalizzazione dei corsi, all’eliminazione dei corsi con un solo studente, alla diminuzione delle sedi decentrate" farà "realizzare risparmi che renderanno quel taglio meno doloroso".

UNIVERSITA’, RIFORMA APPRODA IN CDM

(ANSA)  - ROMA - Tra il ritorno al dialogo e il lavoro di preparazione del disegno di legge sulle linee guida e del decreto d’urgenza su temi tecnici va avanti la riforma dell’università, che approderà oggi al Consiglio dei ministri, convocato per il primo pomeriggio proprio per esaminare e possibilmente approvare i due provvedimenti.

Dopo il vertice tra governo e maggioranza di Palazzo Grazioli, sembra essersi "sciolto" anche il clima attorno al ministro Mariastella Gelmini, che in diversi incontri ha visto ieri il Forum degli studenti (ma Uds e Rds non si sono presentati), i rappresentanti dei genitori e i vertici degli enti locali, preoccupati per le implicazioni del cosiddetto "decreto sanità". Incontro servito a "risolvere" l’impasse sul"commissariamento" delle regioni inadempienti. Il quarto incontro di ieri il ministro lo ha avuto con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Al Quirinale, secondo quanto si è appreso, Gelmini ha portato il testo del decreto legge "tecnico" e del ddl, che saranno presentati domani al Cdm. Nel riserbo ufficiale si è comunque appreso che Napolitano avrebbe rappresentato al ministro le posizioni raccolte in questi giorni negli incontri con gli studenti e con il mondo dell’università e indicate ancora ieri dal capo dello Stato a Padova. Quanto al decreto, che da Viale Trastevere ribadiscono di contenuto assolutamente tecnico, conterrebbe tra l’altro dei correttivi alla legge 133, quella relativa ai tagli.

E per trovare le risorse si sarebbero impegnati in prima persona il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, in un incontro avuto in serata ad Arcore. Secondo fonti vicine al ministero, nel provvedimento ci sarebbe un alleggerimento del blocco del turn over mentre fonti universitarie parlano di una riduzione dei tagli, con interventi anche relativi ai prossimi concorsi per la docenza. Ma su alcuni aspetti si lavora ancora. A ribadire che la strada della riforma, attraverso un ddl, è segnata è stato proprio Berlusconi, che attacca però la "disinformazione": la riforma è fatta "per combattere gli sprechi, i privilegi, i baronati e i parentati. Vogliamo premiare le università che gestiscono in modo intelligente le risorse. Non vogliamo fare tagli eccessivi: vogliamo spendere meglio. Dicono che vogliamo privatizzare tutto ma non è vero". La volontà di procedere in modo diverso dalla scuola e dai tagli della manovra, che tante proteste hanno provocato, emerge anche dalle prese di posizione all’interno della Pdl: Gaetano Quagliariello ha sollecitato un’indagine conoscitiva del Parlamento prima di assumere le decisioni necessarie. Mentre Fabio Granata, capogruppo del PdL in commissione Cultura alla Camera, ha invitato il governo a non utilizzare lo strumento del decreto per nessun aspetto relativo alla riforma del mondo universitario: "La via maestra è il ddl attraverso capacità d’ascolto e volontà riformatrice". Ma secondo l’opposizione, è ormai pronto il decreto urgente che annulla i concorsi a docente universitario, peraltro già in fase di svolgimento, con una modifica profonda delle regole concorsuali. Secondo Luciano Modica, responsabile Università del Pd, "non c’é dubbio che il sistema concorsuale vada riformato", ma serve una soluzione bipartisan senza ridurre un "tema così cruciale" in un "frettoloso intervento tampone". A viale Trastevere (dove è stato avvicendato anche il capo dell’ufficio legislativo, Tito Varrone, per motivi strutturali e non legati alla contingenza del ’decreto’ scuola) si continua a lavorare. E certo la "trasparenza" nei concorsi è un tema, insieme a quello del richiamo nei confronti degli atenei "spendaccioni", particolarmente sentito. Il ministro ha parlato con il Forum degli studenti delle linee applicative dell’insegnamento Cittadinanza e Costituzione e del voto in condotta, previsti dalla legge approvata il 29 ottobre. Gelmini ha chiesto alle associazioni di "presentare proposte per arrivare ad un testo il più possibile condiviso". Si è discusso anche della costituzione di un tavolo sul diritto allo studio e dell’ampliamento del progetto della Carta dello studente. Ma Uds e Rete degli studenti non si sono seduti al tavolo e hanno abbandonato la seduta chiedendo il ritiro della legge. Altro incontro, poi, con i genitori per affrontare sempre i temi della riforma della scuola.

