Pubblichiamo una selezione delle notizie apparse sulla stampa
30 December 2007

 
Fioroni: «La maturità avrà valore per l’ingresso all’università»

ROMA (28 dicembre) - I risultati ottenuti nella scuola secondaria avranno valore come punteggio per entrare nell’università a numero chiuso. «La svolta di questo provvedimento si traduce così: ora pagherà il merito, non le furbizie, e chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco per l’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso». Così il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ha commentato il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei Ministri per l’accesso all’università. «La maturità non sarà più solo un pezzo di carta - continua Fioroni - ma una porta d’ingresso al proprio futuro e finalmente gli studi delle superiori avranno un loro peso specifico: non saranno più a valutazione zero come accadeva fino ad oggi ma garantiranno fino a 25 punti che varranno per l’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso, e sono proprio i 25 punti che possono fare la differenza tra chi entra e chi resta fuori». «Per la prima volta il curriculum delle scuole superiori sarà determinante per il proseguimento degli studi all’università e i quiz universitari - conclude Fioroni - dovranno tenere conto dei programmi delle superiori. Credo che si possa parlare di una vera e propria svolta per la scuola superiore». Il provvedimento sull’accesso all’università approvato oggi dal consiglio dei Ministri individua i “Percorsi di orientamento per una scelta consapevole dei corsi di laurea universitari e valorizzazione della qualità dei risultati scolastici degli studenti per l’ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato”.

Dal 2008/2009: Queste misure entreranno in vigore a partire dall’anno accademico 2008/2009. I percorsi si inseriranno strutturalmente nell’ultimo anno di corso della scuola secondaria di secondo grado.

Punteggio: Per l’accesso ai corsi universitari a numero programmato, nel punteggio massimo di 105 punti, 80 saranno assegnati sulla base del risultato del test d’ingresso e 25 saranno dati agli studenti che avranno conseguito risultati di eccellenza a scuola: a tal fine contribuiranno la media complessiva, non inferiore a sette decimi, dei voti ottenuti negli scrutini finali di ciascuno degli ultimi tre anni di frequenza della scuola secondaria superiore e la valutazione finale conseguita nell’esame di Stato dal 20% degli studenti con la votazione più alta attribuita dalle singole commissioni, che comunque non deve essere inferiore a 80/100.

Percorsi di orientamento: Il decreto prevede anche la realizzazione di appositi percorsi di orientamento affinché gli studenti arrivino preparati ai corsi di laurea che hanno scelto consolidando le proprie conoscenze in relazione alla preparazione richiesta per i diversi corsi di studio. Per questo i docenti della scuola secondaria superiore possono essere coinvolti nella predisposizione dei test di accesso all’università, mentre nelle scuole possono essere organizzati percorsi di orientamento con la partecipazione di professori universitari.

Convenzioni con mondo lavoro: È possibile, inoltre, fare ricorso a specifiche convenzioni aperte alla partecipazione di associazioni, imprese, rappresentanze del mondo del lavoro e delle professioni che intendono fornire il loro apporto con proprie risorse tecniche, umane e finanziarie.

Commissione valutazione: Per monitorare le attività svolte in attuazione del decreto e i risultati ottenuti nasce una Commissione nazionale - con rappresentanza paritetica del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero dell’università e della ricerca con una rappresentanza territoriale dei Comuni, delle Province e delle Regioni - che opera in raccordo con l’Istituto nazionale di valutazione del sistema dell’istruzione (Invalsi) e con l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur).


 



Il numero chiuso parte dalla maturità

Il voto d’esame avrà un peso nei test d’ingresso all’Università


RAFFAELLO MASCI

ROMA
Ora pagherà il merito, e non più le furbizie. Chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco per l’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso». Il ministro della pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ama i modi spicci e, uscendo dal consiglio dei ministri, sintetizza così il senso di un provvedimento che da mesi era nell’aria e solo ieri mattina è stato varato: «La maturità non sarà più solo un pezzo di carta - spiega il ministro - ma una porta d’ingresso al proprio futuro. E finalmente gli studi delle superiori avranno un loro peso specifico: garantiranno fino a 25 punti per l’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso, e sono proprio i 25 punti che possono fare la differenza tra chi entra e chi resta fuori. E i quiz universitari dovranno tenere conto dei programmi delle superiori». Tecnicamente il provvedimento è un decreto legislativo, che tocca due materie: i crediti scolastici da spendere per l’accesso all’università, e l’orientamento per la scelta della facoltà.

