Dalle App per smartphone e pc agli studi avanzati sul rilevamento degli artefatti video utilizzati dai bulli per molestare e minacciare. Il team dell’Università di Cagliari guidato da Gian Luca Marcialis nel progetto BullyBuster con gli atenei di Foggia, Bari e Napoli Federico II. I lavori saranno presentati anche all’Orto botanico il 30 settembre per Sharper european researchers’ night 2022
23 September 2022
L'Unità di biometria del Diee. Da sinistra, Gian Luca Marcialis, Sara Concas, Simone Maurizio La Cava, Giampaolo Perelli, Marco Micheletto e Giulia Orrù

Sicurezza informatica: anche l’Unità di biometria del Diee alla Notte della ricerca

Mario Frongia

Alla Notte delle ricercatrici e dei ricercatori ci saranno anche loro. Verrà presentato il prossimo 30 settembre all’Orto botanico di Cagliari il prototipo sviluppato dal team guidato da Gian Luca Marcialis, ideato nell’ambito del progetto BullyBuster. I ricercatori hanno messo a punto l’osservazione di gruppi di soggetti da videocamere disposte in modo da non poter identificare i singoli ma in grado di fornire sufficienti informazioni per segnalare, in base a modelli comportamentali opportunamente codificati, degli eventi “anomali” come episodi di violenza o panico. “In rete è stata caricata una presentazione del sistema nella sua fase preliminare. Inoltre - spiega il professor Marcialis - abbiamo implementato un sistema di rilevamento di artefatti video (“deep fake”) che i bulli potrebbero utilizzare per molestare/minacciare la vittima copiandone il volto in filmati offensivi, a causa del proliferare di app per telefonini che, potenzialmente, lo permettono”. Il team del Diee (Unità di biometria-Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica) fa parte del gruppo di lavoro del progetto “BullyBuster” con le Università Napoli-Federico II (capofila), Foggia e Bari. Gli studiosi sono coordinati  rispettivamente da Carlo Sansone, Donatella Curtotti e Donato Impedovo.

Un'immagine di una fase della ricerca
Un'immagine di una fase della ricerca

Impronte digitali contraffatte e modelli facciali tridimensionali

All’Orto il gruppo di lavoro del Diie presenterà i risultati del progetto BullyBuster. Ma non solo. Gli specialisti guidati da Gianluca Marcialis presenteranno anche varie novità incentrate sulla sicurezza informatica. Tra queste, con dimostrazioni annesse: 1) La contraffazione delle impronte digitali mediante le tecniche più recenti studiate in laboratorio, dall’evidenziazione delle impronte lasciate sul cellulare ed ottenute tramite semplice scatto fotografico, all’uso delle stampanti 3D per una più accurata riproduzione senza consenso dell’utente. Questi falsi verranno utilizzati nella ottava edizione della International fingerprint liveness competition; 2) Un modello facciale tridimensionale in grado di riprodurre i dettagli della pelle delle persone ritratte, in modo da garantire un più affidabile riconoscimento finalizzato ad applicazioni remote e forensi. Per le visite al laboratorio è necessaria l’iscrizione al link

https://www.sharper-night.it/evento/laboratorio-come-ti-rubo-faccia-voce-ed-impronte-i-deepfake-corrono-in-rete/

Dettagli sull'International fingerprint liveness competition su

http://livedet.diee.unica.it

Sequenza di impronte digitali
Sequenza di impronte digitali

Discriminazioni e cyberbullismo, il contrasto scientifico su scala internazionale con un percorso di alto profilo

La Giornata internazionale contro le discriminazioni è stata celebrata il 1° marzo scorso. La manifestazione ha ricordato i gravi danni arrecati da posizioni che possono sfociare in aggressioni verbali e fisiche. Il bullismo e cyberbullismo possono rientrare a buon titolo tra le forme di violenza discriminatoria. Si tratta di gravi piaghe sociali, diffuse non solo entro le scuole ma anche al di fuori di esse, dove la massiccia adozione dei dispositivi mobili fa superare qualsiasi barriera fisica. "Neanche la pandemia ha impedito episodi molto gravi, di bullismo, associabile ad attività condotte da minori contro i loro coetanei, ma anche dagli adulti nei confronti di loro simili, con drammatiche ripercussioni sulla vita delle vittime. Recenti indagini mostrano che più della metà degli adolescenti hanno sofferto di atti di bullismo mentre il 10, 20 per cento lo sperimenta regolarmente" rimarca Gian Luca Marcialis. Questo scenario ha spinto i ricercatori dei quattro atenei del Sud a investigare nuove e più sofisticate tecniche per la prevenzione di atti di bullismo. Il progetto “BullyBuster - A framework for bullying and cyberbullying action detection by computer vision and artificial intelligence methods and algorithms”, finanziato nel 2017 (Progetti di rilevante interesse nazionale, Prin), è iniziato nel 2019 con l’obiettivo di integrare differenti tipologie di analisi e investigare il problema da più punti di vista.

 

Un passaggio di BullyBuster
Un passaggio di BullyBuster

Tecnologie innovative, stato dell'arte, news e Adventure night

“L'analisi dell'immagini volta a rilevare specifiche azioni di bullismo sulla base dei movimenti della folla intorno alla vittima, e, ove possibile dall’espressione facciale o eventuali falsificazioni (“deepfake”), mentre l'analisi testuale si focalizza sul riconoscimento di parole e frasi tipiche adoperate dai bulli. L’analisi comportamentale rileva la dinamicità della pressione dei tasti al fine di identificare pattern comportamentali” sottolinea il professor Marcialis. Lo stato e news relative al progetto vengono riversate nel sito ufficiale (http://www.bullybuster.unina.it/), dove vengono raccolte news, citazioni e video relativi alle pubblicazioni ed ai prodotti della ricerca. L'Unità di biometria parteciperà alla Notte nell’Adventure night, un “escape room” con i concorrenti che dovranno utilizzare tecnologie sviluppate dall’Unità di biometria per risolvere gli enigmi e vincere il gioco.

 

Immagine di un volto artefatto
Immagine di un volto artefatto

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