UNIVERSITA’/ Gelmini: il decreto è difficilmente criticabile. Dal provvedimento 500 milioni per la ricerca

(Il Sussidiario.net) - Chi difende lo status quo può non condividere questo provvedimento che punta a introdurre la meritocrazia nella ricerca. Si tratta di provvedimenti francamente difficilmente criticabili». Lo afferma il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.

«Ci sono 500 milioni di euro da destinare sulla base del merito, della qualità scientifica della ricerca, in maniera meritocratica», ha spiegato il Ministro. «Si tratta di un segnale significativo. Vuol dire che è possibile spendere meglio le risorse e puntare sulla qualità».

«Non è corretto - aggiunge il ministro - trattare tutte le università allo stesso modo, quelle virtuose e quelle no. Queste ultime non potranno indire nuovi concorsi per nuove assunzioni di professori o di personale in genere».

Il decreto interviene infatti sui concorsi per professori e ricercatori. Sono 1.800 per 3.700 idoneità da professore e 320 posti da ricercatore. Il ministro ha anche assicurato che i concorsi «non saranno posticipati di molto. Entro fine gennaio saranno pronte le commissioni con le nuove modalità. Non ci sarà dunque nessun blocco, nessun rinvio, ma solo un leggero slittamento di qualche settimana». Quanto alla composizione delle commissioni, il ministro ha spiegato che saranno eletti 15 membri e tra questi verranno sorteggiati i quattro che si aggiungono al membro interno.

Università, Gelmini: "Nessun blocco per i concorsi già banditi"

Il ministro dell’Istruzione assicura che "sarannno spostati soltanto di qualche settimana" per permettere di comporre le commissioni con il nuovo metodo "entro la fine di gennaio". E poi aggiunge: "Il Dl varato oggi non è la riforma". Stanziati cinquecento milioni di euro per gli atenei più virtuosi

Roma, 6 nov. -(Adnkronos/Ign)- "Voglio subito precisare che non ci sarà nessun blocco per i concorsi universitari già banditi". Ad assicurarlo è stato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini (nella foto) a Palazzo Chigi, spiegando che il decreto approvato oggi dal Cdm prevede lo sblocco del turn over per gli enti di ricerca. Ha poi voluto spiegare che ’’il provvedimento interviene in via transitoria su concorsi per ricercatori e professori. Abbiamo pensato a questo meccanismo, perché vogliamo introdurre un forte segno di discontinuità: al posto di cinque persone ne eleggeremo dodici e dentro a queste ne sorteggeremo quattro’’. Secondo il ministro, è un ’’elemento di assoluta trasparenza anche rispettoso dell’università: i concorsi non saranno posticipati di molto ed entro la fine di gennaio le commissioni saranno composte con le nuove modalità. Non c’è nessun blocco e nessun rinvio sine die. Si tratta -precisa- solo di un leggero spostamento di qualche settimana per consentire la formazione della commissione con il nuovo metodo’’. Gelmini snocciola poi alcuni dati: sono 1.800 i concorsi per 3.700 idoneità da professore e 320 i posti da ricercatore.

Il ministro dell’Istruzione ha voluto precisare che oggi "il Cdm ha varato le linee guida per l’università e ha approvato anche un decreto legge. Le linee guida, precisa, rappresentano "un documento programmatico che offriamo al dibattito con il mondo accademico, ma che sarà oggetto di discussione anche in Parlamento nelle Commissioni e inAula". Il decreto consta invece di "tre articoli" più "un quarto relativo solo a una norma di copertura". "Si tratta di un provvedimento piccolo che, ribadisco -dice il ministro-, non vuole essere e non è la riforma dell’università, ma prevede semplicemente una serie di misure urgenti sul diritto allo studio, sulla valorizzazione del merito e sul ricambio generazionale negli atenei e anche sulla riqualificazione della spesa".

