Sono docenti, impiegati e studenti. L´accusa: "Esami comprati". Il Codacons: "Vanno annullate le prove truccate"
30 March 2008

di Marino Bisso e Carlo Picozza

La Sapienza Sono docenti, impiegati e studenti. L´accusa: "Esami comprati". Il Codacons: "Vanno annullate le prove truccate"
 

«Vanno annullati gli esami truccati e sospesi i docenti coinvolti nello scandalo». A chiederlo è l´associazione "a difesa" Codacons, dopo il rinvio a giudizio - per le prove vendute nella facoltà di Giurisprudenza della Sapienza nel 2002 e nel 2003 - di ventisette tra docenti (6), studenti e loro congiunti (12), impiegati e altri dipendenti dell´ateneo (9). Con le accuse di associazione per delinquere, falso, concorso in corruzione, il 9 luglio siederanno sul banco degli imputati.

Intanto, questa la richiesta dell´associazione dei consumatori, «i ricercatori coinvolti nello scandalo degli esami truccati devono essere immediatamente sospesi dal servizio». «Ci meravigliamo di come, nonostante le pesanti accuse e il rinvio a giudizio deciso dal gup Barbara Callari», commenta il presidente, Carlo Rienzi, «i vertici dell´università abbiano deciso di mantenere al proprio posto i ricercatori coinvolti nel supermarket degli esami». «Non vogliamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria né, tanto meno, condannare alcuno ma, nell´interesse degli studenti, riteniamo che i sei ricercatori debbano essere immediatamente allontanati dal servizio, almeno fino a che non sarà stata fatta piena luce sulla grave vicenda. Ovviamente ci aspettiamo, se non fosse già stato disposto, l´annullamento degli esami finiti sotto inchiesta».

Nell´indagine denominata «Minerva» (dalla statua della dea che, nel piazzale piacentiniano dell´ateneo, ha le mani in alto, pur armate di lancia e scudo), gli inquirenti avevano concentrato la loro attenzione sugli esami tenuti nella facoltà di Giurisprudenza dal giugno del 2002 al giugno del 2003. Per diciotto tra docenti (5) amministrativi e uscieri (6) e studenti (7), nel luglio del 2003 scattarono le manette. In trentacinque erano stati iscritti sul registro degli indagati. Dalle perquisizioni negli uffici, nelle abitazioni di docenti e studenti sono stati acquisiti agli atti documenti e materiali compromettenti. Tra questi, un timbro usato per convalidare gli esami. Anche alcuni oggetti di valore, "donati" dagli studenti per la captatio benevolentiae di rito, sono finiti tra le prove a carico.

Come tutti i mercati, anche quello degli esami aveva i suoi prezzi. Fissati in base alla difficoltà della prova da "superare", i corrispettivi per la promozione oscillavano dai mille e 500 ai tremila euro.



Fonte: http://roma.repubblica.it

 

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