Nel momento in cui uno studente si presenta al concorso per accedere ad una facoltà a numero chiuso, deve sostenere un test articolato in 80 domande, a cui corrispondono altrettanti punti. Questo punteggio ora potrà essere integrato da un ulteriore pacchetto di 25 crediti, eredità degli ultimi tre anni delle superiori e dell’esame di maturità. L’acquisizione di questi venticique punti, però, non è semplicissima, in quanto ad essa concorrono quattro fattori: 1) La media del 7 (come minimo) riportata negli ultimi tre anni di scuola superiore. 2) La media dell’8 negli ultimi tre anni, nelle discipline specifiche del corso di laurea al quale si chiede l’iscrizione (esempio: matematica, fisica e scienze per le facoltà scientifiche, italiano e latino per quelle umanistiche, eccetera). 3) Il fatto di appartenere alla schiera del 20% dei migliori «maturati» della propria commissione d’esame (tradotto: lo studente deve essere tra i primi della classe anche alla maturità), a patto di avere un voto superiore a 80/100. 4) La lode eventualmente ottenuta. Solo in questo modo si otterranno tutti e venticinque punti aggiuntivi. Altrimenti se ne avranno di meno. Orientamento

Il decreto propone un orientamento che non risponde più alla domanda «che cosa ti piace fare?», ma costituisce un «percorso formativo» che accompagni il ragazzo nel capire quali sono le sue attitudini, le sue competenze specifiche e, quindi, quale sia per lui la scelta migliore. In questa attività orientativa - dice il decreto - è prevista una collaborazione tra i docenti delle superiori e quelli dell’università. I primi potranno lavorare alla stesura dei test di ammissione all’università, mentre i secondi potranno andare nelle scuole a spiegare l’offerta formativa delle loro facoltà. Nel fare orientamento, poi, la scuola potrà accettare l’aiuto (come già avviene) di associazioni professionali o imprenditoriali. Una commissione nazionale, costituita dai due ministeri (Università e Istruzione) più gli enti locali e le agenzie di valutazione, provvederà a monitorare le novità nei prossimi anni. E, all’occorrenza, suggerirà cambiamenti.


CORRIERE CANADESE

Università: due nuove norme conteranno merito e curriculum

ROMA - Sarà un 2007 da ricordare per la scuola e l’università italiane. Un anno di “svolta” con un’insistente politica di ritorno alla serietà e all’eccellenza, dopo il bullismo e gli scandali, una svolta fortemente voluta dai ministri Fioroni e Mussi.
E la conferma venuta ieri, all’ultimo consiglio dei Ministri dell’anno, che ha portato, tra l’altro, due nuove norme, una per l’accesso all’università (dopo il caso dei test truccati) e per l’orientamento, l’altra per la valutazione dell’eccellenza degli atenei.
In particolare, il ministro dell’Università e Ricerca, Mussi ha definito «molto significative le novità introdotte per rimodellare il sistema dell’istruzione in Italia».
Il titolare della Pubblica Istruzione, da parte sua, ha parlato di “svolta” per un provvedimento che «si traduce così: ora pagherà il merito, non le furbizie, e chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco per l’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso.
La maturità non sarà più solo un pezzo di carta ma una porta d’ingresso al proprio futuro e finalmente gli studi delle superiori avranno un loro peso specifico, avranno un valore fino a 25 punti, mentre prima valevano zero.
Dunque da oggi per l’accesso alle facoltà universitarie anche la dote delle superiori avrà un suo peso.
Dal prossimo anno, dunque, il curriculum degli studenti avrà più valore.




 

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