Per quanto riguarda il capitolo ’fondi’, il ministro Gelmini ha annunciato che "cinquecento milioni di euro saranno assegnati agli atenei più virtuosi", mentre il decreto legge del Consiglio dei ministri prevede anche lo stanziamento di "135 milioni di euro per borse di studio a favore di 180 mila ragazzi più meritevoli". "E’ la prima volta -conclude il ministro- che il Paese riesce a coprire tutte le necessità e a garantire tutti gli aventi diritto" mentre di solito "venivano esclusi circa 40 mila ragazzi" meritevoli.

Università: Cdm vara decreto, riforma concorsi, restano tagli

ROMA (Reuters) - Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi un decreto legge e le nuove linee guida per la riforma dell’università, e la ministro Maria Stella Gelmini ha annunciato che tra le novità introdotte con la decretazione urgente ci sono il finanziamento delle borse di studio per tutti gli studenti meritevoli, nuove regole per i concorsi e mezzo miliardo di euro per le università "di qualità".

Ma al tempo stesso, ha detto Gelmini, confermando che i tagli già decisi per il 2010 dalla legge 133 restano, il governo chiede agli atenei di attuare alcuni tagli come "l’eliminazione dei corsi inutili, frequentati da pochissimi studenti", e di impegnarsi a non aumentare il numero delle sedi distaccate.

E se le università capaci di mostrare la qualità della loro ricerca saranno premiate dai finanziamenti, quelle "non virtuose" saranno penalizzate e non potranno assumere docenti e personale amministrativo, avverte la ministro.

In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, Gelmini ha detto che il governo ha deciso di stanziare 135 milioni di euro per le per le borse di studio destinate a studenti "meritevoli e capaci", aggiungendo che "per la prima volta 180mila ragazzi riceveranno la borsa di studio".

Il decreto, ha detto la responsabile del dicastero dell’Istruzione e dell’Università, stanza altri 65 milioni di euro per le residenze universitarie, in modo da poter ospitare un maggior numero di studenti.

Sulla borse di studio e sulle residenze universitarie, ha detto Gelmini, il governo ha recepito alcune richieste della mozione approvata dal consiglio nazionale degli studenti universitari.

NO A BLOCCO CONCORSI, MA CAMBIANO COMMISSIONI

Le misure decise oggi dal Cdm - presieduto dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, perché il premier Silvio Berlusconi è impegnato in una visita in Russia - riguardano anche i concorsi universitari per docenti e ricercatori.

"Non ci sarà il blocco dei concorsi già banditi. Cambierà, però, il meccanismo per la composizione delle commissioni di valutazione, dettato dal sorteggio. Questa è la motivazione del ricorso alla decretazione d’urgenza", ha detto Gelmini.

"Abbiamo voluto dare un segnale di forte discontinuità, cambiare il meccanismo di composizione delle commissioni di valutazione, che saranno composte da un membro interno e da una elezione del triplo dei membri della commissione, a cui seguirà il sorteggio, per garantire che i concorsi avvengano nella maniera più trasparente possibile".

In pratica, ha spiegato la ministro, si procederà prima ad eleggere 12 candidati esterni, tra le cui fila verranno sorteggiati quattro nomi che si andranno ad aggiungere a quelli del membro interno.

Il nuovo sistema, ha assicurato l’esponente del governo, posticiperà solo "di poche settimane" i concorsi, perché le nuove commissioni dovrebbero essere insediate entro il mese di gennaio 2009.

Gelmini ha confermato il blocco del turn over dei docenti, in una misura che passa dal 20% al 50%, ma ha spiegato che sarà un vincolo di spesa, non di numero di posti, e che dunque le università potranno comunque assumere giovani ricercatori e docenti - anche in numero di due-tre - al posto dei professori che vanno in pensione, "a costo inalterato".

Non è chiaro però se questo significhi che i nuovi assunti riceveranno stipendi più bassi, e in che misura.

Per gli enti di ricerca, ha invece detto la ministro, ci sarà lo sblocco del turn over.

CINQUECENTO MILIONI PER ATENEI "DI QUALITA’". MA TAGLI RESTANO

Nel decreto, è previsto anche lo stanziamento di 500 milioni di euro - circa il 7% del Fondo universitario statale, ha detto Gelmini - per "in maniera meritocratica" alle università sulla base della "qualità della ricerca", valutata con appositi indicatori.

Gli atenei "non virtuosi" saranno invece penalizzati, "non potranno assumere nuovi concorsi e assumere altro personale docente e amministrativo".

Il Cdm di oggi ha anche approvato le linee guida per l’Università che sono, in sostanza, una base di discussione in vista probabilmente di un disegno di legge. Le "guidelines", ha detto Gelmini, riguardano la riforma del reclutamento di docenti e ricercatori, dei dottorati di ricerca, della valutazione e anche della "governance" degli atenei.

E oggi, dunque, dopo che il governo nei giorni scorsi ha proceduto spedito per arrivare all’approvazione della riforma della scuola elementare nonostante le proteste di piazza, Gelmini ha lanciato un appello al "confronto", invitando "chi vuole contribuire a questa sfida" a partecipare all’elaborazione di "una riforma che sia condivisa".

Un appello rivolto al mondo universitario, al Parlamento e "a tutto il Paese", ha detto la ministro.

Gelmini però ha ammesso che intanto restano i tagli previsti dalla legge 133 - approvata d agosto e fortemente contestata da studenti, docenti e rettori - per il 2010, stimati in circa 1,5 miliardi di euro

Però "abbiamo un anno e più per cominciare un percorso di riforme", ha detto la ministro, raffermando che con la razionalizzazione dei corsi di laurea chiesti agli atenei si potrebbero creare risparmi "per rendere quel taglio meno doloroso".

Piedi di piombo

Andrea Scarchilli

(Aprileonline) _ Il Consiglio dei ministri fa il primo passo sulla strada della riforma dell’università: un decreto legge cambia i criteri di composizione delle commissioni per assumere nuovi docenti e ricercatori, amplia il turn - over e stanzia fondi per borse di studio e residenze per gli studenti. Il resto andrà in Parlamento, l’esecutivo si limita a dettare le linee guida

Timorosa di sollevare altri vespai o, si potrebbe dire, muovere nuove onde, la maggioranza berlusconiana ha ufficialmente dato il via alla riforma universitaria. Un Consiglio dei ministri convocato adhoc e preceduto da fitti colloqui tra tutte le anime della maggioranza - con il leader della Lega Nord Umberto Bossi che ha messo in guardia da "un nuovo ‘68" - ha approvato un decreto legge che contiene le prime misure (quelle considerati più urgenti, già sottoposte dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini al vaglio del Capo dello Stato) di riforma del sistema universitario. Si tratta di provvedimenti che incidono sul "diritto allo studio, il reclutamento del personale e l’efficienza del sistema universitario", così recita il comunicato che ha preceduto la riunione.

Oltre a questo, il governo ha "indicato" al Parlamento le linee guida di riforma dell’università: reclutamento dei docenti e dei ricercatori, dottorati, valutazione, governance. Sulla base di queste priorità (e dopo, a quanto pare, un’indagine conoscitiva sullo stato dell’università italiana) partiranno uno o più disegni di legge per ridisegnare il sistema. Tra gli obiettivi del governo, la lotta alle cosiddette "baronie" universitarie e la razionalizzazione delle spese, con il tentativo di rendere il sistema dei finanziamenti più virtuoso e basato sulla qualità dei singoli atenei, non sulla mera quantità degli iscritti. La Gelmini ha ribadito questa volontà anche nella conferenza stampa di stasera, lanciando un appello alle università per la riduzione dei corsi e delle sedi distaccate.

Tutto questo, ha assicurato il ministro, sarà realizzato confrontandosi in Parlamento e con il mondo accademico. Non si vuole, insomma, commettere di nuovo l’errore delle misure di fine agosto con le misure sulle scuole primarie e secondarie, fatte passare sulla testa di tutti gli interessati senza interpellarli.

I provvedimenti di oggi. Il decreto, composto di quattro articoli, il governo lo giustifica con la volontà di cambiare i criteri di assunzione. Nella composizione delle commissioni entra in gioco il sorteggio. Nel dettaglio si procederà all’elezione di una rosa di dodici candidati, entro la quale saranno poi sorteggiati i quattro membri esterni che si vanno ad aggiungere al commissario interno. Per il ministro è un "elemento di assoluta trasparenza anche rispettoso dell’università: i concorsi non saranno posticipati di molto ed entro la fine di gennaio le commissioni saranno composte con le nuove modalità. Non c’è nessun blocco e nessun rinvio, è solo un leggero spostamento di qualche settimana per consentire la formazione della commissione con il nuovo metodo". Si evitano così i ricorsi che sarebbero arrivati a raffica dalla cancellazione dei bandi di concorso (sono 1800 per 3700 idoneità da professore e 320 posti da ricercatore), che scadono lunedì prossimo. Si allargano, inoltre, le maglie del turn - over bloccato con il decreto estivo: si passa dal venti al cinquanta per cento dei docenti. Con un vincolo di spesa, dettato dalla Gelmini: "Il sessanta per cento dei fondi dovranno essere usati per assumere giovani ricercatori e rovesciare la piramide che vede poco ingresso per i giovani".

Sono stati stanziati 135 milioni per le borse di studio, 65 milioni per ampliare le residenze universitarie e destinato cinquecento milioni (già stanziati in precedenza) agli atenei più virtuosi secondo il Consiglio nazionale di valutazione del sistema universitario. Rimane quanto l’opposizione aveva chiesto di eliminare: i tagli per il 2010, con la Gelmini che invoca l’anno che rimane "per renderli meno dolorosi", attraverso una razionalizzazione delle spese. Blocco delle assunzioni per le università "meno virtuose", con i bilanci in rosso. 

Università, il governo approva le linee guida

(L’Unità) - Dopo giorni di polemiche e manifestazioni nelle piazze e nelle scuole di tutta Italia, il Consiglio dei ministri è passato alla fase 2: dopo la scuola, ora tocca all’Università. Quella su cui il governo ha promesso di aprire il dialogo. Nel dubbio, intanto, ha approvato le linee guida presentate dalla Gelmini, relative all’autonomia degli atenei, alla responsabilità e al merito. Il ministro promette che sarà «un documento programmatico» aperto «al dibattito del mondo accademico, e che sarà oggetto di discussione nelle commissioni parlamentari competenti».

Il testo, in sostanza, anticipa i punti principali della riforma universitaria, che sarà poi oggetto di un disegno di legge, e prevede la deroga parziale del turnover disposto dalla 133 dello scorso 6 agosto per l’assunzione dei giovani ricercatori, e modifica i meccanismi per la selezione di professori associali e ordinari.

Intanto, l’Onda degli studenti non si ferma, a Palermo come a Roma, dove gli universitari della Sapienza hanno rilanciato la manifestazione nazionale del 14 novembre «per chiedere il ritiro totale dei tagli contenuti nella legge 133 e del decreto 137». L’Onda, che attraversa gli atenei di tutta Italia, è secondo gli studenti «la stessa che vede mobilitarsi le maestre elementari contro la distruzione del tempo pieno e del modello pedagogico della scuola primaria, la stessa che parla alle centinaia di migliaia di insegnanti precari delle scuole superiori che perderanno ogni speranza di lavoro e stabilizzazione a causa dei tagli di Tremonti e Gelmini, la stessa che sta mobilitando i ricercatori precari dell’università e degli enti di ricerca per rivendicare la stabilizzazione e il rilancio della ricerca pubblica».

