“Fuori sede” quasi tutti dal sud, spesa media 1.100 euro al mese
08 December 2007

ROMA
Sono oltre 350.000 gli iscritti “fuori sede”nelle università italiane, intendendo con il termine chi frequenta un ateneo fuori dalla propria regione di residenza: uno studente su cinque “emigra” o per voglia di emancipazione o per ricercare un’offerta universitaria considerata migliore. È quanto rileva il Censis nel suo 41mo rapporto annuale sulla situazione sociale dell’Italia: per l’istituto di ricerca socioeconomica, quello degli studenti fuori sede «è un fenomeno che si caratterizza per una rilevanza economica di non poco conto, sia lo si osservi dal punto di vista delle famiglie che dell’economia di una città o della spesa universitaria».

La distribuzione degli studenti fuori sede disegna un’Italia nella quale i flussi “del sapere” sono tutti orientati nella direttrice sud-nord: nel Mezzogiorno (Puglia, Calabria, Campania, Basilicata) gli studenti che lasciano le proprie città sono molto più di quelli che arrivano, in centro Italia (Emilia, Lazio, Toscana, Lombardia) succede l’opposto.

L’impatto economico prodotto dai flussi dei fuori sede varia invece in funzione del loro orientamento. Se la spesa media mensile di un fuori sede - tasse, alloggi, vitto, tempo libero, mobilità - è stimabile in circa 1.100 euro al mese, ciò si traduce per una regione come l’Emilia Romagna in un ’incassò annuo di circa 800 milioni di euro, per il Lazio di circa 730 milioni ed, al contrario, in “uscite” di circa 500 milioni di euro per la Puglia e circa 400 per la Calabria.

Fonte: http://www.lastampa.it



Per il Censis la somma complessivamente spesa dalle famiglie italiane ogni anno per lo studio “fuori Regione” è quantificabile in 3,5-3,7 miliardi di euro, ma la cifra paradossalmente risulta essere nel complesso doppia rispetto a quanto speso per il pagamento delle tasse universitarie per l’intera popolazione studentesca universitaria.

«Una politica che voglia incentivare, sia la mobilità interna, sia la capacità attrattiva del sistema universitario nazionale di studenti stranieri - conclude l’istituto - deve avere un serio impulso in termini di finanziamenti dal centro e di moderna politica immobiliare gestita direttamente dagli atenei».

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