Nella sua agenda il capitolo università &è; ricco di sorprese
30 May 2008

Mariastella GelminiA viale Trastevere ormai è di casa. Il nuovo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, si prepara a fare gli onori di casa. Diversi saranno i suoi ospiti, specialmente dopo il nuovo provvedimento che il governo Berlusconi ha deciso di adottare: accorpare il MIPI e il MIUR in una unica sigla e persona, il MIPIUR.
Al posto di Giuseppe Fioroni e Fabio Mussi, ci sarà quindi lei, la 34enne bresciana, nei panni dismessi di avvocato. Sul suo tavolo: scuola, università e ricerca scientifica, tre tematiche difficile da far digerire ad una sola ministra. Inoltre la Gelmini fa il suo ingresso a Trastevere con una valigia ricca di “ricordi” a tema: la proposta di legge del febbraio di quest’anno, incentrata sulla promozione e l’attuazione del merito, nell’ambito della scuola e dell’università.
I cardini intorno cui si muove sono tre: autonomia, parità, valutazione. La questione di maggiore portata è nel primo punto: la possibilità per le scuole di scegliersi gli insegnanti. Ma ha sollevato dubbi anche quando parla di cancellazione del sistema dei debiti e sull’aumento della selettività dei meccanismi di avanzamento scolastico.
Nella proposta il capitolo università è ricco di sorprese: “Per far decollare il sistema universitario – si legge nel testo - gli studenti dovrebbero sottoporsi ad esami preliminari obbligatori per l’accesso alle università pubbliche e private, anche ove non sia previsto il numero programmato per le iscrizioni ai corsi di laurea, al fine di valutare la preparazione di base e i successivi progressi degli studenti”. Le tasse universitarie dovrebbero, invece, essere rimodulate con un rafforzamento delle borse di studio destinate agli studenti meritevoli e con un aumento a carico degli studenti fuori corso.
Sempre guardando al merito, la Gelmini non tralascia neanche la categoria dei docenti universitari e ricercatori, puntando su un sistema di reclutamento improntato alla valutazione dei risultati. Secondo la neoministra si dovrebbe passare per la “la progressiva abolizione degli incarichi a tempo indeterminato”, rivedendo “i meccanismi di reclutamento, mediante l’istituzione progressiva della chiamata nominale da parte delle facoltà universitarie” e “introdurre sistemi di verifica triennali dei risultati della ricerca, ai fini
del mantenimento dell’incarico e delle progressioni di carriera”. Mentre “i finanziamenti agli atenei dovrebbero essere ripartiti in misura direttamente proporzionale ai risultati formativi qualitativi certificati da organismi terzi”.
Ma chi saranno i primi a bussare alla porta? In realtà i seccatori sono già stati tanti, specialmente in vista della Maturità ed in previsione della riapertura delle scuole a settembre. Al passaggio di consegne con il suo predecessore a Viale Trastevere, Giuseppe Fioroni, la Gelmini ha già trovato l’accoglienza di una manifestazione promossa dai Cobas, che sollecitavano il ritiro dell’ordinanza ministeriale sul recupero dei debiti scolastici. Bocciare o promuovere più di un milione di studenti che non hanno sanato i debiti formativi? Nei prossimi giorni la Gelmini dovrà definire, assieme al sottosegretario Giuseppe Pizza, un’agenda con le priorità, tra le quali va inclusa anche quella del precariato degli insegnanti, e rispondere ad una serie di domande. Il panorama è, infatti, molto più complesso di quello che sembra e tra chi bussa alla sua porta non mancano i cari amici del Movimento insegnanti da abilitare

Anna Di Russo



Fonte: http://www.corriereuniv.it/


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