sabato 5 aprile nel centro congressi Horse Country di Arborea
28 March 2008
sabato 5 aprile nel centro congressi Horse Country di Arborea
 
“La ricchezza non si misura solo col Pil. Questa regione crede che l'unico modo per presentarsi al futuro e aumentare la competitività sia accrescere il livello di conoscenza e, attraverso questo, creare sviluppo sostenibile”.  
È la posizione del Presidente Renato Soru, che già nel maggio 2007 individuava nell'economia della conoscenza il nuovo modello di sviluppo per la Sardegna. Ma se da un lato l’atteggiamento e gli sforzi profusi per raggiungere gli obiettivi fissati nel 2000 dall’Agenda di Lisbona (fare dell’Europa, entro il 2010, “l’economia “basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”) sono più che appezzabili, d’altro lato si potrebbe forse fare di più.  
La consapevolezza di questa sfida ha ispirato la ricerca Progetto_Ascolto promossa e condotta dallo Studio Giaccardi & Associati, i cui risultati saranno presentati sabato 5 aprile nel centro congressi Horse Country di Arborea durante il convegno Change it! Cambiamo il futuro, patrocinato dalla Regione Autonoma della Sardegna. 
La ricerca offre un imponente patrimonio di dati, opinioni, aspettative e sogni di futuro espressi da 100 rappresentati della classe dirigente sarda, a partire da un’analisi accurata del contesto economico e sociale, con focus specifico su giovani e donne. Gli scogli da superare sono diversi. Ad esempio, sul fronte dell’istruzione emerge che nel 2006 il tasso di abbandono degli studenti delle superiori è pari al 28,3%, quasi 8 punti in più rispetto alla media nazionale. Situazione difficile anche in ambito universitario: nei due atenei di Sassari e Cagliari si conta nel 2006 un numero di studenti di fuori corso pari al 78,8%. Ci sono però dei dati che mettono in rilievo il nuovo ruolo che le donne stanno assumendo nella società e nell’economia: le donne si laureano prima degli uomini e nel 2006 hanno rappresentato il 64% dei laureati. Solo in tre facoltà, prettamente tecnico-scientifiche, il numero di donne laureate è inferiore a quello agli uomini. Crescono le donne imprenditrici che nel 2006, arrivano a quota 35.000, il 24,3% del totale regionale, dato superiore alla media nazionale. Il trend di crescita delle imprese al femminile è costante e in linea con l’andamento nazionale.
Resta ancora molto da fare. Il ritardo rispetto ai giovani e donne d’Europa è consistente: ad esempio il tasso di occupazione giovanile in Sardegna è del 23,6% nel 2005 contro una media UE (a 15 stati membri) del 39,8%. Considerando solo le donne il tasso di occupazione nell’isola è del 37,1%, contro il 57,4% dell’UE. A loro volta anche i tassi di disoccupazione sono sensibilmente più elevati (fino a 16 punti di differenza tra Sardegna ed Europa).  
In quest’ottica il convegno Change it!, al quale parteciperanno imprenditori, associazioni di categoria come Confindustria Regione Sardegna, Apisarda, CNA regionale, sindacati (Cgil, Cisl e Uil), università e l’Assessore regionale al lavoro e alla formazione Romina Congera, sarà un’inedita occasione di riflessione per progettare un futuro in cui il cambiamento non sia più percepito come minaccia, ma come opportunità. L’obiettivo finale è dare vita a un’associazione no profit per favorire la creazione di imprese innovative tra donne e giovani. Un approccio che individua nel bisogno e nella volontà di Cambiare il futuro il nuovo luogo di interazione e collaborazione fra tutte le persone e le organizzazioni invitate e che decideranno di aderire al progetto. 

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