A Roma fa eco Palermo, dove un cartello di università del Sud ha chiesto pari condizioni economiche per competere con quelle del Centro-Nord. I rettori degli atenei di Palermo, Messina, Reggio Calabria e Napoli II si sono riuniti per far sentire la loro voce, affinché il governo crei un quadro di parametri di valutazione certi per evitare disparità di trattamento. Nel capoluogo siciliano, la protesta anti-riforma è arrivata anche all’interno della Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, con un’irruzione di un gruppo di studenti che hanno issato uno striscione con la scritta «Fuori le aziende dalle Università».

A Palazzo Chigi è stato approvato anche il decreto legge che autorizza il ministero dell’Istruzione ad assumere personale docente di prima e seconda fascia presso le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Il decreto, ha sottolineato il ministro Mariastella Gelmini, è un provvedimento «piccolo», di 3 articoli più un quarto di copertura, ed interviene anche «in via transitoria sui concorsi dei docenti accademici: 1.800 per 3.700 idoneità da professore e 320 posti da ricercatore». Il meccanismo che regola la formazione delle commissioni per le selezioni sarà modificato, e questo comporterà uno slittamento delle prove. Ma, secondo Gelmini, «i concorsi non saranno posticipati sine die ed entro la fine di gennaio saranno pronte le commissioni con le nuove modalità».

L’abc del decreto Università

(Il Sole 24 Ore) - Cinquecento milioni per le università virtuose, 135 milioni per le borse di studio, 65 milioni per alloggi e residenze universitarie.E, ancora, gli atenei con i conti in rosso non potranno assumere docenti e personale amministrativo, mentre ci saranno finanziamenti ad hoc che premieranno le università che elimineranno corsi e sedi distaccate inutili. Ogni docente che andrà in pensione lascerà spazio a 2 ricercatori e almeno il 60% delle assunzioni sarà destinato a giovani ricercatori. Ecco una sintesi delle principali novità contenute nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri del 6 novembre 2008.

Alloggi e residenze universitarie. Sessantacinque milioni di euro per la realizzazione di alloggi e residenze per gli studenti universitari. Le nuove strutture consentiranno di ospitare 1.700 posti letto in più per studenti universitari.

Assunzioni. Per gli atenei che non hanno bilanci in rosso il limite annuale di spesa per le nuove assunzioni di personale (professori ordinari, professori associati, ricercatori e personale tecnico-amministrativo) è fissato nella misura del 50% della spesa relativa al personale cessato nell’anno precedente. Da questa somma almeno il 60% deve essere destinata all’assunzione di ricercatori a tempi determinato e indeterminato.

Assunzioni e pensionamenti. Dal 2009 ci saranno 3mila posti in più per i ricercatori grazie a 150 milioni di euro per favorire il turn over. Lo scopo è quello di favorire l’assunzione di giovani e diminuire l’età media dei docenti italiani. Gli atenei potranno anche decidere di fare entrare solo giovani ricercatori arrivando a 2 giovani ricercatori per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni dovranno essere destinate ai nuovi ricercatori. Le università che rinunceranno a trattenere i docenti oltre i 70 anni di età potranno raddoppiare il numero dei posti per ricercatori.

Assunzioni e università con i bilanci in rosso. Le università con i bilanci in rosso non potranno assumere ulteriore personale: non potranno, infatti, bandire concorsi per docenti o personale amministrativo. Le università non virtuose sono anche escluse dalla ripartizione dei fondi relativi al piano straordinario di assunzione dei ricercatori per gli anni 2008 e 2009.

Borse di studio. Tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio grazie all’incremento di 135 milioni di euro, destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. In pratica 180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l’esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto già oggi. Per il 2009-2010, con il nuovo finanziamento del governo, tutti gli idonei in Italia avranno la borsa di studio e l’esonero dalle tasse.

Concorsi di ricercatore già banditi fuori dal turn over. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over. La disposizione interessa circa 2.300 ricercatori.

Enti di ricerca esclusi dal blocco delle assunzioni. Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che è entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche.

Finanziamenti a chi elimina corsi e sedi distaccate inutili. Saranno premiate con più finanziamenti, trasferiti direttamente dal ministero, le università che ridurranno sedi distaccate non funzionali e corsi di laurea in eccesso rispetto alle reali esigenze formative degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro.

