Qualche distinguo, ma la linea &è; di generale apprezzamento
08 May 2007
Piace ai Rettori il nuovo sistema dei concorsi universitari proposto da Fabio Mussi. Sembra di capirlo dai primi resoconti delle ultime riunioni della Crui e dalle prime dichiarazioni rilasciate alla stampa dai responsabili degli atenei italiani.
 
Alla Conferenza dei Rettori e al Cun il ministro ha infatti inviato la proposta contenente due livelli di valutazione, uno esterno a cura di esperti italiani e internazionali (sul modello di quanto già accade per le pubblicazioni su riviste scientifiche, con i cosiddetti referee), uno interno all’ateneo, con la verifica finale della qualità delle assunzioni.
 
Il doppio canale di valutazione sembra mietere consensi, mentre qualche perplessità sembra sollevare l’applicabilità concreta del nuovo sistema. Particolare favore riscuote il meccanismo dei referee, che permetterà un migliore impatto anche a livello internazionale.
 
Il rettore dell’Università di Padova, Vincenzo Milanesi, ha dichiarato a Il Sole24 Ore che bisogna “rendere meno rigida la struttura di valutazione e favorire un maggiore snellimento dei meccanismi”, avvertendo però che la riforma dei concorsi proposta dal Ministero non è la migliore possibile.
 
Pier Ugo Calzolai, rettore di Bologna, si dichiara entusiasta dell’introduzione di esperti stranieri: “offre una maggiore garanzia – ha dichiarato – di controllo della qualità dei candidati. Sono stanco di questi continui dubbi sull’Università e apprezzo l’atteggiamento empirico di Mussi, quando dice che bisogna procedere per tentativi”.
 
Il rettore di Tor Vergata, Alessandro Finazzi Agrò, dice invece che “non sono le leggi a fare i comportamenti corretti, ma le sanzioni”, e chiede che vengano penalizzate le assunzioni fatte male. Il nuovo sistema gli appare “barocco e sproporzionato alla tipologia di ricercatore che si vuole reclutare, nella maggior parte dei casi giovane con poca esperienza”. Per il responsabile di Tor Vergata bisognerebbe potenziare la mobilità dei docenti, impedendo loro di svolgere tutta la carriera accademica in una sola sede.
 
Fonte: Il Sole24 Ore

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