Finanziamento alle università virtuose A decorrere dal 2009 una quota non inferiore al 7% del fondo di finanziamento ordinario e del Fondo straordinario (articolo 2, comma 428, della Finanziaria 2008) sarà assegnata alle università in base ai risultati formativi e delle attività di ricerca, nonché in base ai processi di razionalizzazione dei corsi di laurea e delle sedi. Un decreto del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca definirà le modalità di erogazione della quota, in base a parametri individuati da Civr e Cnvsu.

Trasparenza nei concorsi. Sarà eletto un pool molto ampio di professori all’interno del quale saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione. Lo scopo è quello di evitare il rischio di predeterminare l’esito dei concorsi. In pratica le commissioni saranno composte su base nazionale da 5 professori sorteggiati da una lista di 15 commissari eletti tra i professori ordinari del settore disciplinare del bando. Se il settore è costituito da un numero di docenti pari o inferiore a 15, la lista è costituita da tutti gli appartenenti al settore e viene integrata mediante elezione, fino a concorrenza del numero 15, da docenti di settori affini.

UNIVERSITA': ECCO COSA PREVEDE IL DECRETO GELMINI (SCHEDA)

(ASCA) - Roma, 6 nov - Dalla trasparenza nei concorsi allo sblocco del turn over per i ricercatori. Questi i punti salienti del decreto Gelmini sull'Universita' varato oggi dal Consiglio dei Ministri: ''Un provvedimento piccolo - come affermato dallo stesso ministro - di tre articoli e un quarto di copertura''.

TRASPARENZA NEI CONCORSI. Sara' eletto un pool molto ampio di professori all'interno del quale poi saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione che giudichera'. Si evita cosi' il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi e si incoraggia un piu' ampio numero di candidati a partecipare. Mentre prima la commissione era formata da 1 membro interno e 4 membri eletti.

CON BILANCI IN ROSSO NIENTE ASSUNZIONI. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune universita' (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le universita' con bilanci in perdita non potranno bandire concorsi per docenti o personale amministrativo.

DA 2009 TREMILA POSTI IN PIU' PER I RICERCATORI. Stanziati 150 milioni di euro per favorire il turn over. Obiettivo: favorire l'assunzione di giovani e diminuire l'eta' media dei docenti italiani. Incentivi alle universita', dunque, per favorire il pensionamento e l'assunzione di giovani docenti.

Le universita' infatti potranno anche decidere di fare entrare solo giovani ricercatori arrivando quindi a 2 giovani ricercatori per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni devono essere destinate ai nuovi ricercatori e le universita' che rinunceranno a trattenere i docenti oltre i 70 anni di eta' possono raddoppiare il numero dei posti per ricercatori.

500 MILIONI DI EURO SOLO ALLE UNIVERSITA' MIGLIORI. 500 milioni di euro (cioe' il 5% del Fondo del Finanziamento Ordinario) saranno distribuiti alle universita' migliori: quelle con produzione scientifica migliore, l'organizzazione e la qualita' didattica migliori. Le universita' piu' virtuose saranno individuate attraverso i parametri di valutazione Civr, Cnvsu e modelli internazionali.

FINANZIAMENTI A CHI ELIMINA CORSI E SEDI DISTACCATE INUTILI. Saranno premiate con piu' finanziamenti, trasferiti direttamente dal ministero, le universita' che ridurranno sedi distaccate non funzionali e corsi di laurea in eccesso rispetto alle reali esigenze formative degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro.

ENTI DI RICERCA ESCLUSI DA BLOCCO ASSUNZIONI. Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che e' entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche.

CONCORSI RICERCATORE GIA' BANDITI FUORI DA TURN OVER. I bandi di concorso per posti da ricercatore gia' banditi sono esclusi dal turn over. 2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over.

BORSE STUDIO PER 135 MLN EURO A 180MILA RAGAZZI MERITEVOLI. Per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.

L'incremento di 135 milioni di euro sara' destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici.

180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto gia' oggi.

65 MILIONI PER NUOVE RESIDENZE UNIVERSITARIE. 1700 posti letto in piu' per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